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martedì 8 dicembre 2009

Transumanesimo Futurismo e ..Storia



FUTURISMO, TRANSUMANESIMO E STORIA... estratto da Riccardo Campa



in “Il superuomo del futurismo: tra biomeccanica e socialismo rivoluzionario”


(da AA.VV. Divenire 3 Futurismo (Sestante Edizioni) a cura dell'Associazione Italiana Transumanisti)


....Quando viene chiesto dalla Dabbous allo storico Emilio Gentile, autore di  “La nostra sfida alle stelle”. Futuristi in politica, Laterza, Bari 2009,  se «c‟è qualcosa di futurista nell‟odierna società veloce, dinamica e tecnologica», lo storico risponde così: «Di quei miti non rimane più nulla. I futuristi era-no entusiasti del progresso, noi ne siamo spaventati, loro non avrebbero mai accettato l‟idea di un uomo succube della velocità. La concezione che in particolare aveva Marinetti era quella di un essere trasformato attraver-so l‟innesto della macchina. L‟uomo moltiplicato, tecnologico, privato dei sentimenti è molto diverso dalla smarrita creatura romantica di oggi. Se il futurismo avesse realizzato la sua rivoluzione si sarebbe arrivati all‟antropoide meccanico, un‟autentica bestia moderna, fatta di pura vitali-tà, che avrebbe accettato tutto quello che oggi ci fa orrore nella modernità, compresa la sperimentazione biologica sui corpi umani. Noi, per fortuna, siamo molto più cauti».


Ecco, sul fatto che di quei miti non rimane più nulla non siamo affatto d‟accordo.


Evidentemente.....Gentile non ha mai sentito parlare dei transumanisti. È lecito allora chiedersi: che cosa indica quel “noi”? Se “noi” in-dica la maggioranza degli italiani, può anche darsi che l‟autore abbia ra-gione. Glielo possiamo concedere anche in assenza di un sondaggio. Ma i futuristi erano forse maggioranza alla loro epoca? Non c‟era anche allora una forte resistenza del mondo tradizionale nei confronti del nuovo mondo tecnologico e industriale? Non credo che Gentile non si renda conto di questo aspetto. Dunque, è probabile che voglia dire che oggi non c‟è più nessuno che sogna l‟uomo moltiplicato, la fusione tra uomo e macchina, la sperimentazione sui corpi umani, per sconfiggere l‟invecchiamento e la morte. E qui si sbaglia. Tra l‟altro, non sa che – aldilà dei transumanisti – * esiste tuttora un movimento nominalmente futurista, nato per filiazione diretta da quello di Marinetti, che è ancora vitale e non ha affatto preso le distante dai programmi del suo progenitore.*** Per questo, a differenza di altri critici, quando parliamo del movimento di Marinetti, parliamo di “fu-turismo del XX secolo” o “futurismo storico” e non di futurismo tout court. Aggiungiamo infine che la sola lettura delle pagine dedicate alla scienza, nei quotidiani e nelle riviste, avrebbe aiutato Gentile a riconosce-re che proprio ora – grazie allo sviluppo dell‟elettronica digitale, della ro-botica, della nanotecnologia, dell‟ingegneria genetica – sembra realizzabi-le la rivoluzione antropologica profetizzata da Marinetti. Dunque, è sull‟attualità del futurismo che batteremo il chiodo, ma lo faremo sgomberando sin dall‟inizio il campo da alcuni possibili malintesi. Si può ritenere attuale il futurismo in due sensi alquanto diversi, a seconda che si ponga l‟accento sulle forme espressive o sui contenuti espressi. Co-sì, vi sono oggi artisti che si definiscono futuristi perché scrivono o dipin-gono alla maniera dei futuristi storici, pur proponendo contenuti nuovi o addirittura opposti a quelli originari. Nel contempo, vi sono intellettuali e artisti che ripropongono quelle che considerano le idee basilari del futuri-smo storico, utilizzando nuove forme espressive e nuovi strumenti di crea-zione e comunicazione, come il computer. (.....)


*** Uno degli esponenti più attivi di questo movimento è senza dubbio il poeta Roberto Guerra, autore del saggio Marinetti e il Duemila, già pubblicato da Schifanoia Editore (Ferrara 2000) e riproposto integralmente in questo volume.(Divenire 3 Futurismo).