Futurismo e femminismo di Roberto Guerra
*da Marinetti e il 2000 in Divenire 3 Futurismo (Sestante Edizioni, 2009) a cura di Riccardo Campa Associazione Italiana Transumanisti (AIT)
«Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d‟ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria… In questo sforzo di liberazione, le suffra-gette sono le nostre migliori collaboratrici….» (F. T. Marinetti). La questione “femminista” al pari di quella politica ha sollevato nume-rosi equivoci ancor oggi non dissipati (nonostante ad esempio i bei libri di Claudia Salaris). Eppure, una straordinaria Valentine de Saint Point, di-chiaratamente futurista e amica di Marinetti, pubblicò a suo tempo mani-festi tipo Elogio della Lussuria a dir poco indicativi e chiarificatori. Que-sta donna intellettuale e futurista inneggiò provocatoriamente e realistica-mente alla massima libertà e sessualità femminile: lo stile, il linguaggio è tutt‟oggi ben più persuasivo e seducente della generazione femminista che sarebbe venuta. I futuristi – insomma – (e le futuriste) contrariamente a stereotipi e menzogne ideologiche, rifiutavano nettamente il femminismo come reli-gione neo-matriarcale e bugiarda da un lato; dall‟altro la donna passatista, bigotta o piccolo borghese, incapace di libertà e piacere sessuale. Amava-no persino – i futuristi – la donna “amazzone” ma sensuale, forte e dina-mica capace di combattere per la battaglia del futuro e il rinnovamento totale della vita quotidiana e i costumi, al passo (di corsa) con l‟accelerazione e la velocità moderne: insomma i futuristi apprezzavano... le eroiche suffragette semmai ottocentesche o d‟inizio novecento, ancora, un altro tipo di donna, di cui i futuristi furono sorprendentemente precur-sori, erroneamente accomunate alle femministe di Woodstock o altri “mo-nasteri” degli anni „60/70.
Il futurismo, riguardo la questione femminile, decretò con grande lun-gimiranza la morte del femminismo e il trionfo della Donna! D‟altra parte erano – i futuristi – artisti e poeti, individui e tipi umani in sé ben predi-sposti verso il femminile, ma quello appunto creativo, al di là di
quell‟artificio innato che caratterizza i poeti. Una “menzogna” se si vuole quella “estetica” che peraltro ad un certo livello della guerra dei sessi (non comune...) trae comunque vitalità dal conflitto e la differenza “anatomi-ca”: diventando per via squisitamente poetica...superiore verità e amore: Uomini speciali i futuristi, così la Donna, speciale!
Visualizzazione post con etichetta femminismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta femminismo. Mostra tutti i post
giovedì 10 dicembre 2009
RE-VISIONI Futurismo e Donne 2 da Divenire 3 Futurismo
Etichette:futurismo
AVANGUARDIA MARINETTI,
Benedetta Cappa,
centenari del futurismo,
Claudia Salaris,
femminismo,
Franca Zoccoli,
Moana Pozzi,
transumanesimo,
Valentine de Saint Point,
Wonder Woman
martedì 8 dicembre 2009
RE-VISIONI Futurismo e Donne
FUTURISMO E QUESTIONE FEMMINILE E-O FEMMINISTA
Nel manifesto futurista fondativo del 1909... come noto, è scritto:
“Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria”
Iperbole marinettiana futurista da interpretare, fin dall'epoca, non letteralmente ma appunto simbolicamente (erano artisti), peraltro spesso spiegata dallo stesso Marinetti in tal senso e anche nei fatti. I futuristi erano contro la donna svenevole tardoromantica e borghese, ancora matriarcale e edipizzante, che privatizzando e familiarizzando lo slancio vitale dell'Uomo creativo, lo imprigionava e castrava psicologicamente e culturalmente.
Peraltro sia nel manifesto originario che in altri testi, i futuristi erano per il Libero Amore, il divorzio e anche il voto alle donne! (Furono forse i primi a proporlo seriamente in un manifesto politico ufficiale...). Nei fatti proprio nel futurismo per la prima volta nella storia dell'arte e forse culturale, le donne artiste erano assai ben viste, le stesse suffragette elogiate.
Nei fatti mai tante donne furono attive in un movimento culturale, fino allora, come nel movimento futurista. Valentine de Saint Point e la moglie poi di Marinetti, Benedetta Cappa le più celebri. La prima per Manifesti sulla lussuria e sulla donna futurista, semplicemente scandalosi e iconoclastici a quei tempi, un femminismo ante litteram vitalistico alla luce del Sole: e non solo parole, Valentine, quasi una Moana Pozzi del primo novecento!
E proprio chi scrive da tempo ha sottolineato con poesie, saggi e anche video, l'attualizzazione futuristica contemporanea di Moana... Oltre, sulla questione generale, futurismo e questione femminile, nel senso persino opposto al convenzionalismo ideologico e femminista volgare, un breve saggio , in Marinetti e il duemila del 2000, poi incluso recentemente in Divenire 3 Futurismo a cura dell'Associazione Italiana Transumanisti diretta dal sociologo della scienza Riccardo Campa, nota in Italia e all'estero: "Uomini speciali i futuristi, e Speciale la Donna!", così si chiude programmaticamente il testo.
Benedetta Cappa invece fu protagonista nel cosiddetto secondo futurismo, dagli anni venti al 1944, soprattutto con alcune delle più importanti produzioni pittoriche e già poetico visive dell'avanguardia italiana: la cosiddetta aeropoesia o aeropittura (ma non disdegnò neppure la produzione letteraria). La critica d'arte Franca Zoccoli recentemente ha evidenziato la sua alta partecipazione al movimento futurista con un bellissimo volume biografico su Benedetta.
Proprio questa revisione critica della Zoccoli è uno dei numerosi volumi editi negli ultimi anni, spesso da donne, che fanno quasi tabula rasa del persistente pregiudizio antifuturista, invero antifascista volgare (per l'equazione futurismo fascismo avallata spesso nel secondo novecento stesso dopo la seconda guerra mondiale) da parte infatti di certa storia dell'arte - nel caso del futurismo tout court- d'ispirazione "marxista" (virgolette d'obbligo!) quasi esclusivamente in Italia.
Claudia Salaris, di sinistra, e altre e anche, ovvio, molti storici progressisti non ideologici, hanno ormai, a partire soprattutto dalla celebre mostra del 1996 a Venezia sul Futurismo,ancor di più dopo il centenario del 2009 stesso, contestualizzato scientificamente la questione sia politica che femminista e-o femminile del futurismo.
Oltre alla Saint Point e a Benedetta, è dato acquisito quanto evidenziato nelle prime righe di questa nota: il futurismo vide come non mai fino ad allora la partecipazione attiva di molte artiste. dalla scrittura alla pittura alla danza.
http://libreriadelledonnefirenze.blogspot.com/2009/04/benedetta-cappa-marinetti-lincantesimo.html
http://www.google.it/search?hl=it&q=FUTURISMO+E+DONNE&btnG=Cerca&meta=&aq=f&oq=
http://www.ilgiornale.it/cultura/la_bella_valentine_molto_futurista_poco_femminista/01-10-2006/articolo-id=122768-page=0-comments=1
http://museiincomuneroma.wordpress.com/2009/03/08/il-manifesto-della-donna-futurista/
http://it.wikipedia.org/wiki/Claudia_Salaris
http://www.transumanisti.it/
vedi Divenire 3 Futurismo
Nel manifesto futurista fondativo del 1909... come noto, è scritto:
“Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria”
Iperbole marinettiana futurista da interpretare, fin dall'epoca, non letteralmente ma appunto simbolicamente (erano artisti), peraltro spesso spiegata dallo stesso Marinetti in tal senso e anche nei fatti. I futuristi erano contro la donna svenevole tardoromantica e borghese, ancora matriarcale e edipizzante, che privatizzando e familiarizzando lo slancio vitale dell'Uomo creativo, lo imprigionava e castrava psicologicamente e culturalmente.
Peraltro sia nel manifesto originario che in altri testi, i futuristi erano per il Libero Amore, il divorzio e anche il voto alle donne! (Furono forse i primi a proporlo seriamente in un manifesto politico ufficiale...). Nei fatti proprio nel futurismo per la prima volta nella storia dell'arte e forse culturale, le donne artiste erano assai ben viste, le stesse suffragette elogiate.
Nei fatti mai tante donne furono attive in un movimento culturale, fino allora, come nel movimento futurista. Valentine de Saint Point e la moglie poi di Marinetti, Benedetta Cappa le più celebri. La prima per Manifesti sulla lussuria e sulla donna futurista, semplicemente scandalosi e iconoclastici a quei tempi, un femminismo ante litteram vitalistico alla luce del Sole: e non solo parole, Valentine, quasi una Moana Pozzi del primo novecento!
E proprio chi scrive da tempo ha sottolineato con poesie, saggi e anche video, l'attualizzazione futuristica contemporanea di Moana... Oltre, sulla questione generale, futurismo e questione femminile, nel senso persino opposto al convenzionalismo ideologico e femminista volgare, un breve saggio , in Marinetti e il duemila del 2000, poi incluso recentemente in Divenire 3 Futurismo a cura dell'Associazione Italiana Transumanisti diretta dal sociologo della scienza Riccardo Campa, nota in Italia e all'estero: "Uomini speciali i futuristi, e Speciale la Donna!", così si chiude programmaticamente il testo.
Benedetta Cappa invece fu protagonista nel cosiddetto secondo futurismo, dagli anni venti al 1944, soprattutto con alcune delle più importanti produzioni pittoriche e già poetico visive dell'avanguardia italiana: la cosiddetta aeropoesia o aeropittura (ma non disdegnò neppure la produzione letteraria). La critica d'arte Franca Zoccoli recentemente ha evidenziato la sua alta partecipazione al movimento futurista con un bellissimo volume biografico su Benedetta.
Proprio questa revisione critica della Zoccoli è uno dei numerosi volumi editi negli ultimi anni, spesso da donne, che fanno quasi tabula rasa del persistente pregiudizio antifuturista, invero antifascista volgare (per l'equazione futurismo fascismo avallata spesso nel secondo novecento stesso dopo la seconda guerra mondiale) da parte infatti di certa storia dell'arte - nel caso del futurismo tout court- d'ispirazione "marxista" (virgolette d'obbligo!) quasi esclusivamente in Italia.
Claudia Salaris, di sinistra, e altre e anche, ovvio, molti storici progressisti non ideologici, hanno ormai, a partire soprattutto dalla celebre mostra del 1996 a Venezia sul Futurismo,ancor di più dopo il centenario del 2009 stesso, contestualizzato scientificamente la questione sia politica che femminista e-o femminile del futurismo.
Oltre alla Saint Point e a Benedetta, è dato acquisito quanto evidenziato nelle prime righe di questa nota: il futurismo vide come non mai fino ad allora la partecipazione attiva di molte artiste. dalla scrittura alla pittura alla danza.
http://libreriadelledonnefirenze.blogspot.com/2009/04/benedetta-cappa-marinetti-lincantesimo.html
http://www.google.it/search?hl=it&q=FUTURISMO+E+DONNE&btnG=Cerca&meta=&aq=f&oq=
http://www.ilgiornale.it/cultura/la_bella_valentine_molto_futurista_poco_femminista/01-10-2006/articolo-id=122768-page=0-comments=1
http://museiincomuneroma.wordpress.com/2009/03/08/il-manifesto-della-donna-futurista/
http://it.wikipedia.org/wiki/Claudia_Salaris
http://www.transumanisti.it/
vedi Divenire 3 Futurismo
Etichette:futurismo
Claudia Salaris,
donne,
femminismo,
Franca Zoccoli,
futturismo,
Moana Pozzi,
revisioni,
Valentine de Saint Point
Iscriviti a:
Post (Atom)