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venerdì 21 marzo 2014

Transumanesimo contro l'estrema destra


Non abbiamo bisogno di stati etici ma di stati macchina che risolvono i problemi.
I problemi eventuali sociali in un regime antiproibizionista sono individuali e ne rispondono eventualmente le persone ecc.,. Ogni stato etico è reazionario. Essere proibizionisti oggi alla luce della scienza, quella vera, e del Reale Criminale che sfrutta il proibizionismo significa essere complici della criminalità che neppure deve fare gli spot per la sua attività! Il resto sono balle e primitivismo neuronale e sinaptico. E lo dicono anche i Conservatori illuminati, vedi: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/i-nemici-libert-saranno-spazzati-risata-scettica-980080.html
Ecco questo incipit off topic apparentemente, mai e poi mai potrebbe essere controfirmato da qualsivoglia reazionario... lo rilanciamo come icona vivente e ad futurum per chiarire definitivamente una certa querelle politica a tutta una serie di ambienti culturali e giornalistici attardati che – purtroppo- inquinano Internet e la Rete, ma a volte anche off (per fortuna quasi sempre,almeno dialettici a parte certi scenari fondamentalisti), scrivendo alcune delle più grosse balle contemporanee sul Transumanesimo cosiddetto, la nuova futurologia scientifica. In particolare chiariamo quel che i transumanisti stessi denunciano ogni tanto, ovvero certa strumentalizzazione reazionaria da parte in Italia e all'estero di -appunto- sedicenti gruppuscoli esplicitamente di estrema destra. Prima (siamo anche noi futuristi e transumanisti) ci hanno rotto le palle in Italia quelli di Casa Pound con certe velleità transumaniste inconciliabili. E sia ben chiaro, noi a suo tempo neppure li abbiamo demonizzati, alla luce di certi manifesti promettenti (pubblicizzati anche dalla stampa nazionale) e di alcuni studi, uno in particolare di un giornalista di sinistra che appunto analizzava anni fa il fenomeno con esiti sorprendenti: nessun revisionismo ma neppure li demonizzava. Poi recentemente, ma già ampi segnali regressivi da troppo tempo, CP non ha trovato di meglio che allearsi ufficialmente con in neonazisti greci di Alba Dorata (con buona pace sia di Yeats e dello stesso Ezra Pound). Ultimamente in ambito internazionale sono a quanto pare stati segnalati poi Transumanisti Monarchici e addirittura Ariani!!!
Ora questi trolls pseudoculturali danneggiano parecchio l'Immagine pubblica dei transumanisti.
Non bastavano altri grupppuscoli o pazzi solitari, più o meno new age o appunto fanatici fondamentalisti cristiani che delirano sul Transumanesimo affibbiando etichette da vero e proprio TSO: Nuovo Ordine Mondiale e via dicendo. O certa stessa stampa italiana, in avaria sinaptica e epistemologica che confonde il transumanesimo per fantascienza (peccato che Asimov e Orwell(e molti altri) spieghino meglio oggi il Reale dei loro spesso editoriali sulla cronaca politica e sociale e italiana degli ultimi decenni...) o per Scientismo ottocentesco, come se figure come Freud, Jung, Huxley, Wittgenstein, Wiener, Kuhn, Jacob, Popper, Feyerabend ( e nomi intercambiambili per la scienza del '900 stessa e contemporanea) non fossero mai esistiti; mal interpretando pure magari gli stessi Galileo, Voltaire, Lamettrie, Pascal, Leibniz, Babbage, Marx, Darwin, Comte, Sant-Simon... In Italia si sa la conoscenza sarebbe nata con Dante o Manzoni o il Gramsci  stravolto dei Bignami rossi... o Benedetto Croce o magari il conservatore (ma non banale anche se passapresentista) Fukujama per quel che riguarda il Transumanesimo, peggio ancora quel sosia del Re di Dune di G. Ferrara!!!!
Neppure serve confutare chissà quale punto e virgola: ci sono libri, blog, conferenze, soprattutto ricerche, promotori del transumanesimo nei paesi più evoluti, Usa – dove nacque, GB ecc., promotori di fama spesso internazionale, scienziati e accademici atipici (per fortuna!), pure scrittori di fantascienza (sic) certamente più celebri di qualsivoglia scrivano italico contemporaneo, ricercatori che lavorano per la Nasa e per Google, lo stesso... Google...: Minsky, Kurzweil, De Grey, Bruce Sterling, Dan Brown, e solo un “coriandolo” di un arcobaleno di nomi...
Ebbene uomini o macchine pensanti nel futuro prossimo, il Transumanesimo è essenzialmente rivoluzionario, basato esclusivamente sull' etica della conoscenza scientifica (per dirla con Huxley e Monod) e sull'estetica della conoscenza scientifica (per dirla con Natasha Vita More e altri artisti futuristi e transumanisti). Libertario, ateo e progressista, se si vuole- di Sinistra, LEFT : tuttavia non roba di estrema sinistra o veteromaterialismo... Ateo ma aperto- CHI LO DESIDERA- alla esplorazione e alla ricerca del divino, qualsiasi cosa esso sia eventualmente: ammette anche transumanisti cristiani. Ma NULLA NULLA A CHE VEDERE CON QUALSIVOGLIA NOSTALGIA REAZIONARIA O DI ESTREMA DESTRA NAZISTA O ESTREMA SINISTRA COMUNISTA TANTO PER ESSERE CHIARI SENZA SE E SENZA MA.
Eugenetica? Nulla a che vedere con certa degenerazione del primo novecento: semplicemente oggi la genetica un pochino più evoluta offre potenzialità di miglioramenti anche biologici (ma si legga non solo chissà quale potenziamento, ma alla nascita già tutta una serie di conoscenze sui nuovi umani per superare subito, dna mappa docet, predisposizioni di malattie già inferibili anche per l'età adulta ecc,).
Eccetera eccetera... poi se essenzialmente, per storia scientifica, progressista e LEFT potenzialmente almeno, grande apertura a ogni posizione democratica anche relativamente conservatrice.
TECNOCRAZIA? assolutamente no. Per una democrazia compiuta ed evoluta, basata sulla meritocrazia e la conoscenza (e l'immaginazione) scientifica: Semmai ogni transumanista lavora per estendere e favorire a tutti quanti, coloro che lo desiderano, sempre optional ogni potenziamento presente e futuro, le conquiste della scienza e della tecnologia, per una potenziale fruizione di massa, al di là dei costi in sé che potrebbero favorire se non una tecnocrazia politica una tecnocrazia finanziaria e oligarchica, una casta di superuomini. Lavorando in tal senso, come antivirus, per politiche future governative di agevolazioni alle classi meno abbienti!

Il Transumanesimo , parola stessa peraltro contingente e provvisoria, all'estero da un pezzo si parla di Humanity+, è un UMANESIMO SCIENTIFICO RADICALE, nel solco del Futurismo e della Futurologia (scientifica). Null'altro.

RobyGuerra 

 

martedì 4 marzo 2014

Futurismo e Transumanesimo recensione di Sandro Battisti

"...Ho letto Futurismo e Transumanesimo, la poetica di Internet, saggio uscito in eBook per le Edizioni La Carmelina, a cura del vulcanico e attivissimo neofuturista Roberto Guerra, che ho già segnalato qui.
Roberto esplora da tempo la galassia avanguardista dell’arte e del pensiero speculativo a essa correlato, sviscerando i molteplici punti di adesione che la realtà ha stabilito saldamente con gli insegnamenti del Futurismo di Marinetti. Lo fa guardandosi bene intorno, considerando le conoscenze attuali mediate dalla tecnologia e dalle scienze e usando un metro connettivista in cui non c’è nulla di veramente slegato, in cui tutto si amalgama per donare a chi riesce a vedere con gli occhi della propria consapevolezza un corpo coeso di informazioni, in cui l’umanità sta rapidamente mutando per donarci un futuro nuovo, un’evoluzione della nostra razza che, tramite il Transumanesimo, ci porterà verso molteplici mutazioni dei nostri organi, fisicità, potenza, che cambieranno inevitabilmente il nostro modo di pensare e di rapportarci con quello che abbiamo intorno.
Veramente tanti i punti di discussione presenti nel saggio, che toccano la psicoanalisi, Jung, la politica, i robot, la Fantascienza, la Scienza, le arti elettroniche e sperimentali in genere, la Letteratura, il Cinema; considerazioni in ordine sparso e caotico ma che tornano sempre al punto di discussione unico: la nuova umanità, la pulsione verso il futuro, il cambiamento epocale che stiamo cominciando ad attraversare. Tutto appare come l’atto di fondazione, finalmente, del Futuro, di questo nuovo futuro che fin dai tempi di Dick e del cyberpunk sentiamo teorizzare e che, finalmente, sembra essere arrivato; Guerra ci fa scivolare su questo tappeto di realtà incipienti e ci rende partecipi, c’illumina con rara lucidità il cammino che ci aspetta"  (Sandro Battisti)



Literary recensione di Gramsci e il 2000

Gramsci e il 2000. Per una sinistra italiana nell'era di Internet (La Carmelina, 2013)

Quest’accurato saggio, notevolmente spaziale quanto a cronologia (da Gramsci e fino al presente), di Roby Guerra, all’insegna d’una scrittura neofuturista, com’è nell’irrinunciabile mentalità e nel consequenziale stile dell’autore, guida ad un approfondimento sulla poliedrica attività intellettuale ed innegabilmente politica di Antonio Gramsci – Ales (OR), 1891 † Roma, 1937; membro del PSI e fondatore de L'Ordine Nuovo, 1919; fece parte dell'esecutivo dell'Internazionale Comunista, 1923;e poi, segretario e deputato del Partito Comunista d'Italia (PCdI), 1924, affrontò la questione meridionale, indirizzando la politica dei comunisti verso l'unione con i socialisti massimalisti.
Un Gramsci che proprio, ed ineludibilmente, dal precipuo punto di vista politico, viene coerentemente raffrontato con uno dei suoi più degni successori, Enrico Berlinguer (cfr. 2011 Elogio postmoderno di Enrico Berlinguer, pp. 31-32). Sardo Gramsci e sardo Berlinguer (Sassari, 25 maggio 1922 † Padova, 11 giugno 1984; segretario generale del Partito Comunista Italiano dal 1972). E poi, transitando per il comunque sempre attuale politico filosofo veneziano Massimo Cacciari (2009 Massimo Cacciari a la 7: 360° oltre la sinistra, pp. 26-27), il confronto giunge a convergere su un attuale interprete, molto gettonato protagonista della politica: Matteo Renzi. Personalità, quest’ultima, che, benché ideologicamente più centrista, è in ogni caso mossa da un piglio ugualmente rivoluzionario sul piano programmatico, se non più spregiudicato (2011 Manifesto per Matteo Renzi, pp. 33-34).
Il libro, quale produzione cartacea, edito nel giugno 2013, e segnalato dall’Istituto Gramsci di Grosseto nonché dalla Biblioteca Gramsciana di Ales, non poteva che essere posto in ristampa. È anche questa una delle motivazioni del richiamo che la presente recensione si propone come obiettivo, oltre al largo merito in sé che l’opera ha maturato, condotta con acume d’indagine e lungimiranza nell’intrinseca proposta.
L’analisi, nella sottile filigrana mentale dell’autore, potrebbe ambire inoltre a portare alla prova provata, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nuovo futurismo, di cui Guerra ne è parte integrante e centrale nella propulsione propagandistica, può (non è, ma può, in quanto l’apertura è a trecentosessanta gradi) essere inteso addirittura in transito nell’opposta strada di ‘sinistra’, rispetto a quella cogente ‘destra’ che ne aveva intravvisto lo sviluppo del primevo movimento nel suo apicale contesto artistico ed estetico, inevitabilmente coincidente ad un’ideologia, quella fascista, logicamente agganciata alla dinamica della storia.
D’altronde è stato ben colto il teorema stimolo a tale suggestione, emergente dal pensiero di Gramsci:
«I futuristi, nel loro campo, nel campo della cultura, sono rivoluzionari; in questo campo, come opera creativa, è probabile che la classe operaia non riuscirà per molto tempo a fare di più di quanto hanno fatto i futuristi», cfr. p. 5, Premessa.
Ecco che, a parte i doverosi nomi di Marx e Marcuse e quello parzialmente pertinente di Baudrillard, altri nomi quali quello, assolutamente centrato, di Marinetti e quelli laterali, più ambigui sul piano strettamente argomentativo, di Sanguineti e Pasolini, reggono un’ampia analisi nel senso surriferito.
Il contesto della ricerca è peraltro egregiamente supportato da un’assortita quanto qualificata appendice, elaborata sulle interviste di Roby Guerra a Giuseppe Manias e Graziano Cecchini, in qualità d’opinionisti (pp. 38-42); sull’intervista, questa volta arrovesciata, di Luigi Siniscalco allo stesso Roby Guerra (pp. 46-48); e su un’eloquente nota di Zairo Ferrante (“Morte per indifferenza”. Saggio semi-para-poetico di un indifferente, pp. 43-45); a parte le dovute indicazioni di riferimento: nota curricolare sull’autore (p. 49) e bibliografia (pp. 50-51).
Chiude con eleganza ed eloquenza, futuristicamente parlando e soprattutto da autentico neofuturista, Roby Guerra, inneggiando ad una più che condivisibile rivoluzione sociale di tipo indubbiamente pacifista (2012 Lotta armata X il futurismo: i futuristi per la netgeneration / Rottamatori, antipolitici e pirati, pp. 34-35). Dimodoché l’oramai sbiadita teoria della ‘lotta cruenta’ o altrimenti ‘lotta armata’, come la si voglia definire, lascia il posto ad una molto più congeniale e gradita ‘lotta amata’, priva di quella bellicosa erre che, da Marx in poi, ha fatto tanto discutere sul piano sia teoretico sia politico.
Concetto parzialmente evidenziato nel componimento che Guerra, molto candidamente nonché poeticamente, dedica all’ideologista di Ales, a parodia de Le ceneri di Gramsci, di Pasolini (II - Micro-canto di un usignolo electro (dalla Terra Rossa, pp. 9-10).
Lasciatemi allora dire ancora una cosa. Anzi, è una domanda che voglio porre, e con essa terminare: non vi sembra che in ciò, cioè in quest’emergente idea d’un futurismo, istituzionale sì ma antipolitico, vi sia una linea di continuità con la nuova dottrina pontificale di Papa Francesco? 

Emilio Diedo