«Futurismo Live», ci sarà anche Paolo Ruffilli
la Nuova Ferrara — 08 febbraio 2009 pagina 29 sezione: CULTURA E SPETTACOLI
FERRARA. Lo scrittore Paolo Ruffilli sarà uno dei protagonisti di “Futurismo Live”, vale a dire la manifestazione organizzata per celebrare il centenario del Futurismo, che si svolgerà a Ferrara nell’ineluttabile data del 20 febbraio. L’evento sarà curato da Roby Guerra, Alessio Brugnoli, Lamberto Donegà assieme all’Associazione Ferrara Video&Arte, presieduta da Vitaliano Teti dell’Università di Ferrara. Ruffilli è uno tra i principali poeti e scrittori contemporanei, che già diverse volte è stato ospite della nostra città, lo ricordiamo recentemente invitato dalla Società Dante Alighieri per presentare il suo ultimo lavoro: “Le Stanze dell’Acqua” (Marsilio editore, 2008). Con lui abbiamo parlato di futurismo. Lei ha dichiarato recentemente a Ferrara, che le sue ossessioni sono una malattia creativa, cosa significa? « Io scrivo sempre e solo andando dietro alle mie ossessioni. Nel caso particolare, l’ossessione della perdita della libertà. L’ossessione trova sfogo solo nella creatività. La creatività organizza l’ossessione in una forma sublime, in una partitura musicale che può essere opera d’arte oppure no, ma intanto è liberatoria». Qual è oggi lo Specchio delle neoavanguardie, ricordando l’era di Zanzotto (Gruppo 63 o 70) dalle quali, forse, proviene? «Sì, naturalmente, vengo dalle esperienze del Gruppo’63 e di Zanzotto, ma non solo. Anche dalle avanguardie del principio del novecento e dai loro sviluppi a cavallo delle due guerre. Come si fa a non venire da lì? Anche negandolo, si verrebbe comunque da lì. Comunque vengo dall’esperienza di ogni avanguardia, che ci insegna la necessità della ricerca e dell’esperimento». L’archetipo futurista, in quest’anno di celebrazioni, è ancora dinamico o solo un “The End” paradossale? «Un movimento carico di energie come il futurismo continua a dettare stimoli ben oltre il secolo che andiamo a celebrare. Certo, tutto intanto si sviluppa e si modifica... per forza! Solo ciò che si trasforma può continuare. Ma la spinta è ancora forte. Perciò ho aderito al centenario di Ferrara, curato - ed è forse l’unico evento- da futuristi attivi e contemporanei, come il vostro Roberto Guerra». Vincenzo Iannuzzo
la Nuova Ferrara — 08 febbraio 2009 pagina 29 sezione: CULTURA E SPETTACOLI
FERRARA. Lo scrittore Paolo Ruffilli sarà uno dei protagonisti di “Futurismo Live”, vale a dire la manifestazione organizzata per celebrare il centenario del Futurismo, che si svolgerà a Ferrara nell’ineluttabile data del 20 febbraio. L’evento sarà curato da Roby Guerra, Alessio Brugnoli, Lamberto Donegà assieme all’Associazione Ferrara Video&Arte, presieduta da Vitaliano Teti dell’Università di Ferrara. Ruffilli è uno tra i principali poeti e scrittori contemporanei, che già diverse volte è stato ospite della nostra città, lo ricordiamo recentemente invitato dalla Società Dante Alighieri per presentare il suo ultimo lavoro: “Le Stanze dell’Acqua” (Marsilio editore, 2008). Con lui abbiamo parlato di futurismo. Lei ha dichiarato recentemente a Ferrara, che le sue ossessioni sono una malattia creativa, cosa significa? « Io scrivo sempre e solo andando dietro alle mie ossessioni. Nel caso particolare, l’ossessione della perdita della libertà. L’ossessione trova sfogo solo nella creatività. La creatività organizza l’ossessione in una forma sublime, in una partitura musicale che può essere opera d’arte oppure no, ma intanto è liberatoria». Qual è oggi lo Specchio delle neoavanguardie, ricordando l’era di Zanzotto (Gruppo 63 o 70) dalle quali, forse, proviene? «Sì, naturalmente, vengo dalle esperienze del Gruppo’63 e di Zanzotto, ma non solo. Anche dalle avanguardie del principio del novecento e dai loro sviluppi a cavallo delle due guerre. Come si fa a non venire da lì? Anche negandolo, si verrebbe comunque da lì. Comunque vengo dall’esperienza di ogni avanguardia, che ci insegna la necessità della ricerca e dell’esperimento». L’archetipo futurista, in quest’anno di celebrazioni, è ancora dinamico o solo un “The End” paradossale? «Un movimento carico di energie come il futurismo continua a dettare stimoli ben oltre il secolo che andiamo a celebrare. Certo, tutto intanto si sviluppa e si modifica... per forza! Solo ciò che si trasforma può continuare. Ma la spinta è ancora forte. Perciò ho aderito al centenario di Ferrara, curato - ed è forse l’unico evento- da futuristi attivi e contemporanei, come il vostro Roberto Guerra». Vincenzo Iannuzzo