Il futurista ferrarese Roberto Guerra nell'ultima produzione "Divenire 4"
Roberto Guerra, coordinatore del laboratorio futurista per l’Associazione Italiana Transumanisti è stato incluso nell’ultima produzione ”Divenire 4″ (Sestante Edizioni, Bergamo), dedicato all’impatto delle nuove tecnologie sulla modernità.
Con un breve saggio su Karl Marx “recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina-macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”, così è scritto nella presentazione.
In “Divenire” 4 diverse firme prestigiose, italiane e straniere: oltre a Riccardo Campa (sociologo della scienza), Gianni Vattimo, Alberto Schiavone (già direttore dell’Istituto Gramsci), il filosofo americano Max More e altri.
Per ulteriori informazioni: http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/
Recensione Estense Com
martedì 29 giugno 2010
martedì 15 giugno 2010
Moana Lisa cyberpunk recensione di Sandro Battisti da Fantascienza com
Scandagliare l’universo del sesso con un occhio volto alle fantasmagorie della ScienceFiction, con un linguaggio che è sì figlio del Futurismo ma che è usato pure per ricercare nuove strutture verbali, nuovi tempi dettati da esigenze avanguardiste, è un esperimento che andava tentato, a cui non era facile pensare ma che, una volta esperito, lascia un buon sapore sulle labbra.
I deliri lucidi, assolutamente futuribili (non ho detto futuristi) e ricchi di rimandi, di citazioni, d’abili scivolamenti sulle proprietà linguistiche e fonetiche dell’italiano, concepiti da Roberto Guerra, hanno come principio ispiratore il sesso; sesso e pornografia, sesso e voli pindarici galattici, stellari, siderali. Chi l’ha detto che nella Fantascienza non debba esserci il sesso? Sesso di qualsiasi tipo, anche, compreso quello volgare o quelle estremo, per esempio…
Inserire un concetto assai punk nel contesto sessuale è un’illuminazione scontata soltanto dopo che la si è avuta; scrivere cose tipo quelle sottostanti non è facile, non si leggono spesso e sono capaci di evocare memi, universi distanti eppure istantaneamente comprensibili, a patto che si riesca a scivolare sul significato letterale della frase e ci si ponga su un piano superiore, come se si leggessero versi e nuovi modi di esprimersi.
Pescando a caso, facendo davvero fatica nel non riportare anche altro, per darvi la sensazione del meraviglioso evocato ecco alcuni brevi brani che compongono il libro/poema:
La Bambola Moana stava ritornando sulla Terra. Gesù fece il diavolo a quattro con l’Arcangelo Gabriele per violare la prima legge dell’Ordine Cosmico, finalmente con inchiostro sottratto all’antimateria compose la formula magico-matematica esatta.
......................
Guerra è un neofuturista. La sua impostazione culturale lo ha portato a emulare, in senso lato, le gesta di Marinetti, cercando continui appigli per rinnovare la cultura, appigli alla sensazione di un mondo completamente nuovo che sta aspettando l’umanità dietro l’angolo. In questo contesto, il lessico usato dal neofuturista è ricco, innovativo, un graffiante invito a leggere le brevi storie che propone con l’ausilio di un piccolo volo radente sulle parole usate, sulle immagini che suggerisce che, magari, faranno storcere il naso a qualche purista della lingua italiana ma che hanno, di contro, il gran pregio di essere olografie verbali. Certo, il tema che è stato trattato da Guerra può essere un motivo — un altro motivo — per far storcere il naso ai puristi della fantascienza (e questo non vuol certo dire definirli “puritani”, bensì semplicemente amanti di una certa sfumatura più consolidata della SF): proiettare Moana Pozzi nell’universo siderale non è una cosa da fare a cuor leggero e la sensibilità richiesta nel percepire tale messaggio può non esser comune; in ciò, l’esperimento tentato da Roberto Guerra lo avvicina ad alcune acrobazie estetiche di Marinetti e già questo può essere sufficiente per apprezzare il volumetto (poco sopra evocavo l’estetica punk e in fondo, il punk altro non è stato che una netta riedizione del Dada, figlio legittimo del Futurismo). Io, però, vi ho ravvisato anche gusto e senso di bellezza, ho ricevuto indietro una buona vibrazione data dalla lettura, qualcosa che mi ha lasciato dentro soddisfazione, voglia di leggere altro dello stesso autore. Magari qualcosa che tratti pure di temi diversi, perché no?
Tante microstorie, quindi (quarantacinque, per la precisione) che si susseguono fulminanti e che lasciano con la sensazione di aver letto un buon libro, forse di narrativa o forse poesia. Ma, ha importanza catalogare il piacere? Ha importanza rincorrere il passato sperando che modelli fortemente il presente o il futuro?
Credo sia venuto il tempo, se ci consideriamo amanti del futuro, di scrollarsi di dosso la vecchiezza umana e di cercare altrove la nostra prossima dimensione. Anche dal punto di vista sessuale.
art completo
http://www.fantascienza.com/magazine/libri/13734/moana-lisa-cyberpunk/
SANDRO BATTISTI
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Moana Lisa cyberpunk recensione da Associazione Moana Pozzi
31 maggio - Visitazione della B.V. Maria
Moana Lisa Cyberpunk.
Ritorno del Dottor Futurguerra, che ci spedisce il suo nuovo omaggio a Moana: una raccolta di fiabe postfemministe dai lontani altifondi delle province del suo CyberImpero, come confermato anche nell'introduzione antiartistica di quel Graziano Cecchini passato alle cronache (anche giudiziarie) per quel bliz nel quale colorò di rosso l'acqua della fontana di Trevi a Roma.
*thank you a AMP e al Dottor Mauro Biuzzi
http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm *Moana Lisa.... Edizioni Diversa Sintonia
mercoledì 2 giugno 2010
Divenire IV transumanisti Tecnosocietà
da Controcultura Supereva e Tranusmanisti Blog
Presentazione di Divenire IV (Sestante Edizioni, 2010) AA.VV. a cura di Riccardo Campa
Gianni Vattimo, Max More, Remi Sussan, Riccardo Campa, Aldo Schiavone, Luciano Pellicani, Roberto Marchesini, Salvatore Rampone, Ugo Spezza, Mario Pireddu, Stefano Vaj, Francesco Boco, Emmanuele Pillia, Roberto Guerra.
Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanismo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo pre-rinascimentale e rinascimentale – per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero, curato dal sociologo Riccardo Campa, si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano. Si comincia con un bel saggio di Luciano Pellicani, uno dei sociologi italiani più tradotti all’estero, per molti anni ideologo del Partito Socialista Italiano e direttore di Mondoperaio. “La scienza e la natura” mette a nudo l’incompatibilità “fisiologica” tra i principi del razionalismo scientifico e la visione provvidenzialistica della realtà che ereditiamo dal giudeo-cristianesimo, e collega la nascita della civiltà delle macchine ad un superamento dell’umanismo di matrice religiosa.
Il saggio che segue, sempre nella sezione Attualità, è di un altro intellettuale che non ha bisogno di presentazioni: Gianni Vattimo – forse il filosofo italiano vivente più noto al mondo. Teorico del pensiero debole e interprete autorevole di Nietzsche, è da sempre anche impegnato politicamente, essendo stato eletto per ben tre volte al Parlamento Europeo, con tre diversi partiti della sinistra. Nel saggio “La crisi dell’umanismo” riparte dalla morte di Dio per comprendere il processo che ha tolto centralità all’uomo, nell’età della tecnica.
È poi la volta di Roberto Marchesini, studioso di scienze biologiche ed epistemologia, ben noto ai lettori di Divenire in quanto autore di apprezzati volumi come Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza e La fine dell’uomo. In “Soggettività e ontopoiesi” esplora la mutazione antropologica e ontologica che ha investito l’uomo negli ultimi cinquant’anni, in seguito anche allo sviluppo della tecnica, con il passaggio da una concezione “individuale” a una “multividuale” dell’essere. E avverte che il multividuo non può essere compreso in una focale umanistica, ancora centrata sul concetto di identità individuale, ma piuttosto in una prospettiva postumanistica.
“Oltre la specie” è il magistrale contributo alla riflessione sulla trasformazione postumana di un altro intellettuale di spicco della sinistra italiana: Aldo Schiavone. Direttore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane e già direttore del prestigioso Istituto Gramsci, nonché collaboratore da molti anni del quotidiano la Repubblica, nel 2007 Schiavone ha dato alle stampe Storia e destino – un vero e proprio manifesto del nuovo umanesimo tecnologico. Il saggio qui pubblicato ne rappresenta un estratto.
Il massmediologo Mario Pireddu – docente all’Università IULM di Milano e curatore del volume Post-Umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti – nel saggio “L’aroma del passato più prossimo” analizza la crisi della sinistra europea sullo sfondo della società delle reti, mettendo in risalto soprattutto le difficoltà identitarie e di comunicazione delle forze socialdemocratiche e progressiste. È in sostanza un invito ad una maggiore spregiudicatezza, facendo tesoro anche delle intuizioni dei futuristi, per rigenerarsi su nuove basi.
L’ultimo intervento per la sezione Attualità è del bioinformatico Salvatore Rampone che mostra come le tecnologie del potenziamento umano – in particolare sostanze come Viagra, testosterone e Provigil – creino una situazione di dipendenza per i consumatori, ma al tempo stesso evidenzia come sia perfettamente comprensibile che chi raggiunge prestazioni “sovrumane” a livello sessuale, muscolare e intellettivo, non voglia poi tornare a condizioni umane. È ormai tempo di “Dipendenze transumane”.
In apertura della sezione Genealogia, appare un lungo saggio di Riccardo Campa intitolato “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, dove la tensione verso il postumano che lo straordinario sviluppo delle tecnologie nell’era contemporanea convoglia viene geneticamente ricondotta ai valori del paganesimo greco-romano. Si tratta di uno studio complementare a quello che viene indicato come un capolavoro della sociologia storica: Le radici pagane dell’Europa di Luciano Pellicani.
Segue il saggio del fondatore del movimento estropico mondiale, il filosofo Max More, che difende la tesi di una figliazione diretta del transumanesimo dal sovrumanismo nietzscheano, facendo riferimento anche alle proprie vicende biografiche e chiarendo che democraticismo e morale utilitaristica – elementi assenti nella filosofia di Nietzsche – non sono elementi essenziali del transumanesimo. Il titolo non poteva essere più chiaro: “Il sovrumano nel transumano”.
Il celebre giornalista francese Rémi Sussan, esperto di nuove tecnologie, traccia invece la linea genealogica che unisce “Transumanesimo ed ermetismo” e, dunque, collega la nuova filosofia del postumano alle correnti mistiche pagane del tardo ellenismo, rivitalizzate e reintrodotte nel tessuto culturale europeo a partire dal Rinascimento.
Il poeta futurista Roberto Guerra dedica invece un articolo a Karl Marx, recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina – macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”.
Il giovane architetto Emmanuele Pilia, art director di Divenire, mette la propria firma in calce a “Una rovina perpetua”. Il saggio si interroga sulla possibilità per il movimento transumanista di raccogliere l’eredità del situazionismo e di certe istanze anarco-socialiste, al fine di ricostruire la società su basi nuove, prendendo l’Homo Ludens di Huizinga come paradigma del prossimo gradino dell’evoluzione umana, ma lasciando risplendere l’umanità attuale in tutta la sua rovinosa bellezza.
Per la sezione Futurologia, il giornalista informatico Ugo Spezza ripercorre il recente sviluppo delle tecnologie dell’informazione nel saggio “L’evoluzione della Net-Sfera”, tracciando poi le linee di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro di computer, telefoni e nuovi dispositivi elettronici.
Nella stessa sezione, il giovane filosofo Francesco Boco propone invece una recensione del film Avatar – “La tentazione a-storica” –, dove analizza l’opera di Cameron nella sua dimensione ideologica di veicolo di messaggi luddisti. Nel film, i personaggi “positivi” vivono infatti in un mondo a-storico e primitivo, oppure usano la tecnologia per sfuggire alla tecnologia, per sottrarsi al mondo dinamico, storico, sempre in divenire forgiato dallo spirito prometeico europeo.
Come sempre, chiude il volume la sezione Libreria, dove trova posto una recensione di Stefano Vaj del nuovo libro di Riccardo Campa: Mutare o perire. La sfida del transumanesimo. Nell’articolo, significativamente intitolato “Il transumanismo d’azione”, Vaj mette in luce in particolare lo spirito volontaristico che permea l’opera, ove non si dà mai per scontato l’avvento di un futuro postumano, ma lo si inquadra come possibile evento storico vincolato all’impegno delle generazioni presenti.
ART COMPLETO (da Controcultura)
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/05/divenire-postumani-gianni-vattimo-e-i-futuribili
Presentazione di Divenire IV (Sestante Edizioni, 2010) AA.VV. a cura di Riccardo Campa
Gianni Vattimo, Max More, Remi Sussan, Riccardo Campa, Aldo Schiavone, Luciano Pellicani, Roberto Marchesini, Salvatore Rampone, Ugo Spezza, Mario Pireddu, Stefano Vaj, Francesco Boco, Emmanuele Pillia, Roberto Guerra.
Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanismo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo pre-rinascimentale e rinascimentale – per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero, curato dal sociologo Riccardo Campa, si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano. Si comincia con un bel saggio di Luciano Pellicani, uno dei sociologi italiani più tradotti all’estero, per molti anni ideologo del Partito Socialista Italiano e direttore di Mondoperaio. “La scienza e la natura” mette a nudo l’incompatibilità “fisiologica” tra i principi del razionalismo scientifico e la visione provvidenzialistica della realtà che ereditiamo dal giudeo-cristianesimo, e collega la nascita della civiltà delle macchine ad un superamento dell’umanismo di matrice religiosa.
Il saggio che segue, sempre nella sezione Attualità, è di un altro intellettuale che non ha bisogno di presentazioni: Gianni Vattimo – forse il filosofo italiano vivente più noto al mondo. Teorico del pensiero debole e interprete autorevole di Nietzsche, è da sempre anche impegnato politicamente, essendo stato eletto per ben tre volte al Parlamento Europeo, con tre diversi partiti della sinistra. Nel saggio “La crisi dell’umanismo” riparte dalla morte di Dio per comprendere il processo che ha tolto centralità all’uomo, nell’età della tecnica.
È poi la volta di Roberto Marchesini, studioso di scienze biologiche ed epistemologia, ben noto ai lettori di Divenire in quanto autore di apprezzati volumi come Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza e La fine dell’uomo. In “Soggettività e ontopoiesi” esplora la mutazione antropologica e ontologica che ha investito l’uomo negli ultimi cinquant’anni, in seguito anche allo sviluppo della tecnica, con il passaggio da una concezione “individuale” a una “multividuale” dell’essere. E avverte che il multividuo non può essere compreso in una focale umanistica, ancora centrata sul concetto di identità individuale, ma piuttosto in una prospettiva postumanistica.
“Oltre la specie” è il magistrale contributo alla riflessione sulla trasformazione postumana di un altro intellettuale di spicco della sinistra italiana: Aldo Schiavone. Direttore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane e già direttore del prestigioso Istituto Gramsci, nonché collaboratore da molti anni del quotidiano la Repubblica, nel 2007 Schiavone ha dato alle stampe Storia e destino – un vero e proprio manifesto del nuovo umanesimo tecnologico. Il saggio qui pubblicato ne rappresenta un estratto.
Il massmediologo Mario Pireddu – docente all’Università IULM di Milano e curatore del volume Post-Umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti – nel saggio “L’aroma del passato più prossimo” analizza la crisi della sinistra europea sullo sfondo della società delle reti, mettendo in risalto soprattutto le difficoltà identitarie e di comunicazione delle forze socialdemocratiche e progressiste. È in sostanza un invito ad una maggiore spregiudicatezza, facendo tesoro anche delle intuizioni dei futuristi, per rigenerarsi su nuove basi.
L’ultimo intervento per la sezione Attualità è del bioinformatico Salvatore Rampone che mostra come le tecnologie del potenziamento umano – in particolare sostanze come Viagra, testosterone e Provigil – creino una situazione di dipendenza per i consumatori, ma al tempo stesso evidenzia come sia perfettamente comprensibile che chi raggiunge prestazioni “sovrumane” a livello sessuale, muscolare e intellettivo, non voglia poi tornare a condizioni umane. È ormai tempo di “Dipendenze transumane”.
In apertura della sezione Genealogia, appare un lungo saggio di Riccardo Campa intitolato “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, dove la tensione verso il postumano che lo straordinario sviluppo delle tecnologie nell’era contemporanea convoglia viene geneticamente ricondotta ai valori del paganesimo greco-romano. Si tratta di uno studio complementare a quello che viene indicato come un capolavoro della sociologia storica: Le radici pagane dell’Europa di Luciano Pellicani.
Segue il saggio del fondatore del movimento estropico mondiale, il filosofo Max More, che difende la tesi di una figliazione diretta del transumanesimo dal sovrumanismo nietzscheano, facendo riferimento anche alle proprie vicende biografiche e chiarendo che democraticismo e morale utilitaristica – elementi assenti nella filosofia di Nietzsche – non sono elementi essenziali del transumanesimo. Il titolo non poteva essere più chiaro: “Il sovrumano nel transumano”.
Il celebre giornalista francese Rémi Sussan, esperto di nuove tecnologie, traccia invece la linea genealogica che unisce “Transumanesimo ed ermetismo” e, dunque, collega la nuova filosofia del postumano alle correnti mistiche pagane del tardo ellenismo, rivitalizzate e reintrodotte nel tessuto culturale europeo a partire dal Rinascimento.
Il poeta futurista Roberto Guerra dedica invece un articolo a Karl Marx, recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina – macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”.
Il giovane architetto Emmanuele Pilia, art director di Divenire, mette la propria firma in calce a “Una rovina perpetua”. Il saggio si interroga sulla possibilità per il movimento transumanista di raccogliere l’eredità del situazionismo e di certe istanze anarco-socialiste, al fine di ricostruire la società su basi nuove, prendendo l’Homo Ludens di Huizinga come paradigma del prossimo gradino dell’evoluzione umana, ma lasciando risplendere l’umanità attuale in tutta la sua rovinosa bellezza.
Per la sezione Futurologia, il giornalista informatico Ugo Spezza ripercorre il recente sviluppo delle tecnologie dell’informazione nel saggio “L’evoluzione della Net-Sfera”, tracciando poi le linee di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro di computer, telefoni e nuovi dispositivi elettronici.
Nella stessa sezione, il giovane filosofo Francesco Boco propone invece una recensione del film Avatar – “La tentazione a-storica” –, dove analizza l’opera di Cameron nella sua dimensione ideologica di veicolo di messaggi luddisti. Nel film, i personaggi “positivi” vivono infatti in un mondo a-storico e primitivo, oppure usano la tecnologia per sfuggire alla tecnologia, per sottrarsi al mondo dinamico, storico, sempre in divenire forgiato dallo spirito prometeico europeo.
Come sempre, chiude il volume la sezione Libreria, dove trova posto una recensione di Stefano Vaj del nuovo libro di Riccardo Campa: Mutare o perire. La sfida del transumanesimo. Nell’articolo, significativamente intitolato “Il transumanismo d’azione”, Vaj mette in luce in particolare lo spirito volontaristico che permea l’opera, ove non si dà mai per scontato l’avvento di un futuro postumano, ma lo si inquadra come possibile evento storico vincolato all’impegno delle generazioni presenti.
ART COMPLETO (da Controcultura)
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domenica 18 aprile 2010
Graziano Cecchini prefazione a Moana Lisa Cyberpunk
LA DOLCE VITA ELETTRONICA
Quando il 17.10.2007 rilanciai il futurismo con la fortunata performance di Roma, colorando la Fontana Rossa di Trevi, simbolo della Dolce Vita italiana (da Fellini a Anita Ekberg...), non potevo certo immaginare d’incontrare, tra i miei compagni complici per il Futurismo del XXI secolo, un neofuturista dal nome assolutamente futurista come... Guerra! Un’affinità elettronica che ha già dato esiti assai molto interessanti, dal centenario di Ferrara alla sinergia con gli amici scienziati transumanisti, a riviste on line, blog e molto altro.
Oggi sono lieto di collaudare la nuova opera cartacea di Roberto Guerra, prototipo del nuovo “Futurismo Rosso Trevi”: Guerra, dapprima poeta, poi saggista, torna ora alla letteratura pura, con queste fiabe futuriste, provocatorie e di raro equilibrio, erotismo quasi cybersex eppure squisitamente liriche. La letteratura senza fili, in wireless, riparte: la fontana rossa, letteralmente, a luci rosse, zampilla in questi microracconti, rapidissimi, simultanei, non a caso dedicati a Moana Pozzi, la più rivoluzionaria erede contemporanea della futurista Valentine de Saint-Point, celebre e scandalosa autrice di Manifesti sulla Donna Futurista (ad esempio Elogio della Lussuria), a suo tempo, precursori e oltre del cosiddetto femminismo contemporaneo.
E Moana vista anche come password, per – come ho evocato con la Fontana Rossa – altre Lune Rosse, allo zenith misconosciuto del desiderio femminile (note o immaginarie, da Paris Hilton a Brigitte Bardot a Marilyn Monroe... a Biancaneve, Alice, Cat Woman... a Lucrezia Borgia), contro la menopausa della casta culturale italiana, ancora notoriamente passatista.
Fantascienza porno soft, questo Moana Lisa Cyberpunk di Guerra, futurismo elettronico e siderale, la parola quasi come webcam alla velocità del gigabyte, il sorriso orgasmo di un’altra antitradizione italiana che viene persino dal più grande dei geni italiani che fece dell’Idea futurista “Pensiero+Azione” il suo metodo alcuni secoli fa. Quanto è ancora putrefatta la cultura italiana, alla luce di Monna Lisa, Leonardo da Vinci e del Futurismo? Roby Futur Guerra, con queste fiabe non narra nulla secondo gli stereotipi letterari o artistici, magari anche quelli di Bonita Oliva (con la a!).
Sono parole colori fatti in libertà! Un altro sogno che diventa Azione Futurista. Sulla stessa rotta del mio sogno diventato Realtà con la Fontana Rossa.
Noi futuristi saremo sempre vandali e barbari alla ricerca della rivoluzione. Perduta? Al contrario, oggi la cloniamo! FGM, fiabe geneticamente modificate, gli zampilli rossi della Fontana animati in 3D addosso a Moana e a tutte le donne del 2000, bambole intelligenti e mai sazie di desideri futuri!
Graziano Cecchini “Rosso Trevi”
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da Redazione Italia e Edizioni Diversa Sintonia sito EDS
per la collana 'narrativa-essenza': 'Moana Lisa cyberpunk' di Roberto Guerra, e qui la poesia futurista diviene letteratura. (prefazione di Graziano Cecchini)
Graziano Cecchini “Rosso Trevi”… Roberto Guerra torna ora alla letteratura pura, con queste fiabe futuriste, provocatorie e di raro equilibrio, erotismo quasi cybersex eppure squisitamente liriche…
Riccardo Campa… esiste tuttora un movimento nominalmente futurista: uno degli esponenti più attivi di questo movimento è senza dubbio il poeta Roberto Guerra
Marco Milani … Roby Guerra è un artista puro: ‘genio e sregolatezza’. Guerra è un Futurista e ‘Moana’ una sua opera d’arte…
Ugo Spezza… Roberto Guerra integra la cibernetica di Norbert Wiener con ‘2001 Odissea nello spazio’ di Clarke/Kubrick, per finire alle citazioni di un futurista puro come Majakovskij, definito “cyberprofeta”…
Prezzo: 12.00 €
ordinalo su KaleydosLibri (qualunque forma d'acquisto)
http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm
http://www.redazioneitalia.it/cultura/cultura-letteratura...
per la collana 'narrativa-essenza': 'Moana Lisa cyberpunk' di Roberto Guerra, e qui la poesia futurista diviene letteratura. (prefazione di Graziano Cecchini)
Graziano Cecchini “Rosso Trevi”… Roberto Guerra torna ora alla letteratura pura, con queste fiabe futuriste, provocatorie e di raro equilibrio, erotismo quasi cybersex eppure squisitamente liriche…
Riccardo Campa… esiste tuttora un movimento nominalmente futurista: uno degli esponenti più attivi di questo movimento è senza dubbio il poeta Roberto Guerra
Marco Milani … Roby Guerra è un artista puro: ‘genio e sregolatezza’. Guerra è un Futurista e ‘Moana’ una sua opera d’arte…
Ugo Spezza… Roberto Guerra integra la cibernetica di Norbert Wiener con ‘2001 Odissea nello spazio’ di Clarke/Kubrick, per finire alle citazioni di un futurista puro come Majakovskij, definito “cyberprofeta”…
Prezzo: 12.00 €
ordinalo su KaleydosLibri (qualunque forma d'acquisto)
http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm
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Ugo Spezza
L'Immaginario Futurista recensione da Futurology
Recensione di Ugo Spezza, giornalista informatico e futurologo a L'Immaginario Futurista di Roberto Guerra
- Poeta e scrittore Futurista. Già autore di raccolte come "Opere futuriste complete" e "L’Ariosto sulla Luna"
« I figli di Luna e computer suggono latte dal nuovo simbolo materno scolpito nel chiaro argento lunare. Bramano le stelle del firmamento i generati della scienza e, sfidando la terrestre gravità, sognano l'Ippogrifo come cavallo a dondolo. Desio di navigare, come cavallucci marini, nell'oceano di Internet e nel sistema solare... »
Quelli appena citati sono versi del poeta futurista Roberto Guerra. Una poesia non rivolta alla contemplazione del passato ma a una visione estatica del futuro. Ma cosa è in realtà il futurismo? Ritengo di poter affermare oggi che esso sia stato una "reazione" alla stagnazione delle idee dei primi decenni del secolo scorso, idee incentrate nel conservatorismo e nell'immobilismo culturale. ...
articolo completo
http://www.futurology.it/recensione_libri/Libro_L'immaginario_Futurista.htm
- Poeta e scrittore Futurista. Già autore di raccolte come "Opere futuriste complete" e "L’Ariosto sulla Luna"
« I figli di Luna e computer suggono latte dal nuovo simbolo materno scolpito nel chiaro argento lunare. Bramano le stelle del firmamento i generati della scienza e, sfidando la terrestre gravità, sognano l'Ippogrifo come cavallo a dondolo. Desio di navigare, come cavallucci marini, nell'oceano di Internet e nel sistema solare... »
Quelli appena citati sono versi del poeta futurista Roberto Guerra. Una poesia non rivolta alla contemplazione del passato ma a una visione estatica del futuro. Ma cosa è in realtà il futurismo? Ritengo di poter affermare oggi che esso sia stato una "reazione" alla stagnazione delle idee dei primi decenni del secolo scorso, idee incentrate nel conservatorismo e nell'immobilismo culturale. ...
articolo completo
http://www.futurology.it/recensione_libri/Libro_L'immaginario_Futurista.htm
Giulio Prisco Transumanesimo scientifico interview
intervista a Giulio Prisco di R.Guerra da controcultura supereva e transumanisti blog
.......D- La società aperta di Popper: utopia o possibilità postdemocratica?
R-(GIULIO PRISCO) ” Se la società aperta di Popper è un’ utopia, è una bella utopia che dobbiamo cercare di realizzare. Chi ha detto che le utopie sono irrealizzabili? Sulla democrazia, mi riconosco in due affermazioni che stanno diventando luoghi comuni, ma che non per questo sono meno vere. La democrazia è la peggiore di tutte le forme di governo… tranne tutte le altre. E anche, la democrazia sono due lupi e un agnello che decidono, con un voto di maggioranza, cosa mangiare per cena. Come Winston Churchill, non vedo in questo momento alternative credibili alla democrazia. Ma penso anche che la democrazia abbia una forte tendenza a diventare una dittatura della maggioranza che spesso, adducendo motivi “etici” o “morali” privi di qualsiasi fondamento pratico, opprime le minoranze per il solo gusto di opprimerle.
È la pratica a dimostrare che una società non funziona senza regole e leggi, ed è giusto che queste regole e leggi siano decise, in un certo modo e in una certa misura, dalla maggioranza. Le limitazioni dell’autonomia personale sono accettabili — ma niente di più. Vanno considerate come un male necessario, e sono accettabili soltanto se, quando e nella misura in cui l’ esercizio dell’ autonomia individuale da parte di alcuni può impedire ad altri di esercitare lo stesso diritto. Questo lo stiamo dicendo da secoli, ma non siamo ancora riusciti a metterlo in pratica a livello politico. Una società aperta deve essere basata su un sano principio di vivi e lascia vivere e non dimenticare mai che, se non ci sono vittime, non ci sono crimini. Quindi, cerchiamo di basare la società e l’ economia su regole sempre più giuste, ma lasciamo in pace i cittadini nella sfera privata. “
articolo completo
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/04/umanesimo-scientifico-intervista-a-giulio-prisco
.....
.......D- La società aperta di Popper: utopia o possibilità postdemocratica?
R-(GIULIO PRISCO) ” Se la società aperta di Popper è un’ utopia, è una bella utopia che dobbiamo cercare di realizzare. Chi ha detto che le utopie sono irrealizzabili? Sulla democrazia, mi riconosco in due affermazioni che stanno diventando luoghi comuni, ma che non per questo sono meno vere. La democrazia è la peggiore di tutte le forme di governo… tranne tutte le altre. E anche, la democrazia sono due lupi e un agnello che decidono, con un voto di maggioranza, cosa mangiare per cena. Come Winston Churchill, non vedo in questo momento alternative credibili alla democrazia. Ma penso anche che la democrazia abbia una forte tendenza a diventare una dittatura della maggioranza che spesso, adducendo motivi “etici” o “morali” privi di qualsiasi fondamento pratico, opprime le minoranze per il solo gusto di opprimerle.
È la pratica a dimostrare che una società non funziona senza regole e leggi, ed è giusto che queste regole e leggi siano decise, in un certo modo e in una certa misura, dalla maggioranza. Le limitazioni dell’autonomia personale sono accettabili — ma niente di più. Vanno considerate come un male necessario, e sono accettabili soltanto se, quando e nella misura in cui l’ esercizio dell’ autonomia individuale da parte di alcuni può impedire ad altri di esercitare lo stesso diritto. Questo lo stiamo dicendo da secoli, ma non siamo ancora riusciti a metterlo in pratica a livello politico. Una società aperta deve essere basata su un sano principio di vivi e lascia vivere e non dimenticare mai che, se non ci sono vittime, non ci sono crimini. Quindi, cerchiamo di basare la società e l’ economia su regole sempre più giuste, ma lasciamo in pace i cittadini nella sfera privata. “
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http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/04/umanesimo-scientifico-intervista-a-giulio-prisco
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venerdì 19 marzo 2010
Roberto Guerra Guida di Ferrara x SuperEva Network
da Fai Notizia Sito Radicale
Ferrara città d'arte, s'arricchisce di una nuova pagina periodica: Ferrara per il Network nazionale SuperEva, esempi di libera informazione del web. A cura del neofuturista Roby Guerra.
http://www.fainotizia.it/2010/03/06/la-nuova-ferrara-del-2000-supereva-network
***La Nuova Ferrara del duemila finalmente ha un link nazionale di rilievo: cronache della città a carattere artistico (ma non solo), d'avanguardia o anche istituzionale per eventi particolarmente importanti e fondamentali per Ferrara città d'arte: del rinascimento e appunto del nuovo rinascimento possibile. Articoli anche di carattere politico, e culturale in senso moderno, recensioni, fenomeni eccetera
In questa primissima fase già lanciati ad esempio on line articoli sullo scrittore Roberto Pazzi, sul film maker Eugenio Squarcia, sulla grande mostra astrattista in corso questa Primavera al Palazzo dei Diamanti, sulla mitica Spal di Paolo Mazza, sulla Video Arte di The Scientist (Ferrara Vido&Arte), una intervista a Angelo Storari di Progetto per Ferrara, eccetera.
Ferrara città d'arte, s'arricchisce di una nuova pagina periodica: Ferrara per il Network nazionale SuperEva, esempi di libera informazione del web. A cura del neofuturista Roby Guerra.
http://www.fainotizia.it/2010/03/06/la-nuova-ferrara-del-2000-supereva-network
***La Nuova Ferrara del duemila finalmente ha un link nazionale di rilievo: cronache della città a carattere artistico (ma non solo), d'avanguardia o anche istituzionale per eventi particolarmente importanti e fondamentali per Ferrara città d'arte: del rinascimento e appunto del nuovo rinascimento possibile. Articoli anche di carattere politico, e culturale in senso moderno, recensioni, fenomeni eccetera
In questa primissima fase già lanciati ad esempio on line articoli sullo scrittore Roberto Pazzi, sul film maker Eugenio Squarcia, sulla grande mostra astrattista in corso questa Primavera al Palazzo dei Diamanti, sulla mitica Spal di Paolo Mazza, sulla Video Arte di The Scientist (Ferrara Vido&Arte), una intervista a Angelo Storari di Progetto per Ferrara, eccetera.
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mercoledì 3 marzo 2010
Centenario Futurista di Ferrara Graziano Cecchini live (2009)
da Estense Com
Quasi un anno fa, era il venti febbraio 2009, Ferrara festeggiò il centenario futurista. L’unico centenario non celebrativo, ma il compleanno della più importante avanguardia italiana artistica. Si scomodò persino Rai Due, evidenziando il centenario ferrarese tra i più importanti nello speciale “Il Futuro del Futurismo” (nella rubrica”Palco e Retropalco”).
A cura di Roby Guerra, Azione Futurista e Ferrara Video&Arte, sbarcarono a Ferrara neofuturisti da tutta Italia per un convegno video che ebbe protagonista Graziano Cecchini alias Rosso Trevi, l’uomo della Fontana Rossa e piazza di Spagna che ha riportato il Futurismo in prima pagina in tutto il mondo e Assesssore a Salemi (Tp) nell’amministrrazione di Vittorio Sgarbi.
Ora la conferenza esplosiva di Rosso Trevi è visibile su You Tube Canale “Futurguerra” (Rosso Trevi a Futurismo 100 Live Ferrara), lanciata on line dai neofuturisti per festeggiare il 101° compleanno.
E - parola di Rosso Trevi - ”da Ferrara riparte il Futurismo e lanciamo il nuovo Manifesto per il XXI secolo!”.
http://www.youtube.com/watch?v=suzs7xhg7pg,
http://www.youtube.com/watch?v=mEJU8M6AylQ
Quasi un anno fa, era il venti febbraio 2009, Ferrara festeggiò il centenario futurista. L’unico centenario non celebrativo, ma il compleanno della più importante avanguardia italiana artistica. Si scomodò persino Rai Due, evidenziando il centenario ferrarese tra i più importanti nello speciale “Il Futuro del Futurismo” (nella rubrica”Palco e Retropalco”).
A cura di Roby Guerra, Azione Futurista e Ferrara Video&Arte, sbarcarono a Ferrara neofuturisti da tutta Italia per un convegno video che ebbe protagonista Graziano Cecchini alias Rosso Trevi, l’uomo della Fontana Rossa e piazza di Spagna che ha riportato il Futurismo in prima pagina in tutto il mondo e Assesssore a Salemi (Tp) nell’amministrrazione di Vittorio Sgarbi.
Ora la conferenza esplosiva di Rosso Trevi è visibile su You Tube Canale “Futurguerra” (Rosso Trevi a Futurismo 100 Live Ferrara), lanciata on line dai neofuturisti per festeggiare il 101° compleanno.
E - parola di Rosso Trevi - ”da Ferrara riparte il Futurismo e lanciamo il nuovo Manifesto per il XXI secolo!”.
http://www.youtube.com/watch?v=suzs7xhg7pg,
http://www.youtube.com/watch?v=mEJU8M6AylQ
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