domenica 13 maggio 2012

Luuk Magazine Futurismo per la Nuova Umanità recensione

*cover Marco Lodola

by  Luca Siniscalco - Luuk Magazine-Milano

Un volume per tracciare una storia e delineare un percorso di cui si può scorgere il principio ma non la fine.
Un testo per stimolare interesse verso un mondo ampio e variegato, accomunato tuttavia da istanze decisive.
Un manifesto strutturato non in punti ma in immagini evocative, caoticamente disgregantesi e reintegrantesi in una rete capillare incredibilmente vicina tanto alla darwiniana “web of life” quanto al nietzscheano eterno ritorno: i riferimenti culturali e simbolici risultano chiari sin dalla modalità di strutturazione dell’opera.
Tutto questo, ma non solo è l’ultimo libro di Roberto Guerra, “Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, recentemente pubblicato da Armando Editore.
Si tratta di un volume agile e sintetico, finalizzato alla costruzione di un cammino di continuità fra il movimento futurista “storico”, conclusosi con la morte di Marinetti nel 1944, e gli artisti che a tale esperienza si sono richiamati e continuano a richiamarsi in nome della condivisione non ideologica ma intimamente vissuta di un bagaglio di idee e di stile tramite cui configurare ed interpretare il mondo. Un’esperienza, quella futurista, che fu – ed è – integrale, non limitata alla sfera delle arti visive ma tesa ad indagare la realtà attraverso la totalità delle categorie culturali umane, dalla musica all’architettura, dalla poesia alla politica, sino alla scienza ed alla cibernetica. É in tale reintegrazione dei saperi che si configura un umanismo tecnologico, indirizzato alla creazione di senso e di valore nel mondo desertificato del Nichilismo. Nella Crisi di questa età di transito si cercano risposte, ma anche domande, dato che spesso il pensiero pare arrestarsi di fronte allo sfacelo ed alla mediocrità: i futuristi propongono una via forte, anticonformista, eversiva, diretta all’impostazione di un nuovo uomo, alternativo tanto all’homo oeconomicus aderente all’utilitarismo capitalista, quanto all’individuo ancorato ad idoli ormai tramontati.
Le nuove scoperte tecniche e scientifiche in ambito biologico, cibernetico ed informatico continuano a interrogare l’uomo moderno sulla necessità della propria comprensione. É in questa direzione che opera il Futurismo contemporaneo, senza tuttavia livellarsi ad uno scientismo progressista, bensì operando con la consapevolezza nietzscheana che l’arte rimane il contromovimento al nichilismo. Ecco allora presentati nel volume Neofuturismo, Nuovo Futurismo, Net.Futurismo, Transumanismo come forze movimentistiche; Enzo Benedetto, Tullio Crali, Alberto Sartoris, Mino Delle Site e molti altri artisti come futuristi della seconda metà del Novecento; Antonio Fiore-Ufagrà, Roberto Guerra, Graziano Cecchini-Rosso Trevi, Vitaldo Conte, Marco Lodola, Riccardo Campa, Stefano Vaj e molti altri come continuatori sempre autosuperantisi nella nostra contemporaneità: sono questi i nomi in cui lo spirito futurista ha trovato una dimora in chiave 2.0. Sono questi gli artisti la cui proposta, radicale e pertanto fortemente discutibile e criticabile, merita tuttavia una riflessione profonda, in quanto una delle ultime forme di utopia dotata di tensione progettuale e costruttiva.


Luca Siniscalco


“Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia”, di Roberto Guerra, Armando Editore, pp. 96

domenica 18 marzo 2012

Rinascita: Futurismo per la Nuova Umanità recensione


*cover Marco Lodola

Roberto Guerra: Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia (Armando editore, Roma, '12)

by STEFANO VAJ



La regola spavalda di scrivere prima di pensare…


Un fantasma si aggira per l’Europa messa a sacco dalle pseudo tecnocrazie finanziarie, piegata dalla senilità anagrafica e spirituale, espropriata di ogni residuo di sovranità ed autodeterminazione, ridotta a balbettare infiniti ma sterilizzati ‘revival’ della sua creatività passata, intanto che tagli e proibizionismi e ricatti strangolano sulle nostre terre la ricerca scientifica, storica, artistica, tecnologica, politica.



Questo fantasma è il futurismo. Qualcosa che ha una data di nascita, così come precisi e ben identificati genitori e precursori (foss’anche parzialmente rinnegati) nella ventata di superomismo ed entusiasmo volontarista della fine dell’ottocento; ma che non troverà mai un certificato di morte, di sicuro non sino a che come la bella addormentata. Giacerà irrisolto quale Urfrage, come questione fondamentale che interpella l’intera nostra epoca, al di là di rimozioni, “recuperi” e demonizzazioni. Una domanda, una opzione, che riemerge potenzialmente in ogni angolo, come una Medusa che ti fissa, o forse un’Idra di cui non è possibile tagliare tutte le zampe; e di sicuro come un incendio che sotto le ceneri continua a covare, un incubo che non abbandona il sonno della political correctness filosofica ed artistica che continua a celebrare la sua egemonia.


Ma Roberto Guerra non appartiene certo al mondo del non-detto e del ritorno freudiano del rimosso. E’ una scintilla ben accesa, che incarna perfettamente il concetto marinettiano che la vita è arte, l’arte è comunicazione, e la comunicazione è attivismo, e che in questo agile libretto appena uscito per i tipi di un editore di un certo peso come Armando, che lo promettono ad un’ampia diffusione, trova il dovuto riconoscimento e consacrazione per una presenza nel panorama culturale italiano tanto frenetica quanto eclettica - per generi, temi, stili, ambiti, riferimenti... - che si situa anch’essa nella migliore tradizione del movimento di riferimento.


Sì, perché nella geometria variabile di un divenire caotico e di equazioni e sperimentalismi personali e di gruppo che si mischiano, si separano, si sovrappongono, si affiancano, un movimento esiste, anzi, dalla morte di Marinetti non ha mai smesso di esistere e tenacemente riemergere, consentendo così di realizzarne oggi la cartografia mitica di cui il libro, ricco in nomi, link, cronache, segnalazione di progetti ed iniziative, indicazioni bibliografiche, si compone, spaziando dalle provocazioni artistiche di Graziano Cecchini alla fantascienza connettivista alla continuità critica incarnata da Luigi Tallarico, dalla meta politica transumanista rispecchiata dall’AIT o dalla rivista Divenire (http://www.divenire.org) a Giulio Prisco, il fondatore dell’Ordine degli Ingegneri Cosmici, sino a correnti poetiche che trovano oggi canali privilegiati in Twitter o Youtube, magari applicando anche - contro l’estenuato e patinato ellenismo della cultura ufficiale - la regola spavalda dello scrivere prima di pensare, e pubblicare prima di rileggere, e riciclare e trasfigurare tutte le eredità, tutti i linguaggi semplicemente fregandosene delle norme o dei contesti e dei significati ricevuti. Alla ricerca, perché no, anche di quella Neue Sachlichkeit, “Nuova Oggettività”, che dà il titolo al volume delle Heliopolis tra i cui autori ho avuto l’onore di invitare personalmente Roberto Guerra ed altri amici e colleghi (neo?)futuristi come Antonio Saccoccio, Riccardo Campa, etc., che sono prepotentemente presenti anche in Futurismo per la nuova umanità attraverso le rispettive “parole ed opere” che Guerra vi echeggia.


Se è vero che come dice Stanislaw J. Lec “bisogna moltiplicare le idee al punto che non vi siano guardiani sufficienti a controllarle”, le convergenze magmatiche che l’autore disegna nel libro - e in gran parte addirittura incarna personalmente - di cui mi ritrovo io stesso a far parte, rappresentano davvero la grandiosa sfida e promessa di Guerra (nomen omen...) al mondo della stasi e della stagnazione passatista che minaccia di sottrarci definitivamente una possibilità di destino nel monotono rumore di fondo di una “decrescita” insensata e senza fine.






Roberto Guerra: Futurismo per la nuova umanità


Armando Editore


Pp. 97, EUR 10,00

venerdì 2 marzo 2012

giovedì 19 gennaio 2012

Futurismo per la Nuova Umanità (Armando Editore) Rassegna Stampa

Roberto Guerra

Futurismo per la nuova umanità

22155_18071_guerra_Image.jpgDopo Marinetti: arte, società, tecnologia (Armando Editore, 2012) *cover Marco Lodola

La storia del futurismo post 1944, dopo la scomparsa di Marinetti, fino ad oggi e in progress: l’autore di questo volume, con originale prospettiva letteraria e particolare rigore empirico, fornisce delle interessanti argomentazioni sulla più grande avanguardia italiana Una revisione sull’essenza tecnologica e futurologica del Futurismo storico, guardando agli studi di sociologi e futuribili quali McLuhan e De Kerckhove, e alle osservazioni sulla dis-continuità aggiornata del Futurismo nel secondo Novecento e inizio Duemila.... C
http://www.armando.it/schedalibro/22155/Futurismo-per-la-nuova-umanit-
http://www.armando.it/page-home/Home.htm

RASSEGNA STAMPA

FUTUROLOGY di Ugo Spezza, futurologo e giornalista informatico

Futurismo per la Nuova Umanità (Armando Editore, 2012)”, U. Spezza




LA NUOVA FERRARA quotidiano gruppo Espresso (di Ferrara),

Guerra e il Nuovo Futurismo” V. Iannuzzo



H+ WEBZINE … ASSOCIAZIONE ITALIANA TRANSUMANISTI (Milano)

Futurismo per La Nuova Umanità. Dopo Marinetti....” /News



* “Roberto Guerra, Futurismo per la nuova umanità - Armando Editore (2012)”, *Ugo Spezza


http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=90

http://www.transumanisti.it/ *HOME PAGE … banner libro link



HYPERHOUSE/NeXT Hyper Obscure/ sitoblog di Sandro Battisti, scrittore di fantascienza



Futurismo per la nuova umanità – Dopo Marinetti: arte, società, tecnologia” *S. Battisti






RECENSIONE DINANIMISTA WEBZINE * di Zairo Ferrante, scrittore


ROBERTO GUERRA, ARMANDO EDITORE- E IL SUO NUOVO LIBRO”. * Z. Ferrante

http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2012/01/07/roberto-guerra-ed-il-suo-nuovo-libro.html


OUBLIETTE MAGAZINE ON LINE

L’asino Rosso intervista Graziano Cecchini/Il Nuovo Movimento Futurista” a cura A. Mocci http://oubliettemagazine.com/2012/01/12/lasino-rosso-intervista-graziano-cecchini/

NUOVA OGGETTIVITA' (sitoblog del progetto libro manifesto Nuova Oggettività)

*a cura di Sandro Giovannini, Giovanni Sessa, Gianfranco Lami e altri)

Graziano Cecchini e il Nuovo Movimento Futurista-Intervista” a cura Nuova Oggettività (*)
http://nuovaoggettivita.blogspot.com/2012/01/graziano-cecchini-e-il-nuovo-movimento.html

e Asino Rosso giornale on line Ferrara futurista e transumanista

domenica 1 gennaio 2012

2012: Asino Rosso journal on line del nuovo Movimento Futurista

a cura di Roby Guerra e Graziano Cecchini Rosso Trevi
http://asinorosso.xoom.it
http://lasinorosso.myblog.it


"Italian futurist and transhumanist movements

The sociologist Riccardo Campa, founder and President of the Italian Transhumanist Association, offered a sensible analysis of today’s transhumanist community in a wider cultural, societal and political context. In another talk, Campa traced the origins of modern transhumanism to the Italian Futurist movement of the early 20th century
The second half of the first day was dedicated to the current Italian “neo-Futurist” literary and artistic movement (but we should actually not call it “neo” because Futurism is always Neo, by definition). The Italian Futurist artists who made waves last year with celebrations of the first centenary of the publication of Filippo Tommaso Marinetti’s “Futurist Manifesto” — Graziano Cecchini, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio and Vitaliano Teti — showned samples of their work after Campa’s introduction to Futurism. Cecchini summarizes Futurism as “Action, speed, technology, creativity, communication. ‘Futurist Action’ is the only antidote to mental sleepwalking for our society. Thanks to today’s technology, Action can be shared with and communicated to the whole world, at gigabyte speed.”
Campa made it clear that Italian Futurism should be considered as a precursor of Transhumanism...." 

from: http://www.kurzweilai.net/transhumanist-science-futurist-art-telepresence-and-cosmic-visions-of-the-future-at-transvision-2010

Giuseppe Vatinno "Il Transumanesimo" recensione from Spigoli e Culture magazine

Vatinno G. - Il TransumanesimoGiuseppe Vatinno, Il transumanesimo. Una nuova filosofia per l'uomo del XXI secolo, Roma, Armando Editore, 2010,pp. 128, € 12,00
http://www.armando.it/schedalibro/21889/Il-transumanesimo--Una-filosofia-per-l-Uomo-del-XXI-secolo

Dopo Mutare o Perire, del collega Riccardo Campa (2010, Sestante edizioni), Armando Editore, storica casa editrice culturale scientifica e psicologica italiana (dagli anni '50 del secolo scorso), Karl Popper e Marshall McLuhan, tanto per intenderci in catalogo (e recentemente un cofanetto per l'anniversario del profeta del villaggio globale), ha recentemente dato alle stampe l'opera italiana forse più esauriente dedicata al cosiddetto Transumanesimo, sorta di nuovo umanesimo scientifico radicale, molto noto in Usa, da alcuni anni anche in Europa e allo stato nascente in Italia.
Ovvero, del fisico, docente a La Sapienza di Roma, Giuseppe Vatinno, il programmatico: Il Transumanesimo,- una nuova filosofia per l'uomo del XXI secolo; prefazione autorevolissima del noto futurologo Carlo Pelanda.
Il volume appare di straordinaria comunicazione e divulgazione: roba quasi alla Superquark per l'encomiabile cifra di scrittura, capace di frullare in rapidi e entusiasmanti parole (forse perturbanti per taluni, ma altra questione) gli orizzonti del nuovo movimento, tra futurismo sociale e epistemologia contemporanea, scienza d'avanguardia, temi dirompenti e “positivi”, controcorrente forse, rispetto a certo trend spesso pseudocologico o minimalista regressivo in gran voga (e sospetto autocompiacimento) nell'attuale cosiddetta società liquida...

C

*Vedi anche:

http://www.transumanisti.it/1.asp?idPagina=4

Giuseppe Vatinno...

Commissario alle politiche di ricerca: Giuseppe Vatinno

Giuseppe Vatinno, giornalista, laureato in Fisica teorica e perfezionato in Fisica delle particelle elementari, si occupa di problematiche energetiche sia a livello di insegnamento in master universitari che di consulenza; si occupa inoltre attivamente di problematiche relative alla scienza e alla tecnologia con articoli e saggi; nel 2010 ha pubblicato il libro Transumanesimo; una nuova filosofia per l'uomo del XXI secolo (Armando Editore). E' stato gia' direttore scientifico della AIT dal 2004 al 2006.

L'estetica transumanista in Italia (Futurist Editions, 2011)

 


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*Roby Guerra- L'estetica transumanista (Futurist Editions on line, 2011)
Un virus si aggira per l'Europa e in Italia, il cosiddetto transumanesimo, ultima ondata futuribile, di forte anche derivazione futurista. In Italia esso è promosso dall'AIT di Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco, Emmanuele Pilia, Ugo Spezza, Giuseppe Vatinno e molti altri.

Non a caso anche dagli ultimi eredi del movimento futurista: Roby Guerra, lo stesso più celebre Graziano Cecchini, l'uomo della Fontana Rossa di Trevi, il giovane nativo digitale Antonio Saccoccio, Convegni internazionali (Milano 2010), editoria sul postumano e il futuribile (Divenire 1-5 dal 2008 e saggi sul movimento dei vari Campa, Vaj e Guerra) siti e blog nel web segnalano una nuova avanguardia culturale italiana, umanistico-radicale, scientifica e nello stesso tempo, però, artistica.

Oltre frontiera, si parla e sperimenta eccome di Arte Transumanista, certa fantascienza inclusa (persino William Gibson e Bruce Sterling, padri del cyberpunk): Natasha Vita More, Khannea Suntzu e altri, tra net art, arte elettronica e- o situazionista contemporanea i nomi più accreditati, tra molti altri. In Italia, appunto i nuovi futuristi o certo neosituazionismo stesso.....

C-



Moana Lisa in Future Shock n. 59 (2011) *da Estense com

La storica rivista prende in esame opere di Roby Guerra...

Continua l’azione futurista ferrarese oltre le mura estensi: nell’ultimo numero 59 di ottobre, Future Shock, storico periodico in Italia di fantascienza (Bari) diretto daAntonio Scacco, autore di Fantascienza Umanistica e del giornalista Antonio Gaspari (accreditato alla Sala Stampa del Vaticano), recensioni di Roby Guerra e Maurizio Ganzaroli a cura di Cristina Bellon.
Guerra per Moana Lisa Cyberpunk, edito nel 2010 (Edizioni Diversa Sintonia, a cura del connettivista Marco Milani), Ganzaroli per il racconto breve L’Ultimo Uomo, estratto da AA.VV Schegge di Utopia, Ferrara città di scrittori (La Carmelina, 2007).
Future Shock, dal celebre besteseller del futurista e futurologo Alvin Toffler edita dal 1986, 25° celebrato quest’anno, è la rivista italiana di science fiction di più lunga data in attività, ispirata alle visioni della cosiddetta Scienza sapienzale del gesuita Padre Enrico Cantore o dello stesso Antonino Zichichi, celebe fisico fondatore del Centro Ettore Majorana di Erice, città della scienza.
Moana Lisa …di Guerra è stato paragonato al famoso Manifesto Tecnico di Marinetti dove il padre del Futurismo celebrava l’Uomo-Macchina del futuro a noi oggi contemporaneo..... Continua

venerdì 16 dicembre 2011

Nuovi Futuristi.... recensione di Antonio Saccoccio

domenica, 04 dicembre 2011
Inesauribile. L’operazione di Roberto Guerra in favore del Futurismo contemporaneo è letteralmente inesauribile. Un diluvio. Uno tsunami. Un’esplosione nucleare.
Da quando si è affacciato sul web, ormai diversi anni fa, Guerra si è dato da fare in ogni modo per riallacciare tutte le possibili variabili futuriste presenti in Italia (e non solo). Generosissima la sua operazione a tappeto, come solo i veri futuristi sanno fare: alla ricerca di ogni possibile talento da arruolare nelle truppe anti-passatiste.
L’ultimo suo libro, “Nuovi futuristi nuovi umanisti” (Este Edition), Manifesti e Poesie, è una consistente ricognizione storico-critica, ma al tempo stesso è anche, come sempre gli capita, una visione del passato-presente-futuro del Futurismo e dei Futurismi. C’è poi tanta scrittura futurista, di quella scrittura che, da futurista, non posso che apprezzare, perchè è capace di uscir fuori anche involontaria nel bel mezzo di un resoconto o di un testo saggistico. È la grande eredità dei manifesti futuristi marinettiani, che ancora si fa sentire in Guerra. Prendiamo questo passo in cui si scaglia contro certo ecologismo reazionario postmoderno, quasi in un remix Nietzsche-Marinetti:
“Tutti gli scimpanzè politici ruffianano tutti i nuovi guru pseudoecologici - la personalità è, infatti, simile, pseudoecologisti e scimpanzè politici odiano entrambi la scienza ed il futuro, i primi perché nell’era della scienza sono già anacronismi viventi, i secondi sfruttano la vera ecologia come alibi per le loro personalità fossili, destinati all’estinzione, mossi solo dal risentimento tipico delle personalità gregarie”.

Ma torniamo ora al diluvio. Il diluvio è spesso di idee, ma è anche diluvio di nomi. E qui Guerra dimostra di padroneggiare testi e opere di un’infinità di artisti, scrittori, intellettuali, filosofi, musicisti, performer, psicologi. Certo, a volte si può restare spiazzati da accostamenti inediti, a tratti paradossali. Ma non è forse sempre stata questa l’anima dei futuristi? È sempre il Marinetti delle “vecchie idee a braccetto da separare”, delle “idee-muri da sfondare” che torna prepotentemente. Magari qui si mettono a braccetto non idee, ma nomi dissonanti. Neppure al sottoscritto alcuni accostamenti convincono fino in fondo. Ma in questa palude tardomoderna che è il postmoderno, è sempre preferibile il coraggio di un accostamento nuovo che mille correttissime e noiosissime riproposizioni del già detto.

Per inciso, nel testo vengo anche menzionato, assieme a Gianluigi Giorgetti, Klaus-Peter Schneegass, Stefano Balice e Marco Raimondo, tra i membri del Net.Futurismo (movimento che Roberto Guerra frequenta da tempo), riconoscendo loro l’interpretazione più estrema e radicale dei postulati futuristi (eguagliata soltanto, e su altri versanti, da quella transumanista). In particolare Guerra cita il dialogo, partito proprio da alcune frange del net.futurismo, tra anarchici e futuristi, riprendendo anche qui analogo tentativo cominciato già ai tempi del futurismo storico.

“ANARCHIST FUTURISM si aggiunge alla specifica rete netfuturista, sito e una decina di blog tutti interconnessi, segnala ed evidenzia, una volta per tutte, l’essenza rivoluzionaria, persino tecnoanarchica, progressista, libertaria e radicale, sia storica sia contemporanea del futurismo, oggi in quello contemporaneo alla luce del Sole, confutando definitivamente certa vulgata ideologica”

Tra le altre cose ultimamente Guerra sembra decisamente posizionato al fianco di questa ala del futurismo tecnoanarchico. Questo è Roberto Guerra. Sempre sul promontorio estremo dei secoli.

Antonio Saccoccio

Nuovi Futuristi.. recensione di Giovanni Tuzet by Argo rivista


ARGO RIVISTA D'ESPLORAZIONE 11/2011



Roby Guerra, Nuovi Futuristi-Nuovi Umanisti, collaudo di Graziano Cecchini,
Este Edition (collana Liber-eBook), 2011

L’irriducibile Roby Guerra torna a pubblicare un volume sul futurismo. Lo scrittore ferrarese ha ripubblicato le sue Opere futuriste complete 1983-2000 (Nomade Psichico, Mantova 2000, ristampa febbraio 2011) e a poca distanza (luglio 2011) realizza in digitale questo volume di ricognizione poetico-saggistica (con manifesti e poesie inedite). I due libri sintetizzano una quasi trentennale attività di scrittore e divulgatore, sempre attento alle innovazioni tecnologiche e sempre innamorato del futurismo.
Il punto è: cosa fare del futurismo oggi? Si è da poco consumato il centenario del Manifesto futurista. Si continuano a pubblicare gli scritti di Marinetti, Soffici, Govoni, Palazzeschi ecc.

Si continua a riflettere sull’eredità del futurismo. E si visitano i musei che ne testimoniano, cristallizzata, l’azione dirompente. (Proprio da poco ho visto il “Museo del Novecento” a Milano, uno spazio espositivo molto bello in cui la forza delle opere futuriste mi è sembrata ancora enorme rispetto ai pasticci dell’arte informale e alle varie mode, più o meno onanistiche, che hanno esaurito la seconda metà del Novecento).

Allora il punto è proprio questo: cosa fare del futurismo oggi, quando si è ormai compiuto il processo di imbalsamazione museale di un movimento che si avventava contro i musei e l’accademismo? Per chi ama il futurismo, celebrandolo il rischio è di fare qualcosa che ha ben poco di futurista.
Il lavoro di Guerra ha il pregio di metterci davanti a questa domanda. E l’altro pregio di compiere una ricognizione sull’eredità futurista, mostrando quali correnti genericamente “neofuturiste” si possono distinguere nel panorama contemporaneo. In questo senso il doppiotitolo del libro (Nuovi Futuristi ma anche Nuovi Umanisti) è molto indicativo: si tratta di capire cosa viene dopo il futurismo e ne applica la lezione a un mondo già abissalmente diverso da quello rappresentato da Marinetti & C. un secolo fa. Il volume è una vera mitraglia di nomi e di fatti. (Oltre a contenere alcuni interventi di taglio politico – come già accadeva in Marinetti – fra cui si inneggia infine a un futurismo di sinistra).
Così anche il sottoscritto ha l’onore di essere arruolato fra queste nuove correnti, all’insegna del “Futurismo logico” che ho cercato di teorizzare nel mio A regola d’arte (Este Edition, Ferrara 2007) e di praticare nella mia trilogia poetica 365 (i primi due volumi con Liberty House di Ferrara nel 1999 e 2000, il terzo con Raffaelli di Rimini nel 2010).
Tutto bene dunque? Per chi, come il sottoscritto, ama l’analisi oltre alla sintesi, il limite del lavoro di Guerra è quello di non puntare abbastanza sulle differenze. Differenze di due tipi: qualitative e di stile. Partendo dalle prime, non tutti gli autori menzionati in Nuovi Futuristi-Nuovi Umanisti hanno una produzione artistica dello stesso livello ed è comprensibile che Guerra non voglia mettersi a fare il critico che sbadiglia giudizi (non è nella sua natura); con ciò rimane inevasa una domanda seria: quali fra gli autori menzionati sono più interessanti a livello di opere più che di intenti? Sulle seconde differenze, di stile, dico invece che il libro di Guerra mi sembra troppo ecumenico: troppi nomi sono arruolati nell’esercito neofuturista, troppo diversi i loro profili, troppo lontani i loro orizzonti. Cosa c’entra l’umanista Vittorio Sgarbi con il transumanista Riccardo Campa, per esempio? Cosa c’entra il filosofo Gianni Vattimo con il performer Graziano Cecchini? Cosa c’entra la prosa di Antonio Pennacchi con la poesia di Paolo Ruffilli o dello stesso Guerra? O magari mi sbaglio, ci sono molte affinità che non afferro e che superano le differenze, come Guerra sostiene. Certa è una cosa: la matrice del futurismo è ancora attiva e Roby Guerra è il suo clone e agitatore numero uno.

Giovanni Tuzet