Dal futuro remoto in terra di Primiero
Roby Guerra è come l’eterno fanciullo che gioca con la realtà. Ed è bene precisarlo subito: nella vita non c’è niente di meglio che giocare con la propria realtà. E così, anche in questa raccolta di racconti fantasy, che “interpretano” paesaggi di Fiera di Primiero, siti nell’omonima Valle.
Roby Guerra è come l’eterno fanciullo che gioca con la realtà. Ed è bene precisarlo subito: nella vita non c’è niente di meglio che giocare con la propria realtà. Conosco Guerra e le sue opere da oltre un lustro, e sembra proprio che egli non perda occasione per dichiararsi fedele al movimento futurista. E così, anche in questa raccolta di racconti fantasy, che “interpretano” paesaggi di Fiera di Primiero, siti nell’omonima Valle.
Si potrebbe allora pensare a una rivisitazione di antichissimi luoghi “naturali” come impreziositi da cosiddette nuove “macchine” del futuro? No, non è così. Dall’immagine delle “Guane fate” all’immagine dell’“Aquila nera” di Sylvia Forti, la centrale futurista rappresenta la sostanza di una realtà continuamente da leggere e reinterpretare.
Non si tratta più della fisica degli atomi duri e pesanti ma dell’energia dei campi. Ovvero: una realtà metamorfica, dalla fisica dei presocratici al famoso manifesto futurista, che è immagine estetica ed estatica dell’umano sapere artistico e scientifico.
Angelo Giubileo