mercoledì 24 agosto 2011

Futurpop Pornopop

Futurpop Pornopop

Il futurismo pensiero+azione nel duemila anni dieci, l'avanguardia in generale? Ritorniamo per un attimo a un certo Charles Russell, bellissimo libro su modernità e postmoderno: dove il celebre critico e storico d'arte certamente più creativo della media... con parole trasparenti focalizzava...

la differenza spesso poco compresa tra avanguardia e arte sperimentale.

Entrambe fondamentali, tuttavia con ben diversa incisività a livello di CHANGE, in quel breve termine che esita oggi, tempi postumani alla velocità della luce quasi, almeno del suono (Borse istantanee- postInternet docet...) come software decisivo proprio anche per -effetto della ricerca pura- igienizzare, rimuovere le resistenze sociali.. per i gli obbettivi a medio-lungo termine.

Appunto il ruolo dell'avanguardia, in prima linea, per derattizzare il territorio, prima di riconfgurarlo con la mappa sistema operativo nuovo: quest'ultimo, però, non a priori, ma sempre download non stop, effetto proprio dell'avantgarde che cambia il mondo...

Parafrasando lo stesso Russell, da ...Rimbaud (o Marinetti... o Tzara … o Walt Disney e Chaplin.. o Warhol e Kubrick....o i Wachowsky di Matrix- avatar reali intercambiambili ad personam) ai Robot, l'avantgarde come macchina militare, terminator o anche- come vedremo- alla Neo(ancora Matrix...), filtrato da Truman Show più sveglio.. è sempre e soltanto pensiero+azione, altrimenti è arte sperimentale.

Nel secondo novecento, parallelamente a certa degenerazione presentista (come nessuno come Saccoccio e il link netfuturista ha già dimostrato) dell'arte contemporanea tout court, tuttavia, proprio le intuizioni più ardite del futurismo e le avanguardie storiche, leggi arte pubblicitaria o avanguardia di massa (più ardite nel senso di un Change..non bellico culturale caldo, ma freddo, quasi per via virale..., ) son state soprattutto rilanciate ed eseguite dalla pop revolution dello stesso Warhol, dalla nuova musica di massa (pop e techno), con anche contaminazioni interessanti in ambito stesso situazionista, finanche nella nuova arte digitale, finanche in certa neoavanguardia letteraria, finanche in certa cosiddetta street art e-o graffitismo.

Certa stessa cultura pre pop, nata nel primo novecento, cinema, fantascienza, la pubblicità come arte, il cosiddetto Noir o Horror ex Yellow (Yellow Submarine dei Beatles, insonspettabile witz o macchina astratta....) sono stati promosssi in Serie A, persino in Italia, dopo decenni di Gulag radical chic ben noti.

Va da sé, se – come al solito, gli artisti captano il futuro, antenne della razza..., certa Gestalt estetologica e filosofica ancora neoidealista (anche se si spaccia... per Realista o “marxista” o “umanista”) anziché leggersi (ancora una volta i netfuturisti e anche chi scrive docet) Marhall McLuhan (e oggi Negroponte, Derrick de Kerckhove e certa futurologia) continuano a pontficare, non capendo un cazzo della Televisione e di Internet, sempre con le bibbie di Adorno... o il breviario certamente non apocalittico di Eco, ma certamente non dis-integrato....

Non a caso, tale software errato... ha contaminato anche la stessa arte contemporanea del secondo novecento e del duemila ancora, la stessa arte sperimentale....in Italia l'ambiente letterario stesso in particolare (i vicoli ciechi, quasi doppi legami.., ben noti sia della letteratura lineare sia alineare (dal Gruppo 63 al Gruppo 70 dei poeti visivi, anche quelli sonoro- totali, anche certa video art).

Nuove modulazioni, con uno start archetipo consapevole ottimo e propulsivo (le avanguardie storiche), poi- proprio per pregiudizi ideologici arcinoti- al contrario degli obiettivi anche socioestetici persi nello... spazio e nel cerebralismo quasi autitico, come un cosmonauta rotante per l'eterno, dopo l'avaria fatale della navicella...

Un esempio clamoroso recente può forse essere flagrante e lampante quale contro-metodo (alla Feyerabend anche-quello filosofico scientifico anarchico-dada- non certe sue vulgate non attinenti new age quasi...): per il regista americanoTarantino, un eretico..postmodern squisito forse new new dada e superpop (e New Dada il primo logo pubblico della pop art...), più sgnificante il cinema italiano cosiddetto di Serie B (ovvero il pornosoft di...Edwige Fenech) che la Corazzata Potiemkin in Salsa italiana del cosiddetto Neorealismo …..

Una iperbole provocatoria, anche e certamente, ma, nello specifico, una griglia operativa quasi come necessario antivirus dell'avanguardia verso appunto regressioni, implosioni troppo settarie o “neoplatoniche” sperimentali, senza l'azione con il pensiero...

Un relativismo al quadrato se non al cubo, per autoimmunizzarsi (quel che sembra troppo trash, poi spesso è la supernormalità o persino l'avantgarde prossime venture- nella sua versione germinale almeno....) da certo accademicismo, sempre eterno ritorno in agguato, anche nella ricerca sperimentale...

La Mappa è libera, bisogna scendere dagli alberi, sperimentare i funghi...postnucleari per decidere e provare se sono commestibili o velenosi, un grafico dall'alto del ramo, anche se di silicio, è sempre incompleto o addirittura fuorviante, anche se magari sublime. Soltanto con l'azione nel territorio sempre in riconfigurazione e feedback non stop con la Mappa stessa, il Ramo può diventare Satellite o Astronave, per volare sulla Terra, o da una Terra all'altra.....se necessario o quando singolarità epocale desiderio darwiniano della specie “anche da una Stella all'altra per studiarle.. e scoparle in diretta streaming space!!!

In oniropillole, ok Gaia o CyberGaia (la Terra dopo il Web), o Andromeda o Monna...Lisa- Beatrice cyberpunk, simultaneamente e l'audience va alle...stelle, fatali Lucrezia Borgia.. Lou Salome, Mata Hari, Marilyn Monroe, Brigitte Bardotte, Maria Schneider...Edwige Fenech, Moana Pozzi... Madonna, Lady Gaga.(e le Altre attualistiche...non presentiste), come suggerise la stessa netfuturist “Transpop” Laika Facsimile....Oppure, nell'arte contemporanea, in Italia, più in generale, in senso significante e in contro-luce (bollati tutt'oggi da critici attardati o radical chic-come trash o pornografia in senso lato dell'arte...) le due grandi news di Graziano Cecchini RossoTrevi e Maurizio Cattelan. Non a caso il nuovo RossoTrevi – Venezia docet- iconoclasta pornofuturista, Ma-Donna, quella archetepica renaissance e quella pop remixate, clonate.. (Sempre ...Nick Name...reali intercambiambili ad personam).

La nuova costellazione del futurpop o pornopop....

RobyGuerra

venerdì 5 agosto 2011

Roby Guerra Nuovi Futuristi Nuovi Umanisti *recensione di Sandro Battisti

*COLLAUDO/PREFAZIONE di Graziano Cecchini ROSSOTREVI
La storia del futurismo dopo Marinetti in stile manifesti: questa in pillole la chiave di lettura del lavoro ufficiale del futurista ferrarese Roby Guerra, dedicato appunto all’avanguardia italiana (ma non solo), quella che in certo senso si è perduta.
Questo è l’incipit che può meglio identificare, forse, il nuovo lavoro di Roberto Guerra (neofuturista per il cui cognome vale davvero la regola del nomen omen) Nuovi Futuristi Nuovi Umanisti (Este Edition, 2011), in cui compare (in quanto figlioccio del Futurismo) anche il Connettivismo, insieme alla prefazione di Graziano Cecchini. Da cui prendo qualche brano:
Nella primavera 2010, per i tipi di Diversa Sintonia a cura di Marco Milani, scrittore del giro dei cosiddetti connettivisti (l’attuale fantascienza italiana) così presentai nelle prime righe Roby Guerra e il suo libro fantafuturista dedicato a Moana Pozzi, “Moana Lisa Cyberpunk”. Il futurista ferrarese, da me conosciuto un paio d’anni prima proprio a Ferrara, invitato per una anteprima video del centenario futurista.
Ora mi limito a clonare le stesse parole al passo – sempre di corsa – anzi come un ghepardo quadricromatico, con le ulteriori sinergie del nuovo futurismo, lanciate con gli amici scienziati transumanisti (Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco, i giovanissimi Emmanuele Pilia e Bruno Lenzi) e i giovani nativi digitali doc del web (i netfuturisti di Antonio Saccoccio ed altri). Sinergie con sempre il futurista semi-eroico ferrarese quasi nodo centrale di tutti quanti.
Perché questo è quel che emerge da quest’ultimo lavoro ufficiale di Guerra: un titolo programmatico che – alla faccia di molti pregiudizi persistenti nella casta culturale nazionale – dichiara con spregiudicatezza che se ieri, noi futuristi eravamo l’Avanguardia, oggi – noi ultime generazioni – sia ben chiaro, semplici robot esecutori e aggiornati dei grandi padri fondatori Marinetti,
Boccioni, Balla, Depero, Palazzeschi e tutti gli altri (fino all’eroico nel secondo novecento Benedetto), in certo senso lo siamo ancor di più. Non solo nuovi futuristi, ma anche nuovi umanisti. Noi neo-futuristi (ma il neo è puramente diciamo storico-giornalistico…) oggi, anche contro certa pseudoavanguardia presentista, siamo appunto umanisti anche se tecnologici e scientifici… L’Anima della Macchina – persino… ecopoetici (ma in senso non luddista, anzi…) per citare due dei manifesti-saggi che compongono il lavoro, tra letteratura e saggistica.
*RECENSIONE DI SANDRO BATTISTI

*ESTE EDITION

mercoledì 6 luglio 2011

Moana Lisa Cyberpunk a High Foundation 2011-videopresentazione

RESTO DEL CARLINO 3 LUGLIO FERRARA

HIGH FOUNDATION C'E' "MOANA LISA" INCONTRO FUTURISTA CON GUERRA
Serata anarcofuturistica con Roby Futurguerra oggi all'High Foundation Festival. Alle 21.30, al parco urbano Bassani, è in programma la videopresentazione del volume di Guerra "Moana Lisa Cyberpunk" (Edizioni Diversa Sintonia a cura di Marco Milani)



NUOVA FERRARA
Futur Guerra protagonista a High Foundation


FERRARA Questa sera alle 21.30 Roby Futur Guerra e il futurismo anarchico a High Foundation. L’appuntamento è al Parco Urbano G. Bassani. Guerra, tra i promotori a Ferrara e in Italia del futurismo contemporaneo e ricercatore per i futurologi italiani libertari di Riccardo Campa (Milano) e per Netfuturismo di Antono Saccoccio (Latina), presenta diverse videopoesie a tema, proprie e in collaborazione con i vari Filippo Landini, Andrea Forlani, Giacomo Verdoia, Maurizio Ganzaroli, Riccardo Roversi, Giorgio Felloni, ecc.. Da segnalare un clip tributo per Graziano Cecchini, la svolta a sinistra dell'uomo della fontana rossa di Trevi lo scorso 2010 per il concertone del 1 maggio a Roma e a Ms Larsen, vocalist dei Lunacy Box e street artista. Il ricco programma del festival si sviluppa sulla progettualità giovanile e sulle nuove tecnologie usate dai giovani per sviluppare arte e cultura nel miglior relax possibile del meraviglioso parco ferrarese. Da sottolineare la presenza di vere e proprie leggende della musica reggae internazionali. E il 9 luglio appuntamento con 9 luglio con uno dei migliori mc della scena inglese Mc Navigator, che ad oggi è uno dei personaggi più vicini alla label musicale interna al festival, la prestigiosa SouLove records....

http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2011/07/03/NZ_14_06.html?ref=search

*clip:
*Moana Lisa Cyberpunk videoset (**youtube canale futurguerra)
1 Ninnananna di Marinetti (Netfuturismo tribute) 2 Moana Lisa cyberpunk 3. Eve cyberpunk 4 Remember and Worm (tribute Ms Larsen) 5 Moon Girl 6 New Dance Pop (featuring F.Landini-A.Forlani) 7 La Terra Top Model (Associazione Italiana Transumanisti "Milano"- Ferrara production) 8 Cybernova (featuring TerzoMillennio/R.Roversi) 9 Moana Lisa ciberpunk 2 (featuring M.Ganzaroli) 10 Paperinetti 11 RossoTrevi tribute (1 maggio futurista)

http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm

*vedi anche Associazione Italiana TRANSUMANISTI Site
http://www.transumanisti.it/6.asp?idNews=68

lunedì 4 luglio 2011

Moana Lisa cyberpunk videoset a High Foundation: intervista a Filippo Landini

Video Art a High Foundation 2011 (Ferrara) a cura di Filippo Landini: intervista‏

*Serata Anarcofuturista 3 luglio 2011 (h 21.30) Moana Lisa Cyberpunk (videoset RobyGuerra- EDS)

Con "Ferrara sotto le Stelle" è il grande evento pop estivo per Ferrara Città d'arte: ovvero "High Foundation 2011" (11° edizione), dal 24 giugno al 17 luglio. Le migliori band internazionali elettroniche in live concert e session nel bel parco urbano Giorgio Bassani della città estense. Ma anche ogni domenica video arte, particolare, tra musica e poesia. Alcune domande più in profondità e specifiche sul bonus Video al curatore Filippo Landini.

D- V-Art anno 2011- e nel cuore di High Foundation con Impact e La Centrale della Luce Elettrica (Vasco Brondi) in versione video clip:
(Landini)HF è all'undicesima edizione, grazie al geniale D.J.Afghan e amici, tra i festival d'arte elettronica più rilevanti. Musica soprattutto, electro e Jungle e Raggae e Hip Hop eccetera. Appunto, anche video con V-Art. Quest'anno uno zoom proprio su Videoclip musicali, in collaborazione con Giacomo Marighelli. Ferraresi, dai pionieri punk Impact al celebre Vasco Brondi, oppure note band italiane, Tre Allegri Ragazzi Morti (e altri) e straniere cult.


D- I video clip musicali, video arte o avanguardia di massa?
(Landini)Il video clip nasce con prospettiva commerciale, ma spesso si rivelato un testo videoartstico (per esempio Chris Cunningam) e allo stesso tempo avangiardia di massa. al riguardo uscirà un antologia di saggi in cui parlo del video clip militante nel quale in effetti si annoverano le categorie citate nella domanda. Il video come tecnologia è un veicolo enormemente di massa, quindi il video clip e il nuovo murales dell'era elettronica.
D- Prossimi set video a High Foundation 2011
(Landini)Il 3 luglio la session anarco-futurista di roby FUTUR guerra, videoset *del suo libro di pornofantascienza Moana Lisa Cyberpunk (Edizioni Diversa Sintonia), un noto esponente dell' arte elettronica e e della letteratura sperimentale. La domenica successiva il documentario di Filippo Vendemmiati sulla morte di Federico Aldrovandi a Ferrara. E il musicista elettronico Ozky/Massimo Croce, ben noto a High Foundation.
D- Landini videomaker, news?
(Landini) Sto curando il book trailer della casa editrice Linea BN. Per il resto scrivo.
D- Ferrara capitale video?(Landini) Sicuramente con High Foundation e il Festival THE SCIENTIST dal 2007, curato da Vitaliano Teti, Filippo Landini e Marco Teti (dallo stesso Guerra alle origini), Ferrara è tornata fra le maggiori città europee di erogazione video artistica


*Moana Lisa Cyberpunk videoset (**youtube canale futurguerra)
1 Ninnananna di Marinetti (Netfuturismo tribute) 2 Moana Lisa cyberpunk 3. Eve cyberpunk 4 Remember and Worm (tribute Ms Larsen) 5 Moon Girl 6 New Dance Pop (featuring F.Landini-A.Forlani) 7 La Terra Top Model (Associazione Italiana Transumanisti "Milano"- Ferrara production) 8 Cybernova (featuring TerzoMillennio/R.Roversi) 9 Moana Lisa ciberpunk 2 (featuring M.Ganzaroli) 10 Paperinetti 11 RossoTrevi tribute (1 maggio futurista)

* Filippo Landini, nato a Ferrara nel 1969.
Ha pubblicato le raccolte di poesie Fuoco et flow in AA.VV, Frrr (Comune di Ferrara, 2001), Nodo Sottile 3 (Crocetti Editore, 2003) e il romanzo Ferrara Game Over (Mantova, 2000) da cui è stato realizzato il il lungometraggio omonimo (diretto e interpretato dallo stesso Landini e da Max Czertok). Ha pubblicato per Linea BN Edizioni
Red Red Play Balck. Cura dal 2007 (con altri) The Scientist International Video Art e "V-Art" per High Foundation, Festival controculturale di musica elettronica.


vedi:http://www.high-foundation.com
http://www.estense.com/?p=153236
http://www.lineabn.com/autori/filippo-landini
http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm
http://transvision2010.wordpress.com/program/speakers/


 

lunedì 27 giugno 2011

Moana Lisa Cyberpunk recensione/intervista di Gaia Conventi

Roberto Guerra: Moana Lisa Cyberpunk (Edizioni Diversa Sintonia, 2010)
"Pornobambole alla riscossa!"  from Gumwriters
L’esperimento di fantahardscienza è pienamente riuscito, “Moana Lisa Cyberpunk – Doll’s Revolution (fiabe wireless postfemministe)” di Roberto Guerra si è rivelato un testo ricco di futurhumour, spunti satirici sulla città volante – chiamiamola Ferrara e ci capiamo al volo! – e bambole cibernetiche ricche di gadgets.
Il libro vanta la prefazione di Graziano Cecchini Rossotrevi e note dei futurologi Riccardo Campa, Ugo Spezza e Marco Milani, promotori del Connettivismo, la nuova fantascienza italiana.
Edito da “Diversa sintonia” nel 2010, quello di Roberto Guerra è un romanzo fuori dai soliti schemi: raccontiflash, sesso umano e umanoide, computer che ci mettono lo zampino e bambole dalla zampa caprina. Un tripudio alla libertà del godimento, al sorriso cattivello e politicamente scorretto.
Il nuovo lessico futurista e cosmico di Roberto Guerra è ben sintetizzato dalle frasi che introducono il testo, scelgo la prima, immaginando potrà chiarirvi le idee: “Mi considero un ambasciatore di Disneyland…” diceva Philip K. Dick, non a caso uno che di futuribile ne sapeva a pacchi.
Il cartaceo hard-disk - hard non a caso – di questa avventura stellare nel mondo del porno futuribile, è composto da nanofiabe le cui protagoniste spaziano da Moana a Paris Hilton, da Marylin a Mary Poppins. Il postfemminismo come medicina alla perdita di sana perversione, dove anche la carne in teflon ha bisogno di ritrovare l’umanità del fare quattro salti per il semplice gusto di farli. Dici niente!
In un nuovo secolo di maschiette – e non diciamo che è successo per caso, ci siamo state costrette – l’idea di cogliere il simbolismo-bambolismo di due belle gambe potrebbe spaventare chi legge la cronaca e si indigna. Non che indignarsi sia sbagliato, non che il bambolismo che si vede in giro sia la norma da seguire… ma se siamo fatti di carne, bisogna lasciar vivere anche quella. Diamole però il giusto senso – senso sensuale, rotolamenti ritmici di parole e sguardi – perché la Moana futurista non si vende per soldi, non si vende per la carriera: non si vende e basta. La pornobambola lo fa perché le piace farlo e ci tiene a dirlo in ogni nanofavola.
Parlare di sesso proprio ora che la tv non ci parla d’altro? Beh, potrebbe essere azzardato, ma se il sesso è anche gioco – se così non è, parliamo di mercificazione o di noia – tanto vale raccontarlo col sorriso. Roberto Guerra lo fa, in un cybertripudio di razzi a cui va cambiata una consonante e di bamboline lascive e molto manga.
Diversi i rimandi alla vita ferrarese, probabilmente li si coglie conoscendo la vita della città, ma va bene comunque: il divertimento è sempre assicurato e le ghignate non mancano. Potete prendere la cosa sul serio o prenderla dada come ho fatto io. L’universo maschile lo si indaga anche così, scoprendo che gli uomini ci amano tutte intere e, a volte, sotto quella maschera da mascalzoni spaziali, sono degli inguaribili cosmoromantici.

Continua:
http://www.gumwriters.it/2011/01/31/pornobambole-alla-riscossa/

Futurguerra videopoetry Nuovi Umanisti (2011)

Roby Futur Guerra: Nuovi Umanisti

giovedì 17 febbraio 2011

Riccardo Campa a La7 Le Invasioni Barbariche intervista





ARTIFICIALI E FELICI



Intervista al filosofo transumanista Riccardo Campa






di Roberto Guerra






Il Presidente dell’Associazione Italiana Transumanisti e professore di Sociologia della scienza all’Università di Cracovia, Riccardo Campa, è stato recentemente invitato a partecipare a Le Invasioni Barbariche, trasmissione di successo condotta da Daria Bignardi su LA 7. (Streaming: http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i376620 ) La discussione verteva sulle terapie anti-aging, un tema centrale della filosofia transumanista. Dopo il faccia a faccia con il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, la conduttrice ha invitato in sala un gruppo eterogeneo di partecipanti, tra i quali l’ex difensore del Milan Billy Costacurta, l’attrice Alessandra Faiella, la cantante Dorina Leka, la scrittrice Lidia Ravera, il medico Filippo Ongaro, l’allenatore di basket Dan Peterson, e – appunto – il filosofo transumanista Riccardo Campa. Come spesso accade nei talk show, si toccano temi importanti, ma per ragioni di tempo e dinamica della discussione, non si riesce ad approfondire a dovere ogni questione. Abbiamo dunque chiesto al professor Campa di entrare più in dettaglio, rispondendo alle domande di questa intervista.






Professor Campa, Le Invasioni Barbariche sono una platea importante. Secondo le stime, il suo intervento è stato seguito da circa un milione di telespettatori, mentre si sono contati almeno sei milioni di contatti zapping. Alla prima sua risposta sulla natura del transumanesimo, la conduttrice ha però mostrato qualche perplessità. È davvero un tema troppo “alto” per il pubblico televisivo?






Non credo che le cose stiano così. La conduttrice fa il proprio mestiere e spinge giustamente gli intellettuali ad esprimersi con concetti semplici, per raggiungere un pubblico più ampio possibile. Tuttavia, ho voluto essere almeno all’inizio preciso sul piano “scientifico”, perché ritengo che il pubblico che segue una trasmissione come le Invasioni Barbariche sia più colto di quello che segue altri programmi, su altri canali, in prima serata. Dunque, in grado di capire un concetto come quello di transumanesimo che, per inciso, ho presentato come sinonimo o quasi di “evoluzione autodiretta”. Quello che volevo dire è che le terapie anti-aging sono solo un aspetto di una questione filosoficamente ben più importante, ovvero: è opportuno intervenire direttamente sulla biologia umana, con le tecnologie più sofisticate, per eliminare o minimizzare gli aspetti della natura che ci piacciono di meno. Per i transumanisti, gli aspetti più indigesti che ci dà in dote la natura, come risultato di un processo evolutivo non gestito razionalmente, sono appunto l’invecchiamento, la debolezza, le malattie, la morte.






Qualcuno la pensa diversamente. C’è chi considera questi aspetti della condizione umana come inevitabili o addirittura indispensabili, desiderabili…






Questo “qualcuno” ha tutto il diritto di pensarla come vuole. Noi li chiamiamo mortalisti, sostenitori della morte. Nessuno è obbligato ad usarle queste tecnologie per rallentare l’invecchiamento, per allontanare la morte, per potenziare l’essere umano. Vivere più a lungo e in buona salute è un dolce frutto che però costa sacrifici. Dunque non si vede come si possa obbligare qualcuno. Mi preoccupo piuttosto quando questo “qualcuno” vuole imporre il proprio modo di vita passatista agli altri. Molto spesso, i tecnofobi non si contentano di vivere senza tecnologie, ma vorrebbero vietarle agli altri. Ancora più spesso, ipocritamente, le negano agli altri senza negarle a se stessi. Quando, per esempio, si lagnano della tecnologia e della società industriale in Internet o in televisione. Come se i computer e le videocamere fossero prodotti che nascono sulle piante.






Si può fare a meno della tecnologia?






Per me la coerenza è un valore fondamentale. Se qualcuno trova intollerabile la società industriale, perché non va a vivere coerentemente in modo pre-industriale? Ci sono interi paesi abbandonati sugli Appennini o le Alpi. Chi esalta la società pre-industriale dovrebbe andare a vivere in questi luoghi, con le capre, le lanterne a olio, il riscaldamento a legna. Lontano dalle metropoli, dalle televisioni, dai giornali, dagli editori. E invece no. Abbiamo anche i tecnofobi telematici. Questi non li stimo per nulla. Al contrario, ho un grande rispetto per gli Amish. Negli USA, gli Amish hanno fatto una scelta anti-tecnologica e sono coerenti. Tra l’altro, nessuno li tocca, nessuno li costringe ad usare l’elettricità o i motori a scoppio. Così, quando un mio studente mi ripropone la litania di quanto era bella la vita nelle società pre-industriali, gli do un semplice compito da fare a casa. Come test, gli chiedo di rinunciare per tre mesi non a tutti, ma a tre soli prodotti della società industriale: carta igienica, sapone e dentifricio. Naturalmente, gli chiedo anche di riferirmi l’esito dell’esperimento per telefono.






Allora sono i tecnofobi e i mortalisti gli intolleranti…






Non si può generalizzare. Però, se si fa eccezione per la ginnastica obbligatoria, proposta dai futuristi all’inizio del XX secolo, ed effettivamente in vigore anche oggi nelle scuole (salvo che in ultima istanza è possibile farsi esonerare), non c’è pericolo che la salute, la forza, la giovinezza, la bellezza vengano imposte per legge. Ognuno è libero di fare i propri calcoli e prendere le decisioni adeguate. Se una persona vuole bruciare come una candela, godersi rapidamente e intensamente la vita, e poi farsi da parte, faccia pure. Molto spesso però queste persone le vediamo poi vecchie, malaticce, sofferenti nelle corsie degli ospedali, a maledire lo stile di vita che le ha portate a quel punto – come ha giustamente osservato il medico Filippo Ongaro. Billy Costacurta ha raccontato che le terapie anti-aging gli hanno permesso di allungare la propria carriera di altri dieci anni. Dan Peterson è ancora sulla cresta dell’onda, anche perché ha seguito una dieta equilibrata e fatto uso quotidiano di vitamine e altri integratori.






Però se diventa una moda e la maggioranza della gente inizia a curare ossessivamente l’aspetto e la salute, chi non lo fa rischia di essere marginalizzato. Anche se non ci sono obblighi di legge.






D’accordo, ma questa è la regola della società aperta. Allora, analogamente, per mantenere l’uguaglianza, non dovremmo più studiare, leggere libri, informarci? In nome dell’uguaglianza, dobbiamo diventare tutti poveri come il più povero, stupidi come il più stupido, deboli come il più debole, malati come il più malato, ignoranti come il più ignorante, codardi come il più codardo, brutti come il più brutto, eccetera? Tutti noi abbiamo delle debolezze, dei difetti, dei problemi. E nessuno dice che non si debbano aiutare gli sfortunati, ma non è certo diventando come loro che li aiutiamo. Vogliamo forse un appiattimento verso il basso? Speriamo invece che la competizione, l’agonismo – che è un’eredità della cultura greca antica – porti piuttosto un miglioramento generale delle condizioni di vita. Ma quello su cui io insisto, è che la filosofia transumanista va ben oltre la superficie della vita sana.






Cerchiamo allora di andare in profondità, visto che qui abbiamo il tempo e lo spazio per farlo. Cosa non si è riusciti a dire in trasmissione?






Innanzitutto ritengo fondamentale chiarire che l’anti-aging non è solo una moda e non è nemmeno una “nuova” moda. C’è una tradizione antichissima incentrata sulla ricerca dell’elisir di lunga vita che risale ai miti greci e prosegue nel Medioevo e nel Rinascimento con la tradizione alchemica, per lasciare tracce importanti anche nella Rivoluzione scientifica, nell’Illuminismo, nel Futurismo, nel Socialismo. Nel mito di Prometeo, gli uomini ricevono da Zeus il segreto dell’eterna giovinezza, ma lo perdono malamente a vantaggio dei serpenti. Nel Medioevo, il frate francescano Ruggero Bacone – da alcuni indicato come l’inventore degli occhiali e della polvere da sparo – sostiene che Dio ha privato gli uomini della vita eterna, ma solo per vedere se riescono a riprendersela da soli attraverso la medicina. È proprio Bacone che introduce l’idea che l’invecchiamento è da vedere come una malattia. Certo, dalla Chiesa cattolica non fu visto di buon occhio, tanto che fu incarcerato per molti anni, ma le sue idee saranno poi riprese durante la rivoluzione scientifica da Francesco Bacone. L’utopia di quest’ultimo, La Nuova Atlantide, è una società basata sulla scienza, dove le biotecnologie hanno un ruolo centrale nella lotta per la longevità. Più tardi, durante l’Illuminismo, è Condorcet che nella sua opera più famosa – Quadro storico dei progressi dello spirito umano – afferma che la scienza sarà in grado di dare all’uomo una vita illimitata. E poi Filippo Tommaso Marinetti, anch’egli avventurandosi in previsioni futurologiche, afferma che l’uomo riuscirà a sconfiggere invecchiamento e morte fondendosi con le macchine. Sull’idea di evoluzione autodiretta e di correzione della natura umana converge anche Leon Trotsky, uno dei maestri del pensiero socialista. Insomma, c’è una nobile e antica tradizione di pensiero dietro all’odierno anti-aging. E qui mi sto limitando solo a qualche esempio.






Quali opere indicherebbe, tra le sue, per chi volesse approfondire questo aspetto?






Etica della scienza pura è una storia dell’ethos scientifico, ovvero dei valori che sorreggono la ricerca scientifica. Ma tra le pieghe di quel libro è nascosta una vera e propria genealogia del transumanesimo. Cenni si trovano anche in Mutare o perire, anche se il libro è più centrato sull’attualità. Ma direi che vado ancora più a fondo nella questione in altri saggi, come “Ratzinger contra Bacone”, apparso su Mondoperaio, “Leon Trotsky: un socialismo dal volto postumano”, “Il superuomo del futurismo” e “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, apparsi su Divenire. Ecco, consiglierei innanzitutto questi.






Faccio allora come la Bignardi: potrebbe riassumere in parole semplici la morale della storia?






In parole semplici, non deve passare il messaggio che ora parliamo di anti-aging perché la nuova società dei consumi, le industrie farmaceutiche, non sapendo più cosa vendere, si sono inventate questa moda, trasformando ipso facto i sani in malati, facendoci diventare tutti ipocondriaci. Non è questa la filosofia anti-aging, né tantomeno è questo il transumanesimo. Certamente, le multinazionali hanno fiutato l’affare e sono in fermento. Per questo, io che insegno sociologia e conosco bene questi meccanismi, sono il primo a dire che serve molta attenzione. Bisogna stare attenti ai ciarlatani e agli affaristi interessati al solo profitto. Dico perciò a chi ci legge di rivolgersi sempre a medici di fiducia. “Di fiducia” proprio per minimizzare il rischio di diventare una cavia per imprenditori senza scrupoli. Detto ciò, farsi di tanto in tanto un esame del sangue per vedere di quali sostanze siamo carenti, e poi integrare l’alimentazione con qualche pillola prescritta da un medico, non significa certo diventare ipocondriaci. Significa fare prevenzione.






Faccio l’avvocato del diavolo: ma servono i medici e le pillole? Non basta un’alimentazione a base di cibi genuini o di integratori naturali?






La differenza tra naturale e artificiale è un vero e proprio mito. Certamente, si può sopperire a certe carenze ingerendo alimenti che si trovano al mercato. Per esempio, se si è carenti di magnesio, si può assumere molto riso. Tuttavia, cuocendo il riso si perde una grandissima quantità di magnesio e il riso crudo non è proprio una leccornia. Allora può venire comoda la pastiglia. Perché – ed è questa la cosa che voglio sottolineare – non esiste un magnesio naturale diverso da quello artificiale. Il magnesio è sempre magnesio, dovunque sia. È l’elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Mg e come numero atomico 12. Credere che il magnesio nel riso sia più salutare di quello nella pastiglia è una vera e propria superstizione. Tra l’altro, se “artificiale” significa “creato dall’uomo”, moltissimi alimenti di origine animale o vegetale che compriamo al mercato sono artificiali. Il maiale per esempio è un essere artificiale. Non esiste in natura. Lo ha creato l’uomo, attraverso un processo di selezione genetica durato millenni. Gli OGM sono solo un metodo nuovo per ottenere quello che prima si otteneva attraverso innesti e selezioni. I nostri antenati hanno iniziato nel lontano neolitico a modificare gli organismi viventi.






Ma, venendo appunto agli aspetti sociologici, questa attenzione al proprio corpo non è un segno dell’individualismo, dell’edonismo, dell’egoismo dei nostri tempi? In altre parole, il transumanesimo avrà anche padri nobili, ma ora la questione rischia di essere banalizzata.






Se si considera la questione tenendo presente una verità fondamentale della sociologia – ovvero che non esistono società senza individui né esistono individui senza società – ci si accorge che la questione ha più facce. Da un lato è vero che le terapie anti-aging le facciamo innanzitutto per noi stessi, per stare bene. Dunque, sono ispirate dal nostro egoismo. Ma c’è anche una dimensione altruistica, sociale, direi persino politica dell’anti-aging. La società italiana è già una delle più longeve al mondo. Ci superano il Giappone e pochi altri. Però, la società italiana è anche quella con il maggior numero di dementi. La demenza senile si manifesta, insieme ad altre malattie degenerative, perché si invecchia male. Le due questioni dell’invecchiamento e delle malattie si tengono. Bacone aveva avuto una straordinaria intuizione nel vedere l’invecchiamento stesso come una malattia. Ma veniamo all’aspetto sociale. Le persone anziane hanno spesso un bagaglio ricchissimo di esperienze e di saggezza. Sarebbe importante che lo trasmettessero ai giovani. Come sottolineava giustamente Lidia Ravera, c’è un tempo per ogni cosa. Quando il corpo appassisce, i nostri pensieri possono ancora fiorire. Ma a patto che non si rincretinisca. Evitare di diventare dementi è dunque anche un gesto altruistico a favore della società, perché non solo evitiamo di diventare un problema per la collettività, un peso, ma possiamo addirittura dare ancora qualcosa di positivo.






Durante la trasmissione, ha fatto una battuta sul sesso. Una strategia mediatica per riprendersi la parola, per riportare l’attenzione su di sé, e dunque sul transumanesimo?






Beh, non nascondo che non ho scelto il tema a caso. Ero partito forse troppo serio, considerando che dovevo interloquire anche con un comico, quindi ho cercato poi di sdrammatizzare. Ma non si tratta di una battuta. Molti studi indipendenti hanno mostrato che c’è una correlazione forte tra frequenza dei rapporti sessuali e longevità. Naturalmente la questione è più complessa. Una correlazione non è ancora una relazione causale, anche se il ruolo della produzione ormonale in questo processo è ben conosciuto. Inoltre, va sottolineato che deve trattarsi di una attività sessuale non frustrante, ovvero senza stress. Trovarsi molte amanti potrebbe non essere la soluzione ideale. Le statistiche dicono che vivono a lungo le persone in rapporti solidi con sessualità intensa, i single sessualmente molto attivi, oppure i fedifraghi, ma solo a patto che abbiano un secondo partner fisso e il primo non troppo geloso, perché le situazioni stressanti accorciano la vita. Purtroppo non c’è stato il tempo di entrare in questi dettagli. Ma il senso principale di questa mia osservazione è che per vivere a lungo e in salute non bisogna chiudersi in una campana di vetro. Ci si può anche godere la vita. L’importante è trovare i divertimenti giusti.






L’intervento è stato molto applaudito. E tutti i partecipanti al talk show si sono detti d’accordo.






Questo significa che il bigottismo e la sessuofobia che abbiamo ereditato da una certa tradizione stanno svanendo inesorabilmente. Mi pare una buona cosa.






Alla fine, è riuscito a dire che l’anti-aging è solo un inizio. Ha parlato di staminali, di ingegneria genetica. Insomma, per i transumanisti, le pillole e gli integratori sono una bazzecola. Ben altro bolle in pentola...






Sì, per fortuna sono riuscito ad accennare la questione. Le terapie anti-aging sono importanti, ma devono essere viste soprattutto come un ponte che ci può portare verso tecnologie longeviste ben più potenti. Non sappiamo quando queste tecnologie future saranno disponibili. Ma sappiamo che più allunghiamo la nostra vita, maggiori sono le probabilità di esserci quando essere appariranno. Intervenendo direttamente sulla biologia umana, potremo in pratica fermare il processo di invecchiamento. Ricerche empiriche in laboratorio vengono svolte in diversi paesi, con metodologie e obiettivi diversi. Si cerca o di disattivare i geni, i meccanismi che ci fanno invecchiare e morire. Oppure, e questa sembra la soluzione più a portata di mano, rinnovare periodicamente le cellule attraverso la clonazione terapeutica e le terapie a base di staminali. In breve, la “resurrezione della carne” promessa dal Cristianesimo, potrebbe essere ottenuta grazie alla scienza, anche se si preferisce il termine più prosaico di “rigenerazione dei tessuti”. Ma anche questa terapia può essere vista come un secondo ponte verso tecnologie ancora più potenti. Anche rigenerando periodicamente i tessuti, restiamo esseri fragili, esposti a vari pericoli. Possiamo ancora morire in incidenti stradali, o per malattie sconosciute, o uccisi da armi. Ecco allora che può diventare conveniente pensare anche al potenziamento e non solo alla rigenerazione. Possiamo per esempio potenziarci ibridandoci con le macchine, sostituendo gli organi biologici con organi elettro-meccanici, quando funzioneranno meglio. In fondo, il caso Pistorius è emblematico. Con gambe artificiali, l’atleta sudafricano corre più forte dei normodotati.






Pur essendo anch’io affascinato dai temi transumanisti, in chiusura, mi sento di fare ancora una volta l’avvocato del diavolo. Dal transumanesimo emana una gran voglia di vivere, di fare, di lottare. Ma se riusciremo a vivere per secoli, grazie a queste tecnologie, non corriamo il rischio di annoiarci? Questa è stata la battuta finale della Faiella...






Come battuta faceva ridere, ma era appunto una battuta. Morire è la cosa più semplice del mondo. Basta non fare assolutamente nulla. Chi è annoiato dalla vita non deve fare altro che andare in un luogo isolato, privarsi di tutte le tecnologie, inclusi i vestiti, e aspettare. Tempo qualche ora o qualche giorno ed è morto, di freddo, di sete, di fame. L’uomo senza tecnologie non esiste, né è mai esistito. Quando non maneggiava ancora tecnologie si chiamava scimmia, non uomo. La tecnologia è dunque l’essenza dell’umanità. La tecnologia è la nostra vita. Allora, l’anti-transumanista, ovvero chi dice “odio le tecnologie e voglio morire presto” (il contrario di quello che direbbe un transumanista, cioè: “amo le tecnologie e voglio vivere in eterno”), se è ancora vivo, evidentemente sta mentendo. In realtà, sta lottando per sopravvivere, come tutti gli altri. Mente o è in una situazione di falsa coscienza. Concludo col dire che vivere talmente a lungo da arrivare ad annoiarsi della vita sarebbe un ottimo risultato. In fondo, poi, morire è un gioco da ragazzi. La tragedia è morire quando si ha ancora voglia di vivere. Oppure, dover vivere, pensiamo al caso Welby, quando si vorrebbe morire. L’optimum sarebbe invece poter decidere quando morire. Dunque, il valore base del transumanesimo non è tanto la vita, quanto la volontà. Non vogliamo la vita a qualunque costo, quanto piuttosto rimuovere gli ostacoli naturali e sociali alla nostra volontà di esistenza, di sapienza, di potenza. Credo che questo sia anche il desiderio più antico e sincero manifestato dall’uomo e lo dimostra il fatto che, quando ha immaginato gli dèi, li ha immaginati eterni e beati. Ciò che lui stesso voleva essere.

giovedì 3 febbraio 2011

Roberto Guerra opere futuriste complete 1983-2000




opere futuriste complete 1983-2000
(Mantova, 2000; ristampa limited editions 2011)

Un estratto: CONTRO FERRARA METAFISICA (*1983)

CITTÀ DI SILENZIO


RETTILE METAFISICO


DAL PLATONICO BATTESIMO MECCANICO


MANICHINI D'AMORE PENTITI


AL 1° PECCATO DELL'EVOLUZIONE


VOSTRO NEOPALLIO DI DINOSAURO


TEATRO IMMORTALE DELLA NEBBIA


LAPSUS VERSAILLES DI PAZZI PAZZATISTA


MESSE POSTMODERNE DELLA POLIVALENTE


ATOMI INDIVISIBILI DEL NUCLEO


SCORIE RADIOATTIVE DELL'ANIMA DI DE CHIRICO


MADONNA COMUNISTA DAL BIBERON STALINISTA


ARATRO FASCISTA RIMOSSO NELLA CATTEDRALE


NUMERO IRRAZIONALE DEL VILLAGGIO ELETTRONICO


SPUTA DRAGO DELLA MONTEDISON


L'OSSIGENO DEL XXI SECOLO


A VOI SCHELETRI DI ARIOSTO


IL SASSO LUNARE DEL VOSTRO CERVELLO


RESTITUITOVI DAL MARE DELLA TRANQUILLITÀ

venerdì 21 gennaio 2011

Futurismo doc contro Generazione Futuro: basta con l'equazione antimatematica.... futurismo=futuro e libertà!

Cstampa ufficiale: Movimento Futurista contemporaneo (Roby Guerra futurista)



I falsi finiani futuristi insistono nell'equivoco linguistico. Nonostante quel che abbiamo già puntualizzato in agosto-2010! vedi Futuristi contro Fini in Controcultura/Supereva. Nonostante Francesca Barbi, nipote ultima di Marinetti, storica dell'arte l'abbia ribadito a Il Giornale. Nonostante da più parti (compresi i radicali) sia stata denunciata la mistificazione, quasi orwelliana, neolinguistica. Neppure- in generale- e valga questo- la critica linguistica concerne le posizioni strettamente politiche di futuro e libertà e dei finiani, generazione futuro inclusa (in quanto altri aspetti politici, extra-artistici- non sono necessariamente condivisi dai diversi futurismi doc oggi attivi, vale a dire Neofuturismo- chi scrive e altri e-o FTM Azione Futurista- Graziano Cecchini e altri (I due gruppi sono gemellati), Net.futurismo, Antonio Saccoccio ed altri, i neofuturisti transumanisti (Stefano Vaj, Riccardo Campa ed altri), Italia Avanguardistica (Dario Gidantka Shining e altri). Semplicemente, tutta la costellazione finiana la smetta di usare arbitrariamente la parola futuristi o futurismo. Non la usino più, fuori dalle palle rispetto al futurismo storico, e contemporaneo attuale. S'inventino legittimamente altri loghi e griffe culturali, ma stop alla mistificazione linguistica che mediaticamente già produce danni. Non bastavano i soliti storici attardati incapaci di download e aggiornamenti, spesso in malafede: continuità autentica fututrista aggiornata e in progress post1944... come dimostrato da decenni, prima dal gruppo di Futurismo Oggi di Enzo Benedetto nel secondo novecento, poi dal duemila (ma noi eravamo già attivi anche prima- anche nel gruppo storico di Roma di Benedetto) appunto da neofuturisti e netfuturisti vari. Il web e non solo (anche gli old media, editoria inclusa) è colmo di notizie concretissime. Non bastavano decenni di censure per vecchie questione ideologiche non ancora sopite, nonostante fior di storici di sinistra stessi (o prossimi a quell'area) abbiano dimostrato essi stessi la complessità dell'ideologia futurista storica non circoscrivibile all'equivoco fascista, anzi....(Penso soltanto a Claudia Salaris, Franca Zoccoli, Alberto Bertoni ed altri): Ora, quasi per mutazione abnorme naturale spuntano, questi finiani o di generazione futuro (magari avallati anche purtroppo forse da alcuni storici d'arte ben noti ed esperti sul futurismo, ma non a caso quasi sconosciuti nel web, evidentemente poco aggiornati e diciamolo pure- colpiti da passatismo senile!). Il futurismo non ha nulla a che vedere con il falso pseudofuturismo finiano. E lo prova – in chiave persino popperiana- un ridicolo, come definirlo scritto specifico, cronaca live che riproduciamo integralmente....: da Generazione Italia, 18 1 2011.

“Essere futuristi. Nel ventunesimo secolo di Francesco Onorato


Un appunto sul termine FUTURISTI, riguardo a quanto si è detto a pomeriggio, credo non sia superfluo. A mio modo di vedere siamo futuristi nel senso di essere innovativi, totalmente diversi da quello che c’è stato prima di noi. Nel modo di fare, di pensare, a cominciare dal fatto di riunire in un unico movimento istanze liberali (per la maggior parte), ma anche sociali, riformiste, radicali, provenienti dalla società civile. Inoltre, siamo futuristi, nel senso pieno della parola, in quella mancanza di paura nell’abbattere ciò che rappresenta il “vecchiume” della politica e della società, e quindi non solo la gerontocrazia effettiva (infatti Generazione Futuro è un movimento politico UNDER 30) ma anche la c.d. “gerontocrazia morale”, basata su un modo di pensare passivo, arrendevole, accomodante.


Il Futurismo di Marinetti et alii per noi dev’essere uno spunto ideale, un’ispirazione, ma ovviamente loro sono vissuti nella loro epoca, ed erano pioneri e lungimiranti per la loro epoca. Noi lo siamo per la nostra. Quindi non saremo misogini, guerrafondai, – perlomeno non nel senso più greve del termine, perché essere combattivi è un bene, guerrafondai è un male – ma lo saremo, ad esempio, nello sfruttare il web all’ennesima potenza (ma MAI nel farci sfruttare dal web!!), nel rompere lo status quo, abbattere gli eccessi di burocrazia che stanno martoriando il nostro Paese. Questo si che significa essere futuristi!! Gestire e servirci degli strumenti che ci serviranno per raggiungere il futuro, rappresentare il futuro, ESSERE IL FUTURO”.

A parte considerazioni metapolitiche che sembrano comunque scritte assemblando pezzi di Bignami, quasi scritte (pare da under 30enni) come domande di assunzione in qualche ufficio politico per magari fare carriera prima o poi, con stile neppure perbenista ma appunto meno credibile di un colibri che vola più veloce di un'aquila...le poche righe dedicate a Internet (nel 2011!) come esempio di “essere futuristi” nel 2011, manco sono commentabili. Idem... quelle proprio su alcuni temi caldi storici di Marinetti e il futurismo storico- interpretati e (sic) aggiornati manco fossero parole di cruciverba o rebus da riempire (letteralismo politichese senza la minima necessaria sensibilità ermeneutica e simbolica o semiotica... poveretti, paroloni per Generazione Futuro!).


Neppure un prenativo digitale del 1984 con il Commodore 64 avrebbe scritto banalità del genere riferite a Internet. E i nuovi futuristi doc han scritto sulla Rete ormai decine e decine di netmanifesti (alcuni anche su carta in libri regolarmente pubblicati!)


Quindi Generazione Futuro, ecco, si accontenti di tale logo -futuro-, ma mai più la parola futurismo e futuristi. La parola futuro non è brevettata, la usano anche astrologi e indovini, quelli che predicono l'avvenire interpretando il volo degli uccelli. Legittimo. Ma neppure il verosimile, ma per la verità estetica e linguistica, per l'ultima volta ribadiamo: il futurismo doc, storico e contemporaneo è totalmente estraneo al parafuturismo di futuro e libertà e pulcini vari. Tra noi e costoro appunto è come paragonare marziani futurologi del XXI secolo e divinatori del novecento; noi non usiamo Internet. Il web è il Messaggio. Noi siamo La Rete in certo senso, futurismo non stop alla velocità del Terra(pianeta)byte! Pulcini e galli spiumati di futuro e libertà, nient'altro che scimpanzè politichesi che scrutano l'avvenire con palle di falso vetro. Tempo e Spazio per tutti nell'era informatica. Anche per la paleontologia politica e culturale. Il futurismo doc è altrove!!!