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martedì 14 febbraio 2023

Commento a Il nome della rosa e il linguaggio dell'essere, secondo Angelo Giubileo

 

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Il nome della rosa e il linguaggio dell'essere

Umberto Eco nasce nel 1932 (quando è nato mio padre) e diviene personaggio e in particolare romanziere famosissimo dopo il successo internazionale della sua opera dal titolo Il nome della rosa, edita per la prima volta nel 1980. Il romanzo, tradotto in più di 40 lingue, ha infatti venduto oltre 50 milioni di copie. All'epoca, il curriculum dell'autore era già vastissimo e degno di onori: intellettuale, profondo conoscitore ed apprezzato saggista di semioticaestetica medievalelinguistica e filosofia; e tuttavia è Il nome della rosa l'opera sua con la quale un'intera generazione, attraverso lo sviluppo dell'adolescenza di ognuno, è e sarà costretta a fare i propri conti.  Questa generazione è per l'appunto la mia stessa, che nel 1980 avevo l'età di 15 anni.

 CONT, https://asinorossoferrara.blogspot.com/2023/02/fwd-il-nome-della-rosa-e-il-linguaggio.html

" Di guisa che è lo stesso autore a concludere le sue note esplicative dichiarando che la sua è un'opera di "avanguardia storica". 

....evidenzia Eco (Angelo Giubileo): "Il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta. L'avanguardia storica (…) cerca di regolare i conti con il passato. <Abbasso il chiaro di luna>, motto futurista, è un programma tipico di ogni avanguardia, basta mettere qualcosa di appropriato al posto del chiaro di luna". Anche se, prosegue l'autore: "arriva il momento che l'avanguardia (il moderno) non può più andare oltre, perché ha ormai prodotto un metalinguaggio che parla dei suoi impossibili testi (l'arte concettuale). La risposta post-moderna al moderno consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente".

 di Futurismo Space (Roby Guerra).... Molto interessante la "lettura" che da Angelo Giubileo a Il Nome della Rosa del miglior Eco, semiotico e scrittore...  In particolare, come evidenza Giubileo, la "visione" del cosiddetto Postmodern, almeno da Lyotard (ma dagli stessi Delouze-Guattari, com dice sempre e ancora Giubileo) non come mera Narrazione (come lo si è soprattutto letto), ma come anche verosimile fenomeno "strutturale" e "storico" (virgolette necessarie...). Non solo (nel bene e nel male) certo anno zero per il futuro, ma anno al là dello zero..., un paradossale ma alineare continuum, anche via "scientifica" alla Parmenide (e pitagorica..)...
Homo Sapiens specie in sè come Essere irriducibile e mutante, eterno e-o storia, paradossologia della "condizione-Natura" umana (e magari robotica in avvenire)...