sabato 16 ottobre 2021

Green Pass? Solo l'Italia in Europa! by Corriere Nazionale



di Roberto Guerra


15 ottobre, obbligo di Green Pass per tutti ora, non solo i lavoratori. E i soliti media e intellettuali silenti contro una legge orwelliana che attesta la continuazione dello Stato Terapeutico dal Covid e il cosiddetto Grande Reset antidemocratici. Nessun complottismo, per i No Vax il green pass e questo trend antidemocratico è una mera fiction, per essere chiari bastava il vaccino obbligatorio e dallo scorso magari  1 luglio per rendere inutile il Green Pass e i no vax "ottusi" passibili di arresto, almeno virtuale, in casa come per gli arresti domiciliari dei Lockdown e se Sanitari o lavoratori licenziati....  
In Italia, discutono del ritorno del fascismo in questi giorni, ma guarda guarda Media, Politici e Intellettuali rimuovono in modo freudiano perfetto una fatto eclatante: L'Italia, a parte la Francia fino a metà novembre probabilmente e parzialmente la Grecia, è l'unica Nazione in Europa con il Green Pass.
Tranne alcune parzialità ristrette ai Sanitari, nulla del genere in Germania! nulla del genere in Gran Bretagna e quasi tutta (tranne l'Italia...) l'Unione Europea, fallimentare anche in tale unità.
Con spreco di risorse astronomico, per la macchina del Green Pass che, poi, in Italia, come ogni macchina burocratica, facile prevedere certo caos (a parte il costo), anche per le aziende di lavoro e per i sedicenti tamponi, ecc., ogni tre quattro giorni per i Non Vaccinati (senza motivo medico), eccetera, manco fosse una serie TV! 
Milioni di euro sottratti nei fatti alla Sanità o alla cosiddetta ripresa economica nazionale postvirus.
Ma se lo Stato Terapeutico, prevedibilmente, non poteva più permettersi dopo la maggioranza degli italiani vaccinata e in ogni caso per la crisi economica (oltre ovvio al virus quantomeno pilotato al ribasso - come da contagi, quasi tutti No Vax) e  per questioni di ordine pubblico nuovi lockdown, proprio in certa misura come nel solito 1984 di Orwell, ecco il "fascismo" dal volto umano come scenario presente e futuro, appunto, innestato con il Green Pass. 
E a ben vedere un decennale filo d'arianna tra molte leggi europee (banche in primis, moneta elettronica non alternativa,  ecc.) e il Green Pass. Perciò non tutti i No Green Pass sono No Vax; come Cacciari e pochi altri intellettuali, il Green Pass giustamente, ricapitolando, è un innesto orwelliano, come anche la Terza Dose non solo per categorie a rischio e gli anziani over  80, ma per gli Over neppure dai 60, se vaccinati, sempre nell'ottica di varianti più o meno attendibili... almeno fino alla prova e non alla ipotesi che prima o poi buchino i vaccini attuali.
Poi storicamente..le pandemie non sono sempre durate massimo 2 anni, ovvero questo prossimo inverno 2022?

martedì 12 ottobre 2021

Fascisti assalgono la CGL, ma il vero pericolo è il PD by Corriere Nazionale

 

di Roby Guerra

Attenzione per il futuro immediato italiano: l'assalto alla Cgl a Roma di minoranze assolute nel paese (estrema destra neofascista) , ecc., durante una manifestazione No Green Pass autorizzata come normale in Democrazia, (Non NO VAX) ha smascherato una volta di più il vero pericolo italiano, quello di un Partito, il PD, quello che tollera sulla pelle e i soldi degli italiani, lo sconcertante libero sbarco e circolazione (quando spesso fuggono, anche infetti) dei soliti sedicenti migranti, il più grande bluff pseudodemocratico del Primo Duemila: non perchè il problema non esista, ma mai affrontato in modi realistici e non tipo il Papa... dall'Unione Europea e dall' Italia in primis quando governa la sinistra, per mero business. Una sinistra assolutamente nulla, il cui unico argomento che la eccita e la tiene in "vita" è il solito ritornello del fascismo.
E che giustamente chiede quindi di estendere la Legge Scelba ma non ai Centri Sociali Rossi, a partiti dell'estrema sinistra (LIberi e Uguali il partito di Speranza, ministro della Salute in emergenza covid!) fregandosene persino dell'Europa che ha decretato comunismo uguale a fascismo e quindi fuorilegge.
E tale totalitarismo neppure strisciante accomuna il PD a tutti i Dem internazionale con le follie del Politicamente corretto e del genderismo estremo, oltre che una svolta di classi abbienti  e ricche contro i Lavoratori, certificato da tempo dagli elettori che provengono da quegli ambienti!
Nello specifico dei fatti in questione di questo weekend, mai nessuna riflessione critica di un sindacato che da decenni non  fa più gli interessi dei lavoratori (magari lottando per la pensione a 60 anni, fondamentale per creare nuovi posti di lavoro per i giovani,,, ecc ecc la vera rivoluzione elettronica e robotica, vero smart working e telelavoro, su questo lo stesso Brunetta ridicolo e passatista, ecc. ecc.
E in ogni caso sul Green Pass nessuna riflessione critica dello stesso Draghi e del governo: un conto i Vaccini obbligatori che neppure hanno logicamente "imposto", un conto una legge inutile con i vaccini obbligatori che è un passpartout - i Green Pass - per prossime leggi orwelliane, perchè già la matrice è quella (il silenziato ormai quasi Cacciari, un filosofo vero, non troppi altrove cortigiani intellettuali, non un comunque limitato o mediocre Politico di Governo, di destra o sinistra speculare, troppo spesso).
In ogni caso, il fascismo non è una minaccia, lo è invece il PD e la nostra cultura intellettuale ancora egemonizzata dalle pseudeosinistre e lo è gran parte del governo, con lo stesso Draghi, eccezione tra poche eccezioni (idem piaccia o meno Salvini che sui migranti da anni ha quasi unico le idee chiare..)...
Draghi presidente della Repubblica nel 2022, e finalmente al voto in Italia, con magari poi vincitrice la Meloni, per una Italia, non più solo storicamente come giusto antifascista ma finalmente anticomunista, probabile unica oasi futuribile in Italia per salvare la Democrazia, la fine del politicamente corretto, nella cultura, nell'informazione e sulla questione migranti (e per la ridefinizione di un'altra Europa...)


Rivedere le relazioni tra le multinazionali del farmaco gli stati la legge Roby Guerra | 11 Ottobre 2021 BY Pensa Libero


 
di Roby Guerra 

Soprattutto in Italia (ma non solo) sembra relativamente tranquilla la guerra medica e scientifica al famigerato virus e cosiddette varianti incluse. Per il prossimo autunno inverno finalmente sembrano scongiurati nuovi lockdown e almeno per alcune categorie a rischio (anziani inclusi) pronta la terza dose, quasi storicamente come per l'influenza dei richiami annuali...
In genere restano a forte rischio quasi solo  i sedicenti no vax ( troppi ancora stranamente per 50 60 enni, generazioni sempre storicamente più impegnate socialmente politicamente ma evidentemente troppi di archetipi sessantottini deteriori...., non mi risultano analisi in tal senso pur nel Parolaio continuum italico...)
Ora, dopo già indicazioni da Israele e le altre nazioni più precoci nei vaccini, uno studio di Lancet sembra confermare per la PFIZER (quello più diffuso) la perdita di efficacia sotto il 50% da quello originario dopo due dosi del 90% circa, dopo appena 6 mesi (studio sponsorizzato della stessa Pfizer)!
Anche questa notizia, non banale..., sembra ovattata dai media e l'informazione.
Insomma continua in ogni caso la debole trasparenza che caratterizza tutta l'era del virus...
Ci sembra strano, nell'era dei supercomputer e degli algoritmi la non prevedibilità a priori (dopo 9 mesi di uso dei vaccini) di tale scenario dopo appena 6 mesi. 
E' evidente, salvo i creduloni, in ogni caso oltre la relativa e necessaria, fondamentale, efficienza dei vaccini (sperimentali ma con tutti i crismi del metodo scientifico e delle autorizzazioni delle agenzie del farmaco), l'altrettanto ora necessità di rivedere le relazioni tra le multinazionali del farmaco e gli stati e la legge.
Sia per relativa incapacità tecnoconoscitiva che disinformazione fraudolenta delle multinazionali, non imputabile soltanto alla dinamica eccezionale del virus. 
Le multinazionali per profitto patologico, non quello realisticamente legittimo (tanti altri indizi, veicolare un messaggio poco trasparente ma mediatico uber alles del vaccino come panacea..., freni probabili per farmaci curativi in questi ultimi tempi comunicati e imminenti in commercio, collusioni tra virologi e persino agenzie del farmaco e le multinazionali! collusioni tra politici e tutta la rete medica,  anche istituzionale e  persino internazionale, da R. Guerra allo stesso forse Speranza).
Le multinazionali del farmaco, in pratica, vanno controllate per legge dagli stati,  entro certi limiti, pur consapevoli delle collusioni stesse innegabili dei vertici stessi politici al potere, dell'utopia stessa possibile di tale svolta, ma il messaggio mediatico e se possibile politico altro non potrà prima o poi essere questo, se realisticamente si vogliono scenari sociali desideranti e una scienza "politica" degna del futuro.


venerdì 8 ottobre 2021

Si Vax ma No multinazionali del farmaco? by Corriere Puglia Lucania

 
 


di Roby Guerra

Soprattutto in Italia (ma non solo) sembra relativamente tranquilla la guerra medica e scientifica al famigerato virus e cosiddette varianti incluse. Per il prossimo autunno inverno finalmente sembrano scongiurati nuovi lockdown e almeno per alcune categorie a rischio (anziani inclusi) pronta la terza dose, quasi storicamente come per l'influenza dei richiami annuali...
In genere restano a forte rischio quasi solo  i sedicenti no vax ( troppi ancora stranamente per 50 60 enni, generazioni sempre storicamente più impegnate socialmente politicamente ma evidentemente troppi di archetipi sessantottini deteriori...., non mi risultano analisi in tal senso pur nel Parolaio continuum italico...)
Ora, dopo già indicazioni da Israele e le altre nazioni più precoci nei vaccini, uno studio di Lancet sembra confermare per la PFIZER (quello più diffuso) la perdita di efficacia sotto il 50% da quello originario dopo due dosi del 90% circa, dopo appena 6 mesi (studio sponsorizzato della stessa Pfizer)!
Anche questa notizia, non banale..., sembra ovattata dai media e l'informazione.
Insomma continua in ogni caso la debole trasparenza che caratterizza tutta l'era del virus...
Ci sembra strano, nell'era dei supercomputer e degli algoritmi la non prevedibilità a priori (dopo 9 mesi di uso dei vaccini) di tale scenario dopo appena 6 mesi. 
E' evidente, salvo i creduloni, in ogni caso oltre la relativa e necessaria, fondamentale, efficienza dei vaccini (sperimentali ma con tutti i crismi del metodo scientifico e delle autorizzazioni delle agenzie del farmaco), l'altrettanto ora necessità di rivedere le relazioni tra le multinazionali del farmaco e gli stati e la legge.
Sia per relativa incapacità tecnoconoscitiva che disinformazione fraudolenta delle multinazionali, non imputabile soltanto alla dinamica eccezionale del virus. 
Le multinazionali per profitto patologico, non quello realisticamente legittimo (tanti altri indizi, veicolare un messaggio poco trasparente ma mediatico uber alles del vaccino come panacea..., freni probabili per farmaci curativi in questi ultimi tempi comunicati e imminenti in commercio, collusioni tra virologi e persino agenzie del farmaco e le multinazionali! collusioni tra politici e tutta la rete medica,  anche istituzionale e  persino internazionale, da R. Guerra allo stesso forse Speranza).
Le multinazionali del farmaco, in pratica, vanno controllate per legge dagli stati,  entro certi limiti, pur consapevoli delle collusioni stesse innegabili dei vertici stessi politici al potere, dell'utopia stessa possibile di tale svolta, ma il messaggio mediatico e se possibile politico altro non potrà prima o poi essere questo, se realisticamente si vogliono scenari sociali desideranti e una scienza "politica" degna del futuro.

venerdì 1 ottobre 2021

Michele Nigro, poeta e critico contemporaneo - Intervista

 
 
 a cura di Roberto Guerra

Michele Nigro, da ormai molti anni, presenza costante d'avanguardia virtuosa in Italia, un background tra critico blogger e produzioni poetiche e letterarie, attento al futuro, uno zoom... biografico e d'autore? 

Da molti anni è vero; ma non so quanto, in tutto questo tempo, abbia con le mie cose fatto avanguardia, onestamente credo pochissimo, anzi per niente. E poi nutro alcuni dubbi sulla funzione, in questi tempi, di un'eventuale avanguardia in generale: propendo più per il "rispolverare e ibridare". Ma sarà il confronto futuro, eseguito da altri, tra me e i miei coevi, a stabilire se c'è stato da parte mia uno scatto in avanti (o indietro) verso una direzione interessante e differente (stavo per scrivere, indegnamente, "direzione ostinata e contraria", De André docet!).  

Sto cercando di portare avanti sul mio blog "Pomeriggi perduti" (che prende il nome dal titolo della mia ultima raccolta di poesie, Ed. Kolibris) un lavoro critico  ̶ tramite note e recensioni a mia firma  ̶  nei confronti di opere edite di altri Autori (soprattutto poesia) approdati sulla "rubrica" intitolata "Recensisco"

Per lo "zoom biografico e d'autore", per non annoiare i tuoi Lettori li rimanderei a un apposito link al mio blog; posso solo dire che parallelamente all'attività recensoria a cui accennavo (e alla promozione della raccolta "Pomeriggi perduti" uscita nel 2019), ho in preparazione da mesi un testo ibrido prosa-poesia derivante da un'opera di "diluizione" di scritti diaristici rispolverati e necessariamente rimaneggiati per renderli fruibili a un potenziale lettore che non sia io: si tratta di un progetto lento, come amo definirlo, che sta richiedendo un lavorio spalmato nel tempo e approcci pazienti e minuziosi, rigo dopo rigo, taccuino dopo taccuino. Il diarismo ha un suo fascino, ma quando devi proporlo all'esterno, può trasformarsi in un'arma a doppio taglio. 

È una (ri)scrittura, a volte lacerante perché scava nel passato e in emozioni incrostate, che mi costringe a restare concentrato sull'obiettivo nonostante le numerose interruzioni insite a un progetto lento: il segreto sta nel comprendere la giusta chiave di lettura per effettuare la diluizione rispettando i "parametri di trasformazione" del testo scelti fin dall'inizio. È un lavoro in fieri molto avvincente, caratterizzato da varie fasi progettuali, e che non so dove mi porterà perché, temo, di difficile collocazione editoriale: una difficoltà che si avverte soprattutto quando sei un signor nessuno come nel mio caso. Però credo nel progetto e si vedrà…     

Nello specifico, tempo fa hai rinnovato il sito blog e le tue ultime produzioni?  

Sì, nel 2019, dopo anni di "onorata attività" ho mandato in pensione il blog "Nigricante"  ̶  che è ovviamente ancora online  ̶  per lanciare "Pomeriggi perduti" (sottotitolo: "quasi un litblog di Michele Nigro"): avevo bisogno di un "luogo" nuovo, di una grafica diversa, di una linea sobria e "professionale", ma soprattutto di un'impostazione contenutistica che marcasse la differenza con il blogging passato. L'occasione mi è stata fornita dalla pubblicazione dell'omonima raccolta "Pomeriggi perduti"

Lì sopra non parlo solo dei libri degli altri o di argomenti culturali di interesse generale (sarò sincero, non amo particolarmente i book blogs: non tutti, ma la maggior parte di essi sono delle asettiche "fabbriche di segnalazioni di libri" senza critica e profondità, create solo per veicolare pubblicità e fare book marketing a libri di dubbia qualità  ̶  che al confronto quelli di Harmony sono "opere classiche"  ̶  appartenenti a infimi sottogeneri letterari), ma anche delle mie attività scritturali e dei miei piccoli traguardi. Da qui l'essere quasi un litblog, al confine con il blogging personale. 

Michele Nigro, sempre orientato, senza alcuna tecnofilia, verso l'avvenire, ma nell'attuale epoca "devastata" dal triste virus, il senso del futuro è perlomeno in crisi, soprattutto per le nuove generazioni, concordi oppure?  

Non che prima della pandemia il futuro fosse roseo: era già sul grigiastro andante… Non userò quella parola odiosa e inflazionata dalla politica che inizia con "re…" e termina con "… ilienza", ma credo che da questa brutta esperienza si possa e si debba ricavare una nuova spinta per migliorarsi e ritornare a vivere più di prima, anche se alcune abitudini sarebbero da modificare irreversibilmente senza per questo blaterare di illiberalità o di dittatura sanitaria (riscoprire un certo localismo in ambito turistico, rivedere alcune scelte esistenzial-commerciali, non è sinonimo di mancanza di libertà ma è sintomo di una riscoperta intelligenza in vista di una gestione più consapevole della propria vita). Sto cercando ultimamente di evitare con tutte le mie forze il dibattito inconcludente e violento, sia nella vita reale che sui social, tra favorevoli e contrari al vaccino e al conseguente green pass: penso che tutto debba essere vissuto come una fase di passaggio e non perdere di vista i propri obiettivi che bypassano qualsiasi pandemia o stasi socio-economica. 

Bisogna credere e vedere oltre, non per eccesso di ottimismo o per ingenuità. Quindi non credo in una crisi del senso del futuro, nonostante le evidenti difficoltà sociali ed economiche della società in cui viviamo, perché siamo noi stessi a dover fornire un senso al nostro vissuto e non l'indice di trasmissibilità di un virus comunicato quotidianamente dal MinSanPop.

Credo nelle occasioni, anche quelle "scomode" fornite da questo periodo, e in ciò che con queste sappiamo costruire. Penso che un minimo di tecnofilia sia indispensabile perché sul buon uso di un certo progresso tecnologico e scientifico saranno basati i vincenti passi successivi dell'evoluzione del genere umano. Però mi chiedo anche  ̶ senza il timore di essere tacciato di luddismo  ̶ quanto scienza e tecnica abbiano influito  ̶  con il progresso che ne è conseguito  ̶  sul predisporre il pianeta alla pandemia e soprattutto nel non prevenirla, omettendo di suggerire (per assecondare il dio denaro) tempestive modifiche degli stili di vita e di produzione. È chiaro che la tecnofilia  ̶  soprattutto quella che favorisce pochi gruppi economico-finanziari  ̶  non basta: occorre riscoprire una dimensione umana, a tratti coraggiosamente 'atecnologica' e anticonsumistica, più naturale, "rimpicciolita" e connessa al contempo, oserei dire glocal.

Più in generale, come vedi oggi la poetica/cultura contemporanea? 

È meno audace, più uniformata a standard che, forse per ragioni generazionali, non comprendo e con cui non sono assolutamente in sintonia: dalla musica all'editoria, tranne rari casi, vige la regola per cui se esci da una scuola omologante o sei un autore affermato che ha già portato introiti, anche se in seguito scrivi boiate continui a usufruire di un certo "pompaggio" del marketing. In sintesi, viene portato avanti il personaggio che vende e non l'opera o, appunto, la poetica di un autore. Quindi, anche se lo scenario non è del tutto disastrato e irrecuperabile come potrebbe sembrare da questa mia risposta, in un sistema del genere di quale poetica si può mai parlare? 

La cultura è una "cultura di piazzamento" e bisognerebbe parlare di "ranking poetico". La colpa non è solo delle case editrici o  ̶  per dirla alla Battiato  ̶  degli "addetti alla cultura", ma soprattutto di un abbattimento della qualità della domanda da parte di un pubblico impreparato e che ama volare in superficie, a pelo d'acqua, per mancanza di tempo e di un autentico interesse: a una poetica di ricerca, non subitanea e quindi poco accattivante, si preferisce il guitto che fa cantare il suo pubblico durante i reading, che va in tv tre volte a settimana, che riempie le sale credendo così di diffondere la poesia, che litiga sui social, che innesca polemiche politiche e alza polveroni mediatici per vendere meglio e di più… Parlerei di una "poetica mediatica" che è l'unica, oggi, a contare. 

La cultura è la risposta che la parte pensante di una società dà ai problemi del tempo attraverso le sue opere: se la risposta è quella attualmente in circolazione nel mainstream, è evidente che sono mutate le esigenze culturali e, arrivo a dire, spirituali del pubblico che alla fine acquista una tipologia di prodotti. Non c'è soluzione, deve andare così. È la caratteristica dell'epoca. L'importante è essere coerenti con sé stessi e con la propria poetica.  

Domanda libera... 

Rispondendo a questo invito marzulliano in stile "si faccia una domanda e si dia una risposta", e ricollegandomi alla precedente risposta, chiederei a me stesso: "riuscirai a non svenderti in futuro?". 

Oggi rispondo che c'è molta più dignità nel tenere chiuso nel cassetto un manoscritto non appetibile dal punto di vista editoriale che piegarsi a un editing edulcorante o sfornare opere "piacionesche" per non darla vinta alla critica di invenduti "poeti complicati".



e-mail: mikevelox@alice.it
Blog: http://pomeriggiperduti.home.blog/
Facebook: https://www.facebook.com/michele.nigro.10
Twitter: https://twitter.com/MicheleNigro
Instagram: https://www.instagram.com/michele_nigro71/

domenica 26 settembre 2021

Ferrara, Vittorio Sgarbi, "mecenate" della cultura by Corriere Nazionale



di Roby Guerra

Tra i plusvalori della  nuova giunta al governo a Ferrara, dal 2019 dopo 70 anni di comunismo, agli occhi di tutti, non prevenuti ideologicamente, dovrebbe brilllare come cristallo (o una bomba d'arte in chiave provocatoria), quel che sta facendo il celebre critico Vittorio Sgarbi, incaricato in ambito culturale di ruoli fondamentali. Ha rivitalizzato il sempre sotto ottimizzato Castello Estense, con la collezione personale Cavallini Sgarbi con opere di grandi pittori. Ha promosso, in piena pandemia, la straordinaria mostra o antimostra del celebre Bansky, genio witer principale contemporaneo (e non sono tanti), con risultati visitors unici in Italia. 
Recentemente, sempre in pandemia, ecco la più bella mostra sul grande Ligabue, meno pazzo e più genio del novecento. E poi mostre su un altro grande, Previati, eccetera. 
Il tutto perfettamente supportato dal nuovo assessore alla  cultura, Marco Gulinelli (anche scrittore per la Nave di Teseo e come Sgarbi della sua Lista Rinascimento) e dallo stesso finora buon sindaco A. Fabbri, meno ideologico del pur ottimo M. Maisto (L'assessore alla cultura dell'era PD a Ferrara, ultima)
Pure,  fin dal suo ingresso istituzionale, la vecchia casta culturale ferrarese ideologica, contesta ferocemente Vittorio Sgarbi: come Einstein da qualche oscuro professore di fisica locale..
Neppure è servito da taluni  logicamente a favore di Sgarbi ricordare sempre il curriculum di Sgarbi, pubblicistico, editoriale, non solo televisivo e anche televisivo culturale doc, come critico d'arte sempre creativo, fuori dal coro, irriducibile al conformismo di troppi colleghi, anche Presidente di un certo MART a Trento, Sindaco di Sutri, con anche lì la consueta politica culturale alla D'Annunzio 2.0, per così dire, come da decenni  ha sempre fatto in Italia... 
Insomma su certa ferraresità provinciale e ideologica, ogni commento è superfluo, merita soltanto un Lockdown ad personam.
Vittorio Sgarbi a Ferrara in questa stagione?  A costo di scandalizzare le solite anime pie e sante, nemiche della libertà e ideologiche...   come Lorenzo il Magnifico per Firenze nel Rinascimento!

Il Museo Carlo Rambaldi perduto...by Corriere Nazionale



 
di Roby Guerra

*Photo C. Idini

Ferrara. Carlo Rambaldi, il geniale artista, creatore  di ET, Kink Kong, ecc., non ha bisogno di presentazioni: ferrarese di origini, poi diventato celebre negli States per film epocali,  è scomparso nel 2012 (vedi wikipedia).
Negli ultimi sette anni, una Fondazione a lui dedicata dagli eredi, a Vigarano Mainarda, sua città di nascita, si è dedicata a un speciale progetto "museale" per la memoria vivente di Rambaldi, 2 volte premiato con l'Oscar, sempre promesso dai politici locali e ferraresi,  ma mai realizzato e decollato. Mentre da decenni altrove ricoscimenti a josa... (https://www.fondazioneculturalecarlorambaldi.it/la-fondazione/carlo-rambaldi/

Ora la notizia della fine dell'iniziativa, che avrebbe dato lustro ulteriore e permanente a Ferrara città d'arte, oltre che un input nuovo e importante per la Nobile Modernità in senso, storico,  artistico e turistico... (https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/la-mano-di-king-kong-dice-addio-a-vigarano-1.6788963).
Stranamente, anche, oltre la novità negativa, poche le notizie mediatiche in merito, ripetiamo per un ferrarese di fama mondiale, due volte premio Oscar, che ha innestato la bellezza vera moderna nella pur sempre provincia ferrarese, che in controluce spiega (sinistra anni fa e anche la destra da qualche tempo) l'incredibile e con disarmante e sconcertante semplicità di tale esito culturale. 
Per Carlo Rambaldi che con ET ha semplicemente scritto la favola contemporanea più bella, il Museo speciale sarebbe stato anche un omaggio all'Infanzia delle future generazioni, dopo il covid defuturizzate, 
un segno alto concreto e non retorico di Nuovo Rinascimento ferrarese, italiano e internazionale.
Semmai l'ennesima prova di certa mediocrità politica italica, ma anche sociale imperante...
Poi magari in questo 2021, per l'anniversario di un certo Dante, gli addetti alla cultura (direbbe sempre Battiato) è come una coazione a ripetere, un eccesso di informazioni celebrazioni boomerang persino per il vate.....
Anche perchè, negli anni ottanta con Carlo Rambaldi live e in piena forma, ci fu un precedente a Ferrara: per un certo periodo lo stesso Rambaldi promosse in uno spazio in periferia di Ferrara, un futuro Museo della Scienza con già le sue opere e disegni, eccetera, in una mostra aurorale..
La politica sembrò captare l'importanza di Carlo Rambaldi, già all'epoca e in altra età propulsiva per Ferrara città d'arte e del 2000 imminente, ma ancora incredibilmente, il Museo molto avveniristico in quegli anni  destinato tra Ferrara e il mare, fu bocciato per già i primi sintomi dell'ecopassatismo che si è poi imposto ovunque, anzichè l'ecologia scientifica... e Rambaldi se ne "ando"....
Persino Carlo Rambaldi "Nemo (curioso lapsus vintage) e profeta in patria.
Meglio per i finanziatori borghesi e agresti del territorio, oltre che per i politici, o per gli intellettuali ferraresi, finanziare con una iperbole, un'improbabile ANPI, come in universo parallelo, ben poco alla ET-Rambaldi....

giovedì 2 settembre 2021

L'ur-neo futuristico Sandro Giovannini, filosofo No-Snob by la Zona Morta

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Figura, dagli anni Settanta, ben noto nella controcultura italiana e non solo: scrittore e animatore principale del Centro Studi Heliopolis (Pesaro), tra editoria (libri d'arte… tra i primi al laser e in stile neoamanuense 2.0, cosiddetti Rotoli vintage doc, di cui uno su Marinetti di rara bellezza), e rivista; la rivista Letteratura Tradizione, il Movimento Poesia Tradizionale-Vertex (poesia concreta, poesia visiva, mail art, istallazione, performance…).

Ai Convegni Heliopolis ha ospitato come relatori Borges e molti altri intellettuali contemporanei. Di Giovannini, oltre a diversi gadget d'arte anticommerciali, le oggi famose magliette letterarie (Salone del libro, Torino 1989), poi esplose con Feltrinelli.

Infine, sempre fine anni '80, la Fiera Internazionale del Libro (Buchmesse) di Francoforte… nel padiglione tedesco, testimonia uno dei vertici editoriali stessi, unico editor italiano!

N- SNOB, come ben evidenziato dallo stesso collega Giovanni Sessa, è una sorta di memoria personale e tutt'uno poetica culturale del filosofo: una autentica serie di sorprendenti aneddoti ampi storici che hanno sempre caratterizzato le imprese d'arte del Giovannini. Come detto atipico e sempre fuori dal coro rispetto la cultura non banalmente ufficiale ma dominante. Inevitabile, in fondo, l'esperienza per forza conflittuale con la cosiddetta industria culturale in Italia. Dapprima anche qualitativa ma ideologica, poi degradata al punto minimo storico che si registra già dal Duemila, con la managerizzazione hard di mediocri senza qualità.




CONT ART


lunedì 23 agosto 2021

..Futurismo Duemila.... 3 domande a Roby Guerra, intervista di Michele Nigro (Pomeriggi Perduti sitoblog)


 
 

"Futurismo" è sempre stato sinonimo di entusiasmo tecnologico, rilancio, proiezione dell'inventiva umana verso nuovi obiettivi sociali e culturali; lo scorso 9 agosto è stato l'anniversario del "folle volo" di D'Annunzio su Vienna (1918), che fu per certi versi più futurista dei futuristi. Quali voli neofuturistici intravedi per questa Italia post-pandemica? 

Il futurismo (aggiornato) è stato il grande sogno della mia passeggiata terrestre. Il neofuturismo cosiddetto, fu… l'ultima stagione creativa del Duemila, favorita dalla rivoluzione elettronica che sembrava confermare le migliori intuizioni di Marinetti e i futuristi. In senso strettamente artistico, l'ultimo volo è stato di Vitaldo Conte: per il centenario del Manifesto futurista nel 2009 nei cieli di Roma come paracadutista, declamando Marinetti all'atterraggio. Vedi su YouTube: QUI!

Dal virus e tra i suoi effetti sociali (certi, non statistiche di troppi virologi) il futuro è sicuramente ibernato, soprattutto per le nuove generazioni; il futuro tornerà solo tra decenni, siamo realmente nell'era di Orwell… Voli prossimi (neofuturistici) in senso sociale? Non credo.

Nel tuo ultimo lavoro, l'ebook intitolato "Futurismo Duemila" (Tiemme Digitali), ti occupi della storia del neofuturismo e della sua fine; ma è veramente finita? Al di là dei neologismi associati (neo, post, trans) nel corso della storia alla parola futurismo, non è appunto nei periodi di rinascita che c'è più bisogno di "avanguardia"? 

In realtà, negli ultimi anni del decennio scorso, dopo un apice, le reti neofuturiste si erano già esaurite. Siamo andati avanti il sottoscritto, Vitaldo Conte, Antonio Fiore Ufagrà, S. Giovannini e altri però singoli futuristici. Altri della rete, si occupano di percorsi laterali e personali. Naturalmente, il futurismo non ha mai esaurito la necessità storica di avanguardie plurime. Ancora ne esistono, ma strettamente letterarie o solo artistiche. Certo zeitgeist del tempo, certo livello minimo di democrazia e credibilità dei politici e dei media, la fine stessa della scienza come verosimile (in dubbio ormai dopo la gestione pandemica mondiale, per la comunicazione terroristica troppi sono persino contro i vaccini!) attualmente impedisce la nascita di nuove avanguardie globali forti. Quando si parla di rinascita postvirus vi è molta retorica irrealistica. Al massimo si può sperare in una sopravvivenza minimale creativa. Per le nuove generazioni, se si svegliano o le si lascia risvegliare, magari, potrebbe esserci una singolarità storica dirompente, il potere ai 16-40enni e relax per longevi e meno longevi… Dalla vecchia "Immaginazione al Potere" (semifallimentare) all'attuale "Follia al Potere", per giungere finalmente un domani alla vera "Giovinezza al Potere". E nuove arti e letterature, mix arte-scienza, parzialmente digitali…

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sabato 7 agosto 2021

Vitaldo Conte, Attraversando Futurismo Duemila.... by Cultura Elite (e....Fyinpaper)

di Vitaldo Conte

Futurismo Duemila è il titolo dell'e-book di Roberto Guerra (Tiemme Edizioni Digitali, 2021), che ha come indicazione: Breve storia del NeoFuturismo. Questo visionario autore trans-futurista, attento e instancabile blogger, ha pubblicato raccolte poetiche, racconti di fantascienza e saggi. L'autore traccia questa storia nei due testi iniziali: nel primo c'è, appunto, la Storia del NeoFuturismo (1950-2009); nel secondo 2020 - Fine del NeoFuturismo Viva il Futurismo! (2010-2020). L'e-book include una sua scrittura narrativa: Lucrezia Borgia CyberLove (2006-2021).
 
......."Vitaldo Conte, (…) fin dai tempi di Futurismo Oggi di Benedetto, è stato un protagonista della cosiddetta rinascita del Futurismo, (…) artista e (…) teorico delle ultime avanguardie di fine secolo e inizio Duemila, (…): un mix tra NeoFuturismo, Dadaismo e le più recenti avanguardie di fatto tecnologiche e neo-situazioniste". Ricorda il mio volo/poema nel 2009 (espresso per il centenario futurista), da cui nasce il mio avatar Vitaldix.
La mia Trans Art dionisiaca partorisce, nel 2020, l'ipotesi del PornoFuturismo, che è condivisa da Roberto Guerra. Il percorso è documentato nei mei e-book – Dioniso Legami e Sguardi di Eros Donna (Tiemme Edizioni Digitali) –, con diversi contributi critici. Questa tappa "altra" di un possibile TransFuturismo ha il suo manifesto pulsionale, in cui il PornoFuturismo è espresso attraverso una saggistica narrativa: una possibile testimonianza può essere rintracciata nella stessa scrittura dell'autore presente in questo e-book.
 
La conclusione del NeoFuturismo come Rete può aver causato la nascita di una dionisiaca "arte narrazione" transfuturista, che si esprime attraverso la sfida alle stelle di un Eros Fantastico.
A questa ipotesi appartiene anche la mia "con-figurazione" di Valentine/Valentina, che "vive" attraverso la narrazione fantastica della pulsione. In questa l'Eros può divenire possibilità di creazione immaginale, liberandosi dall'imperativo di dover essere oggetto consumistico per l'eccitazione sessuale. Le sue figurazioni desideranti di donne e di bambole ricercano Dioniso nei legami della Lussuria che diviene mistica d'amore.
 
Nota. Gran parte del testo è pubblicato su 'Fyinpaper' (rivista online, 28/07/2021) con il titolo Questioni di Futurismo, un libro di Roberto Guerra:
https://www.fyinpaper.com/questioni-di-futurismo-un-libro-di-roberto-guerra/