Storia del neofuturismo (1950-2009) di Roberto Guerra
La cosiddetta storia del neofuturismo (cosiddetto anch'esso- come vedremo) in realtà, alla luce sia delle conoscenze storiche sia del centenario del 2009, dopo decenni di oblio spesso in malafede degli storici dell'arte oppure per disinformazione e assenza di .. download e aggiornamenti, in realtà altro non puo' essere che la storia della continuità futurista, dopo Marinetti, dopo la scomparsa di Marinetti e la fine del Movimento “storico” del 1944 del secolo scorso.
Neo, post, trans o altri “neologismi” associati alla parola futurismo ....ha un mero valore relativo, per evidenziare, nell'arco dell'unica avanguardia capace, piaccia o meno, di riprodursi e quasi (con una metafora) clonarsi per un secolo intero, semplicemente certo divenire storico, necessariamente in progress e con variabili autonome ed originali, ma sempre innestate nella matrice del Futurismo storico di Marinetti e dei Manifesti fondatori.
Basti pensare, che persino “accademicamente, si è spesso parlato di secondo o anche terzo futurismo, persino di neofuturismo, anche per quel che riguarda il futurismo degli anni 20, 30, 40 sempre del Novecento.
Dati storici verificabili e documentabili, non soltanto in documenti on line, ma nell'editoria italiana e negli archivi di quotidiani e riviste, possiamo distinguere, fermo restando la premessa succitata, i seguenti neofuturismi.
A partire dagli anni '50 del Novecento, dopo alcuni tentativi di rilanciare il movimento, subito dopo la seconda guerra mondiale, l'esperienza neofuturista più significativa, concreta e organizzata, va individuata nel gruppo di Enzo Benedetto (detto Record), autore tra l'altro del fondamentale volume autobiografico Futurismo CentoX1OO, 1975-r1990, incredibilmente mai ristampato dalla grande editoria nazionale! Prova persino popperiana della continuità futurista del secondo novecento...): mostre, iniziative culturali ed editoriali e riviste testimoniano l'attività dei futuristi cosiddetti “sopravvissuti” alla presunta fine dell'avanguardia storica futurista.
Benedetto, infatti, rilanciò (con il coinvolgimento e l'adesione di molti futuristi dell'ultima generazione dell'era “fascista”) il futurismo, coagulandolo, prima attorno alla rivista Arte Viva, soprattutto dal 1967 al 1993 con Futurismo Oggi, periodico dei giovani futuristi italiani, con tanto di Manifesto Dichiarazione (1967).
Periodico, per la cronaca, avallato, tra i suoi aderenti, persino dal MoMa di New York, dal Centre Pompidou..., dall'Electro Institute del musicista bruitista J.M. Vivenza, oltre che da figure autorevoli della cultura italiana del secondo novecento, quali Luigi Tallarico, Francesco Grisi, Marzio Pinottini, Gino Agnese, oppure lo stesso Giovanni Lista (Francia) e altri collaboratori noti. Oltre a nuovi giovani o giovanissimi futuristi, tra cui Antonio Fiore Ufagrà, Baldo Savonari, gli stessi Roberto Guerra (chi scrive), Riccardo Roversi e Luigi Picchi, lo stesso celebre poeta visivo Michele Perfetti (e altri), tutt'oggi attivissimi, alcuni, ora, tra i principali promotori del cosiddetto neofuturismo contemporaneo.
Nell'anno del centenario, da segnalare, per quel che riguarda Benedetto, due significative retrospettive a Reggio Calabria e a Roma (Galleria Marzocco). Antonio Fiore, detto Ufagrà, parallelamente in quegli anni eroici (per le censure di certa casta culturale, ma non di certa stampa nazionale, né dei critici di cui sopra e altri- tra cui Giorgio Di Genova) promosse con Sante Monachesi (altro futurista storico....), il cosiddetto Movimento Agrà (Arte Gravitazionale).
Per il centenario Ufagrà è stato quasi in tour: a Febbraio una personale straordinaria a Roma, poi a Lecce con Tallarico, infine presso Macerata...
Baldo Savonari, inoltre, a suo tempo lanciò il cosiddetto Terzo Futurismo (manifesti compresi), coinvolgendo altri neofuturisti, diverse mostre come esperienze concrete di tale continuità (aggiornata) futurista. Guerra, attivo fin dagli anni ottanta, promosse a Ferrara, la rivista editoriale Poeticamente (diretta dal critico e scrittore Lamberto Donegà) e con altri (tra cui il videomaker Franco Ferioli), il gruppo Thc Polimedia, cosiddetto postatomico.
Esperienze neofuturiste culminate in produzioni editoriali, inziative culturali, tra letteratura e arte elettronica. Del 1983 è il manifesto Microchip neofuturista dello stesso Guerra, edito nel volume poetico Fiori della Scienza, da cui un omonimo video clip realizzato da Ferioli e presentato alla prestigiosa rassegna U-Tape del celebre Centro Video Arte di Ferrara. Donegà pubblicò un saggio su Dino Campana.
Negli anni 90 poi, Poeticamente promosse un'antologia della poesia d'avanguardia ferrarese di fine novecento dedicata proprio a Corrado Govoni. Roversi, infine, come editore ha poi pubblicato negli anni duemila i saggi La Città Lunare e Futurismo Manifesti Scientifici dello stesso Guerra. Dopo Roma, con Benedetto e poi Fiore, oggi gli stessi Rosso Trevi e i Netfuturisti (Latina come sede virtuale in quanto presenti anche all'estero), e Milano con i Transumanisti, anch'essi e ancor di più disseminati in Italia e a livello internazionale, Ferrara è uno dei luoghi attivi del cosiddetto neofuturismo.
Link culminato, poi, proprio nel 2009 con il centenario ferrarese, curato dallo stesso Guerra (Convegno + Video), con un certo Rosso Trevi....e l'Associazione Ferrara Video&Arte (diretta dagli stessi Vitaliano Teti e Filippo Landini) che ha coinvolto i diversi neofuturismi concretamente attivi, gli stessi Fiore, Savonari, Donegà, Roversi, oltre ai più giovani Filippo Landini e Giovanni Tuzet.
Di quest'ultimo per integrare il discorso sul cosiddetto neofuturismo ferrarese da segnalare il saggio A Regola d'Arte (edito proprio da Roversi), tra i più significativi sul futurismo contemporaneo, quantomeno letterario.
A Ferrara furono protagonisti anche Graziano Cecchini, Riccardo Campa e i transumanisti e i cosiddetti Connettivisti, presentati da Marco Milani, il bolognese Valerio Zekkini, musicista e scrittore.. (Centenario mediaticamente boom, in quanto evidenziato dai RaiDue nello speciale il Futuro del Futurismo- Palco e Retropalco). Centenario per la cronaca.. dedicato anche a Enzo Benedetto.
Futurismo Oggi si chiuse con appunto la scomparsa di Benedetto. Per qualche tempo, Sergio Lotti, uno dei collaboratori, promosse la rivista Simultaneità, come seguito di Futurismo Oggi, esperienza poi trasformata in ambito multimediale. In fine anni novanta, intanto, Riccardo Campa promosse a Mantova un altro percorso Neofuturista, prima dell'evoluzione transumanista.
Sempre nel secondo novecento, da segnalare, qua e là esperienze neofuturiste, per iniziative alcune anche molto autorevoli, ma di carattere soprattutto individuale. Su tutti, l'italiano-francese Daniele Schinasi (Manifesto del 1966-1970), pittore. Lo stesso notissimo Enrico Baj lanciò a cavallo del duemila un nuovo manifesto, d'ispirazione persino ecologica. Testimonianza- in contro luce- anche di parecchia cosiddetta avanguardia (o anche trans-avanguardia o pop art italiana) visiva spesso etichettata con altro nome, dall'informale stesso , soprattutto certi cosiddetti spazio-nucleari, debitrice proprio del futurismo (anche riconosciuto spesso dai protagonisti artisti, Schifano o Crippa, poco dagli...storici d'arte)
Inoltre, più marinettiano, già citato pocanzi, il brillantissimo e iconoclastico poeta, performer, musicista, tutt'oggi attivissimo, Valerio Zekkini, promotore con la band PCC del cosiddetto futurismo postcontemporaneo, sorta di risposta italiana... al neofuturismo “russo” degli stessi più noti CCCP di Lindo Ferretti o al neodadadaismo degli Skiantos o dello stesso Battiato.
A partire dal duemila, al passo con la vigilia del centenario e dell'avvento di Internet, il futurismo è stato rilanciato on line, spesso da parecchi giovani neofuturisti. Numerosi i vari manifesti individuali o anche collettivi. Parecchi anche i link derivanti dall'arte elettronica, video, musica eccetera, ancora poco indagati nelle connessioni futuriste, nonostante fin dalle origini ...chiari e anche consapevoli gli input futuristi (Nam June Paik ad esempio, in Italia lo stesso Giorgio Cattani).
Solo alcuni nomi come segnali, Roberto Carraro per Second Life (e Aviador Dro in Spagna...) , l'italo belga Claudio Castelli – video- lo stesso The Scientist Video Festival, sempre a Ferrara- attraversato da certo neofuturismo, i vari InSintesi, Lombardi, Nuovo Futurismo, D.J. Afghan, per la Techno e molti altri, spesso sullo sfondo quasi neocostruttivista dei tedeschi Kraftwerk
Non ultimo, anzi, detonatore clamoroso, off line è esploso il fenomeno Rosso Trevi (Graziano Cecchini, Roma), la ben nota performance blitz de La Fontana di Trevi, colorata di Rosso, poi le 500000 palline colorate di Piazza di Spagna, il cosiddetto futurismo dei diritti umani (Free Tibet), news neofuturiste che hanno bucato i media a livello internazionale. Esperienza poi da Rosso Trevi innestata dallo stesso Vittorio Sgarbi in quel di Salemi (Cecchini anche assessore con lo stesso celebre pubblicitario Oliviero Toscani), tutt'oggi attivissima, di matrice certamente neofuturistica...
Su tutti, tornando alle news on line, da segnalare, i nuovi manifesti e blog dello stesso Guerra (2005), soprattutto Antonio Saccoccio (Latina, 2005 eccetera), il massimo promotore del futurismo nel web.
Il futurismo ferrarese nel duemila, in sinergia con Rosso Trevi, oltre a Guerra, ha tra i suoi animatori i vari Maurizio Ganzaroli (scrittore multimediale), Zairo Ferrante (scrittore di origini salernitane fautore del Dinanimismo), la poetessa Sylvia Forty, il pittore Marco Jannotta, lo scrittore David Palada, gli stessi multimediali Landini e Eugenio Squarcia, lo scrittore Giovanni Tuzet e la fotografa Ms Larsen (italo-danese).
Oltre al centenario, sono attive le webzine Futurismo 2009, Sands From Mars, Recensione Dinanimista, il netquotidiano L'Asino Rosso e la casa editrice on line Futurist Editions (13 ebook nel 2009, tra cui le biografie e i manifesti dei neofuturisti contemporanei, due volumi su certo neofuturismo letterario a più voci, curati dagli stessi Zairo Ferrante e Gianluca D'Aquino – di Alessandria, con la presenza della nota scrittrice veneziana, tra gli altri, Manuela Vio).
Da segnalare off line, oltre al centenario, off line la rassegna multimediale Tiffany Art Club (culminata con un anteprima del centenario futurista Futurismo Renaissance nel 2008, oltre alla personale Spazio Tempo di Ganzaroli), video partecipazioni al video festival The Scientist (2009- Guerra, prodotto dai Transumanisti e -2008-l'anteprima sempre del centenario Futurismo Marinetti 100, con lo stesso Rosso Trevi, Guerra, oltre a Croce dei netfuturisti).
Saccoccio, dal canto suo, ha poi lanciato Netfuturismo, coagulando attorno a sé numerosi altri neofuturisti. A tutt'oggi Netfuturismo è la rete neofuturista più organizzata (a parte i Transumanisti), disseminata in Italia e anche all'estero. Con ulteriori manifesti, una rivista on line ma anche off line, distribuita nelle università e nelle biblioteche- Ad Futurum POST, il primo periodico futurista cartaceo degli anni duemila, erede concreto di Futurismo Oggi.
Numerosi, poi, i centenari curati o con la partecipazione di Netfuturismo, supportato anche dalla giovane storica dell'arte Francesca Barbi, ultima giovane nipote di Marinetti: e Saccoccio anche presente in un volume collettivo importante sulla cultura contemporanea italiana (con un saggio sul web) e ad un importante convegno a Madrid in Spagna con alcuni dei più autorevoli “intellettuali” iberici e non solo attuali. (Oltre a Saccoccio, da segnalare tra i netfuturisti, i vari Giorgetti, performer, Ballarani, scrittore visivo e artista multimediale, gli stessi Mattia, Balice, Zappa, Peterlin, Croce e altri).
Sempre, dopo il duemila, il neofuturismo è stato persino quasi codificato da ambienti culturali scientifici. Vale a dire dai futurologi transumanisti, noti a livello internazionale, AIT (Milano), diretti dal sociologo della scienza, saggista e anche musicista elettronico Riccardo Campa. Oltre alla presenza significativa ferrarese al centenario ferrarese, Campa e Stefano Vaj, sempre nel 2009 i transumanisti hanno edito il saggio più autorevole e culturalmente ineccepibile dedicato al Futurismo, non come celebrazione, ma proprio come continuità e discontinuità aggiornata, alla luce anche del movimento transumanista (gli stessi Giulio Prisco e Ugo Spezza) che ha riscoperto consapevolemente la propria matrice italiana e futurista, marinettiana e no.
Inclusi non caso lo stesso Guerra (con il saggio integrale Marinetti e il Duemila, già edito nel 2000), Rosso Trevi (con il Manifesto futurista per il centenario), oltre agli stessi Vaj, Campa, il celebre sovraumanista francese Guilamme Faye, altri intellettuali italiani neofuturisti già ben noti quali Adriano Scianca, Andrea Arguzzi, Matilde Grandi, Francesco Boco.
Infine, in questa breve storia (anche cronaca...) del cosiddetto neofuturismo (succintamente dal 1950 ad oggi) da menzionare il contributo trasversale, in quanto provenienti da altri background originari, ma in controluce molto significativi per confermare la continuità del futurismo).
Da un lato il movimento letterario e fantascientifico italiano dei Connettivisti, dei vari Marco Milani, Sandro Battisti, Francesco Verso, Giovanni De Matteo , Alessandro Vitali e molti altri (Roma, Bologna, Milano). Presenti nel centenario di Ferrara, curatori a Bergamo proprio di un centenario futurista (Futuri Connessi), produttori con uno dei loro link editoriali (ben noti a livello nazionale) dell'iniziativa letteraria Avanti Sfida Veloce, dedicata alla nuova scrittura neofuturista.
Dall'altro, l'adesione (e la videopartecipazione) al centenario di Ferrara e certa sinergia con il futurismo ferrarese, del celebre scrittore Paolo Ruffilli, proveniente dalle neoavanguardie letterarie del secondo novecento più note (post Zanzotto e Adriano Spatola), già suo tempo intrise di neofuturismo anche dichiarato (Gruppo 63, lo stesso Gruppo 70).
I fatti e le parole-fatti, per dirla con Wittengstein o lo stesso Jonesco (e anche Lacan), dimostrano il futurismo degli anni duemila, come laboratorio ormai estetico-scientifico attualissimo e in divenire, interfacciato con l'evoluzione scientifica e culturale contemporanea.
Il futurismo insomma come scienza umana, non soltanto un gioco estetico, come lo intendeva originariamente proprio Marinetti.
La domanda, molto significativa e persino preveggente di uno dei primi critici che riportò alla luce l'avanguardia futurista in tempi di inquisizione culturale, ovvero Luciano De Maria (Marinetti e il futurismo): la filosofia futurista è stata poca analizzata... ha oggi avuto ed ha dai cosiddetti neofuturismi attivi, risposte chiare ed esaurienti.
Ora la palla passa alla casta culturale italiana: ufficializzare o meno il cosiddetto neofuturismo contemporaneo (vale a dire la continuità “elettronica” aggiornata e in divenire del Futurismo!) nelle sue voci polifoniche, spesso anche interfacciate, spetta ai Professori di ruolo...storici e critici d'arte, più inclini, nonostante i fatti e la storia dell'arte stessa a storicizzare ed archiviare (ora luminosamente, quasi in un Museo d'avanguardia permanente, ma museo!) il centenario e il futurismo.
Uno degli effetti di quest'ultimo, mai viste tante celebrazioni e iniziative almeno in Italia per un evento culturale (persino più di Darwin 200!) è comunque chiaro e... futuribile.
Tra 100 anni, nel bicentenario, i futuristi ci saranno ancora. Storici e critici d'arte “contemporanei” certamente no!
1+1, in Italia, fa ancora 2?
www.myspace.com/edizionifuturiste
www.netfuturismo.it
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=72582
http://www.arte-argomenti.org/manifesti/oggi.htm
http://www.transumanisti.it/
www.myspace.com/azionefuturista
*video Paolo Ruffilli Futurismo 100 Live Ferrara 20 2 2009
http://www.pjoon.com/web/9099841/7