A partire dalla metà del Novecento, dopo
alcuni tentativi di rilanciare il movimento, l’esperienza neofuturista
più significativa e organizzata va individuata nel gruppo di Enzo Benedetto (detto Record), autore anche del volume autobiografico Futurismo Cento x 1OO (1975).
Benedetto ripropone il Futurismo (con il coinvolgimento di futuristi
dell’ultima generazione), coagulandolo, prima attorno alla rivista Arte Viva, poi, dal 1967 al 1993, a Futurismo Oggi (rivista dei giovani futuristi italiani) con il supporto del manifesto (1967). A quest’ultima aderiscono figure note della cultura italiana, ma anche “giovani o giovanissimi futuristi, tra cui Antonio Fiore Ufagrà, (…), Roberto Guerra (…), Riccardo Roversi, (…) il poeta visivo Michele Perfetti e altri, tutt’oggi attivissimi, alcuni, ora, tra i principali promotori del cosiddetto NeoFuturismo contemporaneo”.
Guerra segnala tra le esperienze del secondo ‘900: il pittore Daniel Schinasi; il poeta-performer e musicista Valerio Zecchini, promotore del cosiddetto Futurismo Post-Contemporaneo; Graziano Cecchini (Rosso Trevi)
con i suoi eventi a Roma alla Fontana di Trevi, colorata di rosso, e a
Piazza di Spagna con le 500.000 palline colorate; ecc. C’è anche
l’espressione virtuale con manifesti e blog, che include, oltre lo
stesso Roberto Guerra (2005): Antonio Saccoccio con il movimento di avanguardia totale del Net.Futurismo (2005), che coinvolge altri neofuturisti; Zairo Ferrante con il suo movimento poetico-artistico del Dinamismo (2009); ecc.
Sempre, dopo il Duemila, il NeoFuturismo
è declinato in un pensiero prevalentemente scientifico. In questo
entrano i futurologi transumanisti, noti a livello internazionale. Tra i
principali protagonisti del Transumanesimo Italiano: Riccardo Campa, saggista e anche musicista elettronico; Stefano Vaj (Biopolitica, 2005); ecc.
In questa sintetica storia del NeoFuturismo è menzionato anche il “contributo trasversale, in quanto proveniente da altri background originari” del movimento letterario e fantascientifico del Connettivismo con il suo manifesto (2004): Sandro Battisti, Francesco Verso, Giovanni De Matteo, Marco Milani e altri (Roma, Bologna, Milano).
Guerra, nel secondo testo (aggiornato nel 2020), constata che, “dopo alcuni anni di esaurimento del cosiddetto NeoFuturismo come Rete (…), è tempo di certificarne criticamente la fine”, anche se alcuni degli autori citati risultano ancora oggi attivi. Sottolinea l’importanza del libro Marinetti 70, a cura sua e di Antonio Saccoccio (Armando Ed., 2015). Questa Sintesi della critica futurista include “i più importanti studiosi sul Futurismo (ad esempio Guerri, Agnese, ecc., oltre ai curatori e gli stessi Conte e Campa)”. Singolare, per Guerra, la storia di questa pubblicazione:
“nonostante i nomi di critici noti assieme a i nuovi futuristi
contemporanei italiani, nonostante brillanti recensioni critiche e
alcune presentazioni, questo libro, che potenzialmente rappresenta
tutt’oggi la più aggiornata revisione critica sul Futurismo, non ha
bucato i media”. Per lui è il primo segnale della fine del NeoFuturismo come Rete.
Partendo dal 2010, Guerra esprime qualche correzione, dovuta a disinformazione. In tal senso riattraversa il mio lavoro: “Vitaldo Conte,
(…) fin dai tempi di Futurismo Oggi di Benedetto, è stato un
protagonista della cosiddetta rinascita del Futurismo, (…) artista e (…)
teorico delle ultime avanguardie di fine secolo e inizio Duemila, (…):
un mix tra NeoFuturismo, Dadaismo e le più recenti avanguardie di fatto
tecnologiche e neo-situazioniste”. Ricorda il mio volo/poema nel 2009 (espresso per il centenario futurista), da cui nasce il mio avatar Vitaldix.
La mia Trans Art dionisiaca partorisce, nel 2020, l’ipotesi del PornoFuturismo, che è condivisa da Roberto Guerra. Il percorso è documentato nei mei e-book – Dioniso Legami e Sguardi di Eros Donna
(Tiemme Edizioni Digitali) –, con diversi contributi critici (come
quelli pubblicati su ‘Fyinpaper’). Questa tappa “altra” di un possibile
TransFuturismo ha il suo manifesto pulsionale, in cui il PornoFuturismo
è espresso attraverso una saggistica narrativa: una possibile
testimonianza può essere rintracciata nella stessa scrittura dell’autore
presente in questo e-book.
La conclusione del NeoFuturismo come Rete, da me condivisa, può aver causato la nascita di una dionisiaca “arte narrazione” transfuturista, che si esprime attraverso la sfida alle stelle di un Eros Fantastico.
https://www.amazon.it/Futurismo-Duemila-Breve-storia-Neofuturismo-sebook/dp/B0963695N7/ref=sr_1_2?