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lunedì 27 giugno 2011

Moana Lisa Cyberpunk recensione/intervista di Gaia Conventi

Roberto Guerra: Moana Lisa Cyberpunk (Edizioni Diversa Sintonia, 2010)
"Pornobambole alla riscossa!"  from Gumwriters
L’esperimento di fantahardscienza è pienamente riuscito, “Moana Lisa Cyberpunk – Doll’s Revolution (fiabe wireless postfemministe)” di Roberto Guerra si è rivelato un testo ricco di futurhumour, spunti satirici sulla città volante – chiamiamola Ferrara e ci capiamo al volo! – e bambole cibernetiche ricche di gadgets.
Il libro vanta la prefazione di Graziano Cecchini Rossotrevi e note dei futurologi Riccardo Campa, Ugo Spezza e Marco Milani, promotori del Connettivismo, la nuova fantascienza italiana.
Edito da “Diversa sintonia” nel 2010, quello di Roberto Guerra è un romanzo fuori dai soliti schemi: raccontiflash, sesso umano e umanoide, computer che ci mettono lo zampino e bambole dalla zampa caprina. Un tripudio alla libertà del godimento, al sorriso cattivello e politicamente scorretto.
Il nuovo lessico futurista e cosmico di Roberto Guerra è ben sintetizzato dalle frasi che introducono il testo, scelgo la prima, immaginando potrà chiarirvi le idee: “Mi considero un ambasciatore di Disneyland…” diceva Philip K. Dick, non a caso uno che di futuribile ne sapeva a pacchi.
Il cartaceo hard-disk - hard non a caso – di questa avventura stellare nel mondo del porno futuribile, è composto da nanofiabe le cui protagoniste spaziano da Moana a Paris Hilton, da Marylin a Mary Poppins. Il postfemminismo come medicina alla perdita di sana perversione, dove anche la carne in teflon ha bisogno di ritrovare l’umanità del fare quattro salti per il semplice gusto di farli. Dici niente!
In un nuovo secolo di maschiette – e non diciamo che è successo per caso, ci siamo state costrette – l’idea di cogliere il simbolismo-bambolismo di due belle gambe potrebbe spaventare chi legge la cronaca e si indigna. Non che indignarsi sia sbagliato, non che il bambolismo che si vede in giro sia la norma da seguire… ma se siamo fatti di carne, bisogna lasciar vivere anche quella. Diamole però il giusto senso – senso sensuale, rotolamenti ritmici di parole e sguardi – perché la Moana futurista non si vende per soldi, non si vende per la carriera: non si vende e basta. La pornobambola lo fa perché le piace farlo e ci tiene a dirlo in ogni nanofavola.
Parlare di sesso proprio ora che la tv non ci parla d’altro? Beh, potrebbe essere azzardato, ma se il sesso è anche gioco – se così non è, parliamo di mercificazione o di noia – tanto vale raccontarlo col sorriso. Roberto Guerra lo fa, in un cybertripudio di razzi a cui va cambiata una consonante e di bamboline lascive e molto manga.
Diversi i rimandi alla vita ferrarese, probabilmente li si coglie conoscendo la vita della città, ma va bene comunque: il divertimento è sempre assicurato e le ghignate non mancano. Potete prendere la cosa sul serio o prenderla dada come ho fatto io. L’universo maschile lo si indaga anche così, scoprendo che gli uomini ci amano tutte intere e, a volte, sotto quella maschera da mascalzoni spaziali, sono degli inguaribili cosmoromantici.

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http://www.gumwriters.it/2011/01/31/pornobambole-alla-riscossa/