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venerdì 16 agosto 2024

Futuri, IFF, riviste di futurologia italiana

 https://www.blogger.com/blog/post/edit/2976606785283089405/4474396481976548221

La rivista Futuri, pubblicata dall’Italian Institute for the Future e focalizzata sui futures studies e gli studi di lungo termine, ha ricevuto ad agosto il riconoscimento dall'Agenzia nazionale di valutazione dell’università e della ricerca (Anvur) come rivista scientifica per l’Area 14 (“Scienze politiche e sociali”). Futuri si affianca quindi alle altre testate internazionali di futures studies riconosciute in Italia come riviste scientifiche, tra cui Futuribles, Futures, Journal of Futures Studies, World Futures, European Journal of Future Studies. Dopo Futuribili, rivista fondata nel 1967 da Pietro Ferraro e da lui diretta fino alla morte nel 1973, Futuri è l’unica rivista italiana dedicata ai futures studies.

 

Fondata nel 2014 dall’Italian Institute for the Future e diretta da Roberto Paura, è una rivista semestrale pubblicata sia in cartaceo che in digitale e a cui dal 2017 si affianca una versione online, www.futurimagazine.it. Ogni numero presenta una raccolta di saggi su temi specifici, raccolti attraverso call for paper, a cui si affiancano diverse rubriche: “Scenari”, che ospita analisi e approfondimenti su temi diversi che propongono nuove visioni dei futuri possibili; “Osservatorio”, che ospita brevi articoli di analisi su fenomeni di attualità e su report internazionali relativi a trend e scenari di lungo periodo (a cura della redazione); “Narrazioni”, che ospita a chiusura del numero un racconto di speculative fiction di autori italiani e internazionali. https://futuranetwork.eu/interventi-e-interviste/638-2263/futuri-riconosciuta-come-rivista-scientifica-dallanvur

Roberto Paura è da tempo il piu noto e piu persuasivo futurologo italiano, Dirife infatti da anni la rivista Futuri, dell'IFF,  inizio 2000 vicina, anche a altri futurismi, poi  esauritasi o quasi.. Si pensi all'epoca ai transumanisti attivissimi all'epoca, Riccardo Campa e Stefano Vaj, ai futuristi, Roberto Guerra Antonio Saccoccio, Vitaldo Conte, gli stessi Vitaldo Conte,ecc.



 

martedì 4 marzo 2014

Futurismo e Transumanesimo recensione di Sandro Battisti

"...Ho letto Futurismo e Transumanesimo, la poetica di Internet, saggio uscito in eBook per le Edizioni La Carmelina, a cura del vulcanico e attivissimo neofuturista Roberto Guerra, che ho già segnalato qui.
Roberto esplora da tempo la galassia avanguardista dell’arte e del pensiero speculativo a essa correlato, sviscerando i molteplici punti di adesione che la realtà ha stabilito saldamente con gli insegnamenti del Futurismo di Marinetti. Lo fa guardandosi bene intorno, considerando le conoscenze attuali mediate dalla tecnologia e dalle scienze e usando un metro connettivista in cui non c’è nulla di veramente slegato, in cui tutto si amalgama per donare a chi riesce a vedere con gli occhi della propria consapevolezza un corpo coeso di informazioni, in cui l’umanità sta rapidamente mutando per donarci un futuro nuovo, un’evoluzione della nostra razza che, tramite il Transumanesimo, ci porterà verso molteplici mutazioni dei nostri organi, fisicità, potenza, che cambieranno inevitabilmente il nostro modo di pensare e di rapportarci con quello che abbiamo intorno.
Veramente tanti i punti di discussione presenti nel saggio, che toccano la psicoanalisi, Jung, la politica, i robot, la Fantascienza, la Scienza, le arti elettroniche e sperimentali in genere, la Letteratura, il Cinema; considerazioni in ordine sparso e caotico ma che tornano sempre al punto di discussione unico: la nuova umanità, la pulsione verso il futuro, il cambiamento epocale che stiamo cominciando ad attraversare. Tutto appare come l’atto di fondazione, finalmente, del Futuro, di questo nuovo futuro che fin dai tempi di Dick e del cyberpunk sentiamo teorizzare e che, finalmente, sembra essere arrivato; Guerra ci fa scivolare su questo tappeto di realtà incipienti e ci rende partecipi, c’illumina con rara lucidità il cammino che ci aspetta"  (Sandro Battisti)



domenica 13 maggio 2012

Luuk Magazine Futurismo per la Nuova Umanità recensione

*cover Marco Lodola

by  Luca Siniscalco - Luuk Magazine-Milano

Un volume per tracciare una storia e delineare un percorso di cui si può scorgere il principio ma non la fine.
Un testo per stimolare interesse verso un mondo ampio e variegato, accomunato tuttavia da istanze decisive.
Un manifesto strutturato non in punti ma in immagini evocative, caoticamente disgregantesi e reintegrantesi in una rete capillare incredibilmente vicina tanto alla darwiniana “web of life” quanto al nietzscheano eterno ritorno: i riferimenti culturali e simbolici risultano chiari sin dalla modalità di strutturazione dell’opera.
Tutto questo, ma non solo è l’ultimo libro di Roberto Guerra, “Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, recentemente pubblicato da Armando Editore.
Si tratta di un volume agile e sintetico, finalizzato alla costruzione di un cammino di continuità fra il movimento futurista “storico”, conclusosi con la morte di Marinetti nel 1944, e gli artisti che a tale esperienza si sono richiamati e continuano a richiamarsi in nome della condivisione non ideologica ma intimamente vissuta di un bagaglio di idee e di stile tramite cui configurare ed interpretare il mondo. Un’esperienza, quella futurista, che fu – ed è – integrale, non limitata alla sfera delle arti visive ma tesa ad indagare la realtà attraverso la totalità delle categorie culturali umane, dalla musica all’architettura, dalla poesia alla politica, sino alla scienza ed alla cibernetica. É in tale reintegrazione dei saperi che si configura un umanismo tecnologico, indirizzato alla creazione di senso e di valore nel mondo desertificato del Nichilismo. Nella Crisi di questa età di transito si cercano risposte, ma anche domande, dato che spesso il pensiero pare arrestarsi di fronte allo sfacelo ed alla mediocrità: i futuristi propongono una via forte, anticonformista, eversiva, diretta all’impostazione di un nuovo uomo, alternativo tanto all’homo oeconomicus aderente all’utilitarismo capitalista, quanto all’individuo ancorato ad idoli ormai tramontati.
Le nuove scoperte tecniche e scientifiche in ambito biologico, cibernetico ed informatico continuano a interrogare l’uomo moderno sulla necessità della propria comprensione. É in questa direzione che opera il Futurismo contemporaneo, senza tuttavia livellarsi ad uno scientismo progressista, bensì operando con la consapevolezza nietzscheana che l’arte rimane il contromovimento al nichilismo. Ecco allora presentati nel volume Neofuturismo, Nuovo Futurismo, Net.Futurismo, Transumanismo come forze movimentistiche; Enzo Benedetto, Tullio Crali, Alberto Sartoris, Mino Delle Site e molti altri artisti come futuristi della seconda metà del Novecento; Antonio Fiore-Ufagrà, Roberto Guerra, Graziano Cecchini-Rosso Trevi, Vitaldo Conte, Marco Lodola, Riccardo Campa, Stefano Vaj e molti altri come continuatori sempre autosuperantisi nella nostra contemporaneità: sono questi i nomi in cui lo spirito futurista ha trovato una dimora in chiave 2.0. Sono questi gli artisti la cui proposta, radicale e pertanto fortemente discutibile e criticabile, merita tuttavia una riflessione profonda, in quanto una delle ultime forme di utopia dotata di tensione progettuale e costruttiva.


Luca Siniscalco


“Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, di Roberto Guerra, Armando Editore, pp. 96

mercoledì 2 giugno 2010

Divenire IV transumanisti Tecnosocietà

da Controcultura Supereva  e Tranusmanisti Blog
Presentazione di Divenire IV (Sestante Edizioni, 2010) AA.VV. a cura di Riccardo Campa



Gianni Vattimo, Max More, Remi Sussan, Riccardo Campa, Aldo Schiavone, Luciano Pellicani, Roberto Marchesini, Salvatore Rampone, Ugo Spezza, Mario Pireddu, Stefano Vaj, Francesco Boco, Emmanuele Pillia, Roberto Guerra.


Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanismo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo pre-rinascimentale e rinascimentale – per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.


Il numero, curato dal sociologo Riccardo Campa, si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano. Si comincia con un bel saggio di Luciano Pellicani, uno dei sociologi italiani più tradotti all’estero, per molti anni ideologo del Partito Socialista Italiano e direttore di Mondoperaio. “La scienza e la natura” mette a nudo l’incompatibilità “fisiologica” tra i principi del razionalismo scientifico e la visione provvidenzialistica della realtà che ereditiamo dal giudeo-cristianesimo, e collega la nascita della civiltà delle macchine ad un superamento dell’umanismo di matrice religiosa.


Il saggio che segue, sempre nella sezione Attualità, è di un altro intellettuale che non ha bisogno di presentazioni: Gianni Vattimo – forse il filosofo italiano vivente più noto al mondo. Teorico del pensiero debole e interprete autorevole di Nietzsche, è da sempre anche impegnato politicamente, essendo stato eletto per ben tre volte al Parlamento Europeo, con tre diversi partiti della sinistra. Nel saggio “La crisi dell’umanismo” riparte dalla morte di Dio per comprendere il processo che ha tolto centralità all’uomo, nell’età della tecnica.


È poi la volta di Roberto Marchesini, studioso di scienze biologiche ed epistemologia, ben noto ai lettori di Divenire in quanto autore di apprezzati volumi come Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza e La fine dell’uomo. In “Soggettività e ontopoiesi” esplora la mutazione antropologica e ontologica che ha investito l’uomo negli ultimi cinquant’anni, in seguito anche allo sviluppo della tecnica, con il passaggio da una concezione “individuale” a una “multividuale” dell’essere. E avverte che il multividuo non può essere compreso in una focale umanistica, ancora centrata sul concetto di identità individuale, ma piuttosto in una prospettiva postumanistica.


“Oltre la specie” è il magistrale contributo alla riflessione sulla trasformazione postumana di un altro intellettuale di spicco della sinistra italiana: Aldo Schiavone. Direttore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane e già direttore del prestigioso Istituto Gramsci, nonché collaboratore da molti anni del quotidiano la Repubblica, nel 2007 Schiavone ha dato alle stampe Storia e destino – un vero e proprio manifesto del nuovo umanesimo tecnologico. Il saggio qui pubblicato ne rappresenta un estratto.


Il massmediologo Mario Pireddu – docente all’Università IULM di Milano e curatore del volume Post-Umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti – nel saggio “L’aroma del passato più prossimo” analizza la crisi della sinistra europea sullo sfondo della società delle reti, mettendo in risalto soprattutto le difficoltà identitarie e di comunicazione delle forze socialdemocratiche e progressiste. È in sostanza un invito ad una maggiore spregiudicatezza, facendo tesoro anche delle intuizioni dei futuristi, per rigenerarsi su nuove basi.


L’ultimo intervento per la sezione Attualità è del bioinformatico Salvatore Rampone che mostra come le tecnologie del potenziamento umano – in particolare sostanze come Viagra, testosterone e Provigil – creino una situazione di dipendenza per i consumatori, ma al tempo stesso evidenzia come sia perfettamente comprensibile che chi raggiunge prestazioni “sovrumane” a livello sessuale, muscolare e intellettivo, non voglia poi tornare a condizioni umane. È ormai tempo di “Dipendenze transumane”.


In apertura della sezione Genealogia, appare un lungo saggio di Riccardo Campa intitolato “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, dove la tensione verso il postumano che lo straordinario sviluppo delle tecnologie nell’era contemporanea convoglia viene geneticamente ricondotta ai valori del paganesimo greco-romano. Si tratta di uno studio complementare a quello che viene indicato come un capolavoro della sociologia storica: Le radici pagane dell’Europa di Luciano Pellicani.


Segue il saggio del fondatore del movimento estropico mondiale, il filosofo Max More, che difende la tesi di una figliazione diretta del transumanesimo dal sovrumanismo nietzscheano, facendo riferimento anche alle proprie vicende biografiche e chiarendo che democraticismo e morale utilitaristica – elementi assenti nella filosofia di Nietzsche – non sono elementi essenziali del transumanesimo. Il titolo non poteva essere più chiaro: “Il sovrumano nel transumano”.


Il celebre giornalista francese Rémi Sussan, esperto di nuove tecnologie, traccia invece la linea genealogica che unisce “Transumanesimo ed ermetismo” e, dunque, collega la nuova filosofia del postumano alle correnti mistiche pagane del tardo ellenismo, rivitalizzate e reintrodotte nel tessuto culturale europeo a partire dal Rinascimento.


Il poeta futurista Roberto Guerra dedica invece un articolo a Karl Marx, recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina – macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”.


Il giovane architetto Emmanuele Pilia, art director di Divenire, mette la propria firma in calce a “Una rovina perpetua”. Il saggio si interroga sulla possibilità per il movimento transumanista di raccogliere l’eredità del situazionismo e di certe istanze anarco-socialiste, al fine di ricostruire la società su basi nuove, prendendo l’Homo Ludens di Huizinga come paradigma del prossimo gradino dell’evoluzione umana, ma lasciando risplendere l’umanità attuale in tutta la sua rovinosa bellezza.


Per la sezione Futurologia, il giornalista informatico Ugo Spezza ripercorre il recente sviluppo delle tecnologie dell’informazione nel saggio “L’evoluzione della Net-Sfera”, tracciando poi le linee di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro di computer, telefoni e nuovi dispositivi elettronici.


Nella stessa sezione, il giovane filosofo Francesco Boco propone invece una recensione del film Avatar – “La tentazione a-storica” –, dove analizza l’opera di Cameron nella sua dimensione ideologica di veicolo di messaggi luddisti. Nel film, i personaggi “positivi” vivono infatti in un mondo a-storico e primitivo, oppure usano la tecnologia per sfuggire alla tecnologia, per sottrarsi al mondo dinamico, storico, sempre in divenire forgiato dallo spirito prometeico europeo.


Come sempre, chiude il volume la sezione Libreria, dove trova posto una recensione di Stefano Vaj del nuovo libro di Riccardo Campa: Mutare o perire. La sfida del transumanesimo. Nell’articolo, significativamente intitolato “Il transumanismo d’azione”, Vaj mette in luce in particolare lo spirito volontaristico che permea l’opera, ove non si dà mai per scontato l’avvento di un futuro postumano, ma lo si inquadra come possibile evento storico vincolato all’impegno delle generazioni presenti.

ART COMPLETO (da Controcultura)
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/05/divenire-postumani-gianni-vattimo-e-i-futuribili

domenica 18 aprile 2010

L'Immaginario Futurista recensione da Futurology

Recensione di Ugo Spezza, giornalista informatico e futurologo a L'Immaginario Futurista di Roberto Guerra
- Poeta e scrittore Futurista. Già autore di raccolte come "Opere futuriste complete" e "L’Ariosto sulla Luna"


« I figli di Luna e computer suggono latte dal nuovo simbolo materno scolpito nel chiaro argento lunare. Bramano le stelle del firmamento i generati della scienza e, sfidando la terrestre gravità, sognano l'Ippogrifo come cavallo a dondolo. Desio di navigare, come cavallucci marini, nell'oceano di Internet e nel sistema solare... »


Quelli appena citati sono versi del poeta futurista Roberto Guerra. Una poesia non rivolta alla contemplazione del passato ma a una visione estatica del futuro. Ma cosa è in realtà il futurismo? Ritengo di poter affermare oggi che esso sia stato una "reazione" alla stagnazione delle idee dei primi decenni del secolo scorso, idee incentrate nel conservatorismo e nell'immobilismo culturale. ...

articolo completo
http://www.futurology.it/recensione_libri/Libro_L'immaginario_Futurista.htm

lunedì 28 settembre 2009

CONTROCULTURA DUEMILA! a cura di Roberto Guerra


CONTROCULTURA SUPEREVA LA GUIDA...Roberto Guerra


Biografia
Scrittore futurista: pubblicazioni Opere Futuriste Complete (Nomade Psichico, 2000, Mantova); L'Immaginario Futurista (Schifanoia, 2000, Ferrara); La Città Lunare (Este Edition, 2006, Ferrara); AA.VV. Divenire 3 Speciale Futurismo a cura dell'Associazione Transumanisti Italiani-AIT, Milano- Sestante Edizioni, 2009, Begamo); Ha collaborato con le riviste culturali Poeticamente (Ferrara); Futurismo Oggi (Roma). Collabora con la rivista culturale on line Spigoli&Culture/Spigolature, Ferrara; Ha curato con l'Associazione Culturale Ferrara Video&Arte Futurismo100 LIve-Centenario del Futurismo, Ferrara, 20 2 2009 e The Scientist 2007 e 2008 Video Festival Internazionale. Cura la webzine Futurismo 2009 su My Space. E' membro dell'AIT e di Azione Futurista/Graziano Cecchini......


FUTUROLOGIA E SCIENZA: IL LINK DI UGO SPEZZA


da CONTROCULTURA SUPEREVA


Futurologia e scienza, da sempre un binomio fuori discussione per i futurologi, eppure spesso contestato da sociologi e storici attardati, incapaci di comprenderne l’essenza (fisica in greco!), una nuova forma mentis, un metodo libero, creativo e spesso controcorrente (come il metodo e le scoperte scientifiche) rispetto alle idee tradizionali. Poi, a volte e non raramente, previsioni anche verificabili e probabili.
Il futurologo
Ugo Spezza, in due parole, sintetizza la futurologia come scienza:
“La Futurologia rappresenta il tentativo di prevedere, partendo da basi scientifiche, quale sarà il futuro, più o meno remoto, dell’umanità. Tale analisi riguarda sia l’espansione, prevista come migrazione su altri pianeti, e sia l’evoluzione individuale e sociale dell’uomo a seguito del sempre più veloce progresso tecnologico che contraddistigue la recente era dell’information tecnology” Ultriormente Spezza sottolinea: “In particolare famosi scienziati del calibro di
Raymond Kurzweil (Mit), Nick Bostrom (Oxford University) e lo stesso Stephen Hawking (Oxford University) oggi propongono una analisi del trend tecnologico che mostra una tecnologia sempre più pervasiva nell’ambito umano.” Già oggi non si può non notare un cambiamento del trend e delle abitudini regolato dalle nuove tecnologie: rispetto a soli venti anni fa i computer, la rete Internet e la telefonia cellulare hanno completamente rivoluzionato lo stile di vita umano, e dei più giovani in particolare, i quali hanno acquisito una vera e propria dipendenza da queste tecnologie. ..


continua



Roberto Guerra

lunedì 25 maggio 2009

FUTURISMO E FACEBOOK



FUTURISMO VS FACEBOOK
Alcuni conoscenti futurologi ci han sollevato una questione apparentemente banale, anche alla luce del centenario futurista e di alcuni gruppi cosiddetti neofuturisti contemporanei che, molto o poco attivi nel web ne sembrano anche preda, incapaci quasi di differenziare i due bordi fondamentali dell'interfaccia Virtuale/Reale e viceversa.
La simbiosi ha esiti negativi sia dal punto di vista produttivo che ancora... politico tout court. Tali effetti chiaramente percepiti ad un certo livello critico sulla questione futurista,sono oggi enunciati come accennato non da storici di retroguardia o ancora ideologici, ma quasi da cosiddetti futuristi scientifici (all'anglosassone, fin dai pionieri De Jouvenel e Jungk o lo stesso Asimov.. Clarke, Toffler... Futurist, evidente in interviste e diversi istituti di ricerca sul futuro e riviste dei decenni scorsi), ovvero futurologi e transumanisti, gente che mastica il futuro e certa matrice futurista a certi gradi esponenziali, alle frontiere dei laboratori, quasi...
Futurologi... esperti della Rete capaci di navigare con modalità peculiari non riconducibili ai social network del bla bla in ...schiavitù, piò o meno innnocua. Tra le tecnologie.. della Rete, pare Facebook, il più alla moda da qualche tempo, il più indiziato nel favorire non le Parole in Libertà della Rete, la Democrazia e l'Informazione libertà del Web, ma proprio labirinti semipatologici, spiders fatalmente cannibali verso non solo il popolo nazionalpopolare di Internet , ma anche verso ancor giovani intellettuali, acerbi, ma anche taluni dotati e interessanti, eppure appunto privi di...danza Reale/Virtuale.
A ben vedere, senza regredire alle analisi veteroumaniste tutt'oggi diffuse, ostili come gamberi e struzzi alla rivoluzione elettronica democratica e irreversibile di Internet, certi arnesi critici, poi appunto oggi abusati e senza aggiornamenti..., le idee classiche della reificazione marxista o del robotismo cosiddetto psicanalitico, calzano a pennello con Facebook.
Facebook è un Gatto con gli Stivali ... freudiano: il transfert è matematico, segue quasi la bioritmica onirica di memoria junghiana, più esattamente la coazione a ripetere proprio del Maestro di Vienna, se si vuole il bipolarismo temporale scoperto da certa psichiatria contemporanea (diciamo lo stesso Cassano in Italia)...
Facebook è in sé patologico, ovvio, al di là delle intenzioni dei fondatori: se non si evolverà entro un paio d'anni, l'euforia si modificherà in depressione, sarà una meteora estiva nella storia del web.(Ipotesi, ovvio, pronto ad autosmentirmi!).
Su Facebook ad esempio pullulano equipe cosiddette anche culturali, anche futuriste, nello specifico, almeno dichiarate: va da sé, particolarmente e relativamente autistiche, incapaci di interagire tendo conto dei dati conoscitivi e della storia dell'arte, non dico quella anche ultracontemporanea, presentista, non ancora codificata, anche quella convenzionale sul... futurismo o altro.
Poco importa qua l'aspetto temporale, l'età magari giovane dei seguaci postmoderni di Marinetti: alcuni son convinti d'aver inventato loro il Futurismo! Questo riguarda ad esempio un cosidddetto gruppo Futurismo (molto giovane, pare, ma vedi sopra), con infiltrazioni anche dei controversi netfuturisti cosiddetti del web, ma pure uno dei protagonisti del neofuturismo del web stesso, , Alessio Brugnoli; su facebook appiattito a certo veteroromanticismo tipo confessionale Grande Fratello (nonostante doti intellettuali indubbie).
Diversi invece i blog di chi scrive (uno personale e uno editoriale, mere vetrine spot di news esterne o appunto con scopi editoriali... ), dello stesso celebre Graziano Cecchini Rosso Trevi, spettacolare e mediatico, dell'altro talento neofuturista “storico” del web, l'ancor molto giovane, Armando Di Carlo, (al contrario di Brugnoli ... solo una vetrina e e-mail, veloce!), gli stessi Gruppi Transumanisti e Connettivisti, rispettivamente networks attivi, editoria on line e facebook come spot.. il gruppo editoriale on line internazionale Italian Futurism, il francese Franck Ancel, il neofuturista ferrarese Maurizio Ganzaroli, entrambi nuovamente facebook come vetrina e contatti veloci: mai appunto il Facebook del Big Brother neppure orwelliano!
In ogni caso, anche in tali link non reificati di facebook, il rumore..FACEBOOK. appare ugualmente irritante.
Facebook, riassumendo, anzi, è forse più dannoso in sé,proprio per la sua particolare interfaccia con gli utenti, particolarmente invasiva (molto più di altri social network o di network quali My Space e You Tube eccetera), proprio con chi confusamente segue anche velleità culturali....: certo acerbo futurismo di cui sopra (Futurismo ...!.) ...certo futurismo letterario poco postmoderno ..(Brugnoli) ma anche molti altri soggetti e gruppi d'altra area artistica o intellettuale spesso molto vaghe, anche-
Un conto è Facebook come magari appunto vetrina editoriale e culturale, generalmente già ben programmata da utenti dalle idee chiare, sul Network per questioni dirette, non certamente per accumulare amici e chiacchiere virtuali. Infine, Facebook , appare certamente più innocuo proprio per le chiacchiere in libertà, per i più giovani (altri percorsi, Internet ormai come oggetto macchina naturale, lecito anche perdere tempo, per loro autentica forma di comunicazione e magari sperimentazione creativa: poi, crescendo, quasi certamente, traslocheranno altrove nel web.. oppure lo conserveranno appunto come vetrina rapidi contatti tipo telfono e così via! ), Se Facebook sarà ancora in voga!
Ma per i meno giovani, intellettuali o meno, invece,può essere persino non solo un ancora semi-innocua patologia sociale quasi condivisa, ma persino la sala d'attesa di una sorta di tecnopsicosi.
In ogni caso, Facebook, allo stato attuale, generalmente.... una setta condivisa indecente dal punto di vista estetico e della libertà, nessun moralismo, nessun vincolo giuridico quale antidoto, ma come scambiare l'Apollo 11 con un razzo da sagra agreste made in Taiwan!!!
In controluce, peraltro, proprio la nausea electro di facebook illumina parecchio certa sindrome del web in generale: amplifica meccanismi possibili ovunque nelle astronavi di Internet, siti, blog, altri social network eccetera.
Quanto sopra può esser persino clonato con una fondamentale differenza: altrove, non dipende dalla Macchina Astratta scelta dall'utente, dall'hardware in certo senso, ma proprio dall'utente software.
Qua il transfert e la simbiosi negative son più lineari, più trasparenti; dipende essenzialmente dall'utente software, dal cervello e la mente individuale. Ma fuori da Facebook, nei fatti, nella Rete, ciberculture, webzines professionali, scientifiche, artistiche creative eccetera son assai più diffuse e già quasi surclassano per chi osa captare l'antiquata cultura di Gutenberg.
Roberto Guerra

www.myspace.com/futurismo2009

FUTURISMO E ROBOTISMO



ELOGIO DEL ROBOTISMO

Dopo il centenario futurista è tempo di andare oltre: 20 2 2009 il futurismo è più vivo che mai, ma i tempi son ancora acerbi (o impossibili..) per il rilancio del Movimento: le sinergie sono latitanti., oppure quasi una diaspora, futuristi o neofuturisti esistenti ma tranne eccezioni non connessi neppure nel Reale, tra essi..
Oppure quando certi link culturali esistono al massimo possono spottizzare il Futurismo, ma da percorsi legittimamente autonomi e già giustamente altamente differenziati, vedi il Transumanesimo o il Connettivismo stesso.
Nel cosiddetto dibattito specifico, strettamente neofuturista, sono tutt'oggi attivissimi con performance, videoclip, ebook editoriali, webzine soprattutto Graziano Cecchini Rosso Trevi, chi scrive e pochi altri.
I meno giovani aeropittori ex Futurismo Oggi, tutt'oggi attivi, futuristi dichiarati, pur complici in caso d'iniziative sono squisitamente artisti, distanti da azioni movimentistiche possibili.
Tallarico stesso, prossimo a quest'area ancora ex Futurismo Oggi fa quel che può, ormai alle soglie dei 100 anni quasi...Nè spetta a lui tirare le fila della presunta Rete codificata a Ferrara il 20 2 2009.
In realtà la Rete esiste ma priva di organisation, troppo pochi appunto i neofuturisti attivi, per giunta qualcuno ha assunto più o meno recentemente anche posizioni neoconservatrici e neoclassiche..quasi (sic!), persino antiscientifiche.
Velleitarismo tipo Ismo, fuori luogo nell'era dei futurismi, nessun ismo dominante, tra l'altro da parte di soggetti intellettuali certamente dotati e interessanti, ma - disarmante- nessuna o quasi prova scientifica, leggi pubblicazioni cartacee o ebook elettronici, molto pensiero poca azione ..futurista, molte parole nel web feticizzato quasi...
Noi non amiamo dilungarci sulle querelle, soprattutto quando mancano prove scientifiche di confronto.. Ci limitiamo ad alcune considerazioni.
Sul futurismo secondo chi scrive appunto valgano i volumi editi dagli anni ottanta: diciamo, già selezionando, i saggi Marinetti e il Duemila, L'Immaginario Futurista (Schifanoia edizioni), Futurismo Manifesti Scientifici (Este Edition on line) e La Poetica di Internet (Futurist Editions on line): il Futurismo come Umanesimo Scientifico, su uno sfondo espistemico che spazia da Jacques Monod a Marvin Minsky a Francoise Jacob a Marshall McLuhan a Jacques Lacan fino a Paul K.Feyarabend ...e persino Pierre Tehilard de Chardin..
Indifferentemente dalle combinazioni infinite possibili in tali vettori, discutibili a livello strettamente scientifico (ma nessuno ha Dio..in tasca!), in ogni caso pur nell'interfaccia, nell'ambito dell'Estetica come Scienza Umana, non riducibile alle cosiddette scienze esatte..
E senza dimenticare, per limitarci a possibili hardware per il futurismo contemporaneo altri eretici quali Gremais, Baudrillard, Lyotard eccetera eccetera...
Nomi hardware semplicemente soggettivi, a ciascuno a seconda dei propri neurodreams e neurochips... purchè nel taglio irreversibile della rivoluzione scientifica generale che differenzia nelle sue ricadute estetiche artistiche sociali l'avanguardia da qualcos'altro, l'arte rivoluzionaria dall'arte conservatrice (non necessariamente negativa, come nel caso appunto di certe ali neofuturiste – ma ne esiste un'altra anche invece giovane e dinamica- ripetiamo, soprattutto circoscritte al web e alla teoria) ..
Quest'ultimi stessi hanno anche ragione a immaginare rotte neofuturiste conservatrici eminentemente letterarie e filosofiche, neoaccademiche (un'ala da anni inneggia anche alla cosiddetta Scuola net-futurista) : circoscritte senza abnormi voli globali, sono 'altre direzioni possibili...
Resta il fatto che brevemente il Movimento futurista ( extra transumanisti e connettivisti) nei fatti è oggi una fenomeno soprattutto virtuale, più sinergico a volte.... nel web che nei fatti concreti, al di là di personalità esplosive quali appunto Rosso Trevi, o tecnovisionarie meno spettacolari e più elitarie (chi scrive), e pochi o anche molti altri, appunto spesso neppure connessi...
Insomma, se il Futurismo strettamente parlando è sempre in Progress, mai più riducibile a qualsivoglia ismo, l'attuale scoglio di rilancio concreto del Movimento (senza parlare che tra i grossi nomi della cultura italiana, sono pochissimi coloro che avallano certa continuità futurista, ad esempio Paolo Ruffilli, oltre a taluni transumanisti e qualche futurologo) domanda nuove mosse in avanti anche clamorose.
Sbeffeggiando anche certa critica superficiale e priva di prove scientifiche (provenienti dalle 'aree poco produttive di cui prima), forse è necessario simultaneamente e contemporaneamente un nuovo link a metà tra futurismi contemporanei e già al di là: chiamamolo Robotismo, una estetica scientifica dichiaratamente neopositivista, neoscientista figlia questa delle intuizioni più cosiddette meccanicistiche di Marinetti, Majakowskij, il futurismo e le altre avanguardie, macchina bomba “militare” dichiaratamente estranea ad ogni formalismo-unico messaggio: l'avvento della civiltà scientifica, il passaggio dalla democrazia ancora metafisica alla Tecnecrazia democratica..
E ogni forma estetica lecita purchè finalizzato al messaggio dichiarato e consapevole, alla combinazione in certa misura comunicativa sul senso e la Logica programmatica del Robotismo!
Poi, siccome la Scienza, anzhe quella cosiddetta neopositivista è libera, diciamo l'umanesimo scientifico radicale, chiariamo subito i relativissmi.... nemici e i complici.
Il Robotismo, prende nome dall'archetipo forse originario della Scienza moderna contemporanea: il Robot, i robot più precisamente di cui ha parlato Isaac Asimov, non a caso scrittore ma anche scienziato, e le sue leggi immaginarie della robotica sono oggi realtà nella Robotica scientifica o in certe Computer Sciences. Il simbolo segno sogno parola significante, cifra, archetipo, vettore, Robot, polifonico nel suo campo linguistico e concreto che spazia dalla fantascienza alla futurologia alla psicologia all'economia alla fisica....
In ogni caso la base di partenza altro non può essere che il bordo di Jacques Monod proprio de Il Caso e la Necessità con la sua critica radicale a qualsivoglia metafisica, qualsivoglia umanesimo prescientifico, comprese filosofie e arti varie..: oppure, anche via Norbert Wiener, un certo Marvin Minsky, da mezzo secolo ormai Padre fondatore dell' AI forte (la Società della Mente, altro link culturale fondamentale).
Inoltre, il Robotismo prende nome anche dall'uso linguistico negativo che ne fece lo psicologo sociologo postfreudiano e assai noto al grande pubblico Eric Fromm per designare l'alienazione contemporanea. Fromm, tutt'oggi interessante per certe intuizioni, tuttavia nello stesso tempo reo involontario di molti equivoci umanistici.
Non ultimo, anzi quasi anno zero, link decisivo è il celebre e "storico" futurologo Alvin Toffler, già chiarissimo fin dagli annni '70 (!) con il rivoluzionario Lo Choc del Futuro...
Dev'essere chiaro, lo Scientismo preteso dalle resistenze umanistiche tradizionali liberali fasciste e socialiste stesse, appunto, non è mai esistito: anzi lo Scientismo è rivoluzione scientifica e basta... Così il Robotismo: al contrario dell'accezione paleoumanistica, la parola.. da sempre esprime un novum nascente della cultura contemporanea.
Un simbolo segno sogno... parola nuove, positive, sempre effetto della rivoluzione scientifica: ora (Robotismo...) noi lo usiamo come sinonimo di estetica scientifica, nulla di originale l'arte come scienza (come vettore) esiste fin dai futuristi, solo volgarizziamo intenzionalmente e comunichiamo senza più sensi di colpi falsi veteroumanistici veterofilosofici veteroartistci.
L'estetica scientifica è scienza liberamente applicata alla dimensione anzi alla multidimensione estetica. Dal futurismo ad oggi il Robotismo è disseminato ovunque: oltre alle opere teoriche e no di Marinetti, Boccioni e tutti i manifesti fututristi, i manifesti surrealisti, dadaisti, tutti i manifesti delle avanguardie sono già hardware del programma robotista.
E' l'estetica tecnologica di cui han parlato anche Renato Barilli e Marshall McLuhan , Abraham Moles, Lea Vergine quando si diffuse l'arte programmata, cinetica, fino all'arte pubblictaria della Pop Art alla Video Art, Computer Art, Musica elettronica, Net-Art , Transhuman Art, eccetera contemporanea.
Ma ancor più di ieri... il Robotismo chiarisce le questioni: distinguiamo due moduli primordiali, ora di Robotismo. Robotismo Hard e Robotismo soft: l'Hard è distinguibile poichè l'artista scienziato utilizza solo e soltanto tecnologie elettroniche di qualsivoglia natura, quindi dalla fotografia al computer è robotismo hard.
Robotismo soft è il Robotista che(fermo restando la chiarezza del messaggio scientista rivoluzionario) utilizza medium pre elettronici e persino premeccanici. Grande Libertà espressiva ma chiarezza consapevole del soggetto artista-scienziato-robotista: opera, ovvio, sempre aperta, ma romanticismo terminale, oltre il mistero.. romantico..., nel senso che il robotista comunica sempre le caratteristiche tecniche del prodotto opera d'arte!
Nel senso funzionale esplicito di cui prima (altra questione è l'esito strettamente estetico, ma ciò non riguarda più il creativo, ma i destinatari soggetti utenti e critici eccetera).
In ogni caso: negazione del valore, oggi, della parola Filosofia o Religione o Poesia, salviamo solo in attesa di parole più evolute per mera comunicazione le parole Arte e Estetica. Non è solo un capriccio: fermo restando nell'hardware gli antimaestri delle avanguardie di cui prima, per andare avanti bisogna finirla di parlare di filosofia , poesia anche moderne.. e altre idee ed emozioni obsolete, anzi pericolose: è l'umanesimo antiscientifico il virus letale che disumanizza, esattamente il contrario di quanto delirarano ancora filosofi, scrittori e certi umanisti.
Qua seguiamo anche il geniale Enzensberger di Elisir della Scienza, lo stesso geniale De Kerckove, cibernetici e futurologi e transumanisti, in Italia da Silvio Ceccato e Roberto Vacca in poi... .
Ad esempio anche l'Arte è di origine meccanica-elettronica-biochimica-genetica-sociobiologica eccetera... e certamente qualcosa d'altro ancora sconosciuto che però è ora pericolso chiamare con concetti antiquati (se non in senso operativo e consapevole...) che magari esprimevamo ed esprimono intuizioni sulla X , anzi le X del futuro e delle future scoperte sulla mente umana e sulla dimensione estetica, ma che ora fungono da resistenze! Abbattiamole!
La vecchia poesia chiamiamola Pubblicità (e l'analogia non è solo letterale, Gruppo 70 eccetera): il vecchio Romanzo chiamiamalo Scrittura Totale (alla Spatola) la pittura .. Cromatismo o qualcosa del genere, ma questo vale per il Robotismo Soft; il Robotismo Hard ci dice già: l'ex Pittura si è evoluta in fotografia, cinema, video, Computer Grafica, l'ex Musica in Computer Music, la Poesia in Poesia Sonora, Totale... Computerpoesia , la scultura in Installzioni...e così via; purtroppo il linguaggio è ancora quel che è, dovremo convivere con parole vecchie assieme a quelle nuove (ma è così fin dai futuristi). Semplicemente, se non secondariamente e come intuizioni e null'altro (si pensi magari a certo Jung .scientifico) come per la scienza Tolomeo e Ermegisto hanno solo un valore secondario e quasi esclusivamente storico (come si vede lo scientismo applicato è apertissimo, ,più di ogni ismo filosofico o artistico a pensiero unico!), così tutta la filosofia e in certa misura anche l'arte... prescientitfica c'interessano solo secondariamente: non certamente per criticare qualsivoglia avanguardia, figurarsi l'avanguardia del XXI secolo, neonato robotismo incluso.
In fondo chi lo desidera può occuparsi di archeologia in quest'epoca; l'avanguardia opta per la futurologia e se si vuole il Robotismo è sarà il frutto di certo futurismo dopo il Transumanismo.
Ma facciamola finita con predicatori (ci riferiamo a certo neofuturismo) ormai pullulanti anche nel web, che non sanno distinguere il Virtuale dal Reale, le loro Resistenze soggettive e limiti letterari.. dalla scienza e il Mondo Nuovo, già nato, basato sulla rivoluzione scientifcia, sulla tecnologia e sull'arte capace di amplificare la scienza ed il futuro nel cuore e nella neocorteccia dei popoli,( ripetiamo sogetti anche talentuosi ma che criticano il Futurismo Verso la Scienza senza prove scientifiche, pubblicazioni!!!).
Un mondo nuovo da divulgare da irradiare tra le masse intimorite dal Passatismo ancora al potere, un passatismo che viene sempre da Atene, da Gerusalemme, dal Nilo... da Roma, dall'Uomo di..Neandhrtal o di ...Heidelberg...
Un Cibermondo nuovo, nel XXI secolo, senza più complessi di Platone, da eseguire.. nel Reale: anche con estetiche finalmente scientifiche, , certo futurismo contemporaneo, certo Transumanismo, certo Connettivismo, oggi anche il Robotismo ( e tutte le avanguardie parallele che fioriranno dalla rete e fuori dalla rete in questo secolo) macchine di ricerca e propaganda simultaneamente dell'Uomo Nuovo scientifico o technologicus o Robot, figlio della rivoluzione scientifica.
Macchine combattenti per accelerare il NuovoDis-Ordine della Scienza finalmente al Potere secondo i sogni non alla Artemidoro, neppure alla Freud (grandi intuizioni però il maestro di Vienna), ma proprio di Galileo, di tutti gli scienziati, dei diabolici positivisti e scienziati di ieri e di oggi.
WE ARE THE ROBOTS..lo slogan anche provocatorio del Robotismo, nello specifico. .L'attuale aggiornamento postfuturista, sia ben chiaro, non ha alcuna pretesa oggettiva, unilaterale, sui cosiddetti futurismi contemporanei.
E' semplicemente il nostro sistema operativo, di per sé già multiplo: chips poetronici, questo è oggettivo, peraltro, disseminati e documentati fin dal nostro esordio letterario del 1983: Fiori della Scienza; chips futuristici come frammenti protorobotisti già presenti nei brevi saggi editi sulla rivista Futurismo Oggi, l'ultima ufficiale cartacea dei futuristi (diretta da Enzo Benedetto), tra il 1989 e il 1993 , nei saggi come accennato editi, in particolare anche un clip presentato a The Scientist 2008 Video Festival Internazionale, interfaccia live tra il sottoscritto e il giovane intellettuale futurista Giovanni Tuzet, dove sollecitati sull'umanesimo scientifico abbiamo proprio sottolineato figure quali Monod e Minsky .
Soprattutto, l'ultimo nostro E-book, la Poetica di Internet, è forse già star gate tra il futurismo e il robotismo, (tra futurismo e psicoanalisi alla Freud+Lacan e Transumanismo eclettico) basato sul Freud soprattutto de L'Avvenire di un Illusione (il suo testo forse più inconclasta e scientista), e la rilettura epistemica di Lacan, anche qua, mera operazione soggettiva e soggettuale....
Dal Futurismo al Robotismo...
ROBERTO GUERRA


www.este-edition.com libri on line Futurismo e Arte in Movimento
http://futurismo2009.myblog.it vedi La Poetica di Internet
http://www.youtube.com/watch?v=vkwWgDovc-s CLIP


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giovedì 19 marzo 2009

ROBY GUERRA LA POETICA DI INTERNET e-book



ROBY GUERRA LA POETICA DI INTERNET FUTURIST EDITIONS ON LINE
http://futurismo2009.myblog.it/

PREFAZIONE DI LAMBERTO DONEGA'

Il discorso ... ha in sé la ragione, il soggetto e il significante: pensare insieme il singolare della parola e l’universale del linguaggio (Lacan). Non c’è parola al di fuori del discorso. Occorre conoscere il sapere, non svelarlo! L’evoluzione del discorso in scrittura per Walter J. Ong ha cambiato la coscienza umana. Dai discorsi orali primitivi e collettivi si è arrivati a una contemporaneità singola (“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano).
Ong individua tre passaggi: il rapsodo (racconto della storia con la voce), il tipografo,l’uomo digitale e visivo a cui basta uno schermo per vedere il mondo ( Walter J. Ong, “Interfaccedella parola”). ...Ogni tanto qualcosa miracolosamente arriva a noi dal lontano futurismo .Un lampo per restituirci il tempo perduto , mentre intellettuali commessi viaggiatori ci logorano l’immaginario offrendoci la psicosi delle loro modeste critiche culturali . Naturalmente ognuno costruisce il proprio giardino a piacere pieno di sogni e felicità perché prima o poi dai viaggi del cervello o arrivano frutti importanti o tutto crolla e si rovina .
Così la contemporaneità ci offre solo parole fittizie, seni rifatti, città ritoccate, promesse taroccate, consumo a piacere, auditel necessari. Spesso non abbiamo più il coraggio di “smascherare il reale” e mescoliamo il vero e il falso (“l’ingannato e l’ingannatore “ Lacan), il bello originale e il bello falsificato .
Allora manca il sano futurismo, energia creativa contro l’incapacità di aggregare cultura.
http://www.myspace.com/edizionifuturiste