lunedì 18 gennaio 2010

Le Muse Impudenti (1997)

Da Ferrara Voci di una Città numero 8 1997

La scrittura giovanile in città (estratto) di Roberto Pazzi

...Motivo di compiacimento e di fiducia nel clima culturale della città, l'operazione fatta con tanta spregiudicatezza e intelligenza da Riccardo Roversi, Roberto Guerra e Louis Olivencia, che hanno di recente dato alle stampe la sapiente provocazione del loro libro Le muse impudenti (ed. Delta).



I due poeti ferraresi Roversi e Guerra, insieme all'amico pittore newyorchese Olivencia, ferrarese di adozione, nei racconti che allineano, tutti giocati fra miti e spettri del passato ferrarese - Lucrezia Borgia, Marfisa d'Este, Charles de Brosses di passaggio da Ferrara, Goethe che per la prima volta da quando è in viaggio in Italia è preso da depressione proprio a Ferrara, il mago Chiozzino, Ugo e Parisina, una lettera immaginaria ad Alfonso II, i bordelli e i conventi... - rivisitano alle soglie del Duemila l'intero millennio di esistenza della nostra città.


È come se questi giovani autori facessero il bilancio di quel che conviene portare e quel che conviene buttare prima del salto nel nuovo millennio, si fanno dissacratori e onirici, surrealisti e metafisici, grotteschi e iconoclasti. In altre parole, vivi e moderni, testimoniando la difficoltà di vivere e di creare il nuovo in una città narcisa, afflitta da una malattia del passato che le impedisce, talvolta, di vivere il suo irripetibile e unico presente.


Roversi e Guerra pare che facciano il verso alla tradizione, per potersi salvare dall'abbraccio mortale della Storia. Viene in mente un consimile atteggiamento di rottura di Federico Nietsche nella sua famosa opera Sull'utilità e il danno della storia. Un'opera che fu scagliata in viso all'accademia tedesca, al mondo universitario e alla sua cultura ingessata nella filologia e nel culto meduseo del passato, circa a metà del secolo scorso.


Al di là degli esiti formali del libro..., si può cogliere la salute del gesto che i nostri autori ferraresi hanno avuto il coraggio di affidare alla scrittura, puntando anche sul suo valore di denuncia e provocazione.