giovedì 14 maggio 2020

David Bowie Renaissance: Poesie Spaziali

Pensa Libero


   EURO 3.OO«Un atto d’amore. E come vorremmo chiamare, altrimenti, quest’opera che Roberto Guerra ha dedicato all’immenso Duca Bianco, a David Bowie, a David Jones, a Ziggy Stardust o Major Tom? Un lavoro poetico consacrato a un artista che cambiava camaleonticamente nomi per mutare continuamente la propria inventiva». (Sandro Battisti)
«Dopo molti anni dalla sua lirica di avanguardia postfuturista – e dopo innumerevoli sperimentazioni in altri generi letterari – Guerra torna finalmente alla poesia senza mediazioni, verrebbe da dire alla poesia “pura” se non vi fosse il rischio di creare equivoci». (Riccardo Roversi)

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Infohttps://robertoguerra.onweb.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Sandro_Battisti

Un “atto d’amore” per David Bowie

 Estense com

"Poesie Spaziali” di Roberto Guerra è il 400° titolo per Tiemme Edizioni Digitali

«Un atto d’amore. E come vorremmo chiamare, altrimenti, quest’opera che Roberto Guerra ha dedicato all’immenso Duca Bianco, a David Bowie, a David Jones, a Ziggy Stardust o Major Tom? Un lavoro poetico consacrato a un artista che cambiava camaleonticamente nomi per mutare continuamente la propria inventiva».
È questo il commento dello scrittore di fantascienza Sandro Battisti a “David Bowie Renaissance. Poesie Spaziali” (pubblicato come 400° titolo in catalogo da Tiemme Edizioni Digitali), la nuova silloge poetica dell’autore ferrarese Roberto Guerra dedicata appunto al “camaleonte” del rock David Bowie (1947-2016): addirittura una poesia porta lo stesso titolo di una sua celebre canzone: “Station to Station”.
Il libro, edito esclusivamente in formato digitale (ebook), è disponibile in tutte le librerie del web: da Amazon a Ibs, da Feltrinelli a Mondadori, ecc. L’intero catalogo di Tiemme Edizioni Digitali è consultabile sul sito ted.onweb.it.
 

https://www.estense.com/?p=848619

Noi Robot.... di Vitaldo Conte (il Borghese e Cultura Elite)




CULTURA ELITE
(......)
Ritengo che oggi la narrazione fantastica possa costituire oggi uno degli elementi più innovativi delle attuali poetiche di contaminazione futurista: transumanista e transfuturista. Queste amano vivere anche in scritti e immagini di Robot invisibili, volendo volare liricamente fra visionarietà e realtà quotidiana. Ciò accade anche nei testi di attraversamento fantascientifico degli autori dell’antologia Noi robot, a cura di Roby Guerra (Asino Rosso, e-book, 2019). Il titolo s’ispira liberamente al maestro di fantascienza Isaac Asimov, di cui cade nel 2020 il centenario di nascita. Il suo celebre libro Io, Robot (1950) è una raccolta di racconti che ha come protagonisti i robot positronici (termine che lo scrittore russo-americano affibbiò alle sue macchine fantastiche, avendo preso a prestito dalle particelle scoperte dal fisico Paul Dirac). I robot umanoidi, alias androidi o replicanti, raggiungono la celebrazione nel 1982 con il film Blade Runner e attraverso le produzioni CyberPunk.
A tutto ciò fanno riferimento i futuribili italiani nel loro omaggio alla nuova era robotica. In questa macchina immaginaria “entra”, sempre di più, la dimensione erotica-sessuale, anche come narrazione (letteraria e video-filmica). Nell’ipotesi di un Porno-Futurismo virtuale Roby Guerra intravede la possibile creazione di un archetipo di “oscena bambola” che congiunge, attraversando i tempi, l’autrice del manifesto futurista della Lussuria (1913) Valentine de Saint Point (mia ispiratrice di fanta-narrazione) con Moana (Pozzi), sua possibile erede.