Visualizzazione post con etichetta Riccardo Campa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Riccardo Campa. Mostra tutti i post

domenica 4 novembre 2012

Futurismo Nuova Umanità: presentazione a The Scientist 2012 * by Luuk Magazine

Per la sesta edizione del video festival internazionale di Ferrara, presentazione (14 ottobre, Porta degli Angeli, Sezione internazionale “VIDEO DIGITAL ART”) ) del volume di Roby Guerra, Futurismo per la nuova umanità… (Armando editore, Roma): con il clip book-trailer omonimo a cura dello stesso Guerra e di Riccardo Campa: il presidente AIT in versione musicista (noto in Usa anche così) con il suo brano Aurora come soundtrack
del video.

Ecco da Riccardo Campa, un commento su questa iniziativa, certamente significativa sul transumanesimo oggi in Italia in uno dei video festival più rilevanti (a cura di Ferrara Video&Arte, Vitaliano Teti, Filippo Landini e altri, Comune e Università di Ferrara, 6-12/14 ottobre 2012):
D- Con il Campa tecnomusicista il book trailer per Guerra, il futurismo come nuova… Aurora (il sound del clip)?
R-L’aurora, la nascita del nuovo giorno e’ forse la metafora più incisiva per rappresentare il futurismo. Il futurismo e’ una filosofia solare, ottimistica, coraggiosa, vitalistica, in cui si respira l’aria salutare del mattino.
Link al video: www.youtube.com/watch?v=2BgAS7lm58A&feature=youtu.be

LUUK MAGAZINE MILANO

domenica 1 gennaio 2012

2012: Asino Rosso journal on line del nuovo Movimento Futurista

a cura di Roby Guerra e Graziano Cecchini Rosso Trevi
http://asinorosso.xoom.it
http://lasinorosso.myblog.it


"Italian futurist and transhumanist movements

The sociologist Riccardo Campa, founder and President of the Italian Transhumanist Association, offered a sensible analysis of today’s transhumanist community in a wider cultural, societal and political context. In another talk, Campa traced the origins of modern transhumanism to the Italian Futurist movement of the early 20th century
The second half of the first day was dedicated to the current Italian “neo-Futurist” literary and artistic movement (but we should actually not call it “neo” because Futurism is always Neo, by definition). The Italian Futurist artists who made waves last year with celebrations of the first centenary of the publication of Filippo Tommaso Marinetti’s “Futurist Manifesto” — Graziano Cecchini, Roberto Guerra, Antonio Saccoccio and Vitaliano Teti — showned samples of their work after Campa’s introduction to Futurism. Cecchini summarizes Futurism as “Action, speed, technology, creativity, communication. ‘Futurist Action’ is the only antidote to mental sleepwalking for our society. Thanks to today’s technology, Action can be shared with and communicated to the whole world, at gigabyte speed.”
Campa made it clear that Italian Futurism should be considered as a precursor of Transhumanism...." 

from: http://www.kurzweilai.net/transhumanist-science-futurist-art-telepresence-and-cosmic-visions-of-the-future-at-transvision-2010

L'estetica transumanista in Italia (Futurist Editions, 2011)

 


ATOMIC PUFFO FELICE big .jpg
*Roby Guerra- L'estetica transumanista (Futurist Editions on line, 2011)
Un virus si aggira per l'Europa e in Italia, il cosiddetto transumanesimo, ultima ondata futuribile, di forte anche derivazione futurista. In Italia esso è promosso dall'AIT di Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco, Emmanuele Pilia, Ugo Spezza, Giuseppe Vatinno e molti altri.

Non a caso anche dagli ultimi eredi del movimento futurista: Roby Guerra, lo stesso più celebre Graziano Cecchini, l'uomo della Fontana Rossa di Trevi, il giovane nativo digitale Antonio Saccoccio, Convegni internazionali (Milano 2010), editoria sul postumano e il futuribile (Divenire 1-5 dal 2008 e saggi sul movimento dei vari Campa, Vaj e Guerra) siti e blog nel web segnalano una nuova avanguardia culturale italiana, umanistico-radicale, scientifica e nello stesso tempo, però, artistica.

Oltre frontiera, si parla e sperimenta eccome di Arte Transumanista, certa fantascienza inclusa (persino William Gibson e Bruce Sterling, padri del cyberpunk): Natasha Vita More, Khannea Suntzu e altri, tra net art, arte elettronica e- o situazionista contemporanea i nomi più accreditati, tra molti altri. In Italia, appunto i nuovi futuristi o certo neosituazionismo stesso.....

C-



giovedì 17 febbraio 2011

Riccardo Campa a La7 Le Invasioni Barbariche intervista





ARTIFICIALI E FELICI



Intervista al filosofo transumanista Riccardo Campa






di Roberto Guerra






Il Presidente dell’Associazione Italiana Transumanisti e professore di Sociologia della scienza all’Università di Cracovia, Riccardo Campa, è stato recentemente invitato a partecipare a Le Invasioni Barbariche, trasmissione di successo condotta da Daria Bignardi su LA 7. (Streaming: http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i376620 ) La discussione verteva sulle terapie anti-aging, un tema centrale della filosofia transumanista. Dopo il faccia a faccia con il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, la conduttrice ha invitato in sala un gruppo eterogeneo di partecipanti, tra i quali l’ex difensore del Milan Billy Costacurta, l’attrice Alessandra Faiella, la cantante Dorina Leka, la scrittrice Lidia Ravera, il medico Filippo Ongaro, l’allenatore di basket Dan Peterson, e – appunto – il filosofo transumanista Riccardo Campa. Come spesso accade nei talk show, si toccano temi importanti, ma per ragioni di tempo e dinamica della discussione, non si riesce ad approfondire a dovere ogni questione. Abbiamo dunque chiesto al professor Campa di entrare più in dettaglio, rispondendo alle domande di questa intervista.






Professor Campa, Le Invasioni Barbariche sono una platea importante. Secondo le stime, il suo intervento è stato seguito da circa un milione di telespettatori, mentre si sono contati almeno sei milioni di contatti zapping. Alla prima sua risposta sulla natura del transumanesimo, la conduttrice ha però mostrato qualche perplessità. È davvero un tema troppo “alto” per il pubblico televisivo?






Non credo che le cose stiano così. La conduttrice fa il proprio mestiere e spinge giustamente gli intellettuali ad esprimersi con concetti semplici, per raggiungere un pubblico più ampio possibile. Tuttavia, ho voluto essere almeno all’inizio preciso sul piano “scientifico”, perché ritengo che il pubblico che segue una trasmissione come le Invasioni Barbariche sia più colto di quello che segue altri programmi, su altri canali, in prima serata. Dunque, in grado di capire un concetto come quello di transumanesimo che, per inciso, ho presentato come sinonimo o quasi di “evoluzione autodiretta”. Quello che volevo dire è che le terapie anti-aging sono solo un aspetto di una questione filosoficamente ben più importante, ovvero: è opportuno intervenire direttamente sulla biologia umana, con le tecnologie più sofisticate, per eliminare o minimizzare gli aspetti della natura che ci piacciono di meno. Per i transumanisti, gli aspetti più indigesti che ci dà in dote la natura, come risultato di un processo evolutivo non gestito razionalmente, sono appunto l’invecchiamento, la debolezza, le malattie, la morte.






Qualcuno la pensa diversamente. C’è chi considera questi aspetti della condizione umana come inevitabili o addirittura indispensabili, desiderabili…






Questo “qualcuno” ha tutto il diritto di pensarla come vuole. Noi li chiamiamo mortalisti, sostenitori della morte. Nessuno è obbligato ad usarle queste tecnologie per rallentare l’invecchiamento, per allontanare la morte, per potenziare l’essere umano. Vivere più a lungo e in buona salute è un dolce frutto che però costa sacrifici. Dunque non si vede come si possa obbligare qualcuno. Mi preoccupo piuttosto quando questo “qualcuno” vuole imporre il proprio modo di vita passatista agli altri. Molto spesso, i tecnofobi non si contentano di vivere senza tecnologie, ma vorrebbero vietarle agli altri. Ancora più spesso, ipocritamente, le negano agli altri senza negarle a se stessi. Quando, per esempio, si lagnano della tecnologia e della società industriale in Internet o in televisione. Come se i computer e le videocamere fossero prodotti che nascono sulle piante.






Si può fare a meno della tecnologia?






Per me la coerenza è un valore fondamentale. Se qualcuno trova intollerabile la società industriale, perché non va a vivere coerentemente in modo pre-industriale? Ci sono interi paesi abbandonati sugli Appennini o le Alpi. Chi esalta la società pre-industriale dovrebbe andare a vivere in questi luoghi, con le capre, le lanterne a olio, il riscaldamento a legna. Lontano dalle metropoli, dalle televisioni, dai giornali, dagli editori. E invece no. Abbiamo anche i tecnofobi telematici. Questi non li stimo per nulla. Al contrario, ho un grande rispetto per gli Amish. Negli USA, gli Amish hanno fatto una scelta anti-tecnologica e sono coerenti. Tra l’altro, nessuno li tocca, nessuno li costringe ad usare l’elettricità o i motori a scoppio. Così, quando un mio studente mi ripropone la litania di quanto era bella la vita nelle società pre-industriali, gli do un semplice compito da fare a casa. Come test, gli chiedo di rinunciare per tre mesi non a tutti, ma a tre soli prodotti della società industriale: carta igienica, sapone e dentifricio. Naturalmente, gli chiedo anche di riferirmi l’esito dell’esperimento per telefono.






Allora sono i tecnofobi e i mortalisti gli intolleranti…






Non si può generalizzare. Però, se si fa eccezione per la ginnastica obbligatoria, proposta dai futuristi all’inizio del XX secolo, ed effettivamente in vigore anche oggi nelle scuole (salvo che in ultima istanza è possibile farsi esonerare), non c’è pericolo che la salute, la forza, la giovinezza, la bellezza vengano imposte per legge. Ognuno è libero di fare i propri calcoli e prendere le decisioni adeguate. Se una persona vuole bruciare come una candela, godersi rapidamente e intensamente la vita, e poi farsi da parte, faccia pure. Molto spesso però queste persone le vediamo poi vecchie, malaticce, sofferenti nelle corsie degli ospedali, a maledire lo stile di vita che le ha portate a quel punto – come ha giustamente osservato il medico Filippo Ongaro. Billy Costacurta ha raccontato che le terapie anti-aging gli hanno permesso di allungare la propria carriera di altri dieci anni. Dan Peterson è ancora sulla cresta dell’onda, anche perché ha seguito una dieta equilibrata e fatto uso quotidiano di vitamine e altri integratori.






Però se diventa una moda e la maggioranza della gente inizia a curare ossessivamente l’aspetto e la salute, chi non lo fa rischia di essere marginalizzato. Anche se non ci sono obblighi di legge.






D’accordo, ma questa è la regola della società aperta. Allora, analogamente, per mantenere l’uguaglianza, non dovremmo più studiare, leggere libri, informarci? In nome dell’uguaglianza, dobbiamo diventare tutti poveri come il più povero, stupidi come il più stupido, deboli come il più debole, malati come il più malato, ignoranti come il più ignorante, codardi come il più codardo, brutti come il più brutto, eccetera? Tutti noi abbiamo delle debolezze, dei difetti, dei problemi. E nessuno dice che non si debbano aiutare gli sfortunati, ma non è certo diventando come loro che li aiutiamo. Vogliamo forse un appiattimento verso il basso? Speriamo invece che la competizione, l’agonismo – che è un’eredità della cultura greca antica – porti piuttosto un miglioramento generale delle condizioni di vita. Ma quello su cui io insisto, è che la filosofia transumanista va ben oltre la superficie della vita sana.






Cerchiamo allora di andare in profondità, visto che qui abbiamo il tempo e lo spazio per farlo. Cosa non si è riusciti a dire in trasmissione?






Innanzitutto ritengo fondamentale chiarire che l’anti-aging non è solo una moda e non è nemmeno una “nuova” moda. C’è una tradizione antichissima incentrata sulla ricerca dell’elisir di lunga vita che risale ai miti greci e prosegue nel Medioevo e nel Rinascimento con la tradizione alchemica, per lasciare tracce importanti anche nella Rivoluzione scientifica, nell’Illuminismo, nel Futurismo, nel Socialismo. Nel mito di Prometeo, gli uomini ricevono da Zeus il segreto dell’eterna giovinezza, ma lo perdono malamente a vantaggio dei serpenti. Nel Medioevo, il frate francescano Ruggero Bacone – da alcuni indicato come l’inventore degli occhiali e della polvere da sparo – sostiene che Dio ha privato gli uomini della vita eterna, ma solo per vedere se riescono a riprendersela da soli attraverso la medicina. È proprio Bacone che introduce l’idea che l’invecchiamento è da vedere come una malattia. Certo, dalla Chiesa cattolica non fu visto di buon occhio, tanto che fu incarcerato per molti anni, ma le sue idee saranno poi riprese durante la rivoluzione scientifica da Francesco Bacone. L’utopia di quest’ultimo, La Nuova Atlantide, è una società basata sulla scienza, dove le biotecnologie hanno un ruolo centrale nella lotta per la longevità. Più tardi, durante l’Illuminismo, è Condorcet che nella sua opera più famosa – Quadro storico dei progressi dello spirito umano – afferma che la scienza sarà in grado di dare all’uomo una vita illimitata. E poi Filippo Tommaso Marinetti, anch’egli avventurandosi in previsioni futurologiche, afferma che l’uomo riuscirà a sconfiggere invecchiamento e morte fondendosi con le macchine. Sull’idea di evoluzione autodiretta e di correzione della natura umana converge anche Leon Trotsky, uno dei maestri del pensiero socialista. Insomma, c’è una nobile e antica tradizione di pensiero dietro all’odierno anti-aging. E qui mi sto limitando solo a qualche esempio.






Quali opere indicherebbe, tra le sue, per chi volesse approfondire questo aspetto?






Etica della scienza pura è una storia dell’ethos scientifico, ovvero dei valori che sorreggono la ricerca scientifica. Ma tra le pieghe di quel libro è nascosta una vera e propria genealogia del transumanesimo. Cenni si trovano anche in Mutare o perire, anche se il libro è più centrato sull’attualità. Ma direi che vado ancora più a fondo nella questione in altri saggi, come “Ratzinger contra Bacone”, apparso su Mondoperaio, “Leon Trotsky: un socialismo dal volto postumano”, “Il superuomo del futurismo” e “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, apparsi su Divenire. Ecco, consiglierei innanzitutto questi.






Faccio allora come la Bignardi: potrebbe riassumere in parole semplici la morale della storia?






In parole semplici, non deve passare il messaggio che ora parliamo di anti-aging perché la nuova società dei consumi, le industrie farmaceutiche, non sapendo più cosa vendere, si sono inventate questa moda, trasformando ipso facto i sani in malati, facendoci diventare tutti ipocondriaci. Non è questa la filosofia anti-aging, né tantomeno è questo il transumanesimo. Certamente, le multinazionali hanno fiutato l’affare e sono in fermento. Per questo, io che insegno sociologia e conosco bene questi meccanismi, sono il primo a dire che serve molta attenzione. Bisogna stare attenti ai ciarlatani e agli affaristi interessati al solo profitto. Dico perciò a chi ci legge di rivolgersi sempre a medici di fiducia. “Di fiducia” proprio per minimizzare il rischio di diventare una cavia per imprenditori senza scrupoli. Detto ciò, farsi di tanto in tanto un esame del sangue per vedere di quali sostanze siamo carenti, e poi integrare l’alimentazione con qualche pillola prescritta da un medico, non significa certo diventare ipocondriaci. Significa fare prevenzione.






Faccio l’avvocato del diavolo: ma servono i medici e le pillole? Non basta un’alimentazione a base di cibi genuini o di integratori naturali?






La differenza tra naturale e artificiale è un vero e proprio mito. Certamente, si può sopperire a certe carenze ingerendo alimenti che si trovano al mercato. Per esempio, se si è carenti di magnesio, si può assumere molto riso. Tuttavia, cuocendo il riso si perde una grandissima quantità di magnesio e il riso crudo non è proprio una leccornia. Allora può venire comoda la pastiglia. Perché – ed è questa la cosa che voglio sottolineare – non esiste un magnesio naturale diverso da quello artificiale. Il magnesio è sempre magnesio, dovunque sia. È l’elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Mg e come numero atomico 12. Credere che il magnesio nel riso sia più salutare di quello nella pastiglia è una vera e propria superstizione. Tra l’altro, se “artificiale” significa “creato dall’uomo”, moltissimi alimenti di origine animale o vegetale che compriamo al mercato sono artificiali. Il maiale per esempio è un essere artificiale. Non esiste in natura. Lo ha creato l’uomo, attraverso un processo di selezione genetica durato millenni. Gli OGM sono solo un metodo nuovo per ottenere quello che prima si otteneva attraverso innesti e selezioni. I nostri antenati hanno iniziato nel lontano neolitico a modificare gli organismi viventi.






Ma, venendo appunto agli aspetti sociologici, questa attenzione al proprio corpo non è un segno dell’individualismo, dell’edonismo, dell’egoismo dei nostri tempi? In altre parole, il transumanesimo avrà anche padri nobili, ma ora la questione rischia di essere banalizzata.






Se si considera la questione tenendo presente una verità fondamentale della sociologia – ovvero che non esistono società senza individui né esistono individui senza società – ci si accorge che la questione ha più facce. Da un lato è vero che le terapie anti-aging le facciamo innanzitutto per noi stessi, per stare bene. Dunque, sono ispirate dal nostro egoismo. Ma c’è anche una dimensione altruistica, sociale, direi persino politica dell’anti-aging. La società italiana è già una delle più longeve al mondo. Ci superano il Giappone e pochi altri. Però, la società italiana è anche quella con il maggior numero di dementi. La demenza senile si manifesta, insieme ad altre malattie degenerative, perché si invecchia male. Le due questioni dell’invecchiamento e delle malattie si tengono. Bacone aveva avuto una straordinaria intuizione nel vedere l’invecchiamento stesso come una malattia. Ma veniamo all’aspetto sociale. Le persone anziane hanno spesso un bagaglio ricchissimo di esperienze e di saggezza. Sarebbe importante che lo trasmettessero ai giovani. Come sottolineava giustamente Lidia Ravera, c’è un tempo per ogni cosa. Quando il corpo appassisce, i nostri pensieri possono ancora fiorire. Ma a patto che non si rincretinisca. Evitare di diventare dementi è dunque anche un gesto altruistico a favore della società, perché non solo evitiamo di diventare un problema per la collettività, un peso, ma possiamo addirittura dare ancora qualcosa di positivo.






Durante la trasmissione, ha fatto una battuta sul sesso. Una strategia mediatica per riprendersi la parola, per riportare l’attenzione su di sé, e dunque sul transumanesimo?






Beh, non nascondo che non ho scelto il tema a caso. Ero partito forse troppo serio, considerando che dovevo interloquire anche con un comico, quindi ho cercato poi di sdrammatizzare. Ma non si tratta di una battuta. Molti studi indipendenti hanno mostrato che c’è una correlazione forte tra frequenza dei rapporti sessuali e longevità. Naturalmente la questione è più complessa. Una correlazione non è ancora una relazione causale, anche se il ruolo della produzione ormonale in questo processo è ben conosciuto. Inoltre, va sottolineato che deve trattarsi di una attività sessuale non frustrante, ovvero senza stress. Trovarsi molte amanti potrebbe non essere la soluzione ideale. Le statistiche dicono che vivono a lungo le persone in rapporti solidi con sessualità intensa, i single sessualmente molto attivi, oppure i fedifraghi, ma solo a patto che abbiano un secondo partner fisso e il primo non troppo geloso, perché le situazioni stressanti accorciano la vita. Purtroppo non c’è stato il tempo di entrare in questi dettagli. Ma il senso principale di questa mia osservazione è che per vivere a lungo e in salute non bisogna chiudersi in una campana di vetro. Ci si può anche godere la vita. L’importante è trovare i divertimenti giusti.






L’intervento è stato molto applaudito. E tutti i partecipanti al talk show si sono detti d’accordo.






Questo significa che il bigottismo e la sessuofobia che abbiamo ereditato da una certa tradizione stanno svanendo inesorabilmente. Mi pare una buona cosa.






Alla fine, è riuscito a dire che l’anti-aging è solo un inizio. Ha parlato di staminali, di ingegneria genetica. Insomma, per i transumanisti, le pillole e gli integratori sono una bazzecola. Ben altro bolle in pentola...






Sì, per fortuna sono riuscito ad accennare la questione. Le terapie anti-aging sono importanti, ma devono essere viste soprattutto come un ponte che ci può portare verso tecnologie longeviste ben più potenti. Non sappiamo quando queste tecnologie future saranno disponibili. Ma sappiamo che più allunghiamo la nostra vita, maggiori sono le probabilità di esserci quando essere appariranno. Intervenendo direttamente sulla biologia umana, potremo in pratica fermare il processo di invecchiamento. Ricerche empiriche in laboratorio vengono svolte in diversi paesi, con metodologie e obiettivi diversi. Si cerca o di disattivare i geni, i meccanismi che ci fanno invecchiare e morire. Oppure, e questa sembra la soluzione più a portata di mano, rinnovare periodicamente le cellule attraverso la clonazione terapeutica e le terapie a base di staminali. In breve, la “resurrezione della carne” promessa dal Cristianesimo, potrebbe essere ottenuta grazie alla scienza, anche se si preferisce il termine più prosaico di “rigenerazione dei tessuti”. Ma anche questa terapia può essere vista come un secondo ponte verso tecnologie ancora più potenti. Anche rigenerando periodicamente i tessuti, restiamo esseri fragili, esposti a vari pericoli. Possiamo ancora morire in incidenti stradali, o per malattie sconosciute, o uccisi da armi. Ecco allora che può diventare conveniente pensare anche al potenziamento e non solo alla rigenerazione. Possiamo per esempio potenziarci ibridandoci con le macchine, sostituendo gli organi biologici con organi elettro-meccanici, quando funzioneranno meglio. In fondo, il caso Pistorius è emblematico. Con gambe artificiali, l’atleta sudafricano corre più forte dei normodotati.






Pur essendo anch’io affascinato dai temi transumanisti, in chiusura, mi sento di fare ancora una volta l’avvocato del diavolo. Dal transumanesimo emana una gran voglia di vivere, di fare, di lottare. Ma se riusciremo a vivere per secoli, grazie a queste tecnologie, non corriamo il rischio di annoiarci? Questa è stata la battuta finale della Faiella...






Come battuta faceva ridere, ma era appunto una battuta. Morire è la cosa più semplice del mondo. Basta non fare assolutamente nulla. Chi è annoiato dalla vita non deve fare altro che andare in un luogo isolato, privarsi di tutte le tecnologie, inclusi i vestiti, e aspettare. Tempo qualche ora o qualche giorno ed è morto, di freddo, di sete, di fame. L’uomo senza tecnologie non esiste, né è mai esistito. Quando non maneggiava ancora tecnologie si chiamava scimmia, non uomo. La tecnologia è dunque l’essenza dell’umanità. La tecnologia è la nostra vita. Allora, l’anti-transumanista, ovvero chi dice “odio le tecnologie e voglio morire presto” (il contrario di quello che direbbe un transumanista, cioè: “amo le tecnologie e voglio vivere in eterno”), se è ancora vivo, evidentemente sta mentendo. In realtà, sta lottando per sopravvivere, come tutti gli altri. Mente o è in una situazione di falsa coscienza. Concludo col dire che vivere talmente a lungo da arrivare ad annoiarsi della vita sarebbe un ottimo risultato. In fondo, poi, morire è un gioco da ragazzi. La tragedia è morire quando si ha ancora voglia di vivere. Oppure, dover vivere, pensiamo al caso Welby, quando si vorrebbe morire. L’optimum sarebbe invece poter decidere quando morire. Dunque, il valore base del transumanesimo non è tanto la vita, quanto la volontà. Non vogliamo la vita a qualunque costo, quanto piuttosto rimuovere gli ostacoli naturali e sociali alla nostra volontà di esistenza, di sapienza, di potenza. Credo che questo sia anche il desiderio più antico e sincero manifestato dall’uomo e lo dimostra il fatto che, quando ha immaginato gli dèi, li ha immaginati eterni e beati. Ciò che lui stesso voleva essere.

mercoledì 3 novembre 2010

La poetica trans-futurista in Italia

Il movimento transumanista, noto già da fine novecento a livello internazionale, umanesimo scientifico radicale e persino postumano- ha recentemente ufficializzato certa continuità cosiddetta neofuturista. Sia come archetipo tutt’oggi vivente e propulsivo a livello strettamente futuribile e in ultima analisi culturale, sia come nuova poetica contemporanea: la poetica, ieri dell’era moderna e industriale, oggi dei nuovi tempi netmoderni o tecno scientifici.


Sia Riccardo Campa che Giuseppe Vatinno, in Italia, autori delle finora 2 uniche recenti monografie italiane sul trans-umanesimo (Mutare o Perire e Il Transumanesimo...), sia Remi Sussan (in Divenire 4- AA.VV.), nel sottolineare certa necessaria polifonia e interdisciplinarietà della nuova filosofia transumanista del XXI secolo, scientifica e sociale, evidenziano il ruolo non solo fondamentale ma concreto e operativo di certa dimensione simbolica o artistica, certa cosiddetta stessa arte transumanista, complementare al discorso più prettamente scientifico. L’americana Natasha Vita More, tra arte concettuale e performance elettroniche è l’artista più accreditata dal movimento.


Il futurismo italiano storico, dal canto suo, è considerato tra le matrici prossime della nuova arte del movimento, assieme ad altri movimenti o tendenze dell’arte moderna e contemporanea, dal dadaismo al concettualismo alla pop art; ovviamente – anche- dopo… il futurismo, certa letteratura fantascientifica, certa musica elettronica, certa arte elettronica, digitale, video, fino alle nascenti nuove poetiche di Internet.


Nello stesso tempo, proprio il movimento futurista, le ultime generazioni, è concretamente riapparso all’orizzonte non soltanto in Italia: con pubblicazioni critiche aggiornate o opere letterarie o elettroniche (tra narrativa, poesia, saggistica, musica e video,performance o live set) che dimostrano certa continuità, secondo certa critica smarrita nel secondo novecento.


Mentre la storia dell’arte ufficiale ha persino museificato il centenario futurista, pur celebrandolo e sdoganandolo definitivamente da certo oblio, i nuovi futuristi, alcuni attivi già da decenni, giovani o meno giovani, proprio nel recente congresso internazionale di Milano- TransVision 2010-con molti dei transumanisti di fama indiscussa (tra Aubrey de Grey, Martine Rothblatt, David Orban e molti altri) sono stati nei fatti ufficializzati.


A ben vedere una clamorosa rivincita dell’arte futurista, rilanciata non tanto da addetti ai lavori attardati, bensì da un movimento-secondo taluni persino iconoclastico- culturale scientifico. Non un caso tuttavia, alla luce di quanto chiaramente comunicato da chi scrive- tra i nuovi futuristi- al congresso.

Noi futuristi, la nostra specifica ala letteraria e elettronica, attiva fin dagli anni ottanta (con sinergie- nonostante certo isolamento di cui prima del futurismo negli scorsi decenni- già da tempo sia nazionali- che anche esteri- Futurismo-Oggi-Roma e La Revolte des Chutes-Parigi, oltre a Poeticamente-Ferrara, scenari futuristi o futuribili), sia l’ala più celebre del ben noto Graziano Cecchini Rosso Trevi- neosituazionista e postpop, sia l’ala più giovane net.futurista di Antonio Saccoccio e appunto nativo digitale- tra net art e letteratura critica, recuperiamo la dimensione originaria e centrale, strutturale del futurismo storico: la sua matrice poetico artistica sociale, ma- contrariamente a quasi un secolo di analisi critiche- seppure spesso intuita e sottolineata- sociale e scientifica, più che politica o semplicemente estetica.


Il futurismo ieri come estetica o poetica scientifica ante litteram, soprattutto, oggi consapevole e auto diretta…al passo dell’evoluzione socio-cibernetica e scientifica, persino scienza sociale e-o umana del nuovo immaginario o dell’immaginazione tecno scientifica stessa. Questo abbiamo espressamente sottolineato a Tranvision 2010 al convegno transumanista ed è pur con accezioni peculiari interfacciate ma anche creativamente diverse frequenza d’onda comune anche ai netfuturisti e a Rossotrevi.


Abbiamo anche per la prima volta forse spiegato in modi inediti e radicali, proprio alla luce dell’attuale dinamica e simultanea sinergia transumanista e dei nuovi scenari e orizzonti culturali e conoscitivi anche in Italia (la diffusione per forza di cose e di sviluppi tecnologici delle nuove ciberculture del nostro tempo e della cultura scientifica glòbale in senso ormai generale e irreversibile- dopo decenni di storicismi o idealismi oggi paleo umanistici) le motivazioni profonde dell’oblio, certo choc del futuro- di Toffler memoria, ma non solo.


E’ la famosa rimozione per oltre mezzo secolo nella cultura italiana del futurismo, nonostante appunto tutto il secondo novecento sia colmo di indizi di continuità in progress, dall’esperienza stessa di Futurismo Oggi (rivista di Roma a cura di Enzo Benedetto- container principale dei futuristi superstiti e di quelli nuovi post1944, tra i quali Antonio Fiore, J. M, Vivenza- e anche chi scrive) fino appunto al nostro neofuturism attivo dagli anni 80, allo stesso Campa anche pretransumanista, a Rossotrevi, al musicista e saggista Valerio Zecchini, ai Netfuturisti di Saccoccio, al transumanismo stesso futurista e-sovraumanista di Vaj e Prisco (oltre a Campa), con i picchi della…fontana rossa di Trevi di Graziano Cecchini, del centenario futurista del 2009 a Ferrara (rilanciato anche da RaiDue- in Il Futuro del Futurismo), il centenario stesso di Torino (Netfuturismo), il volume Divenire 3 Futurismo, infine, cronaca live, con la partecipazione di noi futuristi a Transvision 2010 (tranne i pur attivi Zecchini e Fiore). Rimozione generalmente attribuita a ben note questioni ideologiche e politiche, ma invece ben più epistemiche e profonde…


Choc del Futuro: Level Future Choc oggi nel panorama transumanista, quasi come un supertest sonda periodicamente applicato, o Complesso di Frankenstein (Asimov), o- in Italia Passatismo (Marinetti) o Complesso di Croce… (Vatinno), che decifrano finalmente a livello strutturale la rimozione dell’avanguardia italiana futurista, in quanto nella sua essenza archetipo vivente del linguaggio scientifico, dello spirito scientifico: quindi come un fascio di luce- nel primo novecento combattuto- il futurismo-poi ibernato per oltre 50 anni- come la scienza stessa italiana in generale come paradigma, da certa ben nota cultura italiana tecnofobica dominante, storicistica, liberale o socialista che fosse o ancora è, figurarsi il substrato, l’RNA quasi metaforico “cattolico”.


Infine, alla luce proprio di certe frontiere più futuribili (ma probabilmente molto meno remote di quanto si supponga), ovvero certa semi-immortalità, per via crionica o cibernetica o medico-scientifica, annunciate dagli stessi de Grey o Rothblatt , l'italiano Bruno Lenzi e altri, segnaliamo- in chiave futurista- una curiosa e vertiginosa sincronia junghiana o affinità elettronica.


Era destino del movimento transumanista risvegliare dopo certa ibernazione forzata, 100 anni…, proprio il Movimento Futurista! Restano memorabili in tal senso ciber-transprofetico, sia il Mafarka….di Marinetti, sia soprattutto la famosa invocazione di Majakowskij d’essere risvegliato nel futuro, rivolta agli scienziati della rivoluzione russa……

Roberto Guerra

martedì 12 ottobre 2010

Transvision 2010 a Milano: congresso mondiale transumanista e futurista


Si terra’ a Milano, nel penultimo weekend di ottobre, il congresso mondiale dei transumanisti: TransVision 2010.


Sarà un intenso, rapido e appassionante percorso nel pensiero transumanista contemporaneo, le tecnologie in via di sviluppo, e quelle più visionarie basate su conquiste scientifiche ancora lontane. La conferenza, che avrà luogo da venerdì 22 a domenica 24 di Ottobre alla Sala Carmagnola dell’ Hotel dei Cavalieri a Milano, esplorerà le tendenze scientifiche, tecnologiche, culturali, artistiche e sociali che promettono di cambiare il nostro mondo al di là di ogni aspettativa e potrebbero risultare in una “Singolarità” in solo poche decine di anni.


La precedente edizione si è tenuta negli Stati Uniti d’America, con la partecipazione del futurologo milionario Ray Kurzweil e di William Shatner, il celebre capitano Kirk della serie Star Trek. Si annunciano nomi importanti anche per questa edizione italiana della kermesse.


Uno dei principali relatori sarà Aubrey de Grey, il profeta del prolungamento radicale della vita, noto per aver affermato che “la prima persona che vivrà più di mille anni è già nata”. Sembrerebbe una provocazione difficile da prendere sul serio se de Grey, direttore del progetto SENS a Cambridge, non avesse un’ impressionante serie di sviluppi teorici e risultati sperimentali su animali da laboratorio da esibire a sostegno delle sue idee rivoluzionarie.


Non si tratterà di un raduno di soli scienziati e ricercatori, ma anche di filosofi come gli italiani Riccardo Campa e Roberto Marchesini, autori di numerosi saggi sul transumanesimo e il postumano, nonche’ l’inglese trapiantato negli Stati Uniti Max More, Direttore dell’ associazione transumanista globale Humanity+ e riconosciuto come uno dei padri fondatori del transumanismo contemporaneo. Prevista anche la partecipazione di artisti: i futuristi Graziano Cecchini, noto per aver dipinto di rosso futurista la fontana di Trevi, il video-poeta Roberto Guerra, il Net.artista Antonio Saccoccio saranno affiancati da una coppia di artisti olandesi: Khannea Suntzu e Simon Deering con una scultura dinamica intesa a celebrare il nostro futuro nello spazio. Quest’ opera è stata voluta dalla geniale Martine Rothblatt, transessuale, miliardaria grazie alle sue scoperte scientifiche nei settori dello spazio e della medicina di frontiera e proprietaria di un’importante casa farmaceutica.


Rothblatt sarà fra i numerosi relatori che parleranno di una delle prospettive più affascinanti: l’ immortalità. Non solo grazie al prolungamento della vita biologica sviluppato dal progetto SENS di Aubrey de Grey, ma anche grazie al lavoro d’avanguardia della “nouvelle vague” di ricercatori che si occupano di immortalità cibernetica: il trasferimento del contenuto della mente umana a computer avanzatissimi, il cosidetto “Mind Uploading” che potrebbe offrire una vera e propria imortalità post-biologica alla generazione dei nostri nipoti. E ci sono quelli che si spingono ancora più oltre e ipotizzano la realizzazione, attraverso la scienza e la tecnologia, di tutte le promesse delle religioni. Nell’ultima giornata della conferenza, si parlerà anche di nuove religioni transumaniste basate sulla scienza.


Come è naturale per una conferenza dedicata a tecnologie tanto avanzate, TransVision 2010 sarà aperta anche a coloro che non possono essere presenti fisicamente grazie all’uso delle più avanzate tecnologie di realtà virtuale.


Sito web: http://transvision.cc/

martedì 29 giugno 2010

Divenire IV transumanisti recensione da estense com

Il futurista ferrarese Roberto Guerra nell'ultima produzione "Divenire 4"



Roberto Guerra, coordinatore del laboratorio futurista per l’Associazione Italiana Transumanisti è stato incluso nell’ultima produzione ”Divenire 4″ (Sestante Edizioni, Bergamo), dedicato all’impatto delle nuove tecnologie sulla modernità.


Con un breve saggio su Karl Marx “recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina-macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”, così è scritto nella presentazione.


In “Divenire” 4 diverse firme prestigiose, italiane e straniere: oltre a Riccardo Campa (sociologo della scienza), Gianni Vattimo, Alberto Schiavone (già direttore dell’Istituto Gramsci), il filosofo americano Max More e altri.


Per ulteriori informazioni: http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/

Recensione Estense Com

mercoledì 2 giugno 2010

Divenire IV transumanisti Tecnosocietà

da Controcultura Supereva  e Tranusmanisti Blog
Presentazione di Divenire IV (Sestante Edizioni, 2010) AA.VV. a cura di Riccardo Campa



Gianni Vattimo, Max More, Remi Sussan, Riccardo Campa, Aldo Schiavone, Luciano Pellicani, Roberto Marchesini, Salvatore Rampone, Ugo Spezza, Mario Pireddu, Stefano Vaj, Francesco Boco, Emmanuele Pillia, Roberto Guerra.


Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanismo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo pre-rinascimentale e rinascimentale – per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.


Il numero, curato dal sociologo Riccardo Campa, si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano. Si comincia con un bel saggio di Luciano Pellicani, uno dei sociologi italiani più tradotti all’estero, per molti anni ideologo del Partito Socialista Italiano e direttore di Mondoperaio. “La scienza e la natura” mette a nudo l’incompatibilità “fisiologica” tra i principi del razionalismo scientifico e la visione provvidenzialistica della realtà che ereditiamo dal giudeo-cristianesimo, e collega la nascita della civiltà delle macchine ad un superamento dell’umanismo di matrice religiosa.


Il saggio che segue, sempre nella sezione Attualità, è di un altro intellettuale che non ha bisogno di presentazioni: Gianni Vattimo – forse il filosofo italiano vivente più noto al mondo. Teorico del pensiero debole e interprete autorevole di Nietzsche, è da sempre anche impegnato politicamente, essendo stato eletto per ben tre volte al Parlamento Europeo, con tre diversi partiti della sinistra. Nel saggio “La crisi dell’umanismo” riparte dalla morte di Dio per comprendere il processo che ha tolto centralità all’uomo, nell’età della tecnica.


È poi la volta di Roberto Marchesini, studioso di scienze biologiche ed epistemologia, ben noto ai lettori di Divenire in quanto autore di apprezzati volumi come Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza e La fine dell’uomo. In “Soggettività e ontopoiesi” esplora la mutazione antropologica e ontologica che ha investito l’uomo negli ultimi cinquant’anni, in seguito anche allo sviluppo della tecnica, con il passaggio da una concezione “individuale” a una “multividuale” dell’essere. E avverte che il multividuo non può essere compreso in una focale umanistica, ancora centrata sul concetto di identità individuale, ma piuttosto in una prospettiva postumanistica.


“Oltre la specie” è il magistrale contributo alla riflessione sulla trasformazione postumana di un altro intellettuale di spicco della sinistra italiana: Aldo Schiavone. Direttore dell’Istituto Italiano di Scienze Umane e già direttore del prestigioso Istituto Gramsci, nonché collaboratore da molti anni del quotidiano la Repubblica, nel 2007 Schiavone ha dato alle stampe Storia e destino – un vero e proprio manifesto del nuovo umanesimo tecnologico. Il saggio qui pubblicato ne rappresenta un estratto.


Il massmediologo Mario Pireddu – docente all’Università IULM di Milano e curatore del volume Post-Umano. Relazioni tra uomo e tecnologia nella società delle reti – nel saggio “L’aroma del passato più prossimo” analizza la crisi della sinistra europea sullo sfondo della società delle reti, mettendo in risalto soprattutto le difficoltà identitarie e di comunicazione delle forze socialdemocratiche e progressiste. È in sostanza un invito ad una maggiore spregiudicatezza, facendo tesoro anche delle intuizioni dei futuristi, per rigenerarsi su nuove basi.


L’ultimo intervento per la sezione Attualità è del bioinformatico Salvatore Rampone che mostra come le tecnologie del potenziamento umano – in particolare sostanze come Viagra, testosterone e Provigil – creino una situazione di dipendenza per i consumatori, ma al tempo stesso evidenzia come sia perfettamente comprensibile che chi raggiunge prestazioni “sovrumane” a livello sessuale, muscolare e intellettivo, non voglia poi tornare a condizioni umane. È ormai tempo di “Dipendenze transumane”.


In apertura della sezione Genealogia, appare un lungo saggio di Riccardo Campa intitolato “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, dove la tensione verso il postumano che lo straordinario sviluppo delle tecnologie nell’era contemporanea convoglia viene geneticamente ricondotta ai valori del paganesimo greco-romano. Si tratta di uno studio complementare a quello che viene indicato come un capolavoro della sociologia storica: Le radici pagane dell’Europa di Luciano Pellicani.


Segue il saggio del fondatore del movimento estropico mondiale, il filosofo Max More, che difende la tesi di una figliazione diretta del transumanesimo dal sovrumanismo nietzscheano, facendo riferimento anche alle proprie vicende biografiche e chiarendo che democraticismo e morale utilitaristica – elementi assenti nella filosofia di Nietzsche – non sono elementi essenziali del transumanesimo. Il titolo non poteva essere più chiaro: “Il sovrumano nel transumano”.


Il celebre giornalista francese Rémi Sussan, esperto di nuove tecnologie, traccia invece la linea genealogica che unisce “Transumanesimo ed ermetismo” e, dunque, collega la nuova filosofia del postumano alle correnti mistiche pagane del tardo ellenismo, rivitalizzate e reintrodotte nel tessuto culturale europeo a partire dal Rinascimento.


Il poeta futurista Roberto Guerra dedica invece un articolo a Karl Marx, recuperandolo nella veste di pioniere del nuovo futurismo “scientifico”, inteso come stile di pensiero volto a migliorare la società industriale della Macchina – macchina meccanica nel passato ed elettronica ai nostri giorni. Dunque, Marx non più ideologo del comunismo, ma “Marx, il futurologo”.


Il giovane architetto Emmanuele Pilia, art director di Divenire, mette la propria firma in calce a “Una rovina perpetua”. Il saggio si interroga sulla possibilità per il movimento transumanista di raccogliere l’eredità del situazionismo e di certe istanze anarco-socialiste, al fine di ricostruire la società su basi nuove, prendendo l’Homo Ludens di Huizinga come paradigma del prossimo gradino dell’evoluzione umana, ma lasciando risplendere l’umanità attuale in tutta la sua rovinosa bellezza.


Per la sezione Futurologia, il giornalista informatico Ugo Spezza ripercorre il recente sviluppo delle tecnologie dell’informazione nel saggio “L’evoluzione della Net-Sfera”, tracciando poi le linee di quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro di computer, telefoni e nuovi dispositivi elettronici.


Nella stessa sezione, il giovane filosofo Francesco Boco propone invece una recensione del film Avatar – “La tentazione a-storica” –, dove analizza l’opera di Cameron nella sua dimensione ideologica di veicolo di messaggi luddisti. Nel film, i personaggi “positivi” vivono infatti in un mondo a-storico e primitivo, oppure usano la tecnologia per sfuggire alla tecnologia, per sottrarsi al mondo dinamico, storico, sempre in divenire forgiato dallo spirito prometeico europeo.


Come sempre, chiude il volume la sezione Libreria, dove trova posto una recensione di Stefano Vaj del nuovo libro di Riccardo Campa: Mutare o perire. La sfida del transumanesimo. Nell’articolo, significativamente intitolato “Il transumanismo d’azione”, Vaj mette in luce in particolare lo spirito volontaristico che permea l’opera, ove non si dà mai per scontato l’avvento di un futuro postumano, ma lo si inquadra come possibile evento storico vincolato all’impegno delle generazioni presenti.

ART COMPLETO (da Controcultura)
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/05/divenire-postumani-gianni-vattimo-e-i-futuribili

domenica 18 aprile 2010

Moana Pozzi Cyberpunk Sesso e Fantascienza

da Redazione Italia e Edizioni Diversa Sintonia sito EDS



per la collana 'narrativa-essenza': 'Moana Lisa cyberpunk' di Roberto Guerra, e qui la poesia futurista diviene letteratura. (prefazione di Graziano Cecchini)

Graziano Cecchini “Rosso Trevi”… Roberto Guerra torna ora alla letteratura pura, con queste fiabe futuriste, provocatorie e di raro equilibrio, erotismo quasi cybersex eppure squisitamente liriche…


Riccardo Campa… esiste tuttora un movimento nominalmente futurista: uno degli esponenti più attivi di questo movimento è senza dubbio il poeta Roberto Guerra

Marco Milani … Roby Guerra è un artista puro: ‘genio e sregolatezza’. Guerra è un Futurista e ‘Moana’ una sua opera d’arte…


Ugo Spezza… Roberto Guerra integra la cibernetica di Norbert Wiener con ‘2001 Odissea nello spazio’ di Clarke/Kubrick, per finire alle citazioni di un futurista puro come Majakovskij, definito “cyberprofeta”…


Prezzo: 12.00 €


ordinalo su KaleydosLibri (qualunque forma d'acquisto)

http://www.edizionidiversasintonia.it/page008.htm

http://www.redazioneitalia.it/cultura/cultura-letteratura...

Giulio Prisco Transumanesimo scientifico interview

intervista a Giulio Prisco di R.Guerra da controcultura supereva e transumanisti blog

.......D- La società aperta di Popper: utopia o possibilità postdemocratica?



R-(GIULIO PRISCO) ” Se la società aperta di Popper è un’ utopia, è una bella utopia che dobbiamo cercare di realizzare. Chi ha detto che le utopie sono irrealizzabili? Sulla democrazia, mi riconosco in due affermazioni che stanno diventando luoghi comuni, ma che non per questo sono meno vere. La democrazia è la peggiore di tutte le forme di governo… tranne tutte le altre. E anche, la democrazia sono due lupi e un agnello che decidono, con un voto di maggioranza, cosa mangiare per cena. Come Winston Churchill, non vedo in questo momento alternative credibili alla democrazia. Ma penso anche che la democrazia abbia una forte tendenza a diventare una dittatura della maggioranza che spesso, adducendo motivi “etici” o “morali” privi di qualsiasi fondamento pratico, opprime le minoranze per il solo gusto di opprimerle.






È la pratica a dimostrare che una società non funziona senza regole e leggi, ed è giusto che queste regole e leggi siano decise, in un certo modo e in una certa misura, dalla maggioranza. Le limitazioni dell’autonomia personale sono accettabili — ma niente di più. Vanno considerate come un male necessario, e sono accettabili soltanto se, quando e nella misura in cui l’ esercizio dell’ autonomia individuale da parte di alcuni può impedire ad altri di esercitare lo stesso diritto. Questo lo stiamo dicendo da secoli, ma non siamo ancora riusciti a metterlo in pratica a livello politico. Una società aperta deve essere basata su un sano principio di vivi e lascia vivere e non dimenticare mai che, se non ci sono vittime, non ci sono crimini. Quindi, cerchiamo di basare la società e l’ economia su regole sempre più giuste, ma lasciamo in pace i cittadini nella sfera privata. “

articolo completo
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/04/umanesimo-scientifico-intervista-a-giulio-prisco



.....

sabato 5 settembre 2009

DIVENIRE 3 FUTURISMO Recensioni


da Il Resto del Carlino agosto 2009 Ferrara


“Divenire 3” Il Futurismo ha una nuova antologia
Resto del Carlino
Riccardo Roversi

Sebbene nel primo Novecento i Futuristi si siano concentrati, nella loro azione, soprattutto sulla letteratura e l'arte, mentre i Transumanisti abbiano oggi un approccio al futuro prevalentemente scientifico, è proprio su iniziativa dell' AIT (Associazione Italiana Transumanisti) che è stata da poco pubblicata questa interessante antologia – interamente dedicata al Futurismo – dal titolo Divenire 3 – Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica del postumano (Sestante Edizioni), a cura di Riccardo Campa. Non poteva mancare tra gli autori del volume il ferrarese Roberto Guerra, neofuturista da sempre, con il saggio “Marinetti e il Duemila” , un testo già edito una decina di anni orsono. Il volume contiene inoltre i “manifesti” del convegno per il centenario del Futurismo (curato anche dallo stesso Guerra.....




da La Nuova Ferrara Agosto 2009


Il fascino del Futurismo
Una raccolta completa di saggi nell'anno del centenario
La Nuova Ferrara
a cura di Vincenzo Iannuzzo

Saggi programmatici, sulla storia, la filosofia, la musica, la dimensione sociale, la fantascienza e la futurologia, sono questi gli argomenti del volume uscito in questi giorni, a cura di Riccardo Campa, dal titolo “Divenire 3 Futurismo” (Sestante Edizioni). Nell'anno del centenario è forse il trattato programmatico più significativo del Futurismo odierno che ancora affascina storici, storiografi, artisti, filosofi e studiosi. All'interno scritti dello stesso Campa, Vaj, Faye, Scianca, Grandi, Aguzzi, Boco, Cecchini, tutti docenti universitari o artisti di fama, compreso quello dello scrittore ferrarese Roberto Guerra (capostipite del nuovo futurismo ferrarese, in sinergia con Graziano cecchini, alias Rosso Trevi). ...