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domenica 4 novembre 2012

Futurismo Nuova Umanità... recensione Rivista Totalità

 

Roberto Guerra, Futurismo per la nuova umanità – Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia (Armando Editore, pagg. 96, Euro 10,00)

La storia del futurismo post 1944, dopo la scomparsa di Marinetti, fino ad oggi e in progress: l’autore di questo volume, con originale prospettiva letteraria e particolare rigore empirico, fornisce delle interessanti argomentazioni sulla più grande avanguardia italiana Una revisione sull’essenza tecnologica e futurologica del Futurismo storico, guardando agli studi di sociologi e futuribili quali McLuhan e De Kerckhove, e alle osservazioni sulla dis-continuità aggiornata del Futurismo nel secondo Novecento e inizio Duemila.
Da Futurismo Oggi (Roma) di Enzo Benedetto, Luigi Tallarico, Francesco Grisi, Antonio Fiore e Vitaldo Conte, all’ala culturale futuribile di Riccardo Campa, Stefano Vaj (Milano); a nativi digitali (net art e fantascienza) quali Antonio Saccoccio, Sandro Battisti , Marco Milani, Francesco Verso, Alessio Bugnoli, Maurizio Ganzaroli; al celebre Graziano Cecchini (Roma), l’uomo della Fontana Rossa di Trevi e altri blitz futuristici; allo stesso postcontemporaneo, performer e musicista postpunk Valerio Zekkini (Bologna) e ai video artisti .Alessandro Amaducci (Torino) e Filippo Landini (Ferrara). Capitoli speciali anche a figure molto celebri futuristiche quali i tedeschi elettronici Kraftwerk, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, la rock star Vasco Rossi, il nuovo futurismo stesso promosso dal critico d’arte Renat Barillii (e dall’artista contemporaneo Marco Lodola, sua la cover del volume) proprio l’inverno scorso celebrato al Mart della Rovereto di Depero.
Nello specifico del volume, in particolare, come accennato Guerra ha evidenziato il gruppo storico romano del secondo novecento Futurismo Oggi che- nonostante certa sottovalutazione per le vecchie questioni ideologiche sul futurismo, esita oggi come vera e propria arca di Noè per la più grande avanguardia italiana. Pure – fu avallato il neofuturismo del secondo novecento da critici anche ben noti, come appunto Grisi e Tallarico (nel 2002 benemerito di stato per la sua attività culturale) ed ebbe tra i suoi aderenti persino il celebre MoMa di New York


rivista TOTALITA' NOVEMBRE

domenica 13 maggio 2012

Luuk Magazine Futurismo per la Nuova Umanità recensione

*cover Marco Lodola

by  Luca Siniscalco - Luuk Magazine-Milano

Un volume per tracciare una storia e delineare un percorso di cui si può scorgere il principio ma non la fine.
Un testo per stimolare interesse verso un mondo ampio e variegato, accomunato tuttavia da istanze decisive.
Un manifesto strutturato non in punti ma in immagini evocative, caoticamente disgregantesi e reintegrantesi in una rete capillare incredibilmente vicina tanto alla darwiniana “web of life” quanto al nietzscheano eterno ritorno: i riferimenti culturali e simbolici risultano chiari sin dalla modalità di strutturazione dell’opera.
Tutto questo, ma non solo è l’ultimo libro di Roberto Guerra, “Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, recentemente pubblicato da Armando Editore.
Si tratta di un volume agile e sintetico, finalizzato alla costruzione di un cammino di continuità fra il movimento futurista “storico”, conclusosi con la morte di Marinetti nel 1944, e gli artisti che a tale esperienza si sono richiamati e continuano a richiamarsi in nome della condivisione non ideologica ma intimamente vissuta di un bagaglio di idee e di stile tramite cui configurare ed interpretare il mondo. Un’esperienza, quella futurista, che fu – ed è – integrale, non limitata alla sfera delle arti visive ma tesa ad indagare la realtà attraverso la totalità delle categorie culturali umane, dalla musica all’architettura, dalla poesia alla politica, sino alla scienza ed alla cibernetica. É in tale reintegrazione dei saperi che si configura un umanismo tecnologico, indirizzato alla creazione di senso e di valore nel mondo desertificato del Nichilismo. Nella Crisi di questa età di transito si cercano risposte, ma anche domande, dato che spesso il pensiero pare arrestarsi di fronte allo sfacelo ed alla mediocrità: i futuristi propongono una via forte, anticonformista, eversiva, diretta all’impostazione di un nuovo uomo, alternativo tanto all’homo oeconomicus aderente all’utilitarismo capitalista, quanto all’individuo ancorato ad idoli ormai tramontati.
Le nuove scoperte tecniche e scientifiche in ambito biologico, cibernetico ed informatico continuano a interrogare l’uomo moderno sulla necessità della propria comprensione. É in questa direzione che opera il Futurismo contemporaneo, senza tuttavia livellarsi ad uno scientismo progressista, bensì operando con la consapevolezza nietzscheana che l’arte rimane il contromovimento al nichilismo. Ecco allora presentati nel volume Neofuturismo, Nuovo Futurismo, Net.Futurismo, Transumanismo come forze movimentistiche; Enzo Benedetto, Tullio Crali, Alberto Sartoris, Mino Delle Site e molti altri artisti come futuristi della seconda metà del Novecento; Antonio Fiore-Ufagrà, Roberto Guerra, Graziano Cecchini-Rosso Trevi, Vitaldo Conte, Marco Lodola, Riccardo Campa, Stefano Vaj e molti altri come continuatori sempre autosuperantisi nella nostra contemporaneità: sono questi i nomi in cui lo spirito futurista ha trovato una dimora in chiave 2.0. Sono questi gli artisti la cui proposta, radicale e pertanto fortemente discutibile e criticabile, merita tuttavia una riflessione profonda, in quanto una delle ultime forme di utopia dotata di tensione progettuale e costruttiva.


Luca Siniscalco


“Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, di Roberto Guerra, Armando Editore, pp. 96

lunedì 27 giugno 2011

Moana Lisa Cyberpunk recensione/intervista di Gaia Conventi

Roberto Guerra: Moana Lisa Cyberpunk (Edizioni Diversa Sintonia, 2010)
"Pornobambole alla riscossa!"  from Gumwriters
L’esperimento di fantahardscienza è pienamente riuscito, “Moana Lisa Cyberpunk – Doll’s Revolution (fiabe wireless postfemministe)” di Roberto Guerra si è rivelato un testo ricco di futurhumour, spunti satirici sulla città volante – chiamiamola Ferrara e ci capiamo al volo! – e bambole cibernetiche ricche di gadgets.
Il libro vanta la prefazione di Graziano Cecchini Rossotrevi e note dei futurologi Riccardo Campa, Ugo Spezza e Marco Milani, promotori del Connettivismo, la nuova fantascienza italiana.
Edito da “Diversa sintonia” nel 2010, quello di Roberto Guerra è un romanzo fuori dai soliti schemi: raccontiflash, sesso umano e umanoide, computer che ci mettono lo zampino e bambole dalla zampa caprina. Un tripudio alla libertà del godimento, al sorriso cattivello e politicamente scorretto.
Il nuovo lessico futurista e cosmico di Roberto Guerra è ben sintetizzato dalle frasi che introducono il testo, scelgo la prima, immaginando potrà chiarirvi le idee: “Mi considero un ambasciatore di Disneyland…” diceva Philip K. Dick, non a caso uno che di futuribile ne sapeva a pacchi.
Il cartaceo hard-disk - hard non a caso – di questa avventura stellare nel mondo del porno futuribile, è composto da nanofiabe le cui protagoniste spaziano da Moana a Paris Hilton, da Marylin a Mary Poppins. Il postfemminismo come medicina alla perdita di sana perversione, dove anche la carne in teflon ha bisogno di ritrovare l’umanità del fare quattro salti per il semplice gusto di farli. Dici niente!
In un nuovo secolo di maschiette – e non diciamo che è successo per caso, ci siamo state costrette – l’idea di cogliere il simbolismo-bambolismo di due belle gambe potrebbe spaventare chi legge la cronaca e si indigna. Non che indignarsi sia sbagliato, non che il bambolismo che si vede in giro sia la norma da seguire… ma se siamo fatti di carne, bisogna lasciar vivere anche quella. Diamole però il giusto senso – senso sensuale, rotolamenti ritmici di parole e sguardi – perché la Moana futurista non si vende per soldi, non si vende per la carriera: non si vende e basta. La pornobambola lo fa perché le piace farlo e ci tiene a dirlo in ogni nanofavola.
Parlare di sesso proprio ora che la tv non ci parla d’altro? Beh, potrebbe essere azzardato, ma se il sesso è anche gioco – se così non è, parliamo di mercificazione o di noia – tanto vale raccontarlo col sorriso. Roberto Guerra lo fa, in un cybertripudio di razzi a cui va cambiata una consonante e di bamboline lascive e molto manga.
Diversi i rimandi alla vita ferrarese, probabilmente li si coglie conoscendo la vita della città, ma va bene comunque: il divertimento è sempre assicurato e le ghignate non mancano. Potete prendere la cosa sul serio o prenderla dada come ho fatto io. L’universo maschile lo si indaga anche così, scoprendo che gli uomini ci amano tutte intere e, a volte, sotto quella maschera da mascalzoni spaziali, sono degli inguaribili cosmoromantici.

Continua:
http://www.gumwriters.it/2011/01/31/pornobambole-alla-riscossa/

venerdì 21 gennaio 2011

Futurismo doc contro Generazione Futuro: basta con l'equazione antimatematica.... futurismo=futuro e libertà!

Cstampa ufficiale: Movimento Futurista contemporaneo (Roby Guerra futurista)



I falsi finiani futuristi insistono nell'equivoco linguistico. Nonostante quel che abbiamo già puntualizzato in agosto-2010! vedi Futuristi contro Fini in Controcultura/Supereva. Nonostante Francesca Barbi, nipote ultima di Marinetti, storica dell'arte l'abbia ribadito a Il Giornale. Nonostante da più parti (compresi i radicali) sia stata denunciata la mistificazione, quasi orwelliana, neolinguistica. Neppure- in generale- e valga questo- la critica linguistica concerne le posizioni strettamente politiche di futuro e libertà e dei finiani, generazione futuro inclusa (in quanto altri aspetti politici, extra-artistici- non sono necessariamente condivisi dai diversi futurismi doc oggi attivi, vale a dire Neofuturismo- chi scrive e altri e-o FTM Azione Futurista- Graziano Cecchini e altri (I due gruppi sono gemellati), Net.futurismo, Antonio Saccoccio ed altri, i neofuturisti transumanisti (Stefano Vaj, Riccardo Campa ed altri), Italia Avanguardistica (Dario Gidantka Shining e altri). Semplicemente, tutta la costellazione finiana la smetta di usare arbitrariamente la parola futuristi o futurismo. Non la usino più, fuori dalle palle rispetto al futurismo storico, e contemporaneo attuale. S'inventino legittimamente altri loghi e griffe culturali, ma stop alla mistificazione linguistica che mediaticamente già produce danni. Non bastavano i soliti storici attardati incapaci di download e aggiornamenti, spesso in malafede: continuità autentica fututrista aggiornata e in progress post1944... come dimostrato da decenni, prima dal gruppo di Futurismo Oggi di Enzo Benedetto nel secondo novecento, poi dal duemila (ma noi eravamo già attivi anche prima- anche nel gruppo storico di Roma di Benedetto) appunto da neofuturisti e netfuturisti vari. Il web e non solo (anche gli old media, editoria inclusa) è colmo di notizie concretissime. Non bastavano decenni di censure per vecchie questione ideologiche non ancora sopite, nonostante fior di storici di sinistra stessi (o prossimi a quell'area) abbiano dimostrato essi stessi la complessità dell'ideologia futurista storica non circoscrivibile all'equivoco fascista, anzi....(Penso soltanto a Claudia Salaris, Franca Zoccoli, Alberto Bertoni ed altri): Ora, quasi per mutazione abnorme naturale spuntano, questi finiani o di generazione futuro (magari avallati anche purtroppo forse da alcuni storici d'arte ben noti ed esperti sul futurismo, ma non a caso quasi sconosciuti nel web, evidentemente poco aggiornati e diciamolo pure- colpiti da passatismo senile!). Il futurismo non ha nulla a che vedere con il falso pseudofuturismo finiano. E lo prova – in chiave persino popperiana- un ridicolo, come definirlo scritto specifico, cronaca live che riproduciamo integralmente....: da Generazione Italia, 18 1 2011.

“Essere futuristi. Nel ventunesimo secolo di Francesco Onorato


Un appunto sul termine FUTURISTI, riguardo a quanto si è detto a pomeriggio, credo non sia superfluo. A mio modo di vedere siamo futuristi nel senso di essere innovativi, totalmente diversi da quello che c’è stato prima di noi. Nel modo di fare, di pensare, a cominciare dal fatto di riunire in un unico movimento istanze liberali (per la maggior parte), ma anche sociali, riformiste, radicali, provenienti dalla società civile. Inoltre, siamo futuristi, nel senso pieno della parola, in quella mancanza di paura nell’abbattere ciò che rappresenta il “vecchiume” della politica e della società, e quindi non solo la gerontocrazia effettiva (infatti Generazione Futuro è un movimento politico UNDER 30) ma anche la c.d. “gerontocrazia morale”, basata su un modo di pensare passivo, arrendevole, accomodante.


Il Futurismo di Marinetti et alii per noi dev’essere uno spunto ideale, un’ispirazione, ma ovviamente loro sono vissuti nella loro epoca, ed erano pioneri e lungimiranti per la loro epoca. Noi lo siamo per la nostra. Quindi non saremo misogini, guerrafondai, – perlomeno non nel senso più greve del termine, perché essere combattivi è un bene, guerrafondai è un male – ma lo saremo, ad esempio, nello sfruttare il web all’ennesima potenza (ma MAI nel farci sfruttare dal web!!), nel rompere lo status quo, abbattere gli eccessi di burocrazia che stanno martoriando il nostro Paese. Questo si che significa essere futuristi!! Gestire e servirci degli strumenti che ci serviranno per raggiungere il futuro, rappresentare il futuro, ESSERE IL FUTURO”.

A parte considerazioni metapolitiche che sembrano comunque scritte assemblando pezzi di Bignami, quasi scritte (pare da under 30enni) come domande di assunzione in qualche ufficio politico per magari fare carriera prima o poi, con stile neppure perbenista ma appunto meno credibile di un colibri che vola più veloce di un'aquila...le poche righe dedicate a Internet (nel 2011!) come esempio di “essere futuristi” nel 2011, manco sono commentabili. Idem... quelle proprio su alcuni temi caldi storici di Marinetti e il futurismo storico- interpretati e (sic) aggiornati manco fossero parole di cruciverba o rebus da riempire (letteralismo politichese senza la minima necessaria sensibilità ermeneutica e simbolica o semiotica... poveretti, paroloni per Generazione Futuro!).


Neppure un prenativo digitale del 1984 con il Commodore 64 avrebbe scritto banalità del genere riferite a Internet. E i nuovi futuristi doc han scritto sulla Rete ormai decine e decine di netmanifesti (alcuni anche su carta in libri regolarmente pubblicati!)


Quindi Generazione Futuro, ecco, si accontenti di tale logo -futuro-, ma mai più la parola futurismo e futuristi. La parola futuro non è brevettata, la usano anche astrologi e indovini, quelli che predicono l'avvenire interpretando il volo degli uccelli. Legittimo. Ma neppure il verosimile, ma per la verità estetica e linguistica, per l'ultima volta ribadiamo: il futurismo doc, storico e contemporaneo è totalmente estraneo al parafuturismo di futuro e libertà e pulcini vari. Tra noi e costoro appunto è come paragonare marziani futurologi del XXI secolo e divinatori del novecento; noi non usiamo Internet. Il web è il Messaggio. Noi siamo La Rete in certo senso, futurismo non stop alla velocità del Terra(pianeta)byte! Pulcini e galli spiumati di futuro e libertà, nient'altro che scimpanzè politichesi che scrutano l'avvenire con palle di falso vetro. Tempo e Spazio per tutti nell'era informatica. Anche per la paleontologia politica e culturale. Il futurismo doc è altrove!!!

martedì 28 dicembre 2010

Mimmo Centonze artista del 2010 di Roberto Guerra

 

Mimmo Centonze indicato come artista dell'anno


 L'articolo dello scrittore Roberto Guerra


"Mimmo Centonze è l'artista dell'anno"

"Da Salemi a Milano con Vittorio Sgarbi, dal Premio Arciere al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dal Festival del Cinema di Venezia al Premio Speciale Fondazione Roma fino al Museo Lissone,oltre all'attività di critico e curatore di mostre"


"Mimmo Centonze è una delle nuove personalità prototipo dei nuovi orizzonti dell'arte contemporanea italiana...Il nuovo astro dei colori in libertà italiani"


 "Un nuovo giovane talento geniale che i media stessi dovrebbero evidenziare con ben maggiore convinzione"

"Accanto al modulo 'standard' della pura ricerca o della pura provocazione...finalmente in Italia si delinea un altro software, dove i bordi della bellezza e della provocazione, della forma e della sperimentazione, dell'avanguardia e dell'estetica sfumano e si compenetrano positivamente. Dopo Sgarbi...ecco Centonze, artista capace di mixare tale sintesi"


(citazioni dall'articolo di Roberto Guerra "Mimmo Centonze artista del 2010. Salemi laboratorio della nuova arte italiana")


Leggi l'intero articolo


Mimmo Centonze artista del 2010-Salemi laboratorio della nuova arte italiana


su:


http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/11...

MimmoCentonze.com


Ufficio stampa


Via della Croce 51/b


Matera - Italy

http://www.mimmocentonze.com/

domenica 12 dicembre 2010

Gumwriters intervista Roby Guerra


 *di Gaia Conventi
Da qualche giorno ci fregiamo (lo facciamo da soli, mai nessuno che ci faccia un complimento!) della nomea di “blog letterario serio”, e si badi: serio ma non serioso. A farci fare il salto di qualità – l’avete notato il salto di qualità o siamo stati poco atletici? – ci ha pensato Zairo Ferrante e la sua intervista sul dinanimismo. Noi l’abbiamo addirittura capito, il dinanimismo! Che ci crediate o no, Zairo ha saputo farsi largo nelle nostre teste di zolla, del resto noi siamo scribacchini di gomma, non era detto che l’operazione riuscisse.


Ecco quindi che ci abbiamo preso la mano, perché ci piace pensare che – tra le tante boiate che vi raccontiamo – ci sia pure qualcosa da salvare. Qualcosa da tramandare ai posteri, da linkare in giro: gioverebbe al nostro ego, ma magari farebbe bene anche alle teste di zolla che non frequentano Gumwriters! Oggi a darci la spinta verso nuove rotte – mai solcate prima – ci pensa l’amico Roberto Guerra.


Io lo chiamo amico, ma magari Roberto potrebbe anche esclamare che nulla ha a che fare con me, posso dargli torto? E chi si farebbe mai vedere in giro con una piantagrane come me?

Andiamo allora a conoscere Roberto Guerra – non vi dirò che lo mettiamo a nudo, la temperatura lo sconsiglia – con le nostre domande da “uomo della strada” o, se preferite da “capre del web”.


Che ci fa un futurista su Gumwriters? E – tanto nessuno ci sente – ci si trova bene, il futurista, nel nostro guazzabuglio ironico di verità insolenti?


R. Ci sentono eccome… in giro ci sono strani hackers, istituzionali persino, che monitorizzano i tag Ferrara… Gumwriters, basta il titolo, noi futurist (all’inglese) come noto preferiamo la gomma la plastica e il silicio a passeri solitari e cinguettii vari. Chip Chip cantiamo-digitiamo oggi. Gumwriters è raro esempio neodada da Ferrara e dintorni di cibercultura provocatoria on line libera e divertente, binomio secondo noi futurist quasi metodo scientifico per captare spiriti liberi e spiritosi o meno. “L’uomo che non ride non è saggio”, diceva Zarathustra…


Futuristi si nasce o si diventa? Cosa esclama un futurista guardandosi allo specchio?


R. Secondo me siamo mutanti, x-man non ancora riconosciuti (meglio così!). Da bambino adoravo già la televisione, non mi perdevo mai le dirette sulle missioni Apollo. Come Narciso, tempo fa sognavo di vivere in un mondo migliore per tutti; oggi, sulla mia guancia, non più il rossetto delle pupe, ma una paresina-parisina per un colpo d’aria (io che amo la nicotina!), non a caso a destra (effetto Ferrara la Rossa), io che ho persino futurizzato Marx in un volume con gente come Vattimo, Max More e Campa!
 
CONTINUA GUMWRITERS

mercoledì 3 novembre 2010

La poetica trans-futurista in Italia

Il movimento transumanista, noto già da fine novecento a livello internazionale, umanesimo scientifico radicale e persino postumano- ha recentemente ufficializzato certa continuità cosiddetta neofuturista. Sia come archetipo tutt’oggi vivente e propulsivo a livello strettamente futuribile e in ultima analisi culturale, sia come nuova poetica contemporanea: la poetica, ieri dell’era moderna e industriale, oggi dei nuovi tempi netmoderni o tecno scientifici.


Sia Riccardo Campa che Giuseppe Vatinno, in Italia, autori delle finora 2 uniche recenti monografie italiane sul trans-umanesimo (Mutare o Perire e Il Transumanesimo...), sia Remi Sussan (in Divenire 4- AA.VV.), nel sottolineare certa necessaria polifonia e interdisciplinarietà della nuova filosofia transumanista del XXI secolo, scientifica e sociale, evidenziano il ruolo non solo fondamentale ma concreto e operativo di certa dimensione simbolica o artistica, certa cosiddetta stessa arte transumanista, complementare al discorso più prettamente scientifico. L’americana Natasha Vita More, tra arte concettuale e performance elettroniche è l’artista più accreditata dal movimento.


Il futurismo italiano storico, dal canto suo, è considerato tra le matrici prossime della nuova arte del movimento, assieme ad altri movimenti o tendenze dell’arte moderna e contemporanea, dal dadaismo al concettualismo alla pop art; ovviamente – anche- dopo… il futurismo, certa letteratura fantascientifica, certa musica elettronica, certa arte elettronica, digitale, video, fino alle nascenti nuove poetiche di Internet.


Nello stesso tempo, proprio il movimento futurista, le ultime generazioni, è concretamente riapparso all’orizzonte non soltanto in Italia: con pubblicazioni critiche aggiornate o opere letterarie o elettroniche (tra narrativa, poesia, saggistica, musica e video,performance o live set) che dimostrano certa continuità, secondo certa critica smarrita nel secondo novecento.


Mentre la storia dell’arte ufficiale ha persino museificato il centenario futurista, pur celebrandolo e sdoganandolo definitivamente da certo oblio, i nuovi futuristi, alcuni attivi già da decenni, giovani o meno giovani, proprio nel recente congresso internazionale di Milano- TransVision 2010-con molti dei transumanisti di fama indiscussa (tra Aubrey de Grey, Martine Rothblatt, David Orban e molti altri) sono stati nei fatti ufficializzati.


A ben vedere una clamorosa rivincita dell’arte futurista, rilanciata non tanto da addetti ai lavori attardati, bensì da un movimento-secondo taluni persino iconoclastico- culturale scientifico. Non un caso tuttavia, alla luce di quanto chiaramente comunicato da chi scrive- tra i nuovi futuristi- al congresso.

Noi futuristi, la nostra specifica ala letteraria e elettronica, attiva fin dagli anni ottanta (con sinergie- nonostante certo isolamento di cui prima del futurismo negli scorsi decenni- già da tempo sia nazionali- che anche esteri- Futurismo-Oggi-Roma e La Revolte des Chutes-Parigi, oltre a Poeticamente-Ferrara, scenari futuristi o futuribili), sia l’ala più celebre del ben noto Graziano Cecchini Rosso Trevi- neosituazionista e postpop, sia l’ala più giovane net.futurista di Antonio Saccoccio e appunto nativo digitale- tra net art e letteratura critica, recuperiamo la dimensione originaria e centrale, strutturale del futurismo storico: la sua matrice poetico artistica sociale, ma- contrariamente a quasi un secolo di analisi critiche- seppure spesso intuita e sottolineata- sociale e scientifica, più che politica o semplicemente estetica.


Il futurismo ieri come estetica o poetica scientifica ante litteram, soprattutto, oggi consapevole e auto diretta…al passo dell’evoluzione socio-cibernetica e scientifica, persino scienza sociale e-o umana del nuovo immaginario o dell’immaginazione tecno scientifica stessa. Questo abbiamo espressamente sottolineato a Tranvision 2010 al convegno transumanista ed è pur con accezioni peculiari interfacciate ma anche creativamente diverse frequenza d’onda comune anche ai netfuturisti e a Rossotrevi.


Abbiamo anche per la prima volta forse spiegato in modi inediti e radicali, proprio alla luce dell’attuale dinamica e simultanea sinergia transumanista e dei nuovi scenari e orizzonti culturali e conoscitivi anche in Italia (la diffusione per forza di cose e di sviluppi tecnologici delle nuove ciberculture del nostro tempo e della cultura scientifica glòbale in senso ormai generale e irreversibile- dopo decenni di storicismi o idealismi oggi paleo umanistici) le motivazioni profonde dell’oblio, certo choc del futuro- di Toffler memoria, ma non solo.


E’ la famosa rimozione per oltre mezzo secolo nella cultura italiana del futurismo, nonostante appunto tutto il secondo novecento sia colmo di indizi di continuità in progress, dall’esperienza stessa di Futurismo Oggi (rivista di Roma a cura di Enzo Benedetto- container principale dei futuristi superstiti e di quelli nuovi post1944, tra i quali Antonio Fiore, J. M, Vivenza- e anche chi scrive) fino appunto al nostro neofuturism attivo dagli anni 80, allo stesso Campa anche pretransumanista, a Rossotrevi, al musicista e saggista Valerio Zecchini, ai Netfuturisti di Saccoccio, al transumanismo stesso futurista e-sovraumanista di Vaj e Prisco (oltre a Campa), con i picchi della…fontana rossa di Trevi di Graziano Cecchini, del centenario futurista del 2009 a Ferrara (rilanciato anche da RaiDue- in Il Futuro del Futurismo), il centenario stesso di Torino (Netfuturismo), il volume Divenire 3 Futurismo, infine, cronaca live, con la partecipazione di noi futuristi a Transvision 2010 (tranne i pur attivi Zecchini e Fiore). Rimozione generalmente attribuita a ben note questioni ideologiche e politiche, ma invece ben più epistemiche e profonde…


Choc del Futuro: Level Future Choc oggi nel panorama transumanista, quasi come un supertest sonda periodicamente applicato, o Complesso di Frankenstein (Asimov), o- in Italia Passatismo (Marinetti) o Complesso di Croce… (Vatinno), che decifrano finalmente a livello strutturale la rimozione dell’avanguardia italiana futurista, in quanto nella sua essenza archetipo vivente del linguaggio scientifico, dello spirito scientifico: quindi come un fascio di luce- nel primo novecento combattuto- il futurismo-poi ibernato per oltre 50 anni- come la scienza stessa italiana in generale come paradigma, da certa ben nota cultura italiana tecnofobica dominante, storicistica, liberale o socialista che fosse o ancora è, figurarsi il substrato, l’RNA quasi metaforico “cattolico”.


Infine, alla luce proprio di certe frontiere più futuribili (ma probabilmente molto meno remote di quanto si supponga), ovvero certa semi-immortalità, per via crionica o cibernetica o medico-scientifica, annunciate dagli stessi de Grey o Rothblatt , l'italiano Bruno Lenzi e altri, segnaliamo- in chiave futurista- una curiosa e vertiginosa sincronia junghiana o affinità elettronica.


Era destino del movimento transumanista risvegliare dopo certa ibernazione forzata, 100 anni…, proprio il Movimento Futurista! Restano memorabili in tal senso ciber-transprofetico, sia il Mafarka….di Marinetti, sia soprattutto la famosa invocazione di Majakowskij d’essere risvegliato nel futuro, rivolta agli scienziati della rivoluzione russa……

Roberto Guerra

martedì 14 settembre 2010

Transvision 2010 verso il futurismo scientifico di Roberto Guerra

TRANSVISION 2010 Verso il Futurismo Scientifico, di Roberto Guerra


-Italia: da Galileo a Marinetti ai Transumanisti-


Tra breve (ottobre 2010, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo Da Vinci-Milano) scocca Transvision 2010, l’evento periodico del Movimento Transumanista, ovvero la futurologia dell’era di Internet, disseminato a livello internazionale. Grande Evento a suo tempo promosso dall’astronave madre anglosassone di Humanity + (ex W.T.A), tra i fondatori e-o ricercatori figure, filosofi, scienziati del calibro mondiale di Nick Bostrom, David Orban, Max More e Natasha Vita More, Ben Goertzel, Aubrey de Grey, gli scrittori stessi William Gibson e Bruce Sterling, padri del cyberpunk.

Questa edizione è a cura degli Italiani, dell’Associazione Italiana Transumanisti dei vari Riccardo Campa (Presidente AIT, saggista e sociologo della scienza) , Stefano Vaj (filosofo) Giulio Prisco (Fisico e Informatico), sede centrale Milano. Per il Transumanesimo italiano doverosa segnalazione anche per -tra altri- Ugo Spezza (Giornalista Informatico); l’indipendente e a modo suo, peculiare e trasversale, Gianni Vattimo (notissimo filosofo italiano); gli stessi Giuseppe Vatinno (Fisico teorico); Bruno Lenzi (pioniere della crionica); e “Estropico” (primo divulgatore on line in Italia del Transumanesimo) del secondo Network Transumanisti attivo in Italia.


Più nello specifico l’AIT, in certa recente e significativa svolta più mediatica e attivistica del movimento, coinvolge anche i promotori di certo stesso futurismo contemporaneo, ovvero i vari Graziano Cecchini (celebre per la Fontana Rossa performance e altre azioni futuriste, unico artista italiano nel catalogo Taschen Usa 2010), Antonio Saccoccio (i netfuturisti nativi digitali del web), Giovanni Tuzet (docente alla Bocconi di Milano, teorico del futurismo logico) e chi scrive (poeta elettronico e saggista). Sinergia futurologia-transumanesimo-neofuturismo codificata ufficialmente proprio nell’anno del centenario futurista, con il centenario live di Ferrara-evdienziato dai Rai Due in Il Futuro del Futurismo… e il volume a cura AIT, AA.VV. Divenire 3 Futurismo): la reinvenzione del futurismo nella sua essenza dinamica tecnoscientifica ante litteram….


Questo volume sul futurismo (la revisione futurista senz’altro più autorevole), il precedente libro stesso mediatico , “Transumanesimo: Cronache di una rivoluzione annunciata”, a cura dello stesso Campa, florilegio dalla stampa nazionale sulla new wave futurologica e futurista transumanista, e soprattutto il più recente (2010) volume esclusivamente di Riccardo Campa, Mutare o Perire sono certamente preludio e introduzione al grande evento prossimo internazionale di cui prima. (che per la cronaca fa seguito- prova di una significativa accelerazione in Italia del movimento- al recente importante Congresso di Caserta- “Evoluzione Autodiretta…” del Network parallelo di Vatinno, Estropico, De Biase, Stile… eccetera del giugno scorso- scienziati come Edoardo Boncinelli tra i relatori).


La più recente editorialistica transumanista AIT è una specie di superbollettino, download aggiornato al 2010 del divenire di certo post-umanesimo scientifico, culturale e finanche estetico, di cui i Transumanisti sono certamente una delle avanguardie mondiali più attive e consapevoli. Divenire- questa forse la scommessa più radicale di Transvision 2010- del movimento stesso verso una specie di futurismo scientifico rivoluzionario, metapolitico, alla luce delle potenzialità comunicative del web stesso, ormai (leggi Obama stesso primo Presidente postInternet) figura sfondo oggettiva della stessa dimensione strettamente politica (Il Web è il Messaggio!).


Mutare o Perire in particolare ha un titolo esplicito e indicativo: o le istituzioni e le unità umane si adattano in fretta alla nuova era della conoscenza e della scienza anche applicata, accettandone non solo i supergadget spettacolari, o le ricadute tecnologiche di massa nella vita di tutti i giorni (dal computer ai telefoni ai robot per l’industria e le nanopillole per la medicina) oppure all’orizzonte, tra appena qualche decennio, anziché un mondo planetario più giusto e equilibrato, in temi di benessere e sicurezza, più ricco di creatività e libertà individuale, più longevo in buone condizioni, anche l’Occidente rischia non un nuovo rinascimento ma certo medioevo prossimo venturo, paventato dallo stesso Roberto Vacca (certa analisi recente dello stesso Jacques Attali).


Nonostante certa crisi strutturale contemporanea, la scienza e la tecnologia hanno le ricette per un salto quasi quantico possibile per gli umani del XXI secolo: certamente, uno dei sensi neppure taciti del volume., altre soluzioni verosimili non esistono… Campa, con parole trasparenti, scorrevoli narra, da un punto di vista libertario e radicale dichiarato, la storia della futurologia più recente, la sua sincronia e orizzonti nient’ affatto utopistici ma possibili, potenziali, prospettici, previsionali probabili, nonché tutti i gap psicosociali, chiaramente irrazionalisti, oggi persino new age e pseudoambientalisti, che frenano il nuovo progresso possibile postinformatico e postecologico.


Campa evidenza anche la necessaria complicità degli artisti più sensibili alle nuove ciberculture nascenti (ad esempio gli scrittori- in Italia gli stessi giovani connettivisti quali Verso e Battisti e altri- o cineasti di science-fiction, finanche certa estetica futuristica tutt’oggi propulsiva) per favorire il superamento di certo attuale choc del futuro, i cui sintomi di neo-oscurantismo appaiono lampanti spesso in certi old media (tipo la stampa), in Italia in certa casta culturale storicamente arroccata su epistemologie arcaiche parareligiose o paralaiche ed ideologiche (destra/sinistra assieme…non a caso!), il ben noto iato tra tradizione umanistica nazionale e ormai… la Terra che gira veloce nell’universo. L’urgenza di nuovi paradigmi anche sociali e culturali, soprattutto istituzionali ed economici, sottolinea infine Campa, appare ancora più urgente alla luce delle frontiere più avanzate della scienza contemporanea, ormai prossima a partire dalla seconda metà di questo secolo a concretizzare temi apparentemente fantascientifici. Quali l’ibernazione umana, la clonazione, l’Intelligenza Artificiale, il Mind-Up Loading (ovvero il trasferimento della coscienza umana in corpi cloni robotici o persino virtuali, in pratica la semi-immortalità), la cosiddetta Singolarità tecnologica, per non parlare di temi già presentissimi e “profani” quali le scienze cognitive, la scuola dopo Internet, l’informazione on line, gli eBook, la domotica, il cybersex, l’automazione semi-totale, i viaggi interstellari, OGM e nanotecnologie mediche e no ( e temi affini o avanti l’angolo…).


Un altro livello della condizione umana è già affiorato a livello appunto del post o del transumano, forse una nuova tappa dell’evoluzione, che domanda veri e propri nuovi paradigmi mentali, ancor più rivoluzionari e complessi, quasi cervelli multitasking per rispondere con velocità… bellezza e verità (e benessere) a tali ulteriori sfide della netmodernità… Riformattazioni mentali basate su sguardi al mondo e al suo divenire simili alle pupille… per così dire di fisici, matematici e anche artisti contemporanei, oltre l’illusione classica del tempo lineare, causa-effetto, nel cuore invece della complessità postmoderna e postumana, netmoderna, più prossima a scansioni esistenziali (nelle sue ricadute sulla condizione umana) aleatorie,stocastiche, relativistiche: nello stesso tempo però ostili al nichilismo e alla necrofilia, capaci di parlare le verità dinamiche del nostro tempo come ipotesi verosimili, secondo il linguaggio della scienza e delle scienze umane…


Il movimento transumanista italiano dopo Transvision 2010, che ospita significativamente oltre agli italiani, molti dei leaders mondiali anglosassoni del movimento, in certo senso, dopo anni di esperimenti culturali e -nella metafora- di tac del Pianeta Terra- Regione Italia- atterra… nei cieli cari a Leonardo… Galileo, Volta, Meucci, Marconi, Fermi, Maiorana e… Marinetti. (e Rubbia, Dulbecco, Montalcini, Hack..).


Rilancia, in vettori paralleli a certa stessa cultura o movimento scientifico nazionale (da Erice Città della Scienza al C.I.C.A.P. di Piero Angela alle varie fondazioni scientifiche diffuse sul territorio – tipo quella di Umberto Veronesi, al CRN stesso, a certe eccellenze scientifico-culturali anche accademiche- Bocconi- La Sapienza (eccetera) finanche nuove risorse organizzate nate nel web, ad esempio Agorà Digitale e molte altre), la futurologia in Italia, finalmente “scientifica”, sulla scia di pionieri stessi quali gli stessi Roberto Vacca, Silvio Ceccato, il Club di Roma di Aurelio Peccei, da angolazioni specifiche consapevolemente più radicali e futuribili e complementari.


Nella crisi anche salutare delle ideologie, oltre lo stesso choc del futuro in Italia, trasparente in certo impasse storico culturale (finanche politico…) rispetto all’evoluzione scientifica contemporanea , Transvision 2010, riassumendo, annuncia la discesa in campo, dei nuovi futuribili italiani- al passo con il movimento mondiale- auspica future sinergie stesse con i movimenti scientifico-culturali possibili, più specifici, paralleli di cui prima ed altri, quale ricetta fondamentale per re-futurizzare l’Italia del XXI secolo e proiettarla in nuovi scenari forti umanistici e postumanistici, netmoderni.

Parafrasando un recente stupendo libro di Autino, l’Italia è incinta… da troppo tempo: le doglie ancora dolorose, ma i Figli di Galileo pronti all’Eresia finale vincente… a innestare il virus della tecnoscienza nella biochimica degli scimpanzé al potere che inquinano il futuro venuto alla luce (nella cultura, la politica, la religione, l’informazione, l’università, l’arte stesse).

“Eppur si vola”


Roberto Guerra: scrittore e videopoeta. Ha pubblicato, tra l’altro, “Marinetti e il Duemila” (in AA.VV. “Divenire 3 Futurismo” a cura dell’AIT, 2009, Sestante Edizioni) e “Moana Lisa Cyberpunk” (Edizioni Diversa Sintonia, 2010). Ha partecipato a “The Scientist International Videoart Festival”a cura di Ferrara Video&Arte. Ha curato nel 2009 con Graziano Cecchini “Futurismo 100 live”, centenario del futurismo. Dal 2010 è coordinatore del Laboratorio di letteratura futurista per l’AIT.

domenica 8 agosto 2010

Moana Lisa Cyberpunk Rassegna Stampa

Rassegna Stampa Moana Lisa Ciberpunk di Roberto Guerra (Edizioni Diversa Sintonia)

da Catania Politica  * di Angela Sterlino

......Il libro è ricco, innovativo, un graffiante invito a leggere le brevi storie che lo compongono passo dopo passo. Certo, il tema che è stato trattato dal nostro scrittore può essere un motivo per far scuotere la mente ai puristi della fantascienza: proiettare Moana Pozzi nell’universo siderale richiede una sensibilità d’oltre tempo e spazio e che innescano tanta curiosa fantasia..mentale. Tante microstorie che si susseguono fulminanti e che lasciano la sensazione di aver letto un libro futuro. Credo fermamente, cari lettori che questo libro sia proprio un invito all’innovazione, alla ricerca del nuovo interiore e dulcis in fundo.. intimo
ART COMPLETO
http://lnx.cataniapolitica.it/wordpress/archives/9540

da Spigoli&Culture magazine di Sylvia Forty

.....non solo Moana sullo sfondo: l'immaginario femminile in generale, tra le stesse Lucrezia Borgia o Brigitte Bardotte o Paris Hilton e icone letteralmente fiabesche da Biancaneve a La Bella Addormentata e così via. Moana stessa e le altre scandalose girls come eredi postmoderne e cybersex della stessa Valentine de Saint Point, mitica futurista storica autrice di manifesti sulla donna all'epoca letteralmente censurati! Va da sé: forse; come cifra letteraria il libro di Guerra su Moana e le altre “bambole rivoluzionarie” , pur sullo sfondo futuristico ricorda per l'estetismo esasperato persino l'Oscar Wilde delle favole. Ma è un pregio, probabilmente...
ART COMPLETO
http://www.spigolature.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1575:guerra-r-moana-lisa-cyberpunk-2010&catid=243:sulla-scrivania&Itemid=53

da Recensione Dinanimista webzine di Zairo Ferrante

....Opera davvero piacevole, in cui la prosa felicemente si sposa con attimi di poesia, un giusto mix tra lo stile di un inimmaginabile Benni cybernetico unito alla cifra linguistica di un marinettiano del duemila ed all'esaltazione dell'essere Donna, degna della migliore Valentine de Saint Point....
ART COMPLETO
http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2010/06/23/recensione-dinanimista.html

da Fantascienza com  di Sandro Battisti

.....Scandagliare l’universo del sesso con un occhio volto alle fantasmagorie della ScienceFiction, con un linguaggio che è sì figlio del Futurismo ma che è usato pure per ricercare nuove strutture verbali, nuovi tempi dettati da esigenze avanguardiste, è un esperimento che andava tentato, a cui non era facile pensare ma che, una volta esperito, lascia un buon sapore sulle labbra.



I deliri lucidi, assolutamente futuribili (non ho detto futuristi) e ricchi di rimandi, di citazioni, d’abili scivolamenti sulle proprietà linguistiche e fonetiche dell’italiano, concepiti da Roberto Guerra, hanno come principio ispiratore il sesso; sesso e pornografia, sesso e voli pindarici galattici, stellari, siderali....

ART COMPLETO
http://www.fantascienza.com/magazine/libri/13734/moana-lisa-cyberpunk/

da H+ magazine Transumanisti
MOANA CYBERSEX - 29/05/2010


* da Moana Lisa Cyberpunk, EDS, 2010) di Roberto Guerra, prefazione di Graziano Cecchini


La Bambola Moana stava ritornando sulla Terra. Gesù fece il diavolo a quattro con l’Arcangelo Gabriele per violare la prima legge dell’Ordine Cosmico, finalmente con inchiostro sottratto all’antimateria compose la formula magico-matematica esatta.


La Bambola Moana doveva completare la sua straordinaria passeggiata terrestre. Era la terza Vergine dall’inizio dei Tempi: Eva aveva scoperto la libertà, mangiando la mela proibita, Maria Maddalena scoperto l’immortalità liberando Gesù dall’inferno della croce… Moana era destinata alla scoperta decisiva, l’arte di liberare il Desiderio da secoli di inquisizioni di ogni chiesa e popolo, programmata a scoprire la Pace con la P maiuscola.


… La Terra era sull’orlo della guerra atomica, scatenata quasi da una misteriosa potenza non identificata: ovunque gli umani perdevano tempo in enciclopedie di parole vuote e incomprensibili, sembrava una nuova Torre di Babele.


Un gruppo di scienziati cosiddetti futuristi, invece, cercava di calcolare e poi produrre un elisir o un farmaco da liberare nella stratosfera di tutta la Terra per curare la malattia degli umani: il virus 666, che faceva fare la guerra agli umani quando dovevano fare la pace e la pace quando dovevano fare la guerra.


Studiavano la formula con metodi d’avanguardia: si avvicinarono a essa calcolando i battiti del cuore di un Ghepardo nell’apice della sua folle corsa, 110 km/h, cacciatore di gazzelle quasi autotelecomandato. Un altro progresso fu fatto calcolando il respiro, le fusa e la meditazione di un Gatto telepatico (sembrava) in contemplazione per un giorno intero davanti alla cometa di Hale Bop in visita alla Terra.


Una bellissima Aurora, a scoperta folgorante e inattesa. Quella Bambola Moana… famosa in tutti i club d’arte del pianeta per le sue performance poetico-teatrali: tutti i dati incredibilmente cominciarono a com-baciare. Fu lampante fin dal primo DVD esaminato per una notte intera…


I movimenti della Bambola Moana, durante le sue performance, senza saperlo, elaborati dal computer, seguivano strategie di una matematica sconosciuta, intuita dal genio antico ancora ineguagliato dei vari Cantor e Leibniz. La pelle di pura seta venusiana della Bambola Moana emetteva microradiostelle pulsanti, in perfetto unisono con l’orbita della Terra nel suo eterno amplesso con il Principe Sole.


Da quella matematica ignota i giovani scienziati estrassero il farmaco sperimentale vincente per curare il virus 666. Dall’effetto farfalla, postulato erroneamente per secoli dagli Ambients, all’Effetto Moana.
“Finalmente Gesù richiamò la Bambola Moana nell’alto dei Cieli e vissero felici e contenti…”


http://www.transumanisti.it/9_articolo.asp?id=19&nomeCat=Narrativa


martedì 29 giugno 2010

Divenire IV transumanisti recensione da estense com

Il futurista ferrarese Roberto Guerra nell'ultima produzione "Divenire 4"



Roberto Guerra, coordinatore del laboratorio futurista per l’Associazione Italiana Transumanisti è stato incluso nell’ultima produzione ”Divenire 4″ (Sestante Edizioni, Bergamo), dedicato all’impatto delle nuove tecnologie sulla modernità.


Con un breve saggio su Karl Marx “recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina-macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”, così è scritto nella presentazione.


In “Divenire” 4 diverse firme prestigiose, italiane e straniere: oltre a Riccardo Campa (sociologo della scienza), Gianni Vattimo, Alberto Schiavone (già direttore dell’Istituto Gramsci), il filosofo americano Max More e altri.


Per ulteriori informazioni: http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/

Recensione Estense Com

martedì 15 giugno 2010

Moana Lisa cyberpunk recensione di Sandro Battisti da Fantascienza com


Scandagliare l’universo del sesso con un occhio volto alle fantasmagorie della ScienceFiction, con un linguaggio che è sì figlio del Futurismo ma che è usato pure per ricercare nuove strutture verbali, nuovi tempi dettati da esigenze avanguardiste, è un esperimento che andava tentato, a cui non era facile pensare ma che, una volta esperito, lascia un buon sapore sulle labbra.

I deliri lucidi, assolutamente futuribili (non ho detto futuristi) e ricchi di rimandi, di citazioni, d’abili scivolamenti sulle proprietà linguistiche e fonetiche dell’italiano, concepiti da Roberto Guerra, hanno come principio ispiratore il sesso; sesso e pornografia, sesso e voli pindarici galattici, stellari, siderali. Chi l’ha detto che nella Fantascienza non debba esserci il sesso? Sesso di qualsiasi tipo, anche, compreso quello volgare o quelle estremo, per esempio…
Inserire un concetto assai punk nel contesto sessuale è un’illuminazione scontata soltanto dopo che la si è avuta; scrivere cose tipo quelle sottostanti non è facile, non si leggono spesso e sono capaci di evocare memi, universi distanti eppure istantaneamente comprensibili, a patto che si riesca a scivolare sul significato letterale della frase e ci si ponga su un piano superiore, come se si leggessero versi e nuovi modi di esprimersi.
Pescando a caso, facendo davvero fatica nel non riportare anche altro, per darvi la sensazione del meraviglioso evocato ecco alcuni brevi brani che compongono il libro/poema:

La Bambola Moana stava ritornando sulla Terra. Gesù fece il diavolo a quattro con l’Arcangelo Gabriele per violare la prima legge dell’Ordine Cosmico, finalmente con inchiostro sottratto all’antimateria compose la formula magico-matematica esatta.

......................


Guerra è un neofuturista. La sua impostazione culturale lo ha portato a emulare, in senso lato, le gesta di Marinetti, cercando continui appigli per rinnovare la cultura, appigli alla sensazione di un mondo completamente nuovo che sta aspettando l’umanità dietro l’angolo. In questo contesto, il lessico usato dal neofuturista è ricco, innovativo, un graffiante invito a leggere le brevi storie che propone con l’ausilio di un piccolo volo radente sulle parole usate, sulle immagini che suggerisce che, magari, faranno storcere il naso a qualche purista della lingua italiana ma che hanno, di contro, il gran pregio di essere olografie verbali. Certo, il tema che è stato trattato da Guerra può essere un motivo — un altro motivo — per far storcere il naso ai puristi della fantascienza (e questo non vuol certo dire definirli “puritani”, bensì semplicemente amanti di una certa sfumatura più consolidata della SF): proiettare Moana Pozzi nell’universo siderale non è una cosa da fare a cuor leggero e la sensibilità richiesta nel percepire tale messaggio può non esser comune; in ciò, l’esperimento tentato da Roberto Guerra lo avvicina ad alcune acrobazie estetiche di Marinetti e già questo può essere sufficiente per apprezzare il volumetto (poco sopra evocavo l’estetica punk e in fondo, il punk altro non è stato che una netta riedizione del Dada, figlio legittimo del Futurismo). Io, però, vi ho ravvisato anche gusto e senso di bellezza, ho ricevuto indietro una buona vibrazione data dalla lettura, qualcosa che mi ha lasciato dentro soddisfazione, voglia di leggere altro dello stesso autore. Magari qualcosa che tratti pure di temi diversi, perché no?
Tante microstorie, quindi (quarantacinque, per la precisione) che si susseguono fulminanti e che lasciano con la sensazione di aver letto un buon libro, forse di narrativa o forse poesia. Ma, ha importanza catalogare il piacere? Ha importanza rincorrere il passato sperando che modelli fortemente il presente o il futuro?
Credo sia venuto il tempo, se ci consideriamo amanti del futuro, di scrollarsi di dosso la vecchiezza umana e di cercare altrove la nostra prossima dimensione. Anche dal punto di vista sessuale.

art completo
http://www.fantascienza.com/magazine/libri/13734/moana-lisa-cyberpunk/

SANDRO BATTISTI

lunedì 18 gennaio 2010

Le Muse Impudenti (1997)

Da Ferrara Voci di una Città numero 8 1997

La scrittura giovanile in città (estratto) di Roberto Pazzi

...Motivo di compiacimento e di fiducia nel clima culturale della città, l'operazione fatta con tanta spregiudicatezza e intelligenza da Riccardo Roversi, Roberto Guerra e Louis Olivencia, che hanno di recente dato alle stampe la sapiente provocazione del loro libro Le muse impudenti (ed. Delta).



I due poeti ferraresi Roversi e Guerra, insieme all'amico pittore newyorchese Olivencia, ferrarese di adozione, nei racconti che allineano, tutti giocati fra miti e spettri del passato ferrarese - Lucrezia Borgia, Marfisa d'Este, Charles de Brosses di passaggio da Ferrara, Goethe che per la prima volta da quando è in viaggio in Italia è preso da depressione proprio a Ferrara, il mago Chiozzino, Ugo e Parisina, una lettera immaginaria ad Alfonso II, i bordelli e i conventi... - rivisitano alle soglie del Duemila l'intero millennio di esistenza della nostra città.


È come se questi giovani autori facessero il bilancio di quel che conviene portare e quel che conviene buttare prima del salto nel nuovo millennio, si fanno dissacratori e onirici, surrealisti e metafisici, grotteschi e iconoclasti. In altre parole, vivi e moderni, testimoniando la difficoltà di vivere e di creare il nuovo in una città narcisa, afflitta da una malattia del passato che le impedisce, talvolta, di vivere il suo irripetibile e unico presente.


Roversi e Guerra pare che facciano il verso alla tradizione, per potersi salvare dall'abbraccio mortale della Storia. Viene in mente un consimile atteggiamento di rottura di Federico Nietsche nella sua famosa opera Sull'utilità e il danno della storia. Un'opera che fu scagliata in viso all'accademia tedesca, al mondo universitario e alla sua cultura ingessata nella filologia e nel culto meduseo del passato, circa a metà del secolo scorso.


Al di là degli esiti formali del libro..., si può cogliere la salute del gesto che i nostri autori ferraresi hanno avuto il coraggio di affidare alla scrittura, puntando anche sul suo valore di denuncia e provocazione.

giovedì 7 gennaio 2010

Storia del Neofuturismo da Futurismo Oggi ai Transumanisti


Storia del neofuturismo (1950-2009) di Roberto Guerra

La cosiddetta storia del neofuturismo (cosiddetto anch'esso- come vedremo) in realtà, alla luce sia delle conoscenze storiche sia del centenario del 2009, dopo decenni di oblio spesso in malafede degli storici dell'arte oppure per disinformazione e assenza di .. download e aggiornamenti, in realtà altro non puo' essere che la storia della continuità futurista, dopo Marinetti, dopo la scomparsa di Marinetti e la fine del Movimento “storico” del 1944 del secolo scorso.



Neo, post, trans o altri “neologismi” associati alla parola futurismo ....ha un mero valore relativo, per evidenziare, nell'arco dell'unica avanguardia capace, piaccia o meno, di riprodursi e quasi (con una metafora) clonarsi per un secolo intero, semplicemente certo divenire storico, necessariamente in progress e con variabili autonome ed originali, ma sempre innestate nella matrice del Futurismo storico di Marinetti e dei Manifesti fondatori.


Basti pensare, che persino “accademicamente, si è spesso parlato di secondo o anche terzo futurismo, persino di neofuturismo, anche per quel che riguarda il futurismo degli anni 20, 30, 40 sempre del Novecento.


Dati storici verificabili e documentabili, non soltanto in documenti on line, ma nell'editoria italiana e negli archivi di quotidiani e riviste, possiamo distinguere, fermo restando la premessa succitata, i seguenti neofuturismi.


A partire dagli anni '50 del Novecento, dopo alcuni tentativi di rilanciare il movimento, subito dopo la seconda guerra mondiale, l'esperienza neofuturista più significativa, concreta e organizzata, va individuata nel gruppo di Enzo Benedetto (detto Record), autore tra l'altro del fondamentale volume autobiografico Futurismo CentoX1OO, 1975-r1990, incredibilmente mai ristampato dalla grande editoria nazionale! Prova persino popperiana della continuità futurista del secondo novecento...): mostre, iniziative culturali ed editoriali e riviste testimoniano l'attività dei futuristi cosiddetti “sopravvissuti” alla presunta fine dell'avanguardia storica futurista.


Benedetto, infatti, rilanciò (con il coinvolgimento e l'adesione di molti futuristi dell'ultima generazione dell'era “fascista”) il futurismo, coagulandolo, prima attorno alla rivista Arte Viva, soprattutto dal 1967 al 1993 con Futurismo Oggi, periodico dei giovani futuristi italiani, con tanto di Manifesto Dichiarazione (1967).


Periodico, per la cronaca, avallato, tra i suoi aderenti, persino dal MoMa di New York, dal Centre Pompidou..., dall'Electro Institute del musicista bruitista J.M. Vivenza, oltre che da figure autorevoli della cultura italiana del secondo novecento, quali Luigi Tallarico, Francesco Grisi, Marzio Pinottini, Gino Agnese, oppure lo stesso Giovanni Lista (Francia) e altri collaboratori noti. Oltre a nuovi giovani o giovanissimi futuristi, tra cui Antonio Fiore Ufagrà, Baldo Savonari, gli stessi Roberto Guerra (chi scrive), Riccardo Roversi e Luigi Picchi, lo stesso celebre poeta visivo Michele Perfetti (e altri), tutt'oggi attivissimi, alcuni, ora, tra i principali promotori del cosiddetto neofuturismo contemporaneo.


Nell'anno del centenario, da segnalare, per quel che riguarda Benedetto, due significative retrospettive a Reggio Calabria e a Roma (Galleria Marzocco). Antonio Fiore, detto Ufagrà, parallelamente in quegli anni eroici (per le censure di certa casta culturale, ma non di certa stampa nazionale, né dei critici di cui sopra e altri- tra cui Giorgio Di Genova) promosse con Sante Monachesi (altro futurista storico....), il cosiddetto Movimento Agrà (Arte Gravitazionale).


Per il centenario Ufagrà è stato quasi in tour: a Febbraio una personale straordinaria a Roma, poi a Lecce con Tallarico, infine presso Macerata...


Baldo Savonari, inoltre, a suo tempo lanciò il cosiddetto Terzo Futurismo (manifesti compresi), coinvolgendo altri neofuturisti, diverse mostre come esperienze concrete di tale continuità (aggiornata) futurista. Guerra, attivo fin dagli anni ottanta, promosse a Ferrara, la rivista editoriale Poeticamente (diretta dal critico e scrittore Lamberto Donegà) e con altri (tra cui il videomaker Franco Ferioli), il gruppo Thc Polimedia, cosiddetto postatomico.

Esperienze neofuturiste culminate in produzioni editoriali, inziative culturali, tra letteratura e arte elettronica. Del 1983 è il manifesto Microchip neofuturista dello stesso Guerra, edito nel volume poetico Fiori della Scienza, da cui un omonimo video clip realizzato da Ferioli e presentato alla prestigiosa rassegna U-Tape del celebre Centro Video Arte di Ferrara. Donegà pubblicò un saggio su Dino Campana.


Negli anni 90 poi, Poeticamente promosse un'antologia della poesia d'avanguardia ferrarese di fine novecento dedicata proprio a Corrado Govoni. Roversi, infine, come editore ha poi pubblicato negli anni duemila i saggi La Città Lunare e Futurismo Manifesti Scientifici dello stesso Guerra. Dopo Roma, con Benedetto e poi Fiore, oggi gli stessi Rosso Trevi e i Netfuturisti (Latina come sede virtuale in quanto presenti anche all'estero), e Milano con i Transumanisti, anch'essi e ancor di più disseminati in Italia e a livello internazionale, Ferrara è uno dei luoghi attivi del cosiddetto neofuturismo.


Link culminato, poi, proprio nel 2009 con il centenario ferrarese, curato dallo stesso Guerra (Convegno + Video), con un certo Rosso Trevi....e l'Associazione Ferrara Video&Arte (diretta dagli stessi Vitaliano Teti e Filippo Landini) che ha coinvolto i diversi neofuturismi concretamente attivi, gli stessi Fiore, Savonari, Donegà, Roversi, oltre ai più giovani Filippo Landini e Giovanni Tuzet.


Di quest'ultimo per integrare il discorso sul cosiddetto neofuturismo ferrarese da segnalare il saggio A Regola d'Arte (edito proprio da Roversi), tra i più significativi sul futurismo contemporaneo, quantomeno letterario.


A Ferrara furono protagonisti anche Graziano Cecchini, Riccardo Campa e i transumanisti e i cosiddetti Connettivisti, presentati da Marco Milani, il bolognese Valerio Zekkini, musicista e scrittore.. (Centenario mediaticamente boom, in quanto evidenziato dai RaiDue nello speciale il Futuro del Futurismo- Palco e Retropalco). Centenario per la cronaca.. dedicato anche a Enzo Benedetto.


Futurismo Oggi si chiuse con appunto la scomparsa di Benedetto. Per qualche tempo, Sergio Lotti, uno dei collaboratori, promosse la rivista Simultaneità, come seguito di Futurismo Oggi, esperienza poi trasformata in ambito multimediale. In fine anni novanta, intanto, Riccardo Campa promosse a Mantova un altro percorso Neofuturista, prima dell'evoluzione transumanista.


Sempre nel secondo novecento, da segnalare, qua e là esperienze neofuturiste, per iniziative alcune anche molto autorevoli, ma di carattere soprattutto individuale. Su tutti, l'italiano-francese Daniele Schinasi (Manifesto del 1966-1970), pittore. Lo stesso notissimo Enrico Baj lanciò a cavallo del duemila un nuovo manifesto, d'ispirazione persino ecologica. Testimonianza- in contro luce- anche di parecchia cosiddetta avanguardia (o anche trans-avanguardia o pop art italiana) visiva spesso etichettata con altro nome, dall'informale stesso , soprattutto certi cosiddetti spazio-nucleari, debitrice proprio del futurismo (anche riconosciuto spesso dai protagonisti artisti, Schifano o Crippa, poco dagli...storici d'arte)

Inoltre, più marinettiano, già citato pocanzi, il brillantissimo e iconoclastico poeta, performer, musicista, tutt'oggi attivissimo, Valerio Zekkini, promotore con la band PCC del cosiddetto futurismo postcontemporaneo, sorta di risposta italiana... al neofuturismo “russo” degli stessi più noti CCCP di Lindo Ferretti o al neodadadaismo degli Skiantos o dello stesso Battiato.


A partire dal duemila, al passo con la vigilia del centenario e dell'avvento di Internet, il futurismo è stato rilanciato on line, spesso da parecchi giovani neofuturisti. Numerosi i vari manifesti individuali o anche collettivi. Parecchi anche i link derivanti dall'arte elettronica, video, musica eccetera, ancora poco indagati nelle connessioni futuriste, nonostante fin dalle origini ...chiari e anche consapevoli gli input futuristi (Nam June Paik ad esempio, in Italia lo stesso Giorgio Cattani).

Solo alcuni nomi come segnali, Roberto Carraro per Second Life (e Aviador Dro in Spagna...) , l'italo belga Claudio Castelli – video- lo stesso The Scientist Video Festival, sempre a Ferrara- attraversato da certo neofuturismo, i vari InSintesi, Lombardi, Nuovo Futurismo, D.J. Afghan, per la Techno e molti altri, spesso sullo sfondo quasi neocostruttivista dei tedeschi Kraftwerk


Non ultimo, anzi, detonatore clamoroso, off line è esploso il fenomeno Rosso Trevi (Graziano Cecchini, Roma), la ben nota performance blitz de La Fontana di Trevi, colorata di Rosso, poi le 500000 palline colorate di Piazza di Spagna, il cosiddetto futurismo dei diritti umani (Free Tibet), news neofuturiste che hanno bucato i media a livello internazionale. Esperienza poi da Rosso Trevi innestata dallo stesso Vittorio Sgarbi in quel di Salemi (Cecchini anche assessore con lo stesso celebre pubblicitario Oliviero Toscani), tutt'oggi attivissima, di matrice certamente neofuturistica...


Su tutti, tornando alle news on line, da segnalare, i nuovi manifesti e blog dello stesso Guerra (2005), soprattutto Antonio Saccoccio (Latina, 2005 eccetera), il massimo promotore del futurismo nel web.


Il futurismo ferrarese nel duemila, in sinergia con Rosso Trevi, oltre a Guerra, ha tra i suoi animatori i vari Maurizio Ganzaroli (scrittore multimediale), Zairo Ferrante (scrittore di origini salernitane fautore del Dinanimismo), la poetessa Sylvia Forty, il pittore Marco Jannotta, lo scrittore David Palada, gli stessi multimediali Landini e Eugenio Squarcia, lo scrittore Giovanni Tuzet e la fotografa Ms Larsen (italo-danese).

Oltre al centenario, sono attive le webzine Futurismo 2009, Sands From Mars, Recensione Dinanimista, il netquotidiano L'Asino Rosso e la casa editrice on line Futurist Editions (13 ebook nel 2009, tra cui le biografie e i manifesti dei neofuturisti contemporanei, due volumi su certo neofuturismo letterario a più voci, curati dagli stessi Zairo Ferrante e Gianluca D'Aquino – di Alessandria, con la presenza della nota scrittrice veneziana, tra gli altri, Manuela Vio).

Da segnalare off line, oltre al centenario, off line la rassegna multimediale Tiffany Art Club (culminata con un anteprima del centenario futurista Futurismo Renaissance nel 2008, oltre alla personale Spazio Tempo di Ganzaroli), video partecipazioni al video festival The Scientist (2009- Guerra, prodotto dai Transumanisti e -2008-l'anteprima sempre del centenario Futurismo Marinetti 100, con lo stesso Rosso Trevi, Guerra, oltre a Croce dei netfuturisti).


Saccoccio, dal canto suo, ha poi lanciato Netfuturismo, coagulando attorno a sé numerosi altri neofuturisti. A tutt'oggi Netfuturismo è la rete neofuturista più organizzata (a parte i Transumanisti), disseminata in Italia e anche all'estero. Con ulteriori manifesti, una rivista on line ma anche off line, distribuita nelle università e nelle biblioteche- Ad Futurum POST, il primo periodico futurista cartaceo degli anni duemila, erede concreto di Futurismo Oggi.

Numerosi, poi, i centenari curati o con la partecipazione di Netfuturismo, supportato anche dalla giovane storica dell'arte Francesca Barbi, ultima giovane nipote di Marinetti: e Saccoccio anche presente in un volume collettivo importante sulla cultura contemporanea italiana (con un saggio sul web) e ad un importante convegno a Madrid in Spagna con alcuni dei più autorevoli “intellettuali” iberici e non solo attuali. (Oltre a Saccoccio, da segnalare tra i netfuturisti, i vari Giorgetti, performer, Ballarani, scrittore visivo e artista multimediale, gli stessi Mattia, Balice, Zappa, Peterlin, Croce e altri).


Sempre, dopo il duemila, il neofuturismo è stato persino quasi codificato da ambienti culturali scientifici. Vale a dire dai futurologi transumanisti, noti a livello internazionale, AIT (Milano), diretti dal sociologo della scienza, saggista e anche musicista elettronico Riccardo Campa. Oltre alla presenza significativa ferrarese al centenario ferrarese, Campa e Stefano Vaj, sempre nel 2009 i transumanisti hanno edito il saggio più autorevole e culturalmente ineccepibile dedicato al Futurismo, non come celebrazione, ma proprio come continuità e discontinuità aggiornata, alla luce anche del movimento transumanista (gli stessi Giulio Prisco e Ugo Spezza) che ha riscoperto consapevolemente la propria matrice italiana e futurista, marinettiana e no.


Inclusi non caso lo stesso Guerra (con il saggio integrale Marinetti e il Duemila, già edito nel 2000), Rosso Trevi (con il Manifesto futurista per il centenario), oltre agli stessi Vaj, Campa, il celebre sovraumanista francese Guilamme Faye, altri intellettuali italiani neofuturisti già ben noti quali Adriano Scianca, Andrea Arguzzi, Matilde Grandi, Francesco Boco.


Infine, in questa breve storia (anche cronaca...) del cosiddetto neofuturismo (succintamente dal 1950 ad oggi) da menzionare il contributo trasversale, in quanto provenienti da altri background originari, ma in controluce molto significativi per confermare la continuità del futurismo).


Da un lato il movimento letterario e fantascientifico italiano dei Connettivisti, dei vari Marco Milani, Sandro Battisti, Francesco Verso, Giovanni De Matteo , Alessandro Vitali e molti altri (Roma, Bologna, Milano). Presenti nel centenario di Ferrara, curatori a Bergamo proprio di un centenario futurista (Futuri Connessi), produttori con uno dei loro link editoriali (ben noti a livello nazionale) dell'iniziativa letteraria Avanti Sfida Veloce, dedicata alla nuova scrittura neofuturista.


Dall'altro, l'adesione (e la videopartecipazione) al centenario di Ferrara e certa sinergia con il futurismo ferrarese, del celebre scrittore Paolo Ruffilli, proveniente dalle neoavanguardie letterarie del secondo novecento più note (post Zanzotto e Adriano Spatola), già suo tempo intrise di neofuturismo anche dichiarato (Gruppo 63, lo stesso Gruppo 70).


I fatti e le parole-fatti, per dirla con Wittengstein o lo stesso Jonesco (e anche Lacan), dimostrano il futurismo degli anni duemila, come laboratorio ormai estetico-scientifico attualissimo e in divenire, interfacciato con l'evoluzione scientifica e culturale contemporanea.


Il futurismo insomma come scienza umana, non soltanto un gioco estetico, come lo intendeva originariamente proprio Marinetti.


La domanda, molto significativa e persino preveggente di uno dei primi critici che riportò alla luce l'avanguardia futurista in tempi di inquisizione culturale, ovvero Luciano De Maria (Marinetti e il futurismo): la filosofia futurista è stata poca analizzata... ha oggi avuto ed ha dai cosiddetti neofuturismi attivi, risposte chiare ed esaurienti.


Ora la palla passa alla casta culturale italiana: ufficializzare o meno il cosiddetto neofuturismo contemporaneo (vale a dire la continuità “elettronica” aggiornata e in divenire del Futurismo!) nelle sue voci polifoniche, spesso anche interfacciate, spetta ai Professori di ruolo...storici e critici d'arte, più inclini, nonostante i fatti e la storia dell'arte stessa a storicizzare ed archiviare (ora luminosamente, quasi in un Museo d'avanguardia permanente, ma museo!) il centenario e il futurismo.


Uno degli effetti di quest'ultimo, mai viste tante celebrazioni e iniziative almeno in Italia per un evento culturale (persino più di Darwin 200!) è comunque chiaro e... futuribile.


Tra 100 anni, nel bicentenario, i futuristi ci saranno ancora. Storici e critici d'arte “contemporanei” certamente no!


1+1, in Italia, fa ancora 2?

www.myspace.com/edizionifuturiste
www.netfuturismo.it
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=72582
http://www.arte-argomenti.org/manifesti/oggi.htm
http://www.transumanisti.it/
www.myspace.com/azionefuturista

*video Paolo Ruffilli Futurismo 100 Live Ferrara 20 2 2009
http://www.pjoon.com/web/9099841/7 

martedì 15 dicembre 2009

Neofuturismo AAVV.SCHEGGE DI UTOPIA da Emilio Diedo

AA.VV. Schegge di Utopia Ferrara Città di Scrittori (La Carmelina, 2007)

da Literary

a cura di R.Guerra e postfazione
prefazione di M. Felloni

L’opera ora in disamina è l’antologica performance d’un nutrito numero – ben 37 sono gli autori aderenti –, di scrittori ferraresi, nella doppia tipologia prosa e poesia. Narratori e poeti, sia al maschile sia al femminile, di un’età media relativamente giovane.



Come mi è solito procedere, nel rispetto di tutti, elenco i nominativi nell’esatto ordine di presentazione del libro: Enrico Astolfi, Fausto Bassini, Giuliana Berengan, Teresa Calabria, Antonella Chinaglia, Elisabetta Chinarelli, lo scrivente, Lamberto Donegà, Marco Felloni, Sergio Fortini, Michele Frabetti, Maurizio Ganzaroli, Oscar Ghesini, Roberto Guerra, Stefano Marcolini, Lorenzo Mazzoni, Giuseppe Muscardini, Giovanni Ricci, Riccardo Roversi, Claudio Strano, Gabriele Turola, Alex Gezzi (tutti questi per la prosa); Simone Bavia, Paola Bellini, Emanuela Calura, Sylvia Forty, Aster Hope, Filippo Landini, Luvi Lu, Cristina Malaguti, Luigi Perfetti, Lucio Scardino, Eugenio Squarcia, Marco Tani, Gian Pietro Testa, Giovanni Tuzet, Debora Villani (per la poesia).


Inutile dire, considerata la numerosità dei partecipanti, senza peraltro sottovalutarne la prospettiva d’azione – in quanto nessun tema era stato prefissato –, quale varietà di stili, d’argomentazioni e finalismi… di stimoli interpretativi esprima l’antologia.


Ma, in un così eterogeneo ambito, un concetto in ogni caso emerge nitido, uniformemente eloquente. È l’originalità d’una ricerca del linguaggio, che, pur nel suo differenziato, musivo ensemble, ravvisa un carattere certamente non passatista. Sono modelli preminentemente avanguardisti il leitmotiv di questa ricca collezione d’idee. Non solo nella versione poetica, che più si addice a tale sollecitazione, bensì, ed in modo inaspettatamente intenso, nella propensione narrativa. Il rilievo sulla predetta sperimentazione è bene sintetizzato dalla nota di copertina (nell’aletta in quarta) di Roberto Guerra, autore e critico a cui non sfugge il benché minimo indice d’intenti neofuturisti. Anzi, ne ravvisa in primis i sintomi più reconditi, che, ne sono certo, sfuggirebbero, alla più ordinaria critica.


La rappresentazione che la metafora della raccolta richiama, nella poetica accessione del titolo, Schegge di utopia, è il più appropriato input per addentrarne il lettore. È una duplice manifestazione allegorica, nel senso di radiante penetrazione, quanto alle schegge; e di profonda proposta creativa, allargata sino agli estremi di un’appetibilità sempre e comunque ideale e purtuttavia non ideologica, straripante quell’orizzonte semantico e teoretico aduso alla definizione più stretta dell’utopia. L’utopia qui esce dal guscio dell’ideologia per adagiarsi nell’afflato di vita estrapolato dall’invenzione creativa, già di per sé improbabile realtà, frutto della fantasia prestata dalla quasi totalità dei 37 scrittori, nella demiurgica simulazione che annerisce e rende opera d’arte la pagina scritta.

Emilio Diedo
 
http://librerialacarmelina.com/index.php?catid=6
 
http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2007/08/20/UTYPO_UTY03.html