https://www.pensalibero.it/pubblicita-orwelliana-non-stop-2/
---------di Roberto Guerra
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Nel secolo scorso, il sistema pubblicitario era anche giustamente criticato da sguardi progressisti, si pensi solo al celebre "I persuasori occulti" di V. Packarde, a M. Mc Luhan, ancora prima E. Fromm e la Scuola di Francoforte, lo stesso E. Morin (L'industria culturale), il dibattito era in primo piano per scenari sociali più evoluti. Anche troppo, come puntualizzò soprattutto il più grande di tutti McLuhan e come poi dimostrò certa pubblicità creativa persino allo stato nascente (Depero ecc. fino persino alla stagione (in Italia) del famoso Carosello. Era in fondo la stessa nuova cultura popolare appunto creativa teorizzata persino da Gramsci, il discernimento tra logica perversa del business Merce e nuova culture pop nello scorso secolo esplosa negli anni 60, lo stesso Warhol. Arte e Moda almeno parzialmente segnalavano il fenomeno mediatico....
Dal duemila, invece una implosione letterale, dal Covid e la guerra russo ucraina e le crisi economiche, tutto è in degrado, ma nell'incoscienza e oblio globale, anche dal punto d'ascolto cosiddetto progressista, anzi i persuasori occulti dominano gli spot ovunque, giornali, televisione internet, social network diventati persino solari alla luce del sole...
Tutta la politica, l'economia, la cultura stessa, la vita quotidiana in breve ha trasformato quasi tutto e gli umani nello specifico in automi, dall'intellettuale al famoso uomo massa: lo stile...disumano di Orwell 1984 è imperante.
24 ore al giorno di TV non stop con spot ossessivi e patologici (pay tv e simili mere lucciole per lanterne, sembrano l'ora d'aria dei carceri!). Internet in semi crash altrettanto... Ogni commento è superfluo, nessun senso critico, terminato o quasi. Questa matrix psicosociale dovrebbe essere uno dei compiti fondamentali non solo per la Sinistra (parola alienata e persino peggiore della cosiddetta Destra anche in questo campo...) da capovolgere come un guanto per qualsiasi visione progressista veramente nuova del nostro tempo. Di che parlano oggi anche in Italia gli intellettuali e gli stessi giornalisti?
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Roberto Guerra