LA PASSEGGIATRICE DEL TEMPO
L'elisir aveva perfettamente funzionato, il Mago Chiozzino e Paracelso, suoi ultimi amanti e vittime felici, contrariamente al solito, non avevano mentito.
Lucrezia con la palpebra destra e le labbra bagnate, con il mignolo destro e la coscia sinistra, con il piede sinistro dondolante e l'anca destra danzante, animò lo specchio magico per osservare, strizzando simultaneamente l'occhio azzurro sinistro e l'occhio verde destro, com'era il mondo e il suo regno, Ferraria, nel nuovo Tempo in cui si era svegliata.
A Ferraria, come previsto, si celebrava il suo Anniversario. Naturalmente, Lucrezia s'irritò subito con un sublime attacco isterico: come osavano quei suoi indiscreti discendenti e pronipoti postmoderni svelare a tutti la sua età?
Soprattutto, come osavano… presentarla noiosa, pudica e verginale come quelle deliziose smorfiose di Isabella e Marfisa, proprio Lei, libera e meravigliosa damigella-veleno, capace di fare girare la testa e abbracciare tutto il Rinascimento, primadama indiscussa del femminismo e della rivoluzione delle bambole?
… Era necessario, sentenziò Lucrezia, rimettere la Storia al suo posto, smascherare i suoi nipotini revisionisti ancora timorati di Dio e le sue nipotine frigide ancora incapaci di godere la vertigine dell'Amore.
Con la solita intelligenza e velocità con cui inventava intrighi di corte, l'ex bella addormentata nel tempo, Lucrezia Borgia, primadama e primastella primo rinascimento, ispirò subito a un poeta neoestense tutti i suoi antidoti in versi al virus di Ferraria città d'arte e al revisionismo delle sue sconcertanti celebrazioni… abbracciandolo in sogno.