sabato 28 ottobre 2017

Ferrara, Dj Afghan e il Reggae 2.0: intervista su Radio Città Fujiko

fonte Ferrara Italia * di R. Guerra


Estratto


E' probabilmente il più importante musicista "totale" (per dirla con Adriano Spatola) contemporaneo ferrarese, famoso in tutta Europa e non solo dove spesso da anni è protagonista come Dj d'avanguardia postpop o meglio, vista certa costante cifra sound di Andrea Manservigi (il suo vero nome diversamente alias di Afghan), reggae euroafro, con live set nei più prestigiosi palcoscenici del genere, secondo noi persino afrofuturismo doc per l'attenzione musicale culturale etnica specifica o meglio con un neologismo technetnica.
Non ultimo come produttore musicale di fama stessa internazionale con Soulove Records. "Critica" per la cronaca unanime tra i diversamente "addetti" ai lavori, tutti postavanguardisti, come dimostra anche l'intervista special guest in Soul Shakedown Party, in questi giorni (puntata-episodio dello scorso 24 Ottobre) a cura del noto altrettanto Dj e radio art director, Pier Tosi….per la storica emittente libertaria di Bologna, Radio Città Fujiko.
Binomio che, come ben evidenziato nell'audio radio intervista, parte da lontano, dal mitico Link bolognese degli anni '90. A Ferrara Afghan è noto per il grande esperimento per circa 15 anni di High Foundation Festival, mai avanguardia del genere musicale in città, con ospiti di fama internazionale o tra certa diversamente nicchia culturale e artistica ben nota e spesso ancor di più fuori mura, in Italia e non solo, sempre dinamica e plurigenerazionale visto che Afghan calca le scene appunto da fine secolo e fine secondo millennio.
Numerose anche le collaborazioni autoctone, Strike, Franco Ferioli, Andrea Amaducci, Eva De Adamo, Max Czertok eccetera eccetera, musica e video o semplicemente arte "elettrica" ed "elettronica" e semplicemente come produttore inventore del logo Soulove Records, noto a livello appunto internazionale! E tale altitudine, come anche in altri casi di ferraristi molto creativi (è) soprattutto fuori dai sempre malware provinciali che inquinano anche come noto le istituzioni, non necessariamente negative in ambito culturale, ma, piaccia o meno poco inclini a ottimizzare il talento local vero global se non filtrati da genuflessioni ben note o comunque tacite di Corte (e ideologia naturalmente neppure ormai dissimulata: lo stesso Afghan, non indolore in tal senso la fine pochissimi anni fa proprio di High Foundation).
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mercoledì 4 ottobre 2017

2020: Ferrara città d'arte, virtuale o reale? (eBook Asino Rosso)

di R. Guerra


Nel lontano 1991, chi scrive pubblicò (Liberty House) un pampleth sperimentale: Il Futuro del Villaggio. Ferrara città d'arte del 2000. Scansione futuribile alla fine del secolo e già nell'alba del terzo millennio sulle dinamiche propulsive, local global diremmo oggi, esistenti e operative nella città già capitale del rinascimento e all'epoca (altri tempi) colma di segni d'arte, letterari, culturali e anche in certa misura politici (era del sindaco R. Soffritti e della scommessa delle grandi mostre e della città d'arte) che lasciavano presagire per gli anni duemila un possibile e concreto nuovo rinascimento anche elettronico.

Tra la visione alta anche istituzionale e le recenti e in divenire esperienze vuoi letterarie sperimentali (ricordiamo soltanto certa poetica sperimentale o verbo visiva, post la rivista psicanalitica lacaniana Poeticamente e diversi esponenti di spicco proprio ferraresi nella fu Poesia Totale di suggestione spatoliana) vuoi finanche di rilievo internazionale con Ferrara capitale video, non ultimo rassegne giovani d'arte di spicco sempre istituzionali e forti fermenti anche nell'arte contemporanea, si viveva nell'aria davvero futuri possibili propulsivi.

Nel trend anche nazionale di quegli anni, optammo per una cifra di parola e scrittura squisitamente postmoderna e non lineare: lavoro critico di non facile lettura e anche criptica (con il senno di poi), essenzialmente quasi apologetica leggera (ma giustificata dai fatti): simultaneamente si evidenziava anche certo baco, certa matrice stessa solo local ferrarese ancora attardata, inclusa la percezione - nonostante la luminosità prevalente - della fine di certa ideologia, eurocomunista ancora sottostante lo scenario generale, pur – ripetiamo – fondamentalmente creativo. Temevamo il rischio, sempre focalizzando certa storia di Ferrara, di nodi e X all'epoca silenti ma destinati- vuoi certo medioevo e provincialismo a condizionare il pur radioso avvenire potenziale.

Concludevamo indicando un paradossale aut aut, sollecitati dal "debole" all'epoca futuribile culturale italiano con riferimento ai vari Piero Angela e Roberto Vacca: Rinascimento o Medioevo prossimo futuro per Ferrara al passo o meno con la nuova era elettronica e scientifica?

Da quelle pulsioni anche tipiche del mitico Anno 2000 a oggi, sullo sfondo le lezioni lungimiranti e profetiche dei vari McLuhan e Alvin Toffler, appena poco più di un ventennio, ma sembra un secolo intero in certo senso cronotemporale: il mondo è incredibilmente più complesso, anche le cosiddette periferie e villaggi di lusso come Ferrara.

Il duemila e il futuro sono venuti alla luce, ma l'ombra del nuovo purtroppo medioevo è altrettanto in primo piano, come da cronache quotidiane, dalle capitali europee alle città e ai villaggi elettrici stessi italiani, tra crisi economiche impreviste (almeno in apparenza), alla crisi stessa dell'utopia europea e al fenomeno epocale cosiddetto migrantico e multietnico.

Ferrara campione scientifico del duemila possibile, per la sua storia rinascimentale e certo novecento auroralmente neorinascimentale, resta un ologramma o archetipo del contemporaneo, specchio molto preciso delle implosioni relative del nostro tempo, su scala italiana ed europea.

Nonostante proprio nel 2016 le celebrazioni mondiali persino dell'Ariosto, la città d'arte vagheggiata in realtà non è mai decollata: le eccellenze permangono o altre sono fiorite, ma come un viaggio lunare su una navicella rattoppata: il senno stesso, metaforicamente- di memoria sempre poetica ariostesca è ancora in orbita nella stratosfera: i futuri oggi dell'ex isola felice Ferrara sono incerti,

Ecco quindi, ora un lavoro aggiornamento complementare a quello originario dei lontani anni'90, e un lavoro d'equipe a più livelli: da un lato un excursus mirato sulla creatività contemporanea global local ferrarese, dall'altro come focus strutturale la domanda topica: Ferrara città d'arte, mito o realtà nel duemila già inoltrato? Il futuro di Ferrara? Attraverso la formula diretta dell'intervista a protagonisti attuali della cultura ferrarese, tra scrittori, artisti, anche qualche giornalista, docenti universitari,  politici come special guest.

Tutti, chi più chi meno, di rilevanza anche nazionale per lo spessore e la stoffa personal.

Esiti? Ai destinatari lettori (o meglio ciberlettori in quanto trattasi di un eBook o libro digitale) la libera digitazione e decifrazione.


INTERVISTE A: 

Carlo Andreoli (Alo), Lorenzo Barbieri, Pier Francesco Betteloni, Bruno Corticelli, Marcello Darbo, Federico Felloni, Zairo Ferrante, Claudio Fochi, Sylvia Forty, Raimondo Galante, Maurizio Ganzaroli, Sergio Gessi, Sergio GnudI, Davide Grandi, Luca Grigoli, Pier Luigi Guerrini, Pasquale Nappi, Maria Letizia Paiato, Rita Pasqualini, Alfredo Pini, Claudio Pisapia, Francesco Rendine, Riccardo Roversi, Alberto Squarcia, Tiziano Tagliani, Vitaliano Teti,  Bruno V. Turra, Vittorio Zanella, Carlo Zannetti, Marco Zavagli


info

Ferrara Italia

http://www.ferraraitalia.it/interviste-sul-futuro-di-ferrara-ebook-137243.html

eBook librerie store

https://www.amazon.com/dp/B075QZGRX1

Meteo Web

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