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mercoledì 2 giugno 2021

Intervista a Emmanuele Pilia (D Editore, Roma)


 

 a cura di Roby Guerra

D Emmanuele, l'avanguardia dicono che è morta (soprattutto in quest'era orwelliana), ma l'editoria che produce tu e da anni, ne è la confutazione, difficile, nel tuo catalogo, non restare impressionati, da titoli e autori  che continuano sempre a sfidar le stelle, con libri anche persino profetici sul nostro futuro presente...

E.P.  - Dire che l'avanguardia sia morta è un atto di miopia a dir poco avvilente: esiste sempre una avanguardia, solo che non sempre riesce a imporsi. Il futurismo, il cubismo, il dadaismo lo ha fatto, e oggi ne parliamo, ma altre correnti sono rimaste nell'underground. Il punto è che l'approccio utopistico è ciò che fa avanzare l'umanità. Ci avviciniamo di un passo all'orizzonte, e lui si allontana di un passo. Facciamo altri due passi, e l'orizzonte si allontana di ulteriori due passi. A cosa serve l'orizzonte? A farci camminare in una direzione.

D- Emmanuele, più nello specifico, quasi come paradigma e stile editoriale, la tua sembra una rotta ciberpunk virtuosa,  come Rete sistemica, tra arte, sociologia e molti rami avveniristici, quasi scienze del domani. Tra distopie e utopie possibili?

E-P. - In tutta sincerità, credo che la distopia è il mondo che stiamo vivendo. Il capitalismo sta assumendo ogni giorno che passa una forma sempre più simile a quella che gli autori e le autrici cyberpunk (ma non solo) hanno disegnato con così tanta attenzione. L'utopia non è possibile, per sua stessa natura, eppure è necessaria: come sarebbe il mondo senza utopia? L'utopia ci spinge a combattere, a scavare tunnel sotterranei dove affilare i coltelli. Qualche volta l'utopia si realizza, come nella rivoluzione russa, cubana o nel sogno infranto di Neto e Sankara, anche se poi il reale irrompe. Ma proprio per questo, proprio per non rendere il lavoro più duro al potere, è necessario combattere ogni fascismo.

D - Emmanuele, sulla nostra era del virus attuale, cosa scriveranno secondo te, gli storici del futuro?

E.P. - Credo che vivendoci dentro non ci rendiamo conto del contesto. Credo che due anni per la storia sia roba di poco conto: è necessario capire quali sono le conseguenze future.

D - Domanda Libera...

E:P. - E libere siano le domande

*photo 1 libro di D Editore
 


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Roberto Guerra
 

domenica 12 dicembre 2010

Gumwriters intervista Roby Guerra


 *di Gaia Conventi
Da qualche giorno ci fregiamo (lo facciamo da soli, mai nessuno che ci faccia un complimento!) della nomea di “blog letterario serio”, e si badi: serio ma non serioso. A farci fare il salto di qualità – l’avete notato il salto di qualità o siamo stati poco atletici? – ci ha pensato Zairo Ferrante e la sua intervista sul dinanimismo. Noi l’abbiamo addirittura capito, il dinanimismo! Che ci crediate o no, Zairo ha saputo farsi largo nelle nostre teste di zolla, del resto noi siamo scribacchini di gomma, non era detto che l’operazione riuscisse.


Ecco quindi che ci abbiamo preso la mano, perché ci piace pensare che – tra le tante boiate che vi raccontiamo – ci sia pure qualcosa da salvare. Qualcosa da tramandare ai posteri, da linkare in giro: gioverebbe al nostro ego, ma magari farebbe bene anche alle teste di zolla che non frequentano Gumwriters! Oggi a darci la spinta verso nuove rotte – mai solcate prima – ci pensa l’amico Roberto Guerra.


Io lo chiamo amico, ma magari Roberto potrebbe anche esclamare che nulla ha a che fare con me, posso dargli torto? E chi si farebbe mai vedere in giro con una piantagrane come me?

Andiamo allora a conoscere Roberto Guerra – non vi dirò che lo mettiamo a nudo, la temperatura lo sconsiglia – con le nostre domande da “uomo della strada” o, se preferite da “capre del web”.


Che ci fa un futurista su Gumwriters? E – tanto nessuno ci sente – ci si trova bene, il futurista, nel nostro guazzabuglio ironico di verità insolenti?


R. Ci sentono eccome… in giro ci sono strani hackers, istituzionali persino, che monitorizzano i tag Ferrara… Gumwriters, basta il titolo, noi futurist (all’inglese) come noto preferiamo la gomma la plastica e il silicio a passeri solitari e cinguettii vari. Chip Chip cantiamo-digitiamo oggi. Gumwriters è raro esempio neodada da Ferrara e dintorni di cibercultura provocatoria on line libera e divertente, binomio secondo noi futurist quasi metodo scientifico per captare spiriti liberi e spiritosi o meno. “L’uomo che non ride non è saggio”, diceva Zarathustra…


Futuristi si nasce o si diventa? Cosa esclama un futurista guardandosi allo specchio?


R. Secondo me siamo mutanti, x-man non ancora riconosciuti (meglio così!). Da bambino adoravo già la televisione, non mi perdevo mai le dirette sulle missioni Apollo. Come Narciso, tempo fa sognavo di vivere in un mondo migliore per tutti; oggi, sulla mia guancia, non più il rossetto delle pupe, ma una paresina-parisina per un colpo d’aria (io che amo la nicotina!), non a caso a destra (effetto Ferrara la Rossa), io che ho persino futurizzato Marx in un volume con gente come Vattimo, Max More e Campa!
 
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