giovedì 20 gennaio 2022

Pulsional Gender Art, il decennale di Vitaldo Conte



 

PULSIONAL GENDER ART, IL DECENNALE DI VITALDO CONTE – AUGUSTE BRUNI SU 'FYINPAPER'


Nel 2011 Avanguardia 21 Edizioni pubblica il libro "Pulsional Gender Art" di Vitaldo Conte. Le principali argomentazioni sono: i Corpi d'Arte Estrema e le Avanguardie in Arte-Vita come il Futurismo.
Su quei temi diversi intellettuali hanno aggiunto le proprie riflessioni. Segno questo, non soltanto dell'attualità di quelle topiche ma anche della loro fascinazione culturale.

L'archetipo avanguardistico

Roby Guerra, scrittore e blogger futurista, nota: «Pulsional Gender Art è uno di quei libri assolutamente innovativi, che squarciano come una saetta di Giove certa palude culturale italiana, spesso ostile al futuro (…). Conte traccia una storia parallela di certa avanguardia che viene dal novecento futurista-dada, implode/esplode nel secondo novecento (…). L'archetipo avanguardista (…) si espande infine e infatti nei giovani mutanti dell'era digitale e pre-post-Internet (…) sul divenire del secondo Novecento e primo Duemila transfuturista, transavanguardistico in senso globale, in certa cifra dinamica dionisiaca e technosex» (in 'Spigoli & Culture' magazine, 2012).

All'insegna della contaminazione

Lo stesso editore, Antonio Saccoccio, che è anche il teorico del Net-Futurismo, così delinea questo percorso contiano in un altro volume collettaneo intitolato Pulsional TransArt (Gepas, 2012): «Pulsional Gender Art. Un libro che sin dall'inizio non è solo un libro, ma un progetto, un percorso, un'intenzione, una visione. Ci deve essere qualcosa di speciale, a ben vedere, in un libro che coinvolge attivamente e in pochi mesi decine e decine di artisti, scrittori, filosofi, sociologi, tutti coinvolti nel mondo dell'arte estrema o in operazioni d'avanguardia in senso lato, anche se talora provenienti da circuiti e scene differenti, da aree di pensiero lontane. (…) Vitaldo Conte non ha certo bisogno di presentazioni. (…) è proprio la contaminazione (parola non a caso molto cara allo stesso Conte) una delle chiavi di lettura di Pulsional Gender Art e della poetica di cui il testo si fa portatore».

La ferita come segno

L'artista Marco Fioramanti, animatore di Night Italia, riconosce: «Finalmente un manuale che consente di fare luce e capire "l'arte estrema" degli ultimi decenni legata al corpo femminile. Vitaldo Conte, poeta, teorico e saggista d'arte, parte dall'analisi della "ferita" intesa come segno/immagine/tratto pertinente che diventa oggetto catartico in chiave estetica» ('Articolo 33', 2012).

Dal testo pubblicato su 'Fyinpaper', rivista online diretta da Carmelo Strano (18/01/2022):
https://www.fyinpaper.com/pulsional-gender-art-il-decennale-di-vitaldo-conte/




mercoledì 12 gennaio 2022

Tecno-Lavoro? In pensione a 60 anni! by Pensa Libero

 
 


di Roby Guerra scrittore info https://robertoguerra.onweb.it/it

Detto, oggi, e nel 2022, ancora nell'era del virus, sembra una follia, neppure una utopia! Pure, come il vero scienziato si astrae dalle interferenze cosiddette live o - sul piano epistemologico ne è consapevole (dopo Heisenberg...) e indaga la Natura anche sociale (o dovrebbe...) con sguardi e verifiche oltre e dall'alto (come si diceva una volta), dichiarare anche oggi dopo la rivoluzione dell'automazione e robotica industriale (per inciso già a livello di Intelligenza Artificiale) Pensioni a 60 anni, dal punto di vista umanistico e dei veri valori umani, non è né utopico, né folle, soprattutto dal punto di vista di un vero progressismo che nella realtà oggi non esiste più...
Sembra utopico e folle, solo nelle società orwelliane attuali, purtroppo anche nell'opinione pubblica, "Amava il Grande Fratello", così si concludeva anche per Winston Smith, l'eroe protagonista dissidente dopo la rieducazione nel celeberrimo 1984 di Orwell.  Tale invece follia storica orwelliana, è evidente anche nel banale governo Draghi in Italia, dove le pensioni a 60 anni sono indicibili.
Eppure, in fine secolo scorso soltanto, all'alba di robot e automazione del lavoro..., diversi futurologi e sociologi, si pensi solo a Alvin Toffler, con persino bestsellers con Lo Choc del Futuro e La Terza Ondata, indicavano verosimilmente, la necessità storica di programmazioni a medio, lungo temine della rivoluzione elettronica:
Non sono mai stati presi sul serio dai soliti Politici Neandarthaliani, la Macchina... al massimo è stata fatta, e in Italia particolarmente male, in termini solo tecnocratici e veterocapitalistici, solo per i soliti profitti a breve termine.....
Tale gap clamoroso storico, oggi, crisi economica persistente e aggravata dal Covid, ora, già nel 2022, è flagrante: ma i soliti politici e anche quasi tutti gli economisti, in questi 20-40 anni hanno fatto il contrario: in nome del mito della longevità, non parallela anche ad un aumento della qualità della vita esistenziale coincidente con l'aumento dell' età media (più facile Parkinson, Alzhaimer e Tumori....) , mirano a far lavorare gli umani fino a 70 anni!
Infame veterocapitalismo, altro che turbocapitalismo cibernetico..., un errore conoscitivo è tutt'oggi, il Lavoro come Valore anzichè Necessità, era vero e solo parzialmente fino al Novecento preelettronico. Altro, più profondo, è insito nell'evoluzione sociale e nel Capitalismo stesso: il Lavoro, in realtà, arma letale ancora di inciviltà, di controllo disumano dei lavoratori,  robot in lingua slava,vero ricatto della sopravvivenza!
In una epoca virtualmente di Tecnologie quasi senzienti potenzialmente in grado di  captare la fine del lavoro, lo stesso Rifkin, neppure un secolo e oltre fa..., come già "divinarono" in fine Ottocento, ma all'epoca naturalmente, mancavano le macchine rivoluzionarie di Oggi, gli stessi, guarda guarda, Marx e Nietzsche e anche l'italiano futurista Marinetti.
Negli scenari attuali, quando di questo passo, 10 anni? persino l'Inps andrà definitivamente in Crash! ancora l'assenza di una programmazione graduale a medio-lungo termine verso l'automazione quasi totale del Lavoro industriale e burotico soprattutto, con gli umani che vedranno il Lavoro solo come un a estensione comunque necessaria del proprio sé e non una alienazione o reificazione della propria esistenza, non serve neppure discutere a vanvera in 100000 conferenze.
Gli umani in pensione a 60 anni! E gli effetti collaterali sarebbero strutturali in ogni settore, transizione (sic!) ecologica inclusa. Il resto è solo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, lavoratori compresi! Si legga, tra diversi futurologi contemporanei gli stessi Zoltan Istvan TranshumanistWager (zoltanistvan.com) e l'italiano Riccardo Campa La società degli automi. Studi sulla disoccupazione tecnologica e il reddito di cittadinanza - Campa, Riccardo - Ebook - EPUB con Light DRM | + IBS

Ci vorrebbero, almeno a "sinistra" tanti Winston Smith....


domenica 9 gennaio 2022

Poesie visive del futurista Roby Guerra

Le avanguardie ferraresi omaggiate da Guerra nell'e-book 

2022: on line da/di Ferrara, il nuovo eBook di Futurguerra (alias Roby Guerra, futurista ferrarese e tra gli ultimi a livello nazionale di questo Duemila), Visualpoetry (Asino Rosso ebook) 
Guerra ha personalmente microstoricizzato un suo percorso poetico visivo, sulla scia dei celebri protagonisti di una delle ultime avanguardie di fine novecento: tra altri,  anche i ferraresi già protagonisti, Michele Perfetti, Federica Manfredini, Romulina Trentini, in Italia ad esempio tra altri Vitaldo Conte, Enzo Benedetto, lo stesso quasi futurista ancora storico Carlo Belloli...
Linguaggio nel mix parola immagine distintivo di questa avanguardia poetica, ridotto a meri input, minimi, persino a volte in omaggio alla stessa Poesia o Parola Muta.
In queste nano- net opere poetico visive, dall'autore fin dalle origini almeno in sottofondo o sottoverso..., rigorosamente elettroniche via computer...., alcune composizioni dedicate anche agli scrittori o artisti  ferraresi contemporanei, ben noti, Riccardo Roversi, Vitaliano Teti, Zairo Ferrante, Sylvia Forti e Maurizio Ganzaroli. Oltre a un personalissimo bacio poetico visivo ai genitori Giancarlo e Maria (Brugnara) Guerra.

FUTURISMO TRANSUMANESIMO Stefano Vaj, Progressista postvirus



recensione di Roby Guerra

Stefano Vaj, futurista e postumano, ha appena pubblicato I Sentieri della Tecnica, opera florilegio di decenni ormai di pubblicistica editoriale (Associazione Italiana Transumanisti)  e attivismo futuribile fuori dal coro.
Ha sempre scontato il suo  stile biopolitico, oltre le reliquie destrasinistra per certa discendenza giovanile dalle parti del miglior postmoderno francese, in apparenza prossimo a un certo A.de Benoist e la più creativa nouvelle droite francese. Ultimo episodio recente, certa polemica con Report...
Ma Vai già al'epoca e sempre più  già era vicino alla Riva Gauche critica  persino di figure come Baudrillard, Lyotard e Derrida....ecc.  oltra che il Futurismo e Marinetti aggiornati..
Un Vaj, infatti persino criticato parallelamente da certa destra nostalgica e reazionaria...e non a caso.
Infatti il nostro in realtà è un progressista nobile doc, come da tempo si contano quasi in un mano...
Un progressismo speciale, nella contingenza epocale epidemica, destinato a fiorire nei futuri tempi postvirus...
Il libro in questione è un Bolero elettronico e futurista in questa direzione: un inno al pensiero libero e contro  il politicamente corretto, persino oggi mondialmente corretto, ancora di matrice futurista... Contro il falso progressismo invece pensiero unico dominate che ha distrutto la sinistra, dai Dem Americani a quelli europei e italiani. Contro questa Unione Europea "totalitaria" e non  per i Popoli nelle loro peculiarità storiche e culturali creative. Contro la falsa libertà delle cosiddette minoranze, vertice dell'ipocrisia dominante. Il tutto connesso alla Nobile modernità futurista e postfuturista. Un libro ovviamente indicibile, ma dove la parola scrittura è piena e solida nel sublime divenire  del Sè mobile, irriducibile a qualsivoglia dogma. In tal senso ancora i grandi individualisti della nostra tradizione europea, da Nietszche, filosofi, artisti, scrittori , dal moderno al postmoderno al postumano, per l'avvenire, nonostante l'attuale era orwelliana.