Visualizzazione post con etichetta Roby Guerra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Roby Guerra. Mostra tutti i post

lunedì 7 febbraio 2022

Space Mammy ebook: un racconto tradotto in francese sulla rivista "IN TOTO"

 



IN TOTO  3 rivista surrealista francese di Parigi (2 2022)

da Space Mammy* ebook (Asino Rosso, 2018) di Roberto Guerra

"Les pieces de cinquents lire argent" traduzione M. Kober



*Ricordi d’infanzia... dell’autore, in chiave narrativa fanta-scientifica, dedicato alla madre speciale, una… Space Mammy...



 (1) Marc Kober | Facebook

Il futurista Roby Guerra (collaboratore del dinanimismo) con i surrealisti Francesi nella rivista"In Toto" - Dinanimismo (dinanimismopoetico.it)

Revue de la poésie in toto n°3 - Les éditions de l'Asymétrie (editionsasymetrie.org)



giovedì 25 novembre 2021

Roby Guerra, Il Futuro del Villaggio (1991, Liberty House) I nostri Libri story (6)

Dopo l'Ariosto sulla Luna, sempre con Liberty House di Lucio Scardino, pubblicammo il nostro primo saggio, dedicato anche a Ferrara.
Un saggio fortemente postmoderno e futurista, sistemico, nel linguaggio ardito e nella grafica, nuovamente in verde elettronico su sfondo bianco: ll Futuro del Villaggio con sottotitolo Ferrara città d'arte del 2000.. (bellissima cover ancora  del postfuturista visivo deperiano G. Turola)
Un atto d'amore sebbene critico anche per la Ferrara, ex capitale del Rinascimento, per un nuovo Rinascimento degli anni duemila: all'epoca, comunque,  molti segnali potenziali in quella direzione, ipotesi anche suggerita dal mito (con il senno di poi) del fatidico 2000 e del nuovo millennio nascente...Dalla Video Arte (Ferrara capitale dell'epoca mondiale) alla Letteratura sperimentale e così via, una detective story verosimile sebbene con una X.  L'epoca comunista berlingueriana "positiva" rischiava già di estinguersi....era necessaria per concretizzare Ferrara (indicata per la sua anche creatività futuribile come laboratorio per l'Italia intera) una svolta paradigmatica verso la Scienza Tecnologia come Filosofia... Il saggio si concludeva con una non a caso citazione libera del nostro Piero Angela (e non solo): L'Italia sceglierà il Duemila  o il Medioevo Prossimo Venturo? Con il senno di poi...
Il libro, francamente, fu scritto praticamente, per Ferrara e non solo, come da un Marziano!
Recensioni notevoli sui media di Ferrara, una su La Nuova Ferrara soprattutto, ma completamente rimosso dalla già vecchia Intellighenzia (più o meno, nomi a parte, la stessa dominante attuale sempre ideologica e distante anni luce spesso da visioni forti umaniste scientifiche....
Ma resta uno dei nostri saggi più coraggiosi e importanti...



mercoledì 2 giugno 2021

Intervista a Emmanuele Pilia (D Editore, Roma)


 

 a cura di Roby Guerra

D Emmanuele, l'avanguardia dicono che è morta (soprattutto in quest'era orwelliana), ma l'editoria che produce tu e da anni, ne è la confutazione, difficile, nel tuo catalogo, non restare impressionati, da titoli e autori  che continuano sempre a sfidar le stelle, con libri anche persino profetici sul nostro futuro presente...

E.P.  - Dire che l'avanguardia sia morta è un atto di miopia a dir poco avvilente: esiste sempre una avanguardia, solo che non sempre riesce a imporsi. Il futurismo, il cubismo, il dadaismo lo ha fatto, e oggi ne parliamo, ma altre correnti sono rimaste nell'underground. Il punto è che l'approccio utopistico è ciò che fa avanzare l'umanità. Ci avviciniamo di un passo all'orizzonte, e lui si allontana di un passo. Facciamo altri due passi, e l'orizzonte si allontana di ulteriori due passi. A cosa serve l'orizzonte? A farci camminare in una direzione.

D- Emmanuele, più nello specifico, quasi come paradigma e stile editoriale, la tua sembra una rotta ciberpunk virtuosa,  come Rete sistemica, tra arte, sociologia e molti rami avveniristici, quasi scienze del domani. Tra distopie e utopie possibili?

E-P. - In tutta sincerità, credo che la distopia è il mondo che stiamo vivendo. Il capitalismo sta assumendo ogni giorno che passa una forma sempre più simile a quella che gli autori e le autrici cyberpunk (ma non solo) hanno disegnato con così tanta attenzione. L'utopia non è possibile, per sua stessa natura, eppure è necessaria: come sarebbe il mondo senza utopia? L'utopia ci spinge a combattere, a scavare tunnel sotterranei dove affilare i coltelli. Qualche volta l'utopia si realizza, come nella rivoluzione russa, cubana o nel sogno infranto di Neto e Sankara, anche se poi il reale irrompe. Ma proprio per questo, proprio per non rendere il lavoro più duro al potere, è necessario combattere ogni fascismo.

D - Emmanuele, sulla nostra era del virus attuale, cosa scriveranno secondo te, gli storici del futuro?

E.P. - Credo che vivendoci dentro non ci rendiamo conto del contesto. Credo che due anni per la storia sia roba di poco conto: è necessario capire quali sono le conseguenze future.

D - Domanda Libera...

E:P. - E libere siano le domande

*photo 1 libro di D Editore
 


--
Roberto Guerra
 

lunedì 29 marzo 2021

Zairo Ferrante e il Dinanimismo dal 2009 by Blog Letteratura e Cultura (11-2020)

 Zairo Ferrante, padre del movimento del dinanimismo fondato nel 2009 – Blog Letteratura e Cultura

.....Articolo di Lorenzo Spurio 

Il neologismo dinanimismo, creazione del poeta e medico campano Zairo Ferrante, viene definito come un «movimento poetico-artistico il cui nome rappresenta la crasi delle parole dinamismo e anima»; esso è nato ufficialmente nel 2009 a Ferrara con la redazione di Ferrante e la pubblicazione del I Manifesto.

Scopo del movimento – giovane, ma che ha celebrato già i dieci anni di vita – è quello di promuovere poesia ed altri generi letterari che abbiano come contenuti, forme e potenzialità quelle di contrapporsi in maniera chiara e sentita alle dilaganti banalità e superficialità dei nostri tempi. La Poesia, in particolare, viene intesa come mezzo d’eccellenza quale ambito di unione e ricongiungimento con l’intima essenza dell’uomo; il dinanimismo è a sua volta centro propulsore e motrice del pensiero, ben lontano da un mero esercizio stilistico delle ristrette nicchie di letterati e accademici.

In tale visione muta anche il ruolo dell’artista: non è colui che guarda le cose, si diletta e intrattiene, cerca lo svago facile ma è colui che, con uno spirito di responsabilità e tramite il proprio lavoro, riesce ad attuare una rivoluzione dell’anima, generando idee e opinioni. Pilastro portante di questa innovativa “filosofia” è un approccio aperto che tende alla congettura, vale a dire l’arte – così intesa – non intende “dare risposte”, semmai contribuire a generare interrogativi, a far sorgere dubbi; in una parola: permettere all’uomo di riflettere e domandarsi.

Nell’anno successivo alla sua fondazione, il 2010, arriva la prima vera e completa ufficializzazione di questo movimento per mezzo di un articolo vergato dallo scrittore futurista Roberto Guerra, pubblicato su «Controcultura – Le guide di Supereva», nel quale si legge: «Una nuova specifica poetica e letteratura […] ovvero il Dinanimisno, come divenire dell’Anima nell’era del computer. […] Ferrante, amplificando e soprattutto sperimentando nella parola e nelle elaborazioni teoriche, l’Anima non come compensazione, ma come X-factor creativo e fondamentale sottostante lo stesso spirito scientifico e le sue infinite potenzialità finanche post-umane, ha azzerato ogni querelle umanista obsoleta: dice sì al mondo nel suo divenire, senza perdere più tempo con troppi No da gamberi! In tale amplificazione Ferrante e il suo gruppo ormai, decine e decine di dinanimisti on-line, ha codificato e rilanciato le intuizioni stesse strettamente letterarie di Futuguerra, Donegà, Tuzet e altri, soprattutto al passo proprio con gli orizzonti desiderati, alti e celebri dello stesso Enzensberger, lo stesso Barthes e in Italia – tra non molti – del solito forever young Paolo Ruffilli, oltre a Campa e ai già citati Spatola, Barilli, Zanzotto e lo stesso giovane geniale Saccoccio. La parola al termine della scrittura, o dopo il suo grado zero, infine, si riconnette finalmente e consapevolmente nel Dinanimismo letterario all’archetipo: da dove viene anche il Futurismo e da dove si è moltiplicato ed espanso. Ferrante e i dinanimisti non a caso con riferimenti espliciti a certa psicanalisi futuribile (paradosso di paradosso) di Jung, Marie Louis Von Franz, James Hillman, riscoprono certa matrice postromantica della parola futurista, a suo tempo sorprendentemente intuita da un certo Francesco Flora, dai net-futuristi stessi, in altra articolazione più globale totale, con riferimento a Bergson. […] Ecco il Dinanimismo, brevettato dallo scrittore Zairo Ferrante, come primo logo ufficiale (e virtuale, ovvio, incanto e dis-incanto i futuristi o futuribili contemporanei!) di certa nuova specifica letteratura o poetica neofuturista o futuribile nascente»[1].

.....CONTINUA VEDI LINK IN ALTO


giovedì 5 dicembre 2019

Noi Robot Fantascienza com



Noi Robot di Roby Guerra

Articolo di Pietro Ballio
Giovedì28 novembre 2019



Fantascienza d’avanguardia, iperbolica e anticonvenzionale che si interroga sul nostro futuro nell’epoca dei robot

Dal 2017 il blog tecnoanarchico Asino Rosso pubblica periodicamente ebook d’avanguardia in diversi campi: dalla fantascienza alla letteratura erotica, passando per la futurologia e le cyberculture. Si tratta di saggi, romanzi, poesie opera di autori di spicco nel panorama culturale italiano, curati ed editati dallo scrittore futurista e transumanista Roberto Guerra.
Il transumanesimo (o transumanismo, a volte abbreviato con >H o H+ o H-plus) è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana (Wikipedia).
Guerra, uno dei più noti attivisti di questo movimento futurologico ha contribuito al suo sviluppo attraverso studi, monografie, recensioni ed articoli editi online su testate ufficiali di una certa rilevanza, e raccogliendo questi ultimi in un ebook (Il Transumanesimo italiano Una nuova scienza sociale del XXI secolo), pubblicato qualche anno fa, ne ha esteso la conoscenza ad un pubblico più ampio.
Nell’ambito del progetto La Fantascienza di Asino Rosso, è uscito pochi giorni fa un ebook che sembra molto interessante. Noi, Robot, è chiaro e dichiarato il riferimento alla celebre antologia di racconti stilata da Isaac Asimov, raccoglie una serie di contributi, di diversi autori, sul tema della nuova epoca robotica. Tra i nomi di rilievo, salta subito all’occhio, quello di Sandro Battisti, premio Urania 2014, presente anche nell’antologia Altri futuri curata da Carmine Treanni ed edita da Delos Digital. Esponente di spicco del Connettivismo, con Asino Rosso aveva già pubblicato Stateless e Transitional, una serie di aforismi poetici futuristici che spaziano tra umano e artificiale in una serie di sperimentazioni sorprendenti.
Gli altri scrittori sono: Davide Longoni, curatore del sito La Zona Morta che tratta tutto ciò che rientra nel termine fantastico; Pierluigi Casalino, saggista geopolitico, creativo e poeta; Angelo Giubilei, filosofo e blogger (Pensalibero.it); Bruno Virgilio Tura, sociologo, valutatore indipendente, formatore e facilitatore, consulente strategico, fondatore del network valut-azione.net.

Il libro
“Io Robot (I Robot) è una raccolta di racconti di fantascienza di Isaac Asimov, del 1950. … hanno per protagonisti i robot positronici.  Sono basate sul tema delle tre leggi della robotica…”. A cura dello stesso Guerra, futurista, in questo eBook, ispirato liberamente al celebre maestro della Fantascienza, diversi futuribili italiani omaggiano la nuova era robotica, i nostri amici intelligenti del futuro prossimo… salvo possibili errori umani…

Gli autori

Roberto Guerra (Ferrara, 9 settembre 1960), noto anche come Roby Guerra e Futurguerra, è uno scrittore italiano e videopoeta, promotore dagli anni '80 del nuovo futurismo e per una nuova poetica prossima al futurismo, al connettivismo ed al transumanesimo, di cui è coordinatore del LLF, Laboratorio Letteratura Futurista (AIT). Ha pubblicato alcune raccolte poetiche, alcuni saggi, romanzi di fantascienza, tape o CD di poesia sonora e computerpoesia, video. Ha curato (con lo scrittore e critico letterario Lamberto Donegà) la rivista Poeticamente (anni '80 e '90). Ha partecipato (con Franco Ferioli), con Fiori della Scienza alla rassegna video U-Tape 1985, a cura del Centro Video Arte di Ferrara. Ha collaborato e pubblicato (anni 90) con la rivista letteraria La Revolte des Chutes (Parigi), (a cura del poeta Marc Kober) e partecipato – con il tape di computerpoesia Les Robots de 7 ans – all'evento Marché de la poesie, 1991 (Parigi). Ha collaborato (anni' 80 e '90) con il periodico Futurismo Oggi (a cura di Enzo Benedetto, Roma). Ha pubblicato alcuni testi per la rivista letteraria Argo di Bologna (2010), la poesia L'era dei robot (con lavoro grafico del videoartista Maurizio Camerani) per la rivista Numero Zero (Ferrara). Da Balla Marinetti (2005, poesia sonora con G. Felloni), ha realizzato( con lo scrittore Riccardo Roversi e la coreografa/ballerina Alessandra Fabbri) lo spettacolo transfuturista (tecnodance), Punkedelyc Cybernova. Ha realizzato i video Bunker e New Dance Pop (con Andrea Forlani e Filippo Landini, 2000), Automata Voltaire (con Vitaliano Teti, 2007), Ninna Nanna di Marinetti (con Massimo Croce, 2008), Moana Lisa cyberpunk (2010). Ha partecipato, nel 1999 (Ferrara) al Convegno sull'Immaginario Contemporaneo (a cura di Roberto Pazzi). Ha partecipato a alcune edizioni di The Scientist, video festival internazionale di Ferrara: città in cui, nel 2009 ha curato con Ferrara Video&Arte, un centenario futurista, segnalato dalla Rai nello speciale Il Futuro del Futurismo. Nel 2007 ha curato a Ferrara, Futurismo Renaisance, anteprima del centenario futurista (versione video con Eugenio Squarcia). Ha curato «Biancaneve a New York» della poetessa Sylvia Forty (Este Edition, 2002, Ferrara). Ha partecipato a Tranvision 2010 (Milano) convegno internazionale sul transumanesimo. Come blogger, dal 2008, cura, la rivista online Futurismo 2009, il blog giornale futurista Asino Rosso, la casa editrice online Futurist Editions e dal 2011, il blog Nuova Oggettività , per l'omonimo progetto culturale. Ha curato, dal 2009 al 2012, le guide Controcultura e Ferrara per SuperEva.
Gli scrittori e i testi inclusi nell’antologia sono: Lorenzo Barbieri, La Zettabyte Era; Sandro Battisti, La sconfitta fluisce nella rete; Pierluigi Casalino, Dopo Golem Aleph; Vitaldo Conte, Robot invisibili; Angelo Giubileo, Una mente discreta; Roby Guerra, Robot di tutta Italia unitevi!; Davide Longoni, Un esercito di robot; Bruno V. Turra, Robot Revolution.
AA.VV. a cura di Roby Guerra, Noi, Robot, Asino Rosso Ebook (41), pagg. 48, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store), Euro 3,99



sabato 6 aprile 2019

Youmandesign "New Renaissance Electro di Roby Guerra"

  

 *photo Florian Schneider-Kraftwerk- dal web

di Davide Foschi

Presentazione della nuova rubrica di YOUMANDESIGN:
"New Renaissance electro" di Roby Guerra - MetaRoby
Un'altra interessante rubrica va ad aggiungersi a quelle che YOUMANDESIGN propone a tutti i Cittadini del Nuovo Rinascimento e agli amici collegati: Roby Guerra, già nostra nota conoscenza, scrittore e "intellettuale" (parola desueta? impariamo semplicemente ad utilizzarla correttamente e non a vanvera...), cittadino del Nuovo Rinascimento, presenta la nuova sezione Arte Elettronica o Computer Art (Poesia elettronica-sonora, video-poesia-arte, ecc) "New Renaissance electro" che integra ora programmaticamente il menu generale dell'estetica del Nuovo Rinascimento da me fondato e diretto.
Qua accenno soltanto alla "poetica" elettronica che muove il percorso del nostro "MetaRoby" (chiamamolo cosi d'ora in poi) in sintonia esauriente con quella della mitica avanguardia artistica del Metateismo e poi in generale di tutto il Nuovo Rinascimento, come si può già evincere dai clip (vedi link) dedicati, primi esempi clip del progetto specifico.
E' il bordo - sintetizzando - del Metateismo strettamente futuribile e postfuturista (come giusto che sia dalla matrice di MetaRoby): una sintesi tra nuovo romanticismo e avanguardia, parole/immagini strettamente poetiche e immagine/parole strettamente umaniste/scientifiche.
Sempre dall'archetipo essenziale del Primo Rinascimento, come ulteriore contributo per il Nuovo Rinascimento.
Siamo anche folli, oltre che saggi... se fossimo solo gli uni o solo gli altri saremmo come tutti gli altri e allora... buonanotte al Nuovo Rinascimento...!
A voi i links e buona visione
https://www.youtube.com/playlist…

 https://www.facebook.com/groups/youmandesign4nr/permalink/991105684412388/

lunedì 10 dicembre 2018

Per un nuovo materialismo scientifico – dialogo con Roby Guerra *

Pensa Libero

di Angelo Giubileo | 26 novembre 2018
Su sollecitazioni del mio amico Roby, che cosa intendo con l’espressione Transumanesimo della vita quotidiana?
Nel 2003, il fisico e Autore Jim Al-Khalil pubblica per la prima volta da Weidenfeld & Nicolson Ltd., London, un saggio dal titolo Quantum. A Guide for the Perplexed. Il saggio viene tradotto in italiano ed esce da Bollati Boringhieri nel 2014 con il titolo La fisica dei perplessi.
Nel saggio è descritto l’approdo della ricerca attraverso la fisica classica alla fisica quantistica e conseguentemente lo stato dell’analisi e della ricerca, evidenziato in copertina, nell’“incredibile mondo dei quanti” che potrebbe darci “una spiegazione, finalmente comprensibile, di com’è fatto il mondo”. Così che il testo del saggio conclude: In ogni caso una cosa è certa: non abbiamo ancora visto il meglio che la teoria quantistica ha da offrire. Il futuro ci sorride. I quanti sono il futuro.
E allora: 1) non c’è alcun dubbio che si tratti quindi di una vera e propria scoperta e quindi di una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di “pensare l’essere”, nel senso inteso da Parmenide per cui “la stessa cosa è pensare e essere” e l’essere – è bene sempre precisarlo a noi-umani – “è e non è possibile che non sia, il non essere non è e non è possibile che sia”; 2) dal discorso ontologico di Parmenide al discorso della “fisica” con Aristotele, in cosa è possibile prevedere sviluppi? Ovverosia, nel senso, chiariamo, che sia possibile approdare a un risultato diverso che non sia la semplice enunciazione parmenidea che l’essere: “è”; ma sia invece possibile aggiungere, almeno per noi-umani e quindi in relazione al nostro essere nel mondo, un discorso in qualche modo pieno di altro significato, diciamo così che non escluda l’inadeguatezza dell’essere-umano a percepire il significato dell’essere, e quindi non muti il risultato dell’analisi ontologica, a cui perviene non solo Parmenide ma l’intero complesso dei “più antichi progenitori” di cui dice anche Aristotele,  ma in qualche modo cambi il nostro stato di “dimora” heideggeriana nel mondo dell’essere; 3) Hannah Arendt, nel suo saggio Vita activa, conclude dicendo che “l’azione degli scienziati, poiché agisce nella natura dalla prospettiva dell’universo e non nel tessuto delle relazioni umane, manca del carattere di rivelazione dell’azione come della capacità di produrre vicende e storie, che insieme formano la fonte da cui scaturisce il significato che illumina l’esistenza umana”. Semplicemente, si sbagliava. Ma, per affermare ciò, occorre in qualche modo provarne almeno la possibilità, e quindi convincere di ciò i perplessi, come lei fondamentalmente diceva di essere.
Quindi, fatto salvo il pensiero di Parmenide, cosa e come potrebbe cambiare in qualche modo il significato che illumini la nostra-umana o post-umana esistenza?
Non essendo un fisico, avverto il lettore che proseguirò qui riportando ampi stralci delle conclusioni (per non concludere) del saggio citato di Al-Khalili. A cominciare dall’insegnamento di Plank di cent’anni fa:
Egli iniziò la rivoluzione quantistica ipotizzando che l’energia non fosse infinitamente divisibile, ma fosse invece composta di blocchi irriducibili, quanti di energia, così come la materia è costituita di blocchi fondamentali indivisibili.
Ma, pur dubitando che esista un’unità percettivamente indivisibile di materia ed energia, così che si ritorni alla critica alla particella elementare di Democrito, resta in ipotesi la possibilità che si pervenga in qualche modo, mediante la fisica dei quanti, all’identificazione di “un’unità di spazio e di tempo”, espressione che finisce con l’accomunarci, da misurare in base alla scala di Plank ed è questa scala – scrive l’autore – che si può pensare come una scala di distanze.
E dunque scopo della ricerca della Fisica permane quello (almeno da Democrito in poi e senz’altro a torto di Aristotele e dei filosofi che hanno abbandonato la via tracciata da Parmenide) e questo di definire l’unità di spazio e di tempo, sia che lo spazio e il tempo siano, l’una o l’altra o entrambe, grandezze fisiche realmente esistenti sia che siano grandezze opinabili secondo il modello o schema propri della mente-umana.
E allora le domande sono: 1) sarà possibile costruire un modello o schema di pensiero diverso? La risposta immediata è che non può essere escluso; 2) sarà possibile annullare la misura della distanza dello spazio e del tempo, così che in realtà non esista un’unità distinguibile di spazio e di tempo ma solo l’ipotesi del “continuum” così come formulata, tra tanti altri, anche dallo stesso Parmenide? 3) ma, anche posto che non lo sia, e quindi continuando a pensare in base a un modello o schema divisorio, quale quello delle relazioni fisiche tra “enti” (ciò che è, al plurale sono), la scoperta e l’identificazione di tali unità a cosa potrebbe condurci?
Ma, prima di affrontare quest’interrogativo, è forse bene precisare che, come riportato dall’Autore, uno dei dogmi principali delle teorie di Einstein (è che): lo spazio e il tempo si possono definire solo nei termini delle relazioni tra i diversi eventi (il linguaggio qui ripete ancora una volta la terminologia in uso ai più antichi progenitori di Aristotele, e in particolare di evento o ente che accade da “ciò che” di cui dice Anassimandro, all’inizio della scienza filosofica dei Greci, è l’origine e la trasformazione di tutte le cose). E dunque, posto che sia così, passiamo ora all’ipotesi di una nuova esperienza fisica basata su un nuovo modello o schema scientifico.
Nell’attualità, l’ipotesi senz’altro più ricercata è forse quella della costruzione di un cervello quantistico. I transumanisti, nuovi filosofi dello spazio e del tempo presenti, parlano apertamente di uploading della mente, cioè banalmente della possibilità di trasferire o copiare una mente cosciente da un cervello a un substrato non biologico. Ipotesi, dunque, che non escluderebbe la dimensione di un corpo fisico nello spazio, nel qual caso si tratterebbe per l’appunto di un substrato non biologico. Quanto alla dimensione del tempo, invece, il discorso potrebbe restare qui e per ora in sospeso, ma non nel prosieguo del testo, e si spiegherebbe già a mio modo d’intendere il discorso dell’essere con il fatto che già Esiodo riportava in sintesi il pensiero dei più antichi progenitori in base al quale in principio fu il caos o spazio abissale o nel linguaggio della fisica moderna ciò che chiamiamo ancora oggi Big bang. Crono, riflettevano gli antichissimi, nasce infatti dopo.
E allora, in merito alla riflessione circa il processo di origine della coscienza, ecco in particolare cosa scrive ancora l’Autore:
Secondo Penrose, la sovrapposizione di diversi stati quantistici non collassa a causa dell’atto della misurazione, della presenza di un osservatore cosciente e nemmeno dell’interazione con l’ambiente. Invece, sostiene, il processo avviene anche per un sistema isolato, per mezzo di un processo fisico collegato alla natura dello spaziotempo. Secondo Penrose, la “riduzione oggettiva”, o collasso, della funzione d’onda avviene a causa delle diverse geometrie dello spaziotempo di ogni stato nella sovrapposizione. (Quindi, se una particella è in sovrapposizione in due posizioni diverse, la curvatura dello spaziotempo sarà differente, a seconda di dove è più probabile che si trovi la massa della particella). Una volta che la differenza nelle geometrie arriva a un certo livello critico, come quando la particella risulta in correlazione con l’ambiente, la sovrapposizione diventa instabile e collassa in uno solo degli stati possibili. Naturalmente né Penrose né nessun altro conosce i dettagli di questo meccanismo, perché non abbiamo una teoria quantistica della gravità.
Questa interpretazione è stata applicata da Penrose e Stuart Hameroff per spiegare come si possa “accendere” la coscienza nel cervello. Dovrei prima spiegare che i due ricercatori fanno appello alla meccanica quantistica perché pensano che il modo in cui “pensiamo” sia fondamentalmente diverso dal modo in cui un calcolatore elabora gli algoritmi. Questa “non calcolabilità” del pensiero cosciente, sostengono Penrose e Hameroff, deve affidarsi a qualcosa di diverso della fisica classica, cioè la fisica quantistica. E credono di aver trovato proprio il mezzo biologico che protegge all’interno del cervello la delicata coerenza quantistica dall’ambiente esterno.
Breve inciso di carattere personale: il termine “coerenza” mi riconduce sostanzialmente a una delle fondamentali conclusioni matematiche a cui è pervenuto il matematico austriaco Kurt Godel con i suoi Teoremi dell’indecidibilità.
Ma, proseguiamo con il testo dell’Autore:
I neuroni contengono polimeri cilindrici cavi chiamati “microtubuli”. Questi sono a loro volta costituiti di una singola proteina chiamata “tubulina”, che può essere in sovrapposizione di due forme leggermente diverse. Penrose e Hameroff sostengono che i microtubuli hanno esattamente le proprietà giuste affinchè questa sovrapposizione si mantenga e si espanda alle tubuline circostanti. Così si mantiene una sovrapposizione coerente per un periodo di tempo significativo, il che permette ai processi precoscienti di emergere. Il collasso della sovrapposizione avviene quando si raggiunge la soglia critica di Penrose, e la coscienza si accende. Naturalmente questo processo avverrebbe in continuazione nel cervello. Forse non c’è bisogno di costruire un computer quantistico, dopo tutto: ne portiamo uno a spasso nel cranio tutti i giorni!
Il problema principale per i ricercatori e per tutti i tipi possibili di computer quantistico sarebbe dunque quello d’isolare le sovrapposizioni dall’ambiente circostante.
Ma, prima di concludere (per non concludere) queste brevi annotazioni, direbbe Heidegger che occorra piuttosto un’altra “delucidazione” dell’Autore, a mio parere, che introduce all’idea del meccanismo che sarebbe capace di far funzionare il teletrasporto quantistico e l’effetto sarebbe ciò che noi oggi chiamiamo entanglement quantistico.
A parte i principi, non mi addentrerò oltre nei meccanismi della fisica quantistica, che sostanzialmente, da filosofo, ignoro. Ma, è davvero utile, ribadisco, leggere cosa dice in fine il fisico e divulgatore Jim Al-Khalili:
E’ importante sottolineare che il teletrasporto quantistico non implica una sorta di trasporto istantaneo non locale, perché parte dell’informazione necessaria a ricostruire il sistema quantistico a destinazione dev’essere trasportata con mezzi classici (cioè non più velocemente della luce). Ma l’eleganza di questo metodo (su cui qui io sorvolo) sta nel fatto che il resto dell’informazione, perduta durante la scansione/misurazione (irrimediabilmente, si pensava, a causa del principio di indeterminazione), si può in realtà ricostruire a destinazione, grazie a correlazioni quantistiche non locali di altre particelle(…) Quindi trasferire tutta l’informazione contenuta in una particella quantistica è equivalente a trasferire la particella stessa(…) L’informazione è tutto.
Annulleremmo così le distanze del tempo. Quanto allo spazio, forse, ne dovremmo riparlare. Roby, come ti ho scritto: il futuro è aperto. Anzi, apertissimo.
Ciao, a presto.
Angelo Giubileo

Transumanesimo: Dialogo con Angelo Giubileo. E l’Italia?

Pensa Libero

Il transumanesimo ha avuto una stagione in progress eccellente qualche anno fa con la nascita di due importanti Associazioni regolarmente iscritte all’attuale astronave madre Humanity Plus americana.

di RobyGuerra | 3 dicembre 2018
Il libro recente del giornalista scientifico irlandese M. O’Connel, “Essere  una Macchina”  edito da Adelphi, sigla uno spartiacque  per certo dibattito sul futuro in Italia e per il cosiddetto transumanesimo,  ovvero la futurologia o futurismo radicale attuale. Giubileo in Italia, come simpatizzante  e attivista del movimento (presente in due volumi + 1  in programma nel 2019 per Sovera-Armando,  Futurologia della vita quotidiana- Asino Rosso eBook,  Futurist Renaissance (Hiperion) e Transumanismo della vita quotidiana…) segnala a partire da un certo Parmenide, all’alba dello spirito scientifico…, certa ala filosofica che già amplia l’intrigante ma incompleto  dossier dell’irlandese: il futuro viene da lontano, dall’avvenire al passato come futuro anteriore,  ancorato in libertà a una rigorosa e anche letteraria  etica ed estetica della conoscenza,  la tecnoscienza come abc. Più in generale il cosiddetto transumanesimo è  bordo d’avanguardia della comunità scientifica, non solo  fantascienza utopica, peraltro, come ben disse un pioniere della futurologia,  un certo Robert Jungk,  a metà del secondo novecento, legittima complementarietà, per una nuova scienza sociale eclettica (dall’economia come previsione sociale  alla psicologia della futura vita quotidiana, quindi tra scienze “esatte” e scienze  umanistiche). E in Italia?
Il   transumanesimo  ha  avuto una stagione  in progress eccellente  qualche anno fa con la nascita di due importanti Associazioni  regolarmente iscritte all’attuale astronave madre Humanity Plus americana:  ovvero l’Associazione Italiana Transumanisti Italiana (AIT) di Milano, fondata dai vari Riccardo Campa,  Stefano Vaj, Giulio Prisco e altri, filosofo e sociologo della scienza, futurista e informatico futurologo, rispettivamente) e il Network transumanisti dei vari Estropico, D. DE Biase e  G. Stile). In particolare l’AIT ha curato la rivista Divenire con  importanti volumi a più voci,   5 in tutto coinvolgendo diversi transumanisti internazionali (Max More valga su tutti, quello della Alcor crionica) e  anche noti ricercatori  progressisti quali ad esempio  Pellicani, Schiavone ecc.,  lo stesso  G. Vattimo; e  di carattere strutturale a  Milano un convegno internazionale Transvision 2010,  i leader del movimento presenti,  ancora M. More,  A. de Grey, M. Rothblatt,  N. Vita More,  D. Orban, B.  Goertzel.
Oltre all’ala stessa neofuturista,  A. Saccoccio, V. Conte e chi scrive.
Riguardo il libro di O’ Connell  sopra citato, necessario evidenziare tra i diversi bachi, l’assenza proprio di Riccardo Campa e qundi del transumanesimo italiano, nonostante il ruolo stesso internazionale dei suoi promotori (almeno a suo tempo), di Campa in particolare la ricognizione italiana (in senso anche pubblicistico, “Mutare o Perire”, Sestante ediz.)  più esauriente sulla vera natura scientifica e divulgativa del Transumanesimo.
Ancora pochi anni fa,  proprio i transumanisti italiani hanno dato impulso a una nuova stagione italiana stessa della futurologia e del futuribile, stimolando la nascita e il decollo ad esempio delle navicelle…  oggi più attive e in progress,  l’IFF (Italian Institute for the future) di R. Paura e altri (Napoli) e Space Renaissance di A. Autino e altri,  in questi giorni a Houston  con la Nasa stessa per una importante  iniziativa per le scienze spaziali del nostro tempo.
Va da sé,  il discorso transumanista italiano, anche paradossalmente,  attualmente  pare statico e relegato in dinamiche  relativamente marginale, almeno come Rete in certo senso esaurito.
Nel frattempo sulla scena internazionale da alcuni anni è emersa la figura dell’americano stesso Zoltan Istvan,  promotore di una nuovo transumanesimo, essenzialmente laico, libertario, progressista e anche politico (Istvan  candidato virtuale a Usa 2016 e nel 2018 candidato per la California). Insomma, una svolta per un nascente Science Party  che ha innestato  paradossali conflittualità  nel movimento, ma Istvan ha ragione e  non a caso oggi il transumanista più noto con lo stesso  notissimo  R. Kurzweil  della nasa e di Google (anche proprio Larry Page!). Personalmente l’abbiamo intervistato un paio di volte e  in effetti  da qualche tempo stiamo esplorando anche con altri (il giornalista-filosofo stesso Giubileo, l’italo francese  I. Bruno e M. Ganzaroli, scrittore,  il metateista D. Foschi,  lo scrittore e intellettuale P. Bruni del Mibact stesso, ecc.) una nuova sonda transumanista futurista italiana (culminata con i libri di cui sopra,  una partner ship mediatica proprio con Space Renaissance per il recente ancora Convegno di Bologna, Officine Orbitali…) che segnala  il transumanesimo  non solo come previsione remota anche del futuro, ma come futuro presente e quotidiano,  nella sua ormai dimensione vivente quindi  prossima per forza anche alla letteratura “scientifica” e a certa postfilosofia:  il postumano come umanesimo scientifico.  Per correggere la percezione stessa del transumanesimo in generale,  nient’altro che un’ala stessa dell’umanesimo scientifico contemporaneo.
E  nello specifico la nostra giovane sonda, molto post internet e minimalista,  direttamente prossima alla svolta politico sociale innestata da Zoltan Istvan, in sé ovviamente allo stato attuale metapolitica,  da un lato e  anche al progressismo stesso sempre esplorato dallo stesso italiano R. Campa (si veda un suo libro ancora recente significativo “La Società degli Automi”).
Se si vuole per quel che riguarda quel che ci piace chiamare Italian Transhumanist, per certa sua anche peculiarità letteraria e filosofica,  semplici input,  ma la rotta  dovrebbe essere condivisa , vista la crisi anche in Italia del progressismo.  Davvero impossibile nel futuro prossimo, con la comunità scientifica italiana in primo piano nell’agorà politico un Partito della Scienza? Ci sembra anche una logica direzione della nuova futurologia italiana se mira  a un pragmatismo concreto oltre le attuali dinamiche essenzialmente sia accademiche che movimentiste intellettuali.
La fine ormai conclamata e anche da tempo del novecento italiano progressista, vero laico e tecnoscientifico e neoumanista  necessita di  “salti quantici” politico sociali di cui le avanguardie futuriste in senso futurologico possono essere la matrice ex  novo:  per –  in pratica-  soprattutto scienziati  in senso lato anche culturale- come nuova tipologia del tipo stesso politico.
Scienza o Barbarie?

Roberto Guerra
Info   R. Guerra  personal blog
intervista a Zoltan Istvan  hplus magazine,  italian transhumanist blasting news
Transvision 2010    su  Riccardo Campa  Mutare o Perire
*Angelo Giubileo  L’essere e il nulla nel’età della  tecnica (La Carmelina ediz.)  intervista;  sul transumanesimo e   la filosofia  (Pensa Libero)

Transumanesimo: Zoltan Istvan segnala Asino Rosso dagli Usa

by Zoltan Istvan...  Asino Rosso

 

Nel suo personal blog su GOODREADS (Usa) il celebre  futurologo e  transumanista Zoltan Istvan ha segnalato, vdei links,  il  netquotidiano italiano  e da Ferrara, .... Asino Rosso....

venerdì 24 agosto 2018

Manifesti Futuristi (Tiemme edizioni eBook)



Trenta “spregiudicate provocazioni” culturali! In questa antologia sono raccolti i Manifesti Futuristi scritti da Filippo Tommaso Marinetti (talvolta in collaborazione con altri) pubblicati fra il 1909 e il 1941. Dall’iniziale celeberrimo Manifesto del Futurismo del 1909 al Manifesto tecnico della Letteratura Futurista del 1912, dalle Parole in libertà del 1913 al Teatro Futurista Sintetico del 1915, dalla Cinematografia Futurista al Manifesto della Aeropittura e così via… leggere per credere. In apertura una preziosa Prefazione del neofuturista Roberto Guerra.

Manifesti Futuristi (1909-1941)

venerdì 6 luglio 2018

L'ultimo Futurista Estremo





Fin dal suo esordio letterario, ben oltre trent’anni fa, Roberto Guerra ha rivendicato la sua formazione futurista e la propria arte neofuturista e avanguardistica. Ma questo libro non accoglie sue opere significative o esemplari (forse l’autore nemmeno l’avrebbe consentito), piuttosto antologizza una selezione di interviste - mai edite prima in volume - che giornalisti, intellettuali e scrittori gli hanno sottoposto nel corso del tempo e alle quali Guerra non si è sottratto ma anzi ha accolto di buon grado approvandone la “creativa” impostazione critica.
Tiemme edizioni digitali/StreetLib...


ESTENSE COM
https://www.estense.com/?p=708847

FERRARA ITALIA * di R. Roversi

lunedì 1 gennaio 2018

“Il Nemico”, scuola di formazione degli FGS, per un Socialismo 2.0

fonte AVANTI! on line
6-12-2017

Tutto pronto per prossima scuola di formazione nazionale dei giovani socialisti, che si terrà l’8-9-10 Dicembre (2017 NDR) a Santa Sofia (FC); una tre giorni nel quale i quadri della Federazione, giovani ragazze e ragazzi provenienti da tutta italia, si confronteranno con i vari ospiti.
Il tema, quello provocatorio de “il nemico”, è stato scelto per un motivo precisamente illustrato dal segretario Sajeva: “Abbiamo avuto una prima scuola di formazione dedicata alla politica internazionale, una seconda all’amministrazione locale, una terza alla leadership. È venuto il momento di far confrontare i ragazzi con sensibilità e storie diverse e opposte. Siamo in cerca tanto di contrasti quanto di parallelismi se non addirittura convergenze impensabili. Dobbiamo metterci alla prova, confrontandoci con le ragioni altrui, perché diamo troppo per scontati i nostri valori e le nostre conquiste e questo esercizio di disorientamento serve proprio per rafforzarli; coltivando quella costante e frenetica revisione turatiana che non deve lasciare scampo ai nostri difetti spesse volte protetti da troppa vanagloria, Il socialismo per sopravvivere deve mettersi in discussione. Non è vera eresia se inizialmente non sembra una bestemmia”.
L’evento inizierà venerdì 8, alle 17.00, con il dibattito “populisti e grillini”: con Tommaso Nencioni, giornalista e fondatore dell’associazione Senso Comune; e con Vittorio Valletta, attivista politico cesenate, cofondatore del movimento civico “Cesena Siamo Noi” ed ex M5S.
Sabato 9 è la volta dei “transumanisti e algoritmici” alle 9.30: con il contributo video di Roby Guerra scrittore e videopoeta*; e di Giulio Prisco, presidente dell’Associazione Italiana Transumanisti. Alle 10.30 invece i giovani socialisti si confronteranno con si confronteranno su “L’uomo prigioniero delle proprie paure”, e precisamente con Lorenzo Corelli, già dirigente nazionale del PSI, ma stavolta in veste di “Pensatore Laico”, che approfondirà il tema che affascina l’umanità nella perenne ricerca del proprio destino.
Dopo pranzo, alle 14.40, sarà la volta di Luigi Iorio, membro della Segreteria Nazionale del PSI, quale rappresentante de “i nemici di sempre: noi stessi”; equivoci ed errori del socialismo italiano nella storia, specialmente in quella recente. Alle 16.00 l’incontro con Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate, settimanale diocesano, con il quale i giovani socialisti parleranno di quello che è successo e sta succedendo all’interno della Chiesa. E infine alle 17.30, sarà la volta di “fascisti e comunisti”, in Italia generati da “scissioni” dal PSI; i ricercatori storici Stefano Pierucci e Palmiro Capacci ragioneranno sui motivi della nascita di queste due ideologie politiche, approfondendone la storia e gli aspetti ideologici.
Domenica infine, alle 10.30 i giovani socialisti si confronteranno con Alessandro Rico: dottorando in Political Theory alla LUISS e giornalista per “La Verità”, perlerà sul “liberismo”; spiegandone la natura, ma anche le contraddizioni.
*IL TESTO allegato di Roby Guerra
TRANSUMANESIMO POSITIVISMO SOCIALISMO
Spesso diverse critiche alla futurologia scientifica radicale (ovvero al Transumanesimo) procedono ancora nel 2017 da pregiudizi cosiddetti antiscientisti quantomeno obsoleti: al contrario la famosa stagione Positivista (per intenderci) ottocentesca storica, con i vari Comte, Saint Simon (e ante litteram un certo Lamettrie- quello dell’Homme Machine.., Condorcet,... Bacone ) e altri, letta sul piano conoscitivo e epistemico (teoria della conoscenza) appare persino più immaginaria di certo immaginario (appunto idealista o romantico). Tutt’oggi, forse, si riflette poco storicamente su quell’Ottocento orizzonte che vide confrontarsi nelle altitudini del pensiero moderno, Liberalismo, Socialismo e… Positivismo…  Alla fine come scenari sociali e politici vinsero il Liberalismo e il Socialismo, il primo, bene o male foriero di tutto poi il progresso occidentale, il secondo antivirus nelle sue versioni europee e occidentali come antivirus fondamentale al Libero Mercato e purtroppo sola utopia nei fallimentari regimi comunisti arcinoti.
Il Positivismo continuò in ogni caso e (altro che scientismo) via via trasformato e adattato al divenire scientifico fino ai giorni nostri, fino alla cibernetica e le scienze contemporanee di punta o comunque i suoi diversificati paradigmi, dal neopositivismo a Popper (e lo stesso paradossalmente Feyarabend), gira e rigira alla futurologia scientifica, a ben vedere l’Umanesimo Scientifico tout court, incluso il Transumanesimo.  Ma sparito dagli orizzonti strettamente politici…
Siamo sicuri– secondo parecchi sociologi o economisti- per i suoi azzardi cosiddetti scientistici o al contrario , proprio nella flagrante crisi e fine del socialismo radicale o del turbo capitalismo, contemporanee, sotto gli occhi di tutti,  certo Socialismo e certo Liberalismo si rivelano come Resistenze del moderno stesso incompiuto a un Mondo Nuovo basato strutturalmente, anche a livello politico, sulla Scienza e la conoscenza (soprattutto scientifica ma in senso aperta anche alle Scienze sociali e umane, letteratura e arte incluse) e magari la meritocrazia (o tecenecrazia con la E, arte….) ?
Già perché persino Marx rifletteva eccome un punto crociale del cosiddetto Positivismo sociale e scientifico: certa analisi della storia evolutiva tutt’oggi assai pertinente, il salto quantico tra l’eone per cos’ dire pre-scientifico e la rivoluzione scientifica di Copernico, Galileo ecc: non solo una rivoluzione tecnologica con il Meccanicismo originario, poi evolutosi o meglio trasformatosi nell’Illuminismo, il Positivismo e potenzialmente il Socialismo storico “originario”.
Quello spartiacque già profondamente darwiniano che nessuna legittima poi rettifica nella complessità (non tutta la scienza è solo Naturale o Esatta, non tutto il Medioevo era solo una fake news religiosa e dell’Inquisizione, non solo il Moderno era ed è solo Reale e conoscitivo, anche tutto il grande passato come futuro anteriore in sinergie anche astoriche e  aspaziali, ecc.). Ma nel secondo novecento tale anno zero come mappa e hardware e registro di sistema, prendendo a pretesto certa antropologia  e storiografia giustamente più complesse e per così dire stratificate, ha relativizzato eccessivamente e off topi  l’evoluzione storico sociale e conoscitiva già darwiniana.
Generando poi attualmente quel pensiero unico e politicamente corretto che non differenza più tra robot che lavorano su Marte con una iperbole e  certa creatività primitiva o anche medievale, omologando pericolosamente la s-oggettiva storia dei popoli, certo andazzo attuale e – contrariamente- a quanto afferma certo anche pseudo laicismo pseudo progressista- finanche certo eco luddismo prevalente-  ennesima “resistenza” all’evoluzione scientifica e umanista doc delle società postmoderne e  prossime postumane.
In tal senso la contemporanea emersione e in senso anticonvenzionale ed eretica del trans umanesimo o futurologia scientifica radicale che rilancia nettamente il senso del futuro e del progresso  in quest’epoca defuturizzata, a parte la rivoluzione scientifica e se si vuole postpositivista che caratterizza (ed è quasi un ossimoro con le parallele involuzioni strettamente politico-sociali anche in Occidente)  l’ultimo pensiero forte e antiliquido ancora capace di tracciare, sebbene come scienza e opera di scienza aperta-  mappe del Reale possibile fondamentali…
Futuribili e transumanisti  segnalano e testimoniano orizzonti rivoluzionari: e spesso già decenni..
Se le classi dirigenti e politiche contemporanee avessero preso sul serio, ad esempio, le analisi anticipatorie di un Alvin Toffler o di un Marshall McLuahn (e altri scienziati sociali meno spettacolari), l’Automazione (e derivati, robotica, telelavoro e smart working) che oggi spaventano sociologi e politici (analisi di fine secondo novecento!)  l’evoluzione tecnologica nell’industria sarebbe andata di pari passo con politiche a medio lungo termine di adattamento creativo e desiderante con il mondo del lavoro.  
Tale esempio storico negativo  vale anche per le più radicali prospettive transumaniste: dalla crionica alla longevità alla convivenza imminente con nuove specie intelligenti artificiali (Cyborg, Homme Robot ibridi e potenziati dalle nuove e soprattutto future imminenti nuove body tech – già inferibili da alcuni propotipi) fino alla cosiddetta Singolarità tecnologica (Raymond Kurzweil e altri docet), alla nuova era spaziale anche come insospettata futura space economy…
Transumanisti e futurologi o semplicemente l’ultima generazione cibernetica sociale  , come Toffler e McLuhan 50 30 anni fa…  segnalano futuri possibili e probabili e verosimili creativi e desideranti..
Naturalmente le ancora peggiori classi dirigenti attuali sono e restano cieche e sorde e – a dispetto delle potenzialità -  qualsiasi previsione altro non può essere che pessimista: consapevolezze generali nelle stanze dei bottoni (al di là di alcune dinamiche puramente formali e anche retoriche) per piani a medio lungo termine, restano nel mondo dei sogni…
Gli storici del futuro, di questo passo, parleranno di incredibili dissipazione delle risorse tecnologiche possibili nel XX/XXI secolo!
E tale baco solare  purtroppo si addice particolarmente (i Conservatori per loro natura non sono le ricette ottimali e per forza visti i legittimi – sia ben chiaro in democrazia – dei loro paradigmi) al progressismo possibile contemporaneo: che ha semplicemente perso il suo DNA memetico non scommettendo più sul serio sul Futuro ed il Progresso, ipnotizzato nelle ambiguità fatali del mito dell’ecologismo (non l’ecologia scientifica che è altra dinamica) e del terzomondialismo (captato e promosso non in senso evolutivo come già l’intendeva lo stesso Marcuse, dopo la Tecnica e la Scienza come registro di sistema, piaccia o meno, anche per terzo e quarto mondo).
In tal senso , intendendo il positivismo e il progressismo ottocenteschi nel loro fatale divenire oggi techno e 2.0 (quindi ripetiamo nella complessità) ci limitiamo a segnalare come Nuovo Progressismo lo stesso progetto recentissimo e aurorale del futurologo e transumanista americano Zoltan Istvan e in Italia in particolare  le analisi dello stesso Riccardo Campa. 
Basterebbe un semplice esperimento sociale per svegliare anche i progressisti attuali: 3-4 giorni con un blackout globale delle tecnologie…  Il giorno dopo, di facili ambientalisti  non ne resterebbe uno…